I NOSTRI NOMI... in serie A

 

 

PICCOLA INTRODUZIONE di OTTAVIO BUONOMO

"I nostri nomi in cartellone", il "Napoli in serie A" e l'undicesimo incontro con Paolo, tre buoni motivi per questo nuovo capitolo di Pamabù. Un nuovo capitolo che si aggiunge non solo al sito, ma alla mia vita, e quindi alla mia carriera artistica nel mondo dello spettacolo, alla mia anima di tifoso del Napoli come squadra e di Napoli come città, e alla mia grande amicizia con il caro, carissimo Paolo Driussi. Lo spettacolo "I nostri nomi in cartellone", portato in scena l'8 giugno 2007 al Teatro Italia di Acerra, è stato un successo, è piaciuto sia alla critica che al pubblico, e questo non può che farmi piacere. Il Napoli in serie A è stato un momento storico per tanti napoletani vissuto intensamente e "napoletanissimamente". Il mio incontro con Paolo, che a meno di due mesi, ha lasciato nuovamente Udine per recarsi a Napoli, è stata una gradita sorpresa. Voglio, con le parole già dette e con le altre poche che seguiranno, introdurvi al racconto di una settimana straordinaria, ricca di emozioni. A raccontarvi successi, momenti, sensazioni e lacrime di gioia ci penserà Paolo, io vorrei limitarmi a questa premessa, anche se in "corsivo", qualche commento, alle parole di Paolo, me lo concederò. Non saprei proprio di cosa parlarvi in questa introduzione, perchè comincerei a raccontare io stesso gli applausi a scena aperta per "I nostri nomi in cartellone", i cuori di tanti napoletani che battevano forte ogni qualvolta la palla rotolava "int'o stadio 'e Genova...", le lacrime di gioia e gli abbracci di mille e mille napoletani che unitisi con i loro colori a quelli del cielo e del mare hanno cantato le gesta dei nostri calciatori, attualmente una punta d'orgoglio per una città che non può, non deve arrendersi mai!

Il racconto comincia lunedì 4 giugno, quando Paolo, da Udine, telefonicamente mi comunica che per l'8 giugno (la sera de "I nostri nomi in cartellone") devo prenotargli un posto in platea! Prima credevo che scherzasse, poi mi sono capacitato che Paolo diceva la verità. Paolo sarebbe arrivato mercoledì 6 giugno 2007 alla Stazione Centrale di Napoli... non mi aspettavo certo di rivederlo a meno di due mesi dal nostro arrivederci. Paolo tornava a Napoli per vedere un mio spettacolo! Che emozione! Da tempo, desideravo, che lui assistesse non solo a degli sketch o vari siparietti, ma ad una commedia, che io portavo al Teatro Italia di Acerra, quello in cui ho sperimentato per prima, quasi tutti i miei spettacoli.

Le giornate che precedevano lo spettacolo erano stressanti, ore e ore di prove, senza sosta, pranzi velocissimi, telefono che squillava ogni due minuti, corse contro il tempo... ed ancora prove individuali, prove generali, prove in teatro, prova con microfoni, prova senza microfoni, prova con tecnico luci, prova senza tecnico luci, prova con ospiti, prova con canzoni, prova con coreografie, prova senza canzoni ma con coreografie, prova con canzoni ma senza coreografie... insomma, dal 3 giugno alla mattina dell'8 giugno, mi hanno detto, che ero praticamente intrattabile, o meglio, ero completamente assente dal mondo... Beh, sfido io, non ero più Ottavio Buonomo, ma stavo entrando nel tunnel che mi avrebbe portato ad essere il tipografo Leonardo, sposato da più di dieci anni e con due figli piccoli!

"I nostri nomi in cartellone" è andato bene, anzi, benissimo, e sono felicissimo di questo. Di questo spettacolo sono regista (insieme con Maria Aprile), autore, interprete e sceneggiatore. E' stato un grande successo. Il pubblico si è commosso fino alle lacrime, come il sottoscritto. Una bella soddisfazione... è stato detto "E' raro trovare, oggi, uno spettacolo così: elegante, raffinato, divertente e non volgare". Mai complimento mi fu più gradito. Si può far ridere anche senza volgarità... la vera arte non ha bisogno di "quel mezzuccio" che viene usato quando l'artista (o presunto tale), si affanna per ricevere un applauso in più e per sentire una risata in più. Mi fa piacere che il pubblico abbia apprezzato molto la mia opera, e il lavoro di tutti coloro che si sono impegnati anima e corpo per questo grande evento. Un applauso speciale va a I Cantori del Cuore, che come è stato scritto anche in una veritiera recensione, hanno saputo tenere benissimo la scena per più di due ore recitando, cantando e danzando, ed al Piccolo Coro Voci del Cuore.

Dopo "I nostri nomi in cartellone" c'è stato un grande evento, al quale, in qualità di tifoso e di napoletano, ho partecipato: la conquista del Napoli della serie A. La partita Genova - Napoli, l'ultima di campionato, l'ho vista al ristorante-pizzeria "Lombardi" di Via Foria. Dopo un ottimo pranzo, ho seguito la partita con il cuore che mi batteva forte... con il pareggio della Triestina con il Piacenza, e il pareggio del Napoli con il Genova, il risultato è stato quello desiderato da tutti, sia genovesi che napoletani: NAPOLI e GENOVA volano insieme in serie A. E così è stato. A partita conclusa per le strade c'era la Napoli che conosco io, con gente che mostrava l'orgoglio nel cuore, nell'anima e in quelle facce dalle quali invece che sudore colava acqua di mare, sentivo intorno a me il "vero napoletanismo", che nessuno dovrebbe mai abbandonare. I Napoletani veri, sono quelli che amano Napoli e gli altri napoletani, sono quelli che aprono le braccia come il cuore. I Napoletani veri sono tutti figli di Partenope, e hanno tutti il fuoco del Vesuvio che scorre nelle vene. Retorica? Ma quando mai... molte volte si snobba la Napoli che santifica le magliette dei calciatori a San Gennaro, ascolta dischi di quelle immortali canzoni classiche a tutto volume, che stende i panni e che "acala 'o panaro"... ma quella è la Napoli da amare e da capire... e Napoli non è solo "monnezza e malavita"... Napoli è, come dice una famosa canzone, mille culure, e quei mille colori vengono dipinti anche da quella Napoli dei bassi, da quella Napoli che si commuove ascoltando Mario Merola, che porta una sigaretta sulla tomba di Totò per non fargli mancare niente e che appende ai muri immagini di San Gennaro insieme con quelle di Eduardo, Maradona, Pulcinella, Troisi e il già citato Totò! Napoli è anche una "carta sporca", ma è stata sporcata dai napoletani che non sono napoletani, o meglio, che hanno dimenticato di essere prima che uomini dei napoletani, e poi da quelli che non hanno mai amato Napoli, e mai la ameranno, perchè è una città dove una "meza buscia", vale quanto mille verità!

La giornata di lunedì, 11 giugno, è stata caratterizzata da una bella gita a Ischia... meravigliosa sotto un caldissimo sole di fine primavera. Parlando con Paolo dicevo: La conosci "Lacco Ameno" di Renato Carosone? L'ha incisa anche Massimo Ranieri nel suo penultimo album, il terzo della trilogia napoletana... e lui "Si si, mi ricordo che me l'avevi fatta ascoltare, conosco il brano..."

Ora, dopo queste mie parole di "napoletano", lascio la parola al mio "udinese" preferito, al grande, grandissimo Paolo, sempre più dolce, sincero, simpatico e in fase di "napoletanizzazione"... buon proseguimento!

Ottavio Buonomo

 

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I testi sono di Paolo Driussi - L'introduzione e le "incursioni" sono di Ottavio Buonomo - I diritti di testi e immagini sono riservati

 

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