...IN SERIE A

Testi di Serie A di Paolo Driussi - Testi delle incursioni in corsivo senza nessuna serie di Ottavio Buonomo

 

Il notissimo ristorante "Zì Teresa"

 

 

Sabato 9 Giugno 2007

 
Stamattina mi sentivo stanco. Faceva pure caldo ed io ero un po' in affanno su e giù per via Duomo. Dopo aver bevuto un cappuccino ad un bar dai tavolini all'aperto, ho sostato a lungo al fresco, seduto sui gradini di San Gennaro. Era arrivato un pullman carico di turisti americani. Una famigliola di colore, madre, una ragazza ed un ragazzino scattavano delle foto vicino a me. Ottavio mi ha chiamato, dicendomi che sarebbe arrivato a Napoli per l'una o l'una e mezza. L'appuntamento era all'uscita della metropolitana di Piazza Cavour, vicino al Parco giochi. Quasi fosse l'unica meta che avremmo potuto scegliere, quando è arrivato, ho chiamato un taxi e ce ne siamo andati a Castel dell'Ovo per pranzare da "Zi' Teresa". C'era un Pulcinella che posava con una coppia di sposi lungo il corridoio d'ingresso al castello. Dopo aver pranzato ce ne siamo andati a passeggiare alla Villa Comunale. Una sosta in uno chalet per una granita e poi a piedi fino alla stazione metro di Mergelllina. Nei pressi della Rotonda Diaz, all'imbocco di un vicolo avevano sistemato uno striscione su cui c'era scritto:
LO SCRIVO IN ROSA XKE' L'AZZURRO C'E' L'O NEL CUORE.
Abbiamo percorso un tratto di metropolitana insieme: io sono sceso a Piazza Cavour, Ottavio ha proseguito fino a Piazza Garibaldi per prendere il treno per Acerra da Napoli Centrale.

 

Paolo Driussi e Ottavio Buonomo al ristorante "Zì Teresa"

 

"Da Zì Teresa si mangia veramente benissimo... il secondo, le scaloppine alla sorrentina, era un capolavoro, ci tornerei anche oggi stesso! E poi i camerieri sono simpaticissimi. La Caracciolo è meravigliosa sotto il sole di giugno... Napoli sembra un quadro!"

 

 

Striscione rosa per un cuore azzurro

 

 

Domenica 10 Giugno 2007

 
Per la mattinata di questa domenica dovevo inventarmi un programma per conto mio. Ottavio sarebbe arrivato verso l'una direttamente in albergo, accompagnato in auto da suo fratello Sergio, che intendeva comperare presso qualche bancarella della città bandierine e magliette del Napoli. Ottavio sarebbe arrivato con la valigetta per trattenersi due notti al Des Artistes.
Dunque, questa domenica mattina io me ne sono andato da solo al Monastero di Santa Chiara per visitare il chiostro. Sono arrivato in larghissimo anticipo sull'orario di apertura. Chiedendo ad un frate all'interno della chiesa, ho scoperto che il chiostro avrebbe aperto solo alle nove e mezza. Ho ingannato il tempo, sfogliando un quotidiano e bevendo un cappuccino ad un bar all'aperto di Piazza del Gesù. In attesa di visitare il chiostro c'era pure un gruppo di bergamaschi che parlavano in dialetto stretto. Sembravano visigoti.
Nell'impianto quadrato diviso da pergolati a croce, avevo davanti a me uno dei simboli di Napoli: il Chiostro delle Clarisse, raffinato, gioioso, coloratissimo giardino in cui le viti, i limoni, i tralci delle maioliche si fondono con quelli del pergolato che i pilastri piastrellati sorreggono. Sono ritornato in albergo servendomi del minibus in partenza da Piazza del Gesù. Ottavio è arrivato poco dopo l'una. Gli hanno assegnato la camera numero otto. Siamo andati a pranzo da Lombardi in via Foria, per seguire su Sky l'attesissima partita del Napoli, che pareggiando zero a zero a Genova, vede realizzarsi il sogno del ritorno in serie A.

 

Ottavio fa il gesto "Serie A"

 

 

Tralasciando il fatto che la promozione di Napoli e Genoa sia avvenuta all'ultima giornata grazie al pareggio strappato dalla Triestina a Piacenza, ciò non toglie che la storia dei playoff sia un'invenzione mostruosa. Alla fine sono state promosse le più valide (non contando la Juventus che faceva un campionato a parte e con la sua presenza nella serie cadetta già penalizzava tutte le altre squadre). Sarebbe stata la più atroce delle beffe vedere un Napoli o un Genoa che avrebbero dovuto affrontare un Brescia (rientrato in corsa playoff all'ultimo momento) o un Rimini che hanno fatto il loro onesto campionato ma senza mai essere dei veri protagonisti per poter essere promossi in serie A
Ottavio ed io ci siamo uniti ai festeggiamenti che si sono svolti per tutta Napoli e provincia con caroselli di auto, motocicli e fuochi artificiali fino a notte.

 

I napoletani festeggiano la Serie A

 

"Dalle auto in corsa si udivano canzoni come NAPOLI NAPOLI NAPOLI, FORZA NAPOLI NAPOLI NAPOLI, quella di Nino D'Angelo, ormai un inno per tutti i tifosi napoletani... ci sono alcuni che pensano ancora che D'Angelo sia un ragazzino in jeans e maglietta che fa innamorare le ragazzine, e invece no, D'Angelo ha dimostrato di essere un grande attore (soprattutto teatrale, portando in scena memorabili testi di Raffaele Viviani), e un artista dalle grandi doti, ha scritto dei pezzi meravigliosi per i suoi ultimi album. La world music oggi avanza lentamente, ma avanza, e i napoletani sono stati sempre i primi ad aprire le braccia a tutte le novità. Napoli stessa è sempre una novità, ogni giorno, anche un bambino che cammina per le strade di Napoli, è una novità... perchè Napoli è una città magica, straordinaria, fantastica, un altro pianeta, un'altra cultura, tutta un'altra storia che si interseca con la storia di tutti. Ogni uomo di cuore ha nel suo cuore qualcosa di "napoletano". Bellissimi i caroselli, graziosi i bambini con le magliette di Bucchi, Calaiò, De Zerbi... emozionanti i fuochi d'artificio in Via Foria e quelli a Margellina, che però, ho visto per televisione, in uno speciale trasmesso da una tv locale".

 

A Porta San Gennaro lo striscione recita: San Gennà miettece 'a mana toia

 

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