Io, un giorno, vorrei non essere frainteso...

 

Ho un grande sogno che vorrei si realizzasse, forse dipende anche da me, forse dipende da chi mi ascolta o da chi mi legge, o può dipendere dalla società in cui viviamo. Il mio grande sogno è quello di non essere più frainteso, di essere capito per ciò che voglio dire, e non per quello che avrei potuto dire, o che non avrei nemmeno minimamente pensato di dire. Sembra impossibile, ma ogni giorno, tra i miei primi pensieri c'è la speranza di essere accettato per come sono, di essere capito per quello che voglio dire, di essere apprezzato per quello che faccio, e di quello che, vorrei riuscire a fare.
La colpa potrebbe essere mia. Forse parlo in "modo strano", forse parlo come oggi non si parla più, forse sono dispersivo in alcuni discorsi, ed in altri invece sono sintetico ma superficiale. Non so perchè, ma per ogni tre parole che dico, ne devo dire altre trecento per spiegarne il significato. E' un problema mio? Spero, di si. Almeno il caso è singolo, mi metto l'anima in pace, studio su me stesso, e cerco di risolvere in qualche modo. Se non dipende da me, ma dalle persone, che amano sentire solo quello che vogliono, che aspettano una virgola errata per poterla poi usare come scudo contro quello che viene detto loro, la cosa cambia.
Recentemente, in alcuni miei articoli, ho parlato tanto dell'arte di comunicare, di come sia facile riuscire ad interpretare un pensiero, se quest'ultimo viene espresso chiaramente, senza aggiunte inutili, senza parole che non fanno altro che intaccare il fulcro originale di una idea (che sia buona, o cattiva, ma comunque è da salvaguardare, specialmente oggi).
Una mia massima è "Non chiedetemi mai di non essere quello che sono". Ma non è una formula magica per scappare da ogni tipo di confronto, e da ogni tipo di rapporto umano. Non è nemmeno la frase di un megalomane. Non è nemmeno la frase di chi, grazie a quel poco di cultura che ha, si sente superiore, maestro, persona in grado di dare lezioni di comportamento, di stile, di carattere, di verbo.
Questa è la frase di chi, ama essere quello che è, perchè è riuscito (forse, a fatica) ad accettarsi per quelli che sono i suoi pregi ed i suoi difetti. E dal momento che è riuscito ad accettare se stesso, può benissimo accettare chi ha una opinione opposta, chi non conosce il significato di amare, chi è di una religione diversa.
Nel mondo d'oggi, c'è chi, cosciente delle limitate possibilità intellettive, riesce a costruirsi un mondo proprio, che vive nell'oblio, in quella ignoranza che negli anni ha generato piccole grandi guerre, che non hanno fatto altro che rovinare un pianeta, già dall'inizio dei tempi, rovinato. Ma sempre per volere dell'uomo, sempre per volere di quell'essere che non si accontenta mai di quello che ha. La maggior parte degli uomini, vuole sempre di più, senza però sapere, che il poco aiuta ad apprezzare il tanto, ed il tanto aiuta solamente a disprezzare il poco.
Io spero che l'ignoranza di chi vuole essere per scelta, ignorante in tutto (e non si parla di sapere dov'è nato Manzoni, cosa ha scritto Foscolo, e qual'è la capitale della Danimarca), non avanzi a passi da gigante, ma regredisca quanto più possibile. Spero che un giorno, tanta gente invece di dire "Tu non mi hai fatto capire quello che hai detto", dica "Io non riesco a capire quello che mi hai detto". E non solo, tanta gente, di buona volontà e in grado di compiere azioni d'amore, dovrebbe aiutare quelle persone della massa, che una volta incanalati nel tunnel di quell'ignoranza cosmica, non riescono a liberarsi del loro modo di essere. Ogni individuo, ha la libertà di essere ciò che vuole, ma quando va ad intaccare la libertà, i pensieri e i rapporti altrui, allora le cose cominciano a cambiare...
Spero di non essere stato frainteso!

 

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