IN GIRO PER NAPOLI 2

 TESTI DI OTTAVIO BUONOMO

 

…‘Ncoppo ‘o capo ‘e Pusilleco addiruso, addò ‘stu core se n’è “ggiuto ‘e casa… 

… A Marechiare ‘nce sta ‘na funesta addò ‘a passiona mia ‘nce tuzzulea, ‘nu carofano addora dint’a ‘na testa, passa l’acqua ‘pe sotto e murmulea…

… Marechiare, Marechiare, tu sulo tu, può “ffà dicere ‘a stu core: Ma che “vvuò “cchiù? E’ ‘na musica ‘stu mare ‘ca nisciuno prufessore ‘ncopp’a carta ‘po’ stampà, ‘nu cuncierto senza fine ‘ca si “dduje se vonno “bbene nun s’o ponno “cchiù scurdà…

… Pusilleco, Surriento e Marechiaro: ‘o Paraviso nuosto è “cchillu llà!

Eh, la canzone napoletana racconta quella Napoli bella, quella Napoli da cartolina, quella Napoli che fa innamorare “’e furastiere”, quella Napoli che sembra la seconda casa dei santi, quella Napoli senza vergogna e senza paura, quella Napoli di scugnizzi che affollano Marechiaro, quella Napoli Piedigrotta, Sciuè Sciuè e mandolinatelle! Chissà, quanto ancora oggi c’è della Napoli delle canzoni di Di Giacomo, Valente, Bovio, Tagliaferri, E.A. Mario, Gambardella, i De Curtis, Murolo, Bonagura e Carosone! Addò stanno “cchiù gli americani a Napoli? Addò ‘sta “cchiù ‘nu piezze ‘e carta ‘cu stampate vierze d’ammore ‘pe ‘na femmena cianciosa? Addò sta ‘a passione, ‘o core, ‘o sentimento, ‘a Napule ‘ca tutte vonno vedé?

 

San Martino

 

Domenica 22 aprile 2007, destinazione: San Martino, Parco Virgiliano, Posillipo e Marechiaro. Per spostarci verso San Martino prendiamo la circumvesuviana. Arrivati al Vomero prendiamo quelle belle rampe di scale e saliamo! Jamme, jamme, ‘ncoppe jamme jà (anche se questa canzone è indicata per chi prende la funicolare). Arrivati a San Martino facciamo alcune fotografie. Ci godiamo il bellissimo panorama di Napoli, purtroppo la foschia, la caligine, la nebbia non ci permettono di vedere in lontananza. E’ una Napoli che ancora dorme, sono passate da poco le nove del mattino, ma nessuna finestra ha ancora sbadigliato, a parte qualche rara eccezione. Visitiamo Castel Sant’Elmo. Da sopra c’è un altro bellissimo panorama di una Napoli regina! Pian piano la nebbia scompare, la notte nidifica nel cuore degli amanti e il giorno apre le porte ad un nuovo sole!

 

Ottavio a San Martino

 

Dal Vomero poi, con un taxi, andiamo al Parco Virgiliano (a pochi metri dalla stazione della circumvesuviana di Mergellina). Nel Parco Virgiliano ci sono le tombe di Virgilio e Giacomo Leopardi. Il conte recanatese Giacomo Leopardi, fu sepolto lì grazie all’intervento del suo amico Antonio Ranieri di Napoli (doveva essere posto in una fossa comune insieme a mille altri morti per la peste) e di Umberto. Delle spoglie di Virgilio si hanno pochissime notizie, il contrario di Leopardi. Di Leopardi ne è stata data la certezza che il corpo si trovi sotto il monumento di marmo, di  Virgilio, per quel che m’è dato ricordare, non ancora. I secoli trascorsi sono tanti, quanta storia è passata!

 

Paolo a San Martino

 

Non tutti i napoletani sanno che Giacomo Leopardi è sepolto a Napoli. Tanti napoletani confondono anche il Parco Verginiano con il Parco Virgiliano. Ma molti napoletani conoscono molto poco della loro storia. Molti giovani specialmente, su quella storia ci camminano sopra. Citando Virgilio mi vien da dire alla napoletana “Non ti curare di loro, passa oltre, non li pensare, cammina, vai avanti… tu non fai parte di loro”. Manco come se la storia di Napoli e dei napoletani veri, dei re, del sangue che si immagina ancora oggi colare sui muri, i monumenti e i poeti fossero roba da dimenticare… la storia di Napoli non va infangata. Napoli ha tanto da raccontare… altro che grattacieli, murales e mandolini senza corde! Qui ci vuole cultura, poesia, educazione! E spero di non essere frainteso quando parlo di “educazione”. Ma nessuna polemica per carità…

 

Panorama di Napoli

 

Dal Parco Virgiliano prendiamo un taxi (un tassista simpaticissimo, formidabile e disponibile) che ci porta da Mergellina a Marechiaro, ma passando per Posillipo e per quelle vie culto come Via Orazio e Via Francesco Petrarca. Paolo studia attentamente metro dopo metro quella bellissima zona.

 

Tomba di Giacomo Leopardi

 

Un anziano signore napoletano una volta mi disse “Chelli llà so ‘e vvie ‘e chi ‘sta bbuono a patane” (Quelle sono le strade di chi sta bene a patate, ovvero: quelle sono le strade in cui ci abitano i ricchi, coloro che tutti i problemi possono avere men che quelli economici). Gli alberi che fanno ombra sono poesia ed il panorama è davvero bellissimo. Ecco la Napoli della cartolina, di quella “famosa cartolina”!

 

Tomba di Virgilio

 

Arriviamo a Marechiaro. La prima cosa che Paolo vuole vedere è la “fenestella”. Quella finestra cantata da Salvatore Di Giacomo e Francesco Paolo Tosti. Com’è bella Marechiaro (che fa parte comunque di Posillipo). “Quanno sponta la luna a Marechiaro pure li pisce ‘nce fanno l’ammore, se revotano ll’onne de lu mare, ‘pe la priezza cagnano culore, quanno sponta la luna a Marechiaro”… Ma chi è che non conosce questa canzone? Cantata dai grandi, dai miti… su tutti Roberto Murolo (che ne fa una deliziosissima versione nella sua Napoletana), Claudio Villa (che l’ha incisa più volte, anche dal vivo), Lina Sastri (versione verace, teatrale, forte) passando poi anche per Giuni Russo (che l’ha inclusa nel suo ultimo lavoro discografico), Sergio Bruni, Nunzio Gallo, Luciano Pavarotti, Gabriella Ferri…

 

A Marechiare ce sta 'na fenesta...

 

Pranziamo a Marechiare, di fronte al mare. Cominciamo con un ottimo antipasto di mare (con delle vongole veraci che erano squisite), poi proseguiamo con gli spaghetti ai frutti di mare, poi con un sarago arrostito, e per finire un babà con panna e fragoline! Poi, logicamente, ‘o “ccafè! In albergo ci torniamo in taxi, e vi restiamo fino a sera, quando usciamo per una pizza.

 

Marechiaro

 

La giornata di lunedì 23 aprile è divisa in due: di mattina andiamo a Caserta con il treno interregionale (ma di questo ve ne parlerò in un capitolo a parte), e di pomeriggio c’è l’incontro con Ciro Fontanarosa, fan di Mina napoletano, che sia Paolo che io abbiamo conosciuto grazie ad internet. Ciro io l’ho incontrato più volte, ma non ci vedevamo da due anni, Paolo invece, è la prima volta che gli stringeva la mano. L’appuntamento con Ciro era per le 17.00 di fronte al Duomo.

Andiamo al bar, Ciro prende una aranciata, Paolo ed io invece una buonissima crema caffè. Prendiamo un taxi e ci spostiamo verso Piazza Del Gesù.

Già giorni prima avevo espresso a Ciro il desiderio di portare Paolo al Monastero di Santa Chiara e a San Gregorio Armeno, visto che ancora non c’eravamo stati. Lui ha accettato l’itinerario. La prima tappa è il Monastero di Santa Chiara, al quale dedicarono anche una famosissima canzone (che tra gli altri, ha interpretato anche Mina, colei che indirettamente ci ha fatto incontrare). Il chiostro è chiuso, ma possiamo comunque visitarlo l’interno e stare nel cortile, dove alcuni ragazzi giocavano a pallone, e dei ragazzi si baciavano e si parlavano guardandosi negli occhi. Che belle immagini...

Dopo Santa Chiara, proseguiamo per San Gregorio Armeno. Ciro ed io abbiamo percorso la stessa strada in uno dei nostri incontri.

Paolo ammira le bancarelle con i pastori fatti a mano, alcuni dei quali in movimento, legge le scritte “Effetto acqua che bolle”, “Effetto forno”, “Fontana con l’acqua vera che scende” (il che ricorda molto “Natale in casa Cupiello”), “Effetto fumo”, “Effetto notte”… poi il pastore di Mario Merola, quello di Adriano Celentano, quello di Luciano De Crescenzo, quello di Silvio Berlusconi e persino anche alcuni idoletti dello scandalo di Vallettopoli. Addirittura c’è un pastore che raffigura un macellaio che invece di tagliare un maiale o una mucca, taglia i politici! Insomma, ce n’è per tutti i gusti… poi ci sono le mille scritte su terracotta, i vari “Quello che tu auguri a me, lo auguro due volte a te” oppure “Quando entri saluta, quando esci fatti i cazzi tuoi”… E’ tutto colore. E’ anche questa la Napoli che io, Ottavio Buonomo, porto nel cuore! La Napoli della gente che crea, inventa, pensa, elabora, scherza, si napoletanizza e snapoletanizza con abilità, la Napoli che sogna e fa sognare, la Napoli teatro del mondo e centro di una realtà fantastica da vivere un po’ ad occhi aperti ed un po’ ad occhi chiusi. Si… una realtà fantastica!

Di sera, Paolo, Ciro ed io, andiamo a mangiare in una nota pizzeria di Via dei Tribunali. Poi, dopo andiamo a prendere un caffè nello stesso bar in cui eravamo nel pomeriggio, e lì ci congediamo perché Ciro deve prendere l’autobus per tornare a casa. Paolo ed io avevamo trascorso un ottima giornata… Di sera, nella mia stanza, feci entrare Paolo: Guarda ‘a pà, sto facendo ‘nu film documento che è la fine del mondo, domani chiamo Tom (colui che ha realizzato poi il montaggio dell’opera) e realizzerò un lavoro che… guarda, poi vedrai, ho delle cose in mente! Pensa che abbiamo delle immagine bellissime!

rgo ci facciamo chiamare un taxi per spostarci da Via Duomo a Porta Capuana, e passare le fotografie scattate su alcuni dischetti. Lì c’è uno studio fotografico, di cui siamo già stati clienti nei giorni precedenti. A Porta Capuana ci  fermiamo a prendere un caffè, poi il tempo incalza e dobbiamo tornare in albergo per prendere i nostri bagagli tenuti in custodia dal gentilissimo staff del nostro albergo.

 

Porta Capuana

 

Dall’albergo alla Stazione ci spostiamo sempre in taxi, qui ci sediamo al bar, poi facciamo un piccolo, brevissimo resoconto del viaggio. Ci alziamo, andiamo a leggere gli orari delle partenze. Sia il treno di Paolo che il mio interregionale partono poco prima dell’una. Prima di dirigerci ai nostri binari, torniamo al bar per consumare qualcosa. Io prendo un dolcetto con mandorle e cioccolato, Paolo invece una pastierina, poi io un caffè e Paolo un cappuccino. Ci dirigiamo verso i binari, io ho già acquistato all’edicola il mio biglietto per Acerra.

 

Ottavio poco prima di tornare ad Acerra

 

Accompagno Paolo al suo binario, qui mi chiama mia madre per sapere cosa volessi mangiare a pranzo, io le dico che non ho tanta fame. Un po’ perché avevo mangiato il dolcetto, un po’ perché ero triste della partenza di Paolo. Sono stati dieci giorni bellissimi, mi sono divertito tanto… Paolo mi ha trovato cresciuto addirittura, è la prima cosa che mi ha detto quando è arrivato a Napoli! Maturato (mentalità), cresciuto (altezza) e meno ansioso e isterico di prima. Meglio così, ogni tanto ho dei punti a favore!

 

Paolo Driussi, due ore prima di partire per Udine

 

Al binario, Paolo ed io ci siamo salutati. Un abbraccio e poi una promessa “Ci vedremo presto”. Ok… Paolo mi da la mano, e io sembra che quasi voglia dirgli “E dai, altri cinque minuti”. Ma il tempo corre, e tra poco correrà anche il treno! Saluto Paolo, e mi dirigo verso il mio binario. Il mio treno parte in orario, dopo un quarto d’ora sono ad Acerra, Paolo invece sarà a Udine di sera… Un abbraccio e una promessa “Ci vedremo presto”…

 

Paolo Driussi alla stazione Centrale di Napoli

 

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