Le tre idee
Tante volte vengo assalito da tantissime idee
che cercano un punto in comune. Come se fossero bambini al parco dei
divertimenti, corrono, scherzano, se la spassano, cadono sull'erba. Queste idee
arrivano poi a fermarsi, stanche. Tra queste però, ne emerge una che ha giocato
di meno. Quell'idea è più matura delle altre, sa che deve durare qualche momento
in più perchè qualcuno possa capirne il senso. Quando anch'essa sarà stanca, si
addormenterà in un posticino isolato, ed aspetterà di essere chiamata in causa
per raccontare la sua breve vita. Tutti questi racconti vanno a formare un
pensiero.
Capita di sentire qualche volta, un pensiero non nostro che ci spaventa, che ci
fa star male, o che riesce a fare il giro del mondo nonostante la sua banalità.
Penso sempre che non esistono persone banali, e nessuno nelle possibilità di
giudicarle tali. Ci sono persone che non sanno parlare, ma avrebbero tanto da
dire, e persone che nonostante parlano tanto non dicono niente. Non so se per
me, tra il parlare di qualcosa e dire qualcosa (che, al bando l'originalità,
abbia almeno un senso) c'è pace, però so che tante volte, per difendere una mia
idea, ho dovuto assecondare idee di altre persone, e non solo, ho dovuto anche
mettere in gioco tutti i pensieri che dormivano da tanto. Forse, nel bene o nel
male, dico sempre quello che penso sul serio, non come quelle persone che dicono
"io dico sempre quello che penso" perchè vogliono soddisfare il bisogno
personale di parlare di tutti e tutto, massacrando o portando su gradini elevati
un qualcuno oppure un qualcosa, ma non solo, le persone che dicono ciò non
dicono mai quello che realmente pensano, ma quello che vogliono che le altre
persone pensino che loro pensino. Sapete, la solita cosa della bella faccia...
In scena, mi piace interpretare persone tanto diverse da me, perchè mettendone
in mostra le caricature, prendo le distanze dagli originali. Oltre "'O vico 'de
scugnizze", il mio atto unico ispirato a "L'ultimo scugnizzo" di Raffaele
Viviani, nel mio prossimo spettacolo, porterò in scena anche tre episodi che
mostrano rispettivamente: il potere delle decisioni (anche se non sempre chi ha
potere è in grado di prendere delle decisioni), la vessazione estrema del
proletario (un operaio che restaura un teatro nel pieno di una rappresentazione,
ma niente a che vedere però con ideologie politiche) e la sudditanza di un
servitore nei confronti di una intera famiglia.
Ognuno di questi brevissimi sipari grotteschi contiene un insieme di idee, che
dopo aver formato il pensiero, hanno dato via alla convinzione di poter
raccontare qualcosa...