La sua musica

Musica musicanti !
Ottavio chiede il “re” al chitarrista, comincia a intonare una canzone, mi chiede senza parlare, ma con i suoi gesti se mi piace ciò che sta facendo, dà lui de disposizioni alla band, poi li lascia suonare e abbandona la scena, come un cantante che ha terminato un concerto mai tenuto.
Mi indica di seguirlo, e mi porta a bere una tazza di caffè, per lui è l’ennesima. E comincia, tra un sorso e l’altro, a parlarmi dei nuovi progetti: “Sai, sto pensando a una canzone, la storia di un innamorato, che ama una donna e ne sogna un’altra”, e io di rimando “C’azzecca qualcosa?”, e lui senza scomporsi, e quasi incantato a guardare nel vuoto, sorseggiando ancora più lentamente il suo caffè o al bar, o a casa o in uno studio “No, forse no, ma tu non sai a cosa sto pensando, un ritmo…”, e quando comincia a parlare di questo è impossibile decifrare cosa dice, farfuglia tra se, o parla una lingua propria, non lo fa apposta, ma è un suo modo per entrare in contatto con il richiamo dell’artista, la sua vena fa scorrere sangue nuovo, è l’ora di tramutare quel sangue in inchiostro e mettere nero su bianco.
E così nasce il testo di una canzone, ma di solito non viene incisa e né pubblicata. Quelle che trovano successo sono quelle che Ottavio scrive di notte, da solo, quando con il pigiamone larghissimo che indossa, un pigiamone a righe blue e bianche, comincia a scrivere qualcosa. Di solito non scrive mai a chi dedica la canzone o la poesia, ma conoscendolo per metà posso intuire a chi è diretto il messaggio, che non è poi tanto cifrato, se lo si conosce, se no diventa un mistero capire il significato o meglio il senso di alcune sue parole.
Non musica quasi mai i i suoi scritti. Ad orecchio, ne è capace, ma c'è da dire che sa leggere la musica, sa creare un arrangiamento e molte volte, si accompagna da solo al pianoforte. Non so se ho reso l'idea, ma non so come spiegare bene...
Ottavio ama tantissimo la musica, ama cantare, ama suonare la chitarra in riva al mare, ama camminare lungo le strade deserte, e senza strumenti, ama cantare canzoni a nessuno, magari alla sola persona che gli sta accanto, invitandola a cantare, ama tantissimo cantare sotto la pioggia o quando è in bicicletta per le campagne e le periferie della sua cittadina.
I suoi miti musicali credo siano i migliori che il panorama italiano ci possa offrire. Ama tantissimo la canzone napoletana, le canzoni americane (anche se non tutti, ama soprattutto Glenn Miller, Elvis Presley, Louis Armstrong, Judy Garland, Bing Crosby, Frank Sinatra e molti brani di George Gershwin), ama gli inni sacri, la musica classica, l’opera e le canzoni all’italiana. Odia la musica house (per lui è “priva di sensibilità, di senso, di immagini”), odia la musica commerciale, odia la musica rumorosa, la musica dei giovani o meglio “per i giovani”.
In parte odia il Festival di Sanremo, o almeno, lo parodizza sempre, odia sia il Festivalbar che le classifiche musicali, si diverte però a sapere le copie che vendono gli artisti. Si diverte davvero tantissimo, quando scopre, con sua meraviglia che un emergente spazza via dalle classifiche di vendita miti come Adriano Celentano, Franco Battiato, Mina, Riccardo Cocciante e così via. Non è sadico e non sta da nessuna parte.
Con tono minaccioso, rimprovera i gusti musicali di molti, anche se non gli importa più di tanto, lo sa che la migliore musica la ascolta lui, e si rammarica a volte (per molti sembra strano) di non essere più anziano: Ma perché non sono nato negli anni trenta o quaranta? (E’ la frase che ripete più volte).
Io so che Ottavio è un bravo interprete, si distingue. Ha una voce particolarissima...

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