I testi sono di Paolo Driussi e di Ottavio Buonomo. Per risalire all'autore i testi si differenziano dal colore, lo scritto di Paolo è in giallo, lo scritto di Ottavio è in bianco.

 

 

 

Un sabato pomeriggio di metà febbraio. Io e la mia bronchitina conviviamo in maniera del tutto civile, io non la curo e lei non peggiora la mia situazione.

Presa l'uscita di destra della Stazione Centrale, Ottavio ed io abbiamo iniziato a cercare la strada dov'era ubicato il nostro hotel. Ci hanno fatto fare un giro più lungo del necessario. L'albergo era a metà via Copernico, non all'inizio o alla fine della strada.
L’albergo era carino. A Ottavio hanno dato la stanza nunero 11, a me la 12. La mia tessera magnetica per aprire la porta e per accendere le luci era difettosa, ma poco male.
 Ottavio ha notato che nella mia camera era incorniciata una fotografia in bianco e nero della Basilica della Salute di Venezia. "E nella tua?" Non si era ancora accorto che nella sua c'era una foto delle stesse dimensioni della Basilica di San Marco.

 

 

 

Avevamo la fermata della metropolitana a due passi dall'albergo. Fermata Sondrio. Linea 3. Per le scale l'impianto di aerazione girava al massimo. Io credevo fosse il vento che si era levato.

"Che freddo! Ci manca solo che si metta a piovere, e siamo a posto. Se si mette a piovere, chiamiamo un taxi e ci facciamo riportare in albergo, se lo troviamo".

Sulla metropolitana ci sono persone vestite in maschera. Vestite... Oddio, c'è una signora con una corona di cartone con i brillantini, una ragazzina truccatissima con una minigonna inguinale, un piccolo Zorro ed un uomo con una maschera da gatto. Arriviamo a San Babila e salgono le scale con le mani incrociate dietro la schiena e che se le chiami per un'informazione non ti rispondono subito, sono come incantate.

Un carnevale di nasi, di coriandoli, tram, candele, ragazzi, smorfiose. Lungo il Corso nessuno si è azzardato a spruzzarmi addosso qualche strano intruglio (quelle cose odiose che fanno a Carnevale, come schiuma da barba e derivati!). Qualche schizzo invece ha raggiunto Ottavio sul suo impermeabile di pelle.

Giravamo per il centro alla vana ricerca di un fiorista. Un negozio c'era fino a un paio di settimane prima ed aveva chiuso, un chiosco doveva essere nella piazza successiva, un po' più avanti, girando sulla sinistra. Abbiamo chiesto ad un vigile, ad un tabaccaio, al concierge d'un albergo.Avanti e indietro, schivando le bombolette di schiuma, ma non s'è trovato nulla.

"E' proprio vero, Ottavio! Come cantava Gino Paoli "A Milano non crescono i fiori..."

 

 

 

 

Arnaldo al "Consolare" di Giovanni Ralli, pur essendo milanese, non ci era mai entrato. Paolo e io eravamo andati a cenare il 16 maggio di quest'anno. Quindi, già d'accordo dai giorni precedenti, la sera di sabato 12 febbraio, i "tre fans" di Mina si diressero per Via Ciovasso per una cena a quello che è uno dei ristoranti più importanti di Milano, tra le visite una importantissima : MINA. Quella che seguirà è una galleria fotografica con le immagini che possono raccontare quello che è accaduto quella serata. Di canto mio posso dire che Giovanni è una persona simpaticissima e dolcissima, squisita e disponibile ... come si fa a non volergli bene !!!

 

 

Abbiamo passato una splendida serata con Arnaldo al Consolare. Niente di speciale...ma insieme!! Nel ristorante del nostro amico Gianni Ralli, che come al solito ci ha trattati come re e ci ha rifocillati con piatti davvero gustosi e sfiziosi. Quattro chiacchiere in allegria e che bell'atmosfera.

 

 

La voce di Mina in sottofondo, mi sentivo sereno ed ho ritrovato tutte le piccole cose che mi avevano fatto battere il cuore a maggio, quando abbiamo scoperto quel locale. Il quadro di Mina era sempre là, fra un Picasso e un biglietto del tram,  abbiamo scherzato e riso con Gianni Ralli.

 

 

Dopo aver preso il caffè al "Consolare", Arnaldo, Paolo e io abbiamo passeggiato nei dintorni di Brera, Arnaldo mi ha mostrato anche il Cinema (ora chiuso) dove fu presentato il film "La dolce vita" di Federico Fellini, il capolavoro interpretato da Marcello Mastroianni, Anita Ekberg, Nadia Gray e la partecipazione di Adriano Celentano nel ruolo di se stesso. Camminavo per quelle strade e pensavo che "quelli" erano anni memorabili per lo spettacolo e per la cultura in generale : Mina aveva debuttato da pochi anni con le sue frenetiche e appassionate interpretazioni, Elvis Presley faceva il servizio militare dopo che aveva fatto impazzire tutto il mondo con brani come "That's all right" e "Jailhouse rock", Adriano Celentano si faceva strada con le sue canzoni e man mano sarebbe diventato il "molleggiato" invidiatoci da tutto il mondo, Totò e Alberto Sordi ogni anno facevano a gara a chi interpretava più film, e registi come Federico Fellini, Luigi Zampa, Luchino Visconti, Michelangelo Antonioni, Steno, Luigi Comencini e Mario Monicelli ci regalavano sempre storie nuove, appassionanti, storie d'amore, storie di guerra, storie assurde ... insomma storie italiane. Come mi piacerebbe addormentarmi e sveglirmi una cinquantina di anni fa ... con le vittorie di Claudio Villa a Canzonissima e al Festival di Sanremo ... chissà ... se fossi nato nel 1940, 1941 o 1942 avrei criticato aspramente il modo di cantare di Claudio Villa che oggi apprezzo ed amo per gridare "Viva Mina", "Viva Dallara"e "Viva Celentano" ?! ... Oppure avrei capito che erano due grandi generi da portare nel cuore per tutto il resto della mia vita, ogni genere inteso come emozione diversa ... chissà ... magari se fossi nato negli Stati Uniti avrei avuto come mio unico idolo Elvis Presley o magari Frank Sinatra ?! Magari se fossi nato in Germania avrei lo stesso scoperto Mina attraverso le sue partecipazioni alla tv tedesca ... se fossi invece nato a Napoli forse oggi sarei quello che vorrei essere ...

 

 

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