Ciao Re Mario

 

Volevo fare il forte ieri sera, e ci sono riuscito. Volevo fare il forte prima, vedendo la scritta al telegiornale "E' morto Mario Merola". Non parlo, non perchè voglio stare zitto, ma se metto in mezzo l'argomento "Re della sceneggiata", mi si chiude la gola. Eppure, è strano. Non avrei mai pensato di arrivare quasi alle lacrime, sapendo della scomparsa di Mario Merola, dell'ultimo Re di Napoli.
Forse perchè ho visto che lo sguardo di Merola era lo sguardo di tanti napoletani, di quella Napoli che si alza di mattina e prepara il caffè, di quella Napoli che alle pareti ha il Volto Santo, l'immagine di quella Napoli che ha paura, ed esorcizza ogni timore con il canto.
Stamattina, camminavo per il Corso Umberto a Napoli, sono entrato in un bar per prendere un caffè. Ho ordinato, e dopo di me è entrata una signora. Il cassiere ha esclamato mentre io giravo il caffè con il cucchiaino "Signora, avete sentito! E' morto Mario Merola!". Ho sentito uno strano brivido. Un ragazzo, seduto vicino ad uno specchio ha urlato "Mario Merola è 'o rre 'e Napule". Sembrava quasi una festa.
E' vero. A Napoli o si nasce o si muore è la stessa cosa. Non si sa quando conviene piangere e quando conviene ridere, l'importante è che si comincia a fare qualcosa.
E così, camminando per Napoli leggevo le testate dei tanti giornali "Addio Re Mario", "Mario Merola è morto", "L'ultima sceneggiata", "Ciao Mario, lui come Totò e Massimo Troisi"... e sentivo, che la gente parlava di questa triste novità per la città. "Eh capito? E' muorto Mario Merola, ajeressera aggia visto 'o telegiornale", e altri ancora "'E lette 'o Matino? E' muorto 'o rre 'da sceneggiata".
In queste occasioni, mi sento un pò più napoletano. So, che la mia voce, poteva unirsi a qualsiasi coro, tanto stonata o meno, era comunque una voce in più, un conforto d'amore, un mezzo sorriso di speranza.
A Napoli stamattina c'era il sole, non faceva caldo, ma i raggi splendevano ovunque, anche nelle vetrine. Nei negozi il libro di Mario Merola in cui ha raccontato la sua vita, i suoi tantissimi dischi, le sue fotografie. Invece degli addobbi di Natale, per le strade, ho trovato addobbi meroliani.
E Merola amava questo? Merola conosceva i Napoletani, e sapeva penso, che quando se ne fosse andato, fosse successo tutto questo.
Io la notizia l'ho appresa ieri sera da mio fratello. Io guardavo in cucina una serie televisiva, e lui invece, nell'altra stanza, faceva un giro di canali. Un rete locale ha bloccato il programma che stava trasmettendo con questo comunicato: Sospendiamo le trasmissioni in segno di lutto per la scomparsa di Mario Merola. Su un'altre rete, invece, un telegiornale speciale con un collegamento in diretta dall'Ospedale di Castellamare di Stabia, dove è deceduto il grande artista napoletano.
Lui è venuto in cucina, portando la notizia a mia madre, mio padre e me. In quel momento non so cosa ho pensato, se ho pensato! Dopo ho visto i vari telegiornali...
Carmelo Bene disse di lui "E' uno dei più grandi attori contemporanei", Massimo Ranieri ha detto ieri "Lui è stato la mia università. E' stato un grande talent scout, ed io sono stato uno dei suoi allievi quando ero ancora un bambino". Una suora, dal viso candido, ha detto che ai giovani d'oggi, bisognerebbe far ascoltare la storia dello Zappatore.
Ma Mario Merola non è solo "Zappatore" o "Lacreme napulitane". Mario Merola era la Napoli vera, quella che persone come Pasolini amavano.
So che a molti ventenni piace il Re della Sceneggiata.
Ho ascoltato le sue canzoni, visti i suoi spettacoli e i suoi film.
A me non so se piaceva o meno, ma mi ci ero davvero affezionato!
Ora potrei dire tante cose, di come la gente in queste ore sta dimostrando l'affetto per il loro mito, potrei dire che Napoli ha perso qualcosa di grande... ma penso che le parole più belle, vengono dalle strade di una città che nonostante le difficoltà, non si arrende mai. La parole che vengono dalle tante stradine e dai corsi di Napoli sono confuse, afone... ma sono tra le parole più delicate e dolci che io abbia mai sentito!
Ciao Re Mario...

Un napoletano come tanti

 

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