Il personaggio che non so recitare

 

Il personaggio che non so recitare è quello che più mi appartiene: me stesso. Non riesco ad entrare in scena essendo solo me stesso, devo aggiungere cattiveria o smaliziarmi, devo pensare, seppur per pochi attimi, di essere un essere che non è, un insieme di sentimenti. Non so come mai, anche quando dovrei essere me stesso, non riesco ad essere realmente sereno come magari lo ero fino a cinque minuti prima, oppure se prima ero agitato in scena ci entro sereno, calmo. Quando mi sforzo di essere me stesso in scena, ho qualcosa che mi fa distaccare totalmente. In scena non mi viene mai da ridere, le battute che improvviso, se me le fanno notare dopo, mi fanno addirittura tenerezza, anzi, non so se mi fanno tenerezza per l'ingenuità o pena per il poco stile che ho usato nel porgerle. Se provo a vedermi dal pubblico, mi prende il panico, e se una battuta non fa ridere, la colpa è mia, perchè il pubblico capisce quello che gli fai capire. Se la bottiglia è verde sul palco, il pubblico la vede verde dalla platea. Se sono povere di senso e di vitalità le parole pronunciate sulla scena, mentre scenderanno per lo scalino laterale del palco, arriveranno al pubblico totalmente prive di senso. L'impatto con qualcosa di nuovo diventa una sorta di difficile approccio con chi ci sta studiando, complicato poi da domare.
Sto lavorando ad un testo ispirato ad una nota commedia di Raffaele Viviani, e lavoro con tranquillità... sono regista ma senza tante pretese, mi sento a mio agio, anche se sono alle prese con un attore che non mi sta sempre a sentire, un attore magari anche bravo, ma che fa sempre quello che gli pare, e quando sbaglia, si corregge, e da la colpa a me perchè dice che mi sono distratto e senza la mia attenzione non riesce a recitare, un attore che non è mai un attore, un ragazzo innamorato, un ragazzo che quando viene sgridato si guarda intorno pensando "Ma ce l'ha proprio con me? E che ho fatto stavolta?", un ragazzo che se imparasse il copione mi sarebbe di grande aiuto e mi farebbe lavorare di meno, un ragazzo che in pochi secondi si trasforma in un attore, e un attore che in ancor minor tempo si trasforma nel ragazzo di prima... un ragazzo che parla, guarda gli altri con un sorriso, poi abbassa gli occhi, e forse cerca di imparare ad ascoltare di più il suo regista, un ragazzo ancora più innamorato, ancora più emozionato... me stesso!

 

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