Ottavio 23... in diretta internet!

 

Un appuntamento preso va rispettato, soprattutto con il giorno che ti segna un anno in più. Ma è un appuntamento che non mi dispiace, perché un anno in più significa comunque più esperienza, conoscenza, saggezza. E poi abbiamo comunque la telefonata del “primo che si ricorda” a non farci perdere l’appuntamento con… il nostro compleanno. Comunicare, ultimamente, mi è divenuto difficile, perché mi sento incastrato tra l’ignoranza e la cultura. Vivo bevendo il vino dolce della sapienza, ma spesso mi lascio corteggiare dall’ignoranza, dalla superficialità. Errore che non mi premetto di non commettere perché siamo deboli di natura, ma che cercherò di evitare. Comunicare è semplice quando ci sono interlocutori che parlano la mia stessa lingua, ultimamente, mi accorgo di vivere molto nella realtà fino a prenderne le distanze. E’ un gioco a chi si stanca per prima. La realtà ed io. La realtà è un individuo che cammina di fronte a me. La mia fantasia è tutto il mondo che gira intorno a quell’uomo e intorno a me. Tutto surreale. Fantastico. Assurdo. Estremo.
A parte il mio periodo, in cui mi vedo addirittura irascibile e meno diplomatico quando la gente vuole rompere i coglioni o vuole fare apparire tutto complicato, posso dire che tutto sommato, sono calmo ai limiti dell’irrequieto. Sono così calmo che se mi chiedessero l’orario non lo direi perché mi piacerebbe che la gente ci possa arrivare con un ragionamento. Voi che mi state leggendo, sappiate che non sono pazzo. Ma ho scritto delle cose che potrebbero verificarsi se il mondo continua a snobbare ogni azione positiva e antipolitica. Io vivo un periodo mio, ma il mondo inteso come massa, vive un periodo suo, vive un periodo di incertezza, di paura, di televisione, di parole che non si dicono perché non si ha il coraggio o perché risulta impossibile metterle insieme una dopo l’altra affinché chi ci ascolta capisca qualcosa. Io posso dire che quando parlo, non sempre, dico le cose come stanno, perché in realtà non so mai come stanno, e questo riguarda ogni cosa che fa parte di me. In realtà è così, in fantasia so più di quello che la realtà mi potrebbe insegnare… ma non lo fa. L’esilio a volte, me lo prendo come vacanza dalla banalità e dalle stesse parole ripetute da persone diverse che però non hanno imparato a pronunciarle in altro modo. E basterebbe cambiare anche intonazione…
Dopo questa introduzione, passiamo dalla teoria alla pratica. Ma quante cose mi hanno portato i ventidue anni? Di tutto e di più. Ora che tocco i ventitre, penso: Anzitutto, la mia prima nipotina Sara, nata il 21 luglio 2008, una gioia immensa. Sono diventato zio per la prima volta e devo dire che è davvero un grande emozione, specialmente quando sono vicino alla piccolina e sorride alle mie battute, guarda l’obiettivo nel momento in cui sto per scattarle una fotografia. E’ bello sentirla anche piangere, anche se la preferisco sorridente e con la “lingua fuori”. E’ una cosa che fa spesso. Dicono che ha i miei stessi occhi… lo hanno detto in molti.
La cosa non mi fa altro che piacere.
Poi quante cose sono capitate… il successo internazionale dei miei personaggi lanciati in televisione, su Tele Akery – Napoli Nova, che grazie a Sky, televisione satellitare, mi ha permesso di entrare nelle case dei francesi, degli inglesi, dei tedeschi… ricevo e-mail e telefonate da diversi paesi. Tutti complimenti. La cosa non può che farmi piacere. Anche questa è una gioia indescrivibile. Il lato positivo di quello che faccio ormai da più di diciotto anni, è fare felici gli altri. E’ un premio per me vedere un anziano signore ridere ad una mia battuta, un gruppo di ragazze che mi fanno una ola, una bambina che ascolta una mia canzone, persone che vivono un momento non bellissimo e trovano con me una buona compagnia. E’ gratificante soprattutto dal punto di vista umano. Io sono sempre disponibile per il pubblico. Scostarlo non serve a niente, scappare è letale, prendere le distanze in senso assoluto poi è una mancanza di rispetto.
Il pubblico, per un artista (concedetemelo stavolta sperando di non peccare di presunzione), è la fonte della ricerca. Il pubblico aiuta a capire come va la società. Non si può realizzare un buon prodotto se non si conosce il prodotto che desidera la gente. Quella cosiddetta “gente” che applaude, pensa, commenta, ti mette su un piedistallo e qualche volta, ti dimentica. Senza fare sconti a nessuno. E l’artista deve mettere in conto anche questo. Le illusioni ci sono. Le delusioni sono sempre dietro l’angolo. E di persone che ti deludono perché ti illudono ce ne sono in quantità industriali. E l’industria della cattiveria ne produce sempre di più… dovessero mancare?!

Ho conosciuto nuove persone, ne ho ritrovate altre. Quelle che mi stanno vicine da sempre non si muovono dal mio cuore… le conto, come dico spesso, sulle dita di una sola mano. Ma meglio così.
Ci spostiamo in teatro? Ci sediamo sul proscenio? Sbirciamo da dietro il sipario? Dunque “Non avevamo capito il resto di niente” è andato benissimo. E ci tenevo molto. Ci tengo ancora, e sto pensando ad una riduzione ed una nuova versione per le scuole. Di questo spettacolo se n’è scritto di tutto (stavolta, bontà loro, solo in bene). Ne hanno parlato molti. Su Pamabù, c’è una bellissima sezione con commenti, articoli, il programma completo e le fotografie di scena. Del resto, Pamabù, negli ultimi tempi è stato completamente restaurato. Adesso esplorare il sito è più facile, già dalla pagina principale c’è il collegamento diretto a tutte le sezioni, e poi da quelle il navigatore può scegliersi gli argomenti che interessano. C’è molto riguardo la mia carriera, ci sono le schede di quasi tutti i miei spettacoli teatrali, l’elenco dei programmi televisivi ai quali ho partecipato sia come protagonista che come ospite (in due casi anche come autore e regista).
Attualmente sto lavorando al mio ritorno in televisione (annunciato più volte dalle copertine di Pamabù), rimandato e slittato, però ci sarà. E spero poi il risultato vale il tempo d’attesa.
Sto preparando anche un doppio album, con la collaborazione del maestro Pietro Lanza Peluso e Andrea Di Nardo (che curano gli arrangiamenti ed il mixagio). “Adesso fa freddo anche al Sud” era una prova, “Bastasse un acchiappafarfalle” una buona prova generale e stavolta, il lavoro sarà molto particolare. In questo nuovo disco canterò di tutto, spaziando dal rock di Elvis Presley e Fats Domino, agli omaggi a miti come Fred Buscaglione, Erminio Macario, Renato Rascel. Ci sarà di tutto, la melodia, la macchietta, le sigle televisive… Sarà un lavoro particolare. Nel disco canterò anche la mia stessa vita, se così si può dire, canterò i miei ricordi musicali. Per esempio, capiterà che io canti una sigla televisiva della fine degli anni Ottanta che mi ricorda la mia infanzia, o qualcosa dai primi Festival di Sanremo che ho visto. Per esempio, quando penso al mio straordinario “Viaggio in Friuli” non posso non pensare a “Perché no”. Quando penso alle tante esibizioni di stampo unicamente macchiettistico degli anni scorsi, nella mia mente arrivano titoli come “’E ‘dduje gemelli” e “Attenti alle donne”. E poi, ci sono canzoni nate da alcuni discorsi, quelle sulle quali ho dato i primi baci, quelle sulle quali mi sono emozionato, quelle che ascolterei anche tutti i giorni. A questo doppio, è facile capire che ci sto lavorando con un grande amore, con una forte carica. Spero di non deludere le aspettative, anche le mie.
Di sicuro il mio amico Paolo starà leggendo queste mie parole… forse uno dei pochi che è arrivato a leggere fino a questo punto… ‘A Pà siamo fortissimi!
Di sicuro, la mitica starà leggendo queste mie parole... a lei do un bacio fortissimo!
Stamattina, appena sveglio sono stato inondato di auguri… grazie grazie grazie!
Sapete, ogni volta che penso al mio compleanno penso a quand’ero bambino… Quando siamo bambini ci regalano sempre un fucile. Quando siamo adulti ce lo puntano contro… ma ci dobbiamo e ci sappiamo difendere!

 

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