Ottavio 21 in diretta internet

 

I discorsi... Penso sempre, che nelle cerimonie, ai compleanni, alle feste, si fanno perchè non si ha niente di tanto importante da dire. Io, avendo molte cose da dire, e preferendo tacere su molte di queste, non farò nessun discorso, ma semplicemente, mi limiterò a parlare un pò del più e del meno. Senza fare alcun bilancio pubblico, senza dire quello che farò nei prossimi mesi, quali sono i miei obiettivi da raggiungere, e quali sono le persone che nel mio cuore, regnano sovrane e fanno si che io possa accorgermi, ogni giorno, di avere sentimenti positivi, un'anima, una mente per pensare, delle mani per aiutare e delle parole da usare nel momento giusto, con la persona giusta.
Più scrivo, e più ci penso: prepararsi un discorso è un chiaro bisogno di aiuto. I discorsi, specialmente se impostati precedentemente, si fanno quando non si ha niente di tanto importante da dire. O forse, si fanno, per non dire mai quello che veramente si vorrebbe dire. Se uno festeggia un compleanno, può mai dire che vorrebbe vivere in condizioni economiche migliori, che vorrebbe svegliarsi di mattina e non fare la lista dei problemi invece che quella della spesa, può mai dire che gli farebbe piacere vedere un vecchio amico, per ricordare di quando in coppia sparivano pacchetti di caramelle rubati ad un amico di famiglia! Che c'entra tutto questo con un compleanno? Che c'entra tutto questo con qualsiasi cerimonia? E' fuori luogo. E le feste, si fanno per divertirsi, si fanno per stare insieme e per dimenticarsi per alcune ore che la vita, ha bisogno di tanto in tanto di essere restaurata. Badate, ho detto restaurata, perchè proprio non sopporto coloro che dicono "Mi rifaccio una vita"! Cosa vuol dire rifarsi una vita? Creare delle nuove situazioni in cui ripetere gli stessi errori di una vita precedente? E cos'è? Una specie di reincarnazione? Non bisogna ripartire sempre da zero. Bisogna aggiustare quello che non va, ma non eliminare tutto, voltare pagina, scrivere un nuovo capitolo, mostrandosi incompetenti in materia, quando poi di capitoli, se ne sono già scritti diversi, e per più libri, che magari, un giorno, formeranno una collana con tanto di copertine e illustrazioni.
Massimo Troisi, nel suo primo film (di cui era attore e regista), dove c'era tutta la sua filosofia, disse "Basta, ricomincio da tre. Non da zero, ma da tre. Tre cose mi sono riuscite nella vita, perchè devo perdere pure quelle?". E quindi, Gaetano (il personaggio di Troisi), si inoltrava verso nuove avventure, conservando però quelle tre cose che gli sono riuscite.
Anche io ho delle cose che mi sono riuscite in vita mia. Chissà però, se sono riuscito io stesso con la vita! Penso di aver creato un impero fantastico, che nessuno vede, ma c'è. E' quell'immensa distesa verde dove corrono bambini con i palloncini in mano, e dove il sole splende in cielo come quando venne al mondo il mondo (che simpatico questo gioco di parole!), è quel posto meraviglioso in cui non esistono armi, non esistono sostanze nocive, non esiste la cattiveria, non esistono i sogni, perchè sarebbero brutti in confronto alla realtà. E' un posto in cui la gente si riesce a volere bene. E chi ama, ama e basta, senza "però", senza "ma", senza "se"!
Qualcuno mi potrebbe accusare di qualunquismo. Qualche altro potrebbe dire che queste parole vanno bene in una canzone di Celentano, oppure in un canto da oratorio. Benissimo, anche se l'accostamento sembra impossibile. In due parole, non penso di essere qualunquista, altrimenti avrei detto "Oggi non si vive più, oggi si sta male, i rifiuti ci rendono rifiuti che camminano, la televisione non è più quella di una volta, non si fa più buona musica", ed invece non lo dico, perchè lo dice il telegiornale, lo dice la stampa, in internet poi, in ogni sito c'è qualcuno che accusa qualcosa, lamenta un male, urla contro i problemi che attanagliano la società in cui ci troviamo a vivere. Poi, se le parole di speranza, di uno che ha veramente la speranza, potranno servire per una canzone di Celentano o per una canzone da oratorio, non mi dispiace. Per molti, collaborare direttamente con Adriano Celentano è una grande aspirazione, ed io certo, non sono da meno. Poi, non mi dispiace nemmeno che le mie parole vengono cantate da quei giovani che, attraverso chitarre e tastiere ringraziano il Signore con quelle canzoncine semplici, ma che si imparano in dieci minuti. Certo, in chiesa è più facile cantare "Scendi tra noi signore, viva il Signore, che forte è il Signore", che eseguire un canto gregoriano. Anche se, questi ultimi, mi piacciono in particolar modo.
Se non mi lamentassi, la gente mi tirerebbe le pietre, perchè sarei troppo fuori dal coro. Se mi lamentassi in continuazione, la gente mi tirerebbe le pietre lo stesso, perchè unendomi al coro con la mia voce, provocherei tanto inquinamento acustico. Ma non perchè stoni, ma perchè, volentieri, mi piace usare tutta la voce che ho... senza mai urlare. O meglio, sapendo urlare!
Detto questo, penso che non ci sia nient'altro da aggiungere, anche perchè, già dall'inizio di questa diretta internet, non avevo niente da aggiungere.

 

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