IL TEATRO SUL TEVERE CON ENRICO MONTESANO

Dal 13 a 16 giugno 2011 si svolge a Roma uno stage di Educazione Teatrale diretto dal grande Enrico Montesano. Lo stage si tiene sul prestigioso Barcone della Società Romana Nuoto sul Lungotevere in Augusta di fronte all'Ara Pacis. Ottavio è tra i 36 allievi che partecipano alla grande iniziativa, per certi versi rivoluzionaria (non realizzata con soldi pubblici). Enrico Montesano per i quattro giorni di stage utilizza il "Metodo del Gambero", cioè: Lettura del testo, Analisi del Testo, Esibizione degli allievi, Esibizione degli allievi con interazione di Enrico Montesano, poi esercizi di respirazione, dizione e fonetica. La rivoluzione di Montesano sta nel partire dall'esibizione per poi andare alla radice dei "problemi" che un attore può avere (dalla dizione e la respirazione alle capacità di comprendere e analizzare un copione). Di questa esperienza ne parla Ottavio:

... "Recitare con gli occhi di Enrico Montesano nei miei è una emozione che non si può descrivere. Riesce a mettere ad agio e soggezione allo stesso momento, non so come spiegarlo con parole semplici. Enrico il maestro mi guarda, riesce a catturare la mia attenzione. Io ascolto rapito dai suoi occhi che diventano grandi in un secondo. Comprende subito se ho capito o meno la battuta e anticipa forse anche quella che sarà la mia intonazione: a volte giusta, altre volte sbagliata e corretta da lui, poi impressa nella mia mente. La paura di sbagliare la battuta c'è, ma da subito cerco di leggere con espressione, di capire ciò che mi dice, di seguire le indicazioni circa la posizione della voce e poi i movimenti che si collegano direttamente al verbo. Mi faccio correggere e mi correggo da solo fino a quando non si avverte la recitazione aiutata dalla memoria che cerco di non farmi mai mancare, già dalle prime prove di un qualsiasi copione.

IL PRIMO GIORNO DI STAGE

Parto da Napoli lunedì 13 giugno 2011. A Roma mi aspetta Giuseppe Colasanti (il mitico Peppe er meccanico), caro amico che gentilmente mi ospita nei giorni dello stage. Giuseppe mi aspetta alla stazione, a Roma Termini. Ci dirigiamo a casa sua e mi accoglie sua moglie Cristina, simpaticissima donna e abilissima cuoca (in quei giorni ho mangiato veramente tanto bene). Il tempo di un ottimo pranzo e subito mi dirigo verso il Barcone sul Tevere, dove trovo i miei primi compagni. Stringo amicizia con Antonella Sestili, poi con Francesco e Federico. Arriva anche Giuseppe, ragazzo di Amalfi stabilitosi a Roma. Giuseppe ha alle spalle anche alcuni film e fiction. Antonella ha un solo film alle spalle, ma ama il Teatro. Al Teatro dedica la sua vita. Parliamo del Maestro Montesano che sarebbe arrivato poco dopo. Intanto ci raggiunge Tiziana Todi che cura l'organizzazione. Montesano arriva verso le quattro. Mezz'ora prima. Siamo ancora pochi. Siamo quelli che poi, l'ultimo giorno, hanno scambiato il numero di telefono e quante più informazioni per ritrovarci. Gli stessi ragazzi uniti poi in uno sketch. Montesano ci saluta con "Siete già qua? Bene ragazzi". Scambiamo due chiacchiere con lui e mentre si organizza, prendiamo posto. Ci viene consegnata la cartellina con i nostri nomi, il programma e poi è lui a consegnarci il primo copione: "La Purga". Si tratta di uno sketch tratto da "Bravo", scritto da Italo Terzoli, Enrico Vaime ed Enrico Montesano. E' uno sketch che avevo già visto varie volte in una registrazione televisiva della commedia musicale di Garinei e Giovannini. Non lo avevo mai recitato prima. Di quello spettacolo avevo, nel mese di marzo, interpretato "I tesorini", altro divertentissimo sketch. Montesano ci spiega il perché dello stage, chiarificandoci il suo metodo. Il metodo "del gambero" oppure "Metodo Montesano". Non partiamo con gli esercizi dell'attore anche se lui, già dal momento in cui ogni allievo ha pronunciato il nome, ha capito chi aveva problemi di articolazione, di afonia, di respirazione. Prima di cominciare a leggere "La Purga" (preferendo la comicità alla drammaticità che poi avremmo toccato con "Il bicchiere della staffa" di Arold Pinter), ci legge alcuni brani dall'Amleto di Shakespeare: "Dici la battuta così come l'ho pronunziata!". E me la sò appuntata sui fogli che ci hanno consegnato insieme alla cartellina ed una penna. Il primo giorno abbiamo letto tutti "La Purga". Alcuni hanno sfogliato per la prima volta un copione. Io noto le "aggiunte a mano" sul copione originale di "Bravo". La calligrafia è quella di Montesano e ne ho la conferma dall'artista. Ci sono battute "aggiunte" veramente geniali, quella finale è allungata. Il primo giorno ci viene anche consegnato "Domanda di matrimonio" di Anton Čechov. Montesano ci dice di leggerlo. Poi ci consiglia degli esercizi di respirazione da fare ogni mattina.

Prima di salutarci chiedo a Montesano di farmi una dedica su "Un alibi di scorta", il suo secondo libro uscito da poco. E' un bel "giallo" in cui non si sa chi è l'assassino anche se io un'idea ce l'ho e gliela dico. Potrebbe essere? Lui dice "Si, potrebbe essere Lui! Ma non te lo dico però, ti lascio nel dubbio". 'A Montesà e m'hai lasciato nel dubbio? E che ridi? Rido pure io va... però 'sta dedica? Ah sì' 'a dedica! Viè quà! ... Ed Enrico Montesano alla fine della prima giornata di stage mi scrive sul libro "Ad Ottavio un caro saluto e una buona lettura anche come allievo!". Infatti poi il libro l'ho riletto da "allievo" interpretandolo e cercando anche di fare esercizi di fonetica sul testo. Dopo la seconda lettura "costruttiva" e "per lavoro" l'idea su chi possa essere l'assassino è sempre quella... ma Montesano non me lo dice, non me lo dirà mai!

Il primo giorno di stage al Barcone viene a prendermi Peppe. Faccio il Lungotevere per arrivare a casa sua. Parliamo. Gli dico com'è andato il primo giorno di stage. Bene.! Di sera facciamo una bella passeggiata: a piedi ci spostiamo da Piazza del Popolo a Fontana di Trevi, poi a Piazza Venezia e poi a Piazza Navona... poi torniamo a casa. Di sera, leggo "Domanda di matrimonio" di Čechov.

 

IL SECONDO GIORNO DI STAGE

Martedì mattina sono andato in giro e ho comprato un libro. Prima di andare al Barcone, nel pomeriggio, ho fatto gli esercizi che mi ha consigliato Montesano. Ho raggiunto i ragazzi al Barcone in anticipo. Ci eravamo messi d'accordo di vederci un po' prima. E trovo Antonella. Ha i capelli ricci che mi entusiasmano. Sono veramente belli e poi stanno bene sulla sua faccia da attrice. Poi ci raggiunge Lucia di Roma. Ho stretto amicizia anche con lei. Ha voluto offrirmi un caffè. Che gentile! Ha detto "Ieri sei stato bravo con LA PURGA! Ma reciti da molto?". Ed io rispondo di si, da bambino. Naturalmente attendo anche e soprattutto il giudizio del Maestro. Non nego di temerlo ma sono anche curioso di sapere cosa pensa del sottoscritto e della recitazione che spero arrivi "naturale". Quando mi dice ciò che pensa di me e ciò che devo fare, sorrido e mi si riempie il cuore. Mi da anche consigli per la "respirazione" che di solito, nei periodi di allergia (tarda primavera ed inizio estate) non mi aiuta tanto. Cerco di non usare gli antistaminici. Il Maestro mi dice come controllare meglio la voce proprio nei "casi" in cui la gola mi si rivolge contro e come articolare al meglio le parole. I discorsi di Montesano così semplici e diretti, sono un grande tesoro. Mi spiega le cose guardandomi negli occhi, riuscendo ad accorgersi della mia attenzione. E' la forza che ha, la bravura che lo annota tra i grandi attori e "teste pensanti" che abbiamo in Italia!

Il secondo giorno di stage cambiamo genere. Dall'estrema comicità dell'equivoco e del doppio senso de "La Purga" leggiamo "Il bicchiere della Staffa" di Arold Pinter. Ci inoltriamo in questi personaggi ben descritti da Pinter attraverso le battute. Montesano ci dice di ricavare il sottotesto e di capire dalle battute il personaggio, la vita, le intenzioni. E' nel testo che l'attore trova le risposte. "Il bicchiere della Staffa" è un testo altamente impegnativo. Abbiamo la figura di Nicolas, un tiranno. Potrebbe essere un nazista? Forse. E' comunque il classico "pezzo di merda". Nazista o meno! E' un "cattivo" e come tale è un personaggio forte. I cattivi, a teatro, riscuotono sempre successo. Nicolas nella sua prima lunghissima battuta riesce a dire "Dio parla per mezzo di me". Mi impressiona e con la penna sottolineo questo passaggio come sottolineo "Casa piena di libri". Per Nicolas, una persona che ha una casa piena di libri è pericolosa perché potrebbe avere la facoltà di pensare con la propria testa. Un vero disastro per il potere, per tutto il potere, per il potere assoluto! Ogni battuta, ogni inciso ha tanto sottotesto. Poche didascalie e molto sottotesto, tantissimo. Pensieri e pause si fondono in un crescendo di crudeltà, di violenza, di sdegno per l'umanità. Victor subisce Nicolas. A me tocca leggere alcune battute di Nicolas. E grazie alla lettura de "Il bicchiere della Staffa", escono fuori le "canzoncine" di Tofano per aiutarsi nelle battute difficili: quando la battuta è lunga ed ha molti incisi, si può provare a fischiarla, "mugugnarla" o cantarla. Dopo esce bene. Funziona veramente... Leggere a denti stretti invece aiuta ad articolare meglio le parole. Così come una corretta respirazione ci permette di "non andare in cantina", cioè di non far calare il volume e l'intensità della voce nelle battute particolarmente lunghe. Montesano dice di leggere piano. Di stare attenti alla punteggiatura. Di non "correre" alla prima lettura e di non intonare tutte le battute. Principalmente si deve dare un senso a ciò che leggiamo. Dobbiamo capire. Praticamente, e pure questa ho appuntato: "Si recita con i punti!" ... Per fortuna quando leggo i copioni e anche quando li scrivo, confido molto nella punteggiatura. Soprattutto nell'uso che faccio, quasi spropositato, dei tre puntini sospensivi che indicano una lunga pausa. E il Maestro tra una cosa e l'altra cita anche Gassman (che con lui ha lavorato in diversi film).

La seconda giornata va bene. Alla terza ci aspetta l'esibizione con la direzione di Enrico Montesano. Prima di tornare a casa di Peppe, mi trattengo un po' con Lucia, Irene (una ragazza pugliese molto simpatica, anche con lei ho scambiato il numero e l'indirizzo) e poi con Enrico con il quale scatto qualche fotografia.

Il Maestro ha notato la mia maglietta con Totò ed ha sorriso, poi l'ha commentata facendo l'imitazione del Principe, divertendo ali allievi ancora presenti. Ho salutato Tiziana e ho visto Peppe che mi aspettava sul Lungotevere.

 

IL TERZO GIORNO DI STAGE

Appena arrivati sul Barcone, il terzo giorno Montesano ci schiera in gruppi. Ogni gruppo deve recitare sul palco del Barcone, e sotto la sua attenta direzione, lo sketch "La purga". Saranno i ragazzi dello stage a votare il gruppo che ha reso meglio lo sketch tratto da "Bravo". Il "gruppo numero 1" è il mio, formato con Giuseppe, Antonella ed Elisa, una bella, brava e simpatica ragazza di Viterbo. Montesano dà le parti. Il marito è Giuseppe, Elisa si alterna con Antonella nel ruolo della moglie e a me spetta la parte dell'attore, il comico, di mestiere gasista. Montesano ci prega di andare in un angolo qualsiasi del Barcone per provare la nostra parte. D'accordo tutti e quattro, leggiamo prima il copione molte volte e poi ci imponiamo la memoria che riusciamo a mantenere. Facciamo una decina di prove, da soli. Siamo in un angoletto all'ombra del Barcone. Cominciamo a recitare e di prova in prova, aggiungiamo anche alcune battute oltre a quelle esistenti. Io aggiungo una che fa ridere il pubblico di allievi ed anche Enrico Montesano (che dal palco poi riesco a vedere, con una emozione unica che le parole non potranno mai descrivere). Giuseppe, molto bravo, mi appoggia. Antonella ha una strana erre moscia: in alcune parole c'è, in altre no. Sul copione c'è la battuta "scorzetta di limone". Lei riesce a dire simpaticamente e calcando un po' la mano "scovzetta". La vi al posto della erre. Con l'aiuto di Montesano e mettendoci anche un po' di nostro, come consigliati dal maestro, ne viene fuori una gag. Antonella dice "scovzetta" e io fingo di non capire. Le faccio ripetere "scovzetta" ma non capendo ancora guardo Giuseppe, il marito, che mi ripete il termine scandendo. Io all'improvviso metto il dito indice nel mio occhio destro come se lui, parlando, mi avesse schizzato della saliva. Quasi uno sputo nell'occhio di scuola totoiana.

Ci siamo divertiti nelle prove e questo divertimento l'abbiamo portato in scena. Mentre eravamo sul palco, Montesano ci spiegava le scenografia. "Vedi Ottavio, lì hai una poltrona, non ti avvicinare troppo al personaggio del marito, state separati e non vi impallate. Anzi prenditi un tempo e riempi con una tua espressione. Dopo dai la battuta..." e ancora "Non toccatevi troppo, non sta bene toccare gli attori quando non c'entra e non forzate troppo la mano sulle battute con gesti esagerati altrimenti involgarite".

Abbiamo recitato lo sketch rispettando anche le "battute aggiunte" sul copione originale di "Bravo". Dell'edizione originale non ho preso niente, ho cercato di seguire esclusivamente le indicazioni di Montesano appena ricevute, il mio buonsenso, l'esperienza accumulata negli anni e soprattutto il bel copione che ha tutta la carica e la forza comica del grande avanspettacolo italiano. Dopo di noi si sono esibiti anche altri gruppi.

Il terzo giorno è trascorso tra prove ed esibizioni. Una cosa che mi ha colpito è stata quando Montesano, spiegandomi un particolare de "La Purga", mi ha appoggiato il suo braccio sulla spalla. Con la mano "libera" gesticolava. Quel braccio di Montesano sulla spalla... in un attimo ho sentito il "peso" del "grande Teatro Italiano" sulla mia spalla. Il peso di quei "campioni del Teatro" ai quali ho dedicato una canzone nella mia commedia musicale "Il fiore nascosto e la lumaca sul cappotto", in cui cito anche Montesano con il verso "I Legnanesi a Milano e il Bravo di Montesano".

 

IL QUARTO GIORNO DI STAGE

Enrico Montesano è un grande attore. E questo lo sapevo. Puntuale, preciso, attento. Il quarto giorno proseguono le esibizioni degli altri gruppi per "La Purga". Siamo otto o nove gruppi, non ricordo. Comunque si passa alle votazioni per stabilire quale gruppo ha meglio reso lo sketch con i consigli e la direzione di Montesano. Gli allievi premiano il "primo gruppo" formato da me, Elisa, Giuseppe e Antonella. Montesano dice "Eh si, voi stessi li avete premiati. E' questo il teatro, il pubblico se ne accorge...". In effetti, il pubblico guida l'attore e l'attore recita per il pubblico. E' un rapporto d'amore che va instaurato da subito. Non bisogna mai escludere il pubblico. E parlando di "pubblico" mi viene in mente quello che ripete sempre Montesano a tutti gli allievi che "si recitano addosso" o "scendono in cantina" (recitare senza volume): "Tutti nel Teatro devono sentire. Anche in ultima fila hanno pagato il biglietto e devono sentire così come quelli della prima fila. C'è bisogno di rispetto per il pubblico". E' naturale che il pubblico pretenda qualcosa dagli attori. Queste pretese vanno accontentate. E' il pubblico che porta avanti l'attore che si nutre sopratutto della gente che segue i suoi lavori. Dopo tutte le esibizioni degli allievi, un pò di tecnica! L'ultimo giorno di stage, tutti sul Barcone per esercizi di corretta respirazione. Poi tutti a far dizione: si dice "bene" con una sola B e non "bbbene". Si dice "sarébbe" o "sarèbbe"? Montesano si diverte con noi spiegandoci accenti tonici, dittonghi, dividendo parole in sillabe. Si lavora sulla "erre moscia", sulle esse, sulle parole lunghe e complicate. Per i napoletani la difficoltà sta nel pronunciare l'articolo  "gli", perché a molti esce quasi sempre il termine "ghi". In Sicilia e in Puglia devono aprire o chiudere le vocali e bisogna lavorarci molto. Ci siamo divertiti molto.

Abbiamo letto "Domanda di matrimonio" di Čechov, a metà tra la "prima lettura" per capire il senso e la "lettura con espressione e i toni giusti" che riguarda quasi esclusivamente la recitazione, quindi la messa in scena dell'opera. Io leggo la parte del giovane Lomov. Dallo "scherzo in un atto" di Cechov alla consegna ufficiale dei "diplomini", ovvero gli attestati di partecipazione consegnati da Enrico Montesano a tutti gli allievi. C'è una frase dall'Amleto di William Shakespeare: ACCORDATE L'AZIONE ALLA PAROLA, LA PAROLA ALL'AZIONE, BADANDO IN SPECIE A QUESTA, CHE NON OLTREPASSIATE I LIMITI DELLA SEMPLICITA' NATURALE. POICHE' OGNI ESAGERAZIONE E' AFFATTO CONTRARIA AI FINI DELL'ARTE DRAMMATICA, IL CUI UFFICIO, NEL PASSATO COME ORA, E' SEMPRE STATO QUELLO DI REGGERE, PER COSI' DIRE, LO SPECCHIO DELLA NATURA".

A fine stage partecipiamo ad un buffet con Enrico Montesano, sua moglie Teresa e la simpatica Tiziana. Viene a prendermi Peppe. Verso le otto ce ne torniamo a casa... il giorno dopo, riparto per Napoli, contento per l'esperienza, ancora di più innamorato del Teatro!

Appena tornato a Napoli Ottavio comincia a provare alcuni brani per una serata di varietà che presenta e dirige il 19 giugno 2011 per i festeggiamenti in onore di Sant'Antonio. E' il secondo anno che ad Ottavio viene affidata la conduzione e la direzione della parte artistica dello spettacolo finale dei festeggiamenti. L'artista riesce a creare un grande varietà che sfiora le tre ore, invitando alcuni amici artisti: Marcantonio Scaramuzza (attore, imitatore, cantante e videomaker, apre la serata rendendo omaggio a Totò facendone l'imitazione), la giovane Teresa De Chiara (cantante allieva del maestro Pietro Lanza Peluso, storico collaboratore di Buonomo), Domenico Listone (attore, cantante regista, per tanti anni collaboratore alle iniziative del coro polifonico della Lituania, rende omaggio a Salvatore Di Giacomo con una delle poesie più note), I Ragazzi di Talent Land (giovani cantanti e ballerini del format ideato da Massimiliano Abet di cui Ottavio è stato anche giurato alle selezioni e ospite ad una tappa), Giuseppe Colasanti, Flora Febraro (attrice, accanto ad Ottavio in diversi spettacoli, si presenta nei panni di Mina Mazzini e canta una parodia di "Grande Grande Grande", è tra le esibizioni più applaudite), il gruppo vocale polifonico A.C.C.C.A (gli ex Cantori del Cuore diretti da Maria Aprile), Maria Aprile (che interpreta "Core malato"), Manuela Lettieri (la showgirl canta alcuni pezzi con la complicità di Pulcinella), Lino Mirabella (cantante napoletano che spazia dalla canzone classica a quella neomelodica, rende omaggio a Domenico Modugno), Agata 'a sciantosa (interpreta "'Nu poco 'e sentimento" e poi duetta con Ottavio Buonomo) e Gerardina la scioveta Gherl che chiude la serata interpretando "'A canzone 'e Facebook". Ottavio, durante la serata canta "'E 'dduje gemelli". In platea si riconoscono fra gli altri il critico teatrale Vito Anselmo Javarone, l'attore e regista Enzo Di Santo e gli allievi del Laboratorio Teatrale a Menti Unificate diretto da Ottavio Buonomo.

 

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