I capitoli di questa sezione:

LA PASSIONE SECONDO NOI
QUADRO D'AUTORE CON COMICO E GATTO

 

LA PASSIONE SECONDO NOI

Il 28 e il 29 aprile debutta al Teatro Rostocco "La passione secondo noi", uno spettacolo scritto e diretto da Ferdinando Smaldone. I protagonisti sono i due ladroni (Smaldone e Buonomo) che assistono all'evento più grande di tutti i tempi. Uno spettacolo nuovo per Ottavio che si trova ad affrontare il tema della religione con ironia, ma soprattutto nei panni dell'ateo. La coppia Buonomo - Smaldone funziona. Il pubblico entusiasta. Si aggiungono repliche. In una delle repliche (non al Rostocco), i due attori, durante la rappresentazione, vengono accusati da uno spettatore di essere "blasfemi" per uno scambio di battute che avviene mentre i ladroni, crocifissi, parlano dei miracoli di Cristo. In realtà il pubblico sta dalla parte dei "due" e permette il normale svolgimento dello spettacolo, apprezzando non solo la recitazione ma anche il messaggio che è tutt'altro che blasfemo.

Una delle migliori recensioni è di Francesca Esposito de "Il caffè corretto" che scrive: Ma lo sapevate che i due ladroni erano Napoletani? Ebbene si, in base a ciò che racconta "La Passione secondo noi", rifacimento teatrale a cura di Ferdinando Smaldone tratto dall'originale opera del duo Luca e Paolo, a far compagnia Gesù quel "famoso" Venerdì c'erano due delinquenti. Un assassino e un accattone. Un cinico, che attendeva la sua orribile fine con rassegnazione e pazienza, e un paranoico logorroico terrorizzato dal dover smettere di vivere. Su il sipario ed appaiono subito i due protagonisti, Ottavio Buonomo ed appunto Smaldone, appoggiati su una croce e affiancati dalla presenza/assenza di un "Cristo" che non è ancora arrivato. Lo spettacolo ha fatto ridere il pubblico affrontando il delicato tema della morte. Già, la Morte. La morte vista dai due ladroni che si interrogano sulla propria vita cercando di capire se sono all'altezza o no di morire con chi, la propria, l'ha dedicata agli altri. La morte vista dagli occhi di due mostruosi scarafaggi, che si sentono superiori agli umani perché non provano sentimenti e che ti fanno "pensare" a quanto ogni giorno ci lasciamo prendere dai dubbi, a quanto tempo trascorriamo "pensando" a tutto e a niente, perdendo di vista le cose veramente importanti, mentre la vita intera trascorre. La morte vista da chi la osserva sul corpo di un defunto e si interroga su quanto siano inutili tutti quei riti che la tradizione religiosa prevede. I due attori si trasformano di continuo sul palco mettendo in scena sketch che smascherano le incertezze e le paure dell'uomo prossimo ad oltrepassare la soglia labile e sottile che delimita la propria esistenza. Il limite della vita umana è la vita stessa. Nella "macchietta" in cui Ferdinando è un concorrente di un gioco a quiz dove l'avversario è Dio, questa incompiutezza si manifesta. Ogni risposta è sbagliata, perché di fronte all'ignoto (le domande riguardano il creazionismo e il senso della vita), l'uomo non ha certezze, ma solo la fede, e quest'ultima non appartiene alla scienza, ma alla coscienza. E anche il post-mortem è una paura che caratterizza tutta l'umanità. Infatti l'Ottavio "Angelo del Paradiso" non accetta il Ferdinando "peccatore", nel regno dei cieli. Questi pensa di aver rispettato nella sua esistenza tutti i dieci comandamenti, ma dopo alcune considerazioni capisce che sbaglia, perché gli esseri umani sono di per sè già peccatori. Come fa un uomo a non desiderare la donna e le ricchezze degli altri? Impossibile. "La passione secondo noi" è un'opera teatrale originale, irriverente e sottile. I due protagonisti, come direbbe il grande Carmelo Bene, sono stati molto più che semplici esecutori materiali, si sono rivelati delle vere e proprie "macchine attoriali". La sceneggiature è una riflessione sull'inutilità di molti discorsi che tutti gli esseri umani fanno sulla morte e su come il banale si trasforma in angoscia, ansia, timore, paura, solo quando la fine si fa sempre più vicina. E quando la morte sta per arrivare sopraggiunge alla rassegnazione un altro sentimento: la speranza. E proprio con la speranza di un avvenimento desiderato, poter vedere da vicino Gesù Cristo, si conclude la vicenda dei due condannati.

Il 30 aprile 2012 Ottavio è a Forio d'Ischia ospite del "Festival dei Fiori". Oltre che fare da padrino ad uno dei cantanti della gara canora, canta diverse macchiette e propone uno dei suoi monologhi. La serata è seguita dall'emittente Tele Ischia.

 

QUADRO D'AUTORE CON COMICO E GATTO

Nel maggio 2012 Ottavio pubblica un nuovo album. Dopo aver presentato un album di inediti e poi un "varietà" diverso dai precedenti, dopo gli incontri pubblici con i politici e uno spettacolo come "La passione secondo noi", l'artista torna a proporre le macchiette classiche napoletane e lo fa scegliendo una ventina di brani molto noti. Il prodotto è "Quadro d'autore con comico e gatto", un album registrato nei nuovi studi del suo amico Andrea Di Nardo.

I brani proposti permettono ad Ottavio di scatenare la sua insuperabile comicità. Si va da "'E 'dduje gemelli" a "Attenti alle donne", da "M'aggia curà" a "Fatte pittà", passando per "'E 'ccummarelle", "Fatte fà 'a foto", "L'hai voluto te", "Tutti vogliono gagà", "Chiarina mia", "Arrabbiati canaglia" e via dicendo.

Ottavio è uno straordinario "macchiettista", uno dei pochi che nel Duemila può vantare interpretazioni che non scadono mai nel volgare. Le esegue con rispetto verso gli autori e i grandi interpreti che hanno fatto la storia del varietà e della canzone napoletana come Nino Taranto, Armando Gill e Nicola Maldacea che fu il primo a cantare una macchietta. Il disegno di copertina è realizzato da Paolo Driussi.

Dell'album Ottavio dice: "E' sicuramente uno dei miei album migliori. Nell'aprile 2012 ho pubblicato PUZZLE, totalmente diverso. Nel mio primo album di inediti c'è uno di sperimentazione, di gioco, mi sono divertito a inventare canzoni come LA RAGAZZA DEL CAFFE' scritta quasi mentre la registravo, ci sono monologhi, poesie, pezzi strumentali, dialoghi e brani come E CHE VUO' FA' in cui me la prendo con la cattiva politica, con la televisione senza contenuti e con la mancanza assoluta di senso critico, di un pensiero che non sia un "pensare collettivo", di una umiltà che ci potrebbe aiutare a creare qualcosa di utile e di buono per tutti. In QUADRO D'AUTORE CON COMICO E GATTO invece ho voluto cantare le macchiette che il pubblico ama ascoltare da sempre, quelle delle varie iniziative che mi vedono protagonista oltre gli spettacoli teatrali. Quando sono in televisione, e non capita spesso, mi chiedono quasi sempre di cantare una macchietta. Piace sempre e non sono molto inflazionate. Funzionano perché non sono volgari, sono attuali e più orecchiabili di molte canzoni di oggi che diventano tormentoni solo perché mandate di continuo dalle radio. Ho registrato i pezzi con la collaborazione del mio amico Andrea Di Nardo. Sono tante le canzoni, più di venti!... tra queste M'AGGIA CURA' che ho sempre voluto fare ma che non ho mai proposto e poi FATTE FA' 'A FOTO e ATTENTI ALLE DONNE che sono tra le mie interpretazioni più richieste e che adesso possono essere ascoltate in un unico album che sta piacendo molto".

 

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