I capitoli di questa sezione:

IN GIRO PER L'ITALIA
PUZZLE

 

IN GIRO PER L'ITALIA

Il 30 dicembre 2011 debutta al Teatro Alfieri di Torino lo spettacolo "Buon compleanno" di e con Enrico Montesano. E' la seconda volta che Ottavio Buonomo recita con l'attore romano che lo vuole ancora accanto a lui per una tournee che tocca tante città italiane, tra queste Napoli (Teatro Augusteo) e Milano (Teatro Manzoni). Enrico Montesano con questo spettacolo festeggia i suoi quarantacinque anni di carriera e lo fa proponendo i suoi personaggi (la romantica donna inglese, Torquato il pensionato), brani tratti dalle grandi commedie musicali che ha interpretato negli anni con Garinei e Giovannini (sketch "La purga" di "Bravo") e spaziando anche nel teatro classico con "Enrico V" e "Riccardo III" di William Shakespeare. In scena l'attore riceve dei regali con omaggi che serviranno a ripercorrere la sua carriera e a ricordare momenti indimenticabili dello spettacolo italiano. In scena con Montesano ci sono anche Melissa Regolanti, Luisana Di Fiore e Goffredo Maria Bruno.

Ottavio scrive: "Che bello andare in giro per l'Italia con Enrico. Ogni sera una lezione di Teatro. Il pubblico segue sempre con affetto l'attore. Abbiamo debuttato il 30 dicembre 2011 a Torino all'Alfieri, poi con tutta la compagnia abbiamo festeggiato il giorno dopo il nuovo anno in un ristorante poco distante dal Teatro. Dopo la mezzanotte nel ristorante è arrivato anche Renzo Arbore che aveva un concerto a Torino. Simpatico Arbore... nei giorni torinesi siamo stati bene. Ho avuto modo di visitare anche Venaria insieme con Enrico, Melissa e alcuni musicisti del Non Conforming Jazz Quintet. Dopo Torino siamo andati a Ivrea, presso le OFFICINE H, e poi altre località del Piemonte. Dopo siamo andati a Napoli, al Teatro Augusteo. Da tempo volevo calcare le tavole di quel palco. Contavo molti debutti nei Teatri di Napoli ma la mia prima volta all'Augusteo è stata con Enrico e con "Buon compleanno" che secondo me è uno degli spettacoli più belli di Enrico, un "riassunto" di quanto fatto in tanti anni di scena attraverso il teatro, il cinema, la televisione e la radio. Poi andammo anche a Salerno, Caserta, Avellino... La tournee si concluse a Milano al Teatro Manzoni. Quanto mi piace Milano! E' una città meravigliosa... di sera, prima di andare a Teatro, facevo una passeggiata con Enrico e Goffredo, sostavamo in qualche locale per prendere qualcosa. E' straordinaria l'accoglienza che il pubblico milanese riserva all'attore da sempre, ed ebbi modo di accorgermene in quelle giornate nemmeno tante fredde di febbraio - marzo 2012... tantissime le persone che in camerino volevano un autografo, scattare una foto con lui. Della settimana a Milano ricordo anche quelle mattine in cui con Goffredo e Gianluca Perasole (batterista) andavamo a far colazione e ci ritrovavamo fuori al Duomo. Quante risate! ... la tournee BUON COMPLEANNO, conservo bellissimi ricordi...".

Al Teatro Augusteo di Napoli la Rai effettua anche delle riprese di una replica e trasmette alcune scene dello spettacolo in "Applausi", programma di informazione teatrale condotto da Gigi Marzullo su Rai Uno. Il tour con Enrico Montesano termina al Teatro Manzoni il 4 marzo 2012.

 

PUZZLE

E' nel periodo della tournee con Enrico Montesano che Ottavio comincia anche a scrivere dei testi per nuove canzoni e già dalla seconda settimana di marzo è in sala di registrazione per incidere alcuni pezzi. Il progetto è molto importante per l'artista perché realizza il suo primo album di inediti.

Ottavio assembla tessere di un intrigante "puzzle", comportandosi da perfetto padrone di casa con i suoi ospiti, mettendoli a loro agio in una libertà di espressione musicale che offre fluidità e abbondanza al disco.

Chiama i "soliti" collaboratori come il valente Pietro Lanza Peluso (suo il cameo in “La signora Italia Marrangio”) che esegue al pianoforte brani assai suggestivi, a partire dall’ Intro, che impreziosiscono l’album come momenti di grazia. Si affida alla penna della scanzonata Maria Aprile, autrice delle musiche dei suoi pezzi più conosciuti ed inserisce le voci di Andrea Di Nardo e Costanza Tagliamonte, in duetti con caratteristiche diverse fra loro, ma entrambi precisi e d’effetto.

In "Puzzle" c’è molta qualità e di ogni genere che confermano Ottavio Buonomo, oltre che poliedrico attore, anche autore capace e compositore appassionato.
Dalla gentile "I tuoi baci mi fanno sempre effetto", delicato brano di Buonomo per il pianoforte di Pietro Lanza Peluso, alle fantasticherie a due voci di "Innamorati senza sapere" con la brava Costanza Tagliamonte al folle divertissement di "Vogliamo fare i cantanti di pianobar" con il collaudatissimo partner Andrea Di Nardo.
"Lo sfogo" è scritta a quattro mani con Maria Aprile e fonda il meglio dell’immaginario e del talento dei due autori. Si passa da "Férmate" (nobile testo di Edmondo Duraccio), che profuma dei colori e dei sapori della canzone napoletana degli anni d’oro della metà del secolo scorso, al simpatico e malizioso jingle "Mi piacciono le patate", dalla rabbiosa e torrenziale "E che vuò fà" alla dolente "'A storia mia" (presente sia come poesia che come canzone).
In questa capacità di saper richiamare atmosfere e sensazioni d’altri tempi inserendole in un contesto attuale e personale trovano posto "Le giornate son tran tran", bella ripresa dalla commedia musicale “Il fiore nascosto e la lumaca sul cappotto” portata in scena per la prima volta nel novembre 2010, il geniale "Domatore", brano strumentale per orchestra e che diventerà anche colonna sonora di uno degli spettacoli più divertenti e apprezzati di Ottavio e "La ragazza del caffè", un "celentanesco" blues denso di parole.
"Puzzle" ha il pregio di essere una bella raccolta di canzoni ma ancora di più di avere un progetto alle spalle. Non è un disco pubblicato per soddisfare l’esigenza del mercato, ma perché si ha qualcosa di buono da far conoscere e ascoltare. Ne viene fuori un CD molto piacevole, testimonianza di una personalità variegata, complicata ed eclettica.

Tra i pezzi più particolari dell'album c'è "Lo sfogo", che apre l'album ed è presente anche in versione remix. Il brano da anche il titolo ad uno spettacolo teatrale che debutta il 30 marzo 2012 e che segna la prima collaborazione con il Teatro Rostocco di Acerra (Na) di cui è direttore artistico Ferdinando Smaldone.

Nello spettacolo teatrale, Ottavio veste i panni di un attore che, già in cartellone per una nuova stagione teatrale, non sa cosa portare in scena e con chi condividere questo nuovo lavoro. Deve consegnare la locandina con il titolo dell’opera, l’autore, il cast…
Un attore che, aiutato/importunato da diverse figure che gli appariranno fantasticamente durante un giorno di prove (un attore occupante, il ragazzo delle poesie, una cantante, una ragazzina innamorata…), attraversa tanti generi teatrali, cantando macchiette classiche, brani inediti e citando, tra gli altri, anche Eduardo e spiegando la recitazione attraverso quel "Kean, genio e sregolatezza" di Alexandre Dumas.

Si passa "allegramente" e con un testo prevalentemente discorsivo da un omaggio a Gino Bramieri a sketch d’avanspettacolo, da momenti di poesia allo "Sfogo" dell’autore, ovvero un brano orecchiabile e un testo che dice: Ho qualche cosa da dire perché… penso alla tassa che va nella cassa, paga la massa che non incassa! … e poi … Penso al giorno che rinnegherai i tuoi tabù e quella voglia di amare che non senti più … ed ancora … I talenti son trascurati, la cultura ci fa paura!

Vito Anselmo Javarone, personaggio noto per essere punto di riferimento di molti giovani attori napoletani, definisce "Lo sfogo" un’opera intelligente e nuova che pur se organizzata quasi esclusivamente per l’istrionico protagonista, trova i punti di forza nei dialoghi scritti da Buonomo, soprattutto quelli che trattano, con riferimenti all’attualità, il tema "teatro".

Bellissimo il "dialogo dei due ragazzi innamorati senza saperlo", che a differenza di altri momenti dello spettacolo, appare come un episodio unico e tra l’altro non è né presentato e né recitato dal protagonista ma da una attrice e da un attore utilizzato da Buonomo esclusivamente per questa paginetta di copione ricca di emozione, di sentimenti puri e di un amore raccontato con giochi di parole, in apparenza divertenti e mirati alla sorpresa del suono ma che si rivelano poi essere dei percorsi di pensiero che lo spettatore potrà cogliere grazie alla bravura degli interpreti.

Angelo Maria Castaldo de "Il caffè corretto" scrive: Un'ora di spettacolo che lascia la consapevolezza che "l'imprevisto rende il Teatro un'arte unica e sublime". "Lo Sfogo" di Ottavio Buonomo, andato in scena al Rostocco racconta, ma forse sarebbe meglio dire "denuncia", con toni pacati e con garbo, le difficoltà che spesso incontra chi vive "in" e "per" questo "mondo" ma non sempre riesce a vivere "di" esso. Filo conduttore i mille espedienti di un attore che deve allestire in soli venti giorni uno spettacolo; il problema è che deve ancora "trovare" l'idea e scrivere il copione. Decide di provare alcuni dei "pezzi" forti del suo repertorio, tratti dal "teatro di varietà", ma viene continuamente interrotto dall'arrivo sul palco di aspiranti attori e personaggi con velleità artistiche, che sognano il debutto. Inizialmente infastidito da queste continue e poco produttive incursioni, che non fanno altro che rallentare il suo lavoro, alla fine egli troverà, su consiglio della segretaria Federica, l'idea giusta: allestire uno spettacolo di prove, mandando in scena i suoi "seccatori", che avranno la possibilità di interpretare ciascuno il proprio ruolo. Da qui il nome "Lo Sfogo", perché ciascuno può fare e dire ciò che vuole! Assistiamo così alle note macchiette riproposte da Buonomo: da quelle di Pietro De Vico a "Gastone" dell'indimenticato Ettore Petrolini. Non mancano momenti di riflessione e di satira contro, ad esempio: i finanziamenti per alcuni lavori teatrali, quasi sempre dei soliti autori, o di quelli che, si potrebbe dire, "hanno i Santi in Paradiso!"; i talent show che "promuovono" allo status di attori, cantanti e ballerini, persone senza esperienze di studio. Uno spettacolo che abbatte completamente le barriere tra pubblico e palcoscenico, con continue irruzioni sulla scena di persone che sono forse, a ben vedere, "personae", ovvero "maschere", "stereotipi" (dalla soubrette alla ragazza che sogna di recitare con Buonomo, dall'aspirante attore, alla sciantosa e all'attore sovversivo che vuole occupare i teatri, per finire con il ragazzo delle poesie). Una vera e propria galleria di "figure", di "personaggi", di "tipi umani", per certi versi, forse, di pirandelliana memoria, che potremmo quasi definire "in cerca d'autore".

Il 17 aprile 2012 l'album "Puzzle" viene presentato presso il Museo della Maschera di Pulcinella di Acerra (Na). Con Ottavio prendono parte alla presentazione Michelangelo Riemma, Maria Aprile, Edmondo Duraccio, Andrea Di Nardo e la poetessa Carmen Percontra.

La serata è aperta dal benvenuto da parte di Franco Mennitto, direttore del Museo e poi con le parole di Marianna Deiulis che ha presentato un video realizzato per l’occasione:“Lo sfogo”, montato dallo stesso Ottavio sulle note della canzone omonima nonché dello spettacolo teatrale.

Michelangelo Riemma definisce Ottavio un "poliedrico artista" che fa bene alla cultura come alla città che rappresenta sempre con orgoglio per il mondo e in tutte le forme d’arte che si possono trovare nella sua già vastissima produzione (spettacoli teatrali, programmi televisivi, libri, dvd, cd).
Il dottor Riemma analizza tutti i testi dell’album sottolineandone la qualità e la carica emotiva che l’autore riesce a trasferire già alla sola lettura. Sono poesie trasformate in canzoni, in brani orecchiabili e di sicuro effetto come "E che vuò fa" e "Le giornate son tran tran". Sono brani che spaziano dalla crisi economica e politica alla mancanza di comunicazione, dalla televisione "spazzatura" alla "cultura" che secondo Ottavio fa paura perché, per chi ci governa, la massa dovrebbe essere formata esclusivamente da individui "non pensanti", persone che dovrebbero annullare il proprio senso critico e la volontà di cambiare un sistema che rende tutti poveri di idee.

Invece Ottavio di idee ne ha tante e tra una battuta e l’altra, proponendo quasi un minishow per gli intervenuti, spiega come è stato realizzato l’album, ci racconta delle sessioni discografiche e di quella "ragazza del caffè" che gli ha ispirato una simpatica improvvisazione, un blues che rappresenta benissimo la genuinità e la spontaneità di un attore straordinariamente umano e di una personalità ricca di sfumature.

Costanza Tagliamonte rivela la sua emozione e si riconosce nel dialogo a due voci “Innamorati senza sapere”, Rita Amato esalta le qualità dell’Ottavio cantautore e Salvatore Esposito si complimenta con l’artista per la voglia di sperimentare.

Edmondo Duraccio racconta la genesi del brano "Fermate", l'unico pezzo dell'album che non porta la firma di Ottavio (ispirato da una coppia vista in una strada di Roma) e si complimenta per l’interpretazione: Un bravo comico come Ottavio può sicuramente recitare parti drammatiche. Lo conosco da quattro anni e mi ha sempre stupito per la sua forza. Riesce a passare da una macchietta a un testo impegnato con tanta facilità. E vi assicuro che Ottavio scrive testi che sono di una estrema dolcezza ed accanto a questi poi, subito dopo, ci interpreta meravigliosamente una macchietta come sapevano fare i grandi macchiettisti di una volta che Ottavio incarna perfettamente. Solo un attore come Ottavio poteva recitare oltre che cantare la mia “Fermate”.

Nel pubblico si riconoscono esponenti della cultura, della politica e del giornalismo acerrano, pubblicamente ringraziati da Ottavio che ringrazia tutti e firma copie dei cd prima di lasciare il Museo.

E ad Acerra in vista di nuove elezioni (maggio 2012) per eleggere il nuovo sindaco della città, Ottavio tra prove e sale di registrazione, pubblica un "invito" rivolto a tutti i futuri "rappresentanti" della città, con queste parole:

Carissimi cittadini di Acerra,
come sapete siamo in vista di elezioni. Si faranno a maggio! La mia città dovrà scegliere il nuovo sindaco. Sono acerrano e vorrei che fosse un vanto. Vorrei appartenere ad una città che si difende dall’ignoranza, che riesce a distinguersi per fattori positivi. Vorrei una città che vive soprattutto di cultura. Abbiamo tutti i "numeri" ... speriamo di fare il terno!
Per questo incontrerei volentieri nelle prossime settimane, tra una pausa di lavoro e l’altra, le persone che vorranno “candidarsi a sindaco”. Uno scambio di idee, di opinioni, anche pubbliche…
Premetto che al nuovo sindaco di Acerra, chiunque esso sarà, non chiederò né soldi (dei cittadini) né uno spazio pubblico per favorire iniziative private (seppur culturali). Io chiedo (o chiederei) un sostegno morale attraverso un dialogo attivo, vero. Vorrei abbattere lunghe ore di anticamera per incontri superficiali che non portano da nessuna parte. Sono a favore del rispetto verso coloro che tentano di farsi strada senza raccomandazioni, con la forza di un talento, di una idea, di un libero pensiero e di una grande forza d’animo…
Io non potrei scendere in campo politicamente. Nella vita mi occupo di teatro, di canzoni, di televisione, insomma di comunicazione. Per questo ho bisogno di avere la mente libera per creare, ma allo stesso tempo ho una bocca piena di parole da poter dire… sperando di essere ascoltato, senza l’assurda pretesa di schierarmi con uno o l’altro colore.
La politica acerrana con la cultura ha sempre avuto un rapporto “strano” a parte rari casi. Ci sono state persone/personalità veramente squisite che frequento ancora, quasi tutti i giorni, con entusiasmo e gioia. Posso anche dire i nomi, tanto che me frega? Sono un cittadino libero!
Non tutti, ma spesso le figure politiche nella mia città, disertano il Teatro. O meglio lo frequentano assiduamente nel periodo preelettorale. Poi lasciano la poltrona della platea per occupare quella del comune, se le cose vanno bene. E tu, attore, mandi anche l’invito. Se non vengono, neanche te le dicono e neanche “gentilmente ringraziano”…
A dire il vero mi farebbe più piacere se ad occupare una poltrona gratuitamente ci fosse un ragazzo, figlio di operai, che ama il Teatro e che per venire a teatro ha rinunciato alla pizza del sabato sera con gli amici. Ma questo è un altro discorso…
Detto questo: Quando volete, potete scrivermi in privato su Facebook… incontriamoci, parliamo, conosciamoci… ma senza “interessi personali”… questo ci rilasserà… VI ASPETTO!
Incontro, con piacere, anche altri rappresentanti del mio paese… artisti, politici, giornalisti e anche qualche collega, perché no!

Rispondono all'appello diversi politici, tra cui anche alcuni "futuri sindaci". Ottavio incontra tutti per le piazze, nei locali, per strada e nelle sedi dei partiti. Da ognuno prende informazioni per quanto riguarda il "settore cultura". Ottavio propone anche alcune iniziative ed alcuni partiti sembrano realmente interessati. E' comunque una campagna elettorale molto combattuta. Ottavio ha modo di diffondere ancora di più messaggi di unione, di cultura e apolitici, nonostante di trovi a parlare con chi vive di politica. Ottavio spera in una politica che faccia gli interessi dei cittadini. Parla, scrive. Non tiene dei veri e propri comizi ma in molti incontri offre tantissimi "spunti" di riflessione, propone progetti. C'è qualcuno che addirittura vuole Ottavio come direttore artistico di un Teatro, chi esalta l'artista con parole dette in "confronti televisivi" in onda sia sulle reti locali che quelle Nazionali. Sicuramente Ottavio si fa conoscere come uomo capace di rappresentare non solo il mondo dello spettacolo ma anche la cultura del sapere. Qualcuno azzarda "Parli così bene, meglio di noi che facciamo politica e hai idee molto chiare. Perché non ti metti in politica oppure a capo di un partito?" ... la risposta di Ottavio: "Come ho già scritto pubblicamente, io mi occupo di altro. Ma se ci può essere una collaborazione tra politica e cultura ben venga. Naturalmente la politica e la cultura spesso si scambiano i ruoli per interessi strettamente economici o giochi di potere, spesso la cultura viene strumentalizzata dalla politica e la stessa cultura usa la politica per realizzare opere che sono solo delle "feste di partito". Ci può anche stare. Ma la collaborazione che intendo io tra politica e cultura è diversa. Io chiedo solo il rispetto della politica verso coloro che fanno cultura. Voglio che qualche politico, schierandosi dalla parte dei cittadini, possa capire quali sono i problemi ma anche quali sono le necessità di un paese soffocato da tanti anni di promesse non mantenute, da parole che si potevano evitare, da amministrazioni che non sempre hanno sostenuto l'arte in tutte le sue forme, da candidati che si sono proposti di comandare senza però avere una base solida. Non posso candidarmi, non è roba per me. Ma sono qui. Se il politico mostra interesse per iniziative culturali, come è capitato raramente, io sono il primo a stare accanto a lui, oltre il colore, le elezioni e tutto. La politica la seguo, ma non più di tanto. Più che ai "politici" voglio parlare agli "uomini". In questi incontri ho conosciuti bravissime persone, con delle idee che, secondo me, vanno oltre il colore e il partito. La destra e la sinistra possono essere uguali se a condurle ci sono valenti uomini".

 

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