Caro Ottobre...

 

Caro Ottobre,
in un tuo giorno vidi la luce più di venti anni fa (per l'esattezza, in questo momento sono 21 anni, 6 giorni e 20 ore). Non ricordo bene quella giornata, forse ero troppo piccolo, e comunque, io arrivai poco dopo mezzogiorno, praticamente all'ora di pranzo, mancava solo che nascessi con coltello, cucchiaio e forchetta in mano, ed un bavaglino intorno al collo. Io nacqui in clinica. A differenza dei miei tre fratelli che nacquero in casa, io sono nato nel letto di una clinica. Fu uno dei primi parti "moderni" che si videro nel mio paese. Moderni, ma non facili. Infatti, io senza poter parlare, al buio, e senza veder luce, già rompevo un pò le scatole. Mia madre ha sofferto minacce, più di una volta ha rischiato di abortire, ma non per volontà sua. Ma nonostante le difficoltà, io volevo nascere per forza. Ed infatti, come mi raccontano, quando venni al mondo, non pesavo nemmeno tre chili, e non ero prematuro. Dicono che ero grande quanto una bottiglia d'acqua, e più o meno, quanto la stessa pesavo. Forse, con qualche mezzo litro in più... cioè, volevo dire, con qualche chilo in più. Non farci caso, ottobre!
La tue prime tre lettere sono anche le mie. Ottobre e Ottavio. Anche se il mio nome lo devo a mia nonna. Mia madre dopo aver partorito tre maschi, sperava in una femmina, ma sono arrivato io, ed ancora oggi però, dice di non essersi pentita di avermi fatto. Però una figlia ci voleva... ma ormai mia madre è anziana, mio padre di più, e poi con la vita di oggi, chi è che con quattro figli, si metterebbe a farne ancora un altro?
Nello stesso giorno in cui sono nato, tanti anni prima nasceva anche Caterine Denevue, e qualche altro artista... sembra anche l'autore della mitica "Campanella", un pezzo che ascolterei anche cento volte al giorno, e che una volta ho provato a suonare, ma non ci sono riuscito. Eppure nei conservatori la fanno eseguire spesso, anche se io nei conservatori ci sono entrato solo per assistere ai concerti, le poche nozioni musicali che ho, le ho imparate da privati, da autodidatta, e in altri modi ancora. Di recitazione invece, ho seguito dei corsi sai... ora invece, l'insegno io. Si lo so, sono giovane, devo fare ancora diverse esperienze. Me lo dicono tutti. Ma io penso che se uno insegna una materia non vuol dire che la conosca così bene da non aver più bisogno di approfondimenti! Io insegno quello che so, quello che non so, spero di impararlo presto, perchè la cultura è il cuore del mondo.
In questo periodo sto leggendo due libri contemporaneamente, o forse ne sto leggendo uno, e l'altro, sto cercando di capirlo. Va meglio detto così. In più, stasera mi aspetta un'altra replica di "'O vico d'è scugnizze", mi tocca fare nuovamente il "cacaglio" (balbuziente). E devo dire che mi riesce così bene, che a volte, in camerino, mentre mi spoglio dagli abiti di scena, continuo a balbettare. Poi subito torno alla mia parlantina, a volte così veloce, che chi mi ascolta, ha bisogno che io ripeta di nuovo quello che ho detto. Penso sia un difetto, ma tanti non me lo fanno pesare. Ma comunque non è che io parlo sempre veloce, dipende dal tempo che ho. Se ho poco tempo a disposizione e devo dire tante cose parlo veloce, se invece ho una giornata intera per dire due o tre cose, allora parlo lentamente, e dico una frase ogni tanto... così, mentre io sto zitto, qualche altro può parlare, e se dice quello che voglio dire io, mi risparmio anche le cose che avrei detto successivamente. Sono un calcolatore? Ma no!
Mio caro mese, primo dell'autunno pieno, mi affascini. Forse sarà il tuo nome, forse sarà che da dietro i vetri appannati dalla notte appena trascorsa, riesco a vedere i primi fumi grigi che escono dai caminetti delle case del quartiere, e questa immagine mi rimanda a quando ero piccolino... a quando mi mettevo dietro le finestre, e pensavo di far qualcosa di bello, e mentre pensavo, mi addormentavo sognando! Da bambino, avevo sempre i capelli spettinati, urlavo e sapevo urlare.
A volte penso, che i miei primi 21 anni, possano essere raccontati dalle canzoni. Ho tanti filmati, e migliaia di fotografie... ma penso che o metti tutto o metti niente. Per raccontare più di venti anni di vita, o metti tre foto, o ne metti tremila. Se ne metto una trentina non andiamo più d'accordo, perchè ci sono dei momenti che vengono cancellati ingiustamente, se ne metti troppe invece il "fattore noia" è lì, in agguato. Comunque, mi è capitato di fare raccolte di fotografie dalla serie "Da quando sono nato a oggi", ma poi mi sono fermato, perchè l'oggi, domani sarà già passato. E quindi, uno, ogni giorno dovrebbe farsi scattare una fotografia, ed aggiungerla a questo immenso album! Ma a chi serve 'sta cosa? Non certo a noi stessi. Che senso ha rendersi conto ancora una volta di aver perso qualche capello, di aver messo su un pò di pancia o viceversa di aver perso nove o dieci chili...
Ogni anno, per un nuovo compleanno, mi accontento di una decina di foto simpatiche, simboliche, unusual!

 

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