I COMMENTI DEL FORUM
(I messaggi comparsi sul forum del sito a cura di Franco Lo Vecchio e Ottavio Buonomo)
Non sono bravo
nel formulare auguri legati alle feste, però nel caso di Paolo ed Ottavio che a
partire da domani trascorreranno una Pasqua diversa, gli auguri sono
particolari.
Innanzi tutto vi auguro che ci sia bel tempo su Roma, poi che possiate visitare
il maggior numero di monumenti possibili. Non so se i Musei Vaticani saranno
aperti. In tal caso vi conviene di prima mattina iniziare a far la coda. Visita
a San Pietro se sarà accessibile. Visita ai Fori Romani e la Colonna Traiana.
Trinità dei Monti è sempre aperta come il Colosseo. Una passeggiata a Villa
Borghese. Obbligatoria una puntata a Piazza Navona e al vicino Pantéon. Roma è
bella in tutti i suoi angoli. Il Tevere e la sua isola Tiburtina. Il Castel
Sant'Angelo. Ottavio avrà modo di fotografare e poi raccontarci le sue
impressioni.
Mi saluterete gli amici minosi romani che incontrerete in questi giorni di
festa. Sicuramente Osvaldo, ma ci sarebbero Massimo Tempobuono, Giacinto,
Maurizio, Antonello, Giulio, Gioeco, Giacomo Camarda ed altri che scrivevano in
Bacheca. Almeno se incontrate uno di loro, salutatelo da parte mia.
Probabilemente sabato pomeriggio sarò di scena in altra città con i Coniugi
Majaro e mio figlio, quindi non potrò collegarmi. Sarà Arnaldo ad aggiornare
le tappe del vostro tour romano. Io vi chiamerò mentre state per gettare la
monetina nella Fontana di Trevi.
Divertitevi tanto e Buona Pasqua, Franco Lo Vecchio.
Brescia, da sinistra : Arnaldo, Franco, Paolo, Davide e Antonio |
ULTIMISSIME DA ROMA, LE PRIME INDISCREZIONI ...
Se Battiato ci
canta le "Café de la Paix", i nostri Principi Don Paolo e Don Ottavio
si godono la dolce vita al Café de Paris proprio in quella mitica Via Veneto di
Roma. Il satellite ci ha trasmesso le immagini mentre sedevano al tavolino: il
Principe Don Paolo boccheggiava un Martini, mentre al Principino era stata
servita una spremuta di arance (vitaMINA C per metterlo in forze! Chissà cosa
accadrà questa notte nelle stanze del Hotel Silver?).
Così come programmato Don Paolo era partito questa mattina da Venezia con il
treno delle Star europee, mentre il Pargolo con quello delle Star napoletane.
Alle 14.45 in punto, il Principino è sceso dalla carrozza con tutto il seguito
di dame di compagnia di Palazzo Pamabù (non ci è parso di scorgere contadine
mimetizzate nel lungo corteo). Alle 15.15, invece, ha raggiunto la Stazione
Termini di Roma il Principe di Udine con a seguito uno stuolo di personale e tra
questi il maestro cerimoniere. Il Principino è apparso ai nostri paperazzi con
le orecchie basse. Da indiscrezioni, sappiamo che ha trascorso la nottata ad
apportare qualche modifica all'arredamento del palazzo. Ha rivisitato tutti gli
abiti e preteso che non mancasse nei bagagli l'abito nero e il relativo papillon
per essere in sintonia con Del suo meglio (voyage) N° 5 (Milano 1 e Milano 2,
Venezia, Modena ed ora Roma). Ha studiato nei minimi particolari il copione da
recitare una volta al cospetto del Papy. Tutte le moine per commuoverlo e così
aver l'input per scatenarsi in Mille e un capriccio. Il Papy, che come ben noto
ha il cuor tenero, concede tutto.
Sempre da indiscrezioni, siamo venute a conoscenza del tipo di letto in cui
dormiranno i nostri due Principi. Si dirà che è un dettaglio da poco conto. Si
dirà. Ma noi la sappiamo più lunga. Il nostro collo supera il metro e 25
centimetri. Siamo dotate da antenne paraboliche. Rewind. Il Papy dormirà in una
suite con lettino single. Traduzione: digiuno di castità. Il figliolo
amatissimo, alloggerà in una suite con letto matrimoniale. Due suite, due
letti, tre posti.
Vedete come la sappiamo lunga!?!
Cosa accadrà dopo che il Papy si sarà addormentato? Siete, mie care Lettriciui,
così sicure che il Principino ripasserà qualche copione teatrale finché sonno
non lo coglierà? Io non ci giurerei. I miei paperazzi hanno già intravisto
occhi indiscreti e maliardi di donne che divoravano il Principino mentre
sorseggiava la spremuta di arance.
Anche il Conte Maxime era stato informato dal via vai di donzelle che
transitavano in Via Veneto e ha immediatamente voluto informarcene collegandosi
al nostro satellite. Il Baronetto Osvy, invece, ha optato per „La voce del
silenzio“. La nobiltà romana avrà comunque da ricamare per settimane e
settimane.
I miei paparazzi, però, hanno captato qualcosa di clamoroso, eclatante: una
bomba scoppierà (in senso metaforico ovviamente) a Palazzo Pamabù nei prossimi
giorni. Una news che darà una svolta al „voyage“, una news - riportiamo
fedelmente - „dal gusto di pistacchio e stracciatella“.
Noi avide curiose volevamo sapere, sapere, sapere di più e più ipotizzavamo e
più ci ripetevano: „Acqua, acqua, acqua“.
Non abbiamo alcun indizio se non quello racchiuso in un titolo minoso:
„L'importante è finire“!
Domani torneremo con ulteriori aggiornamenti su questo "voyage" romano
o meglio su queste „Vacanze romane“ dei due illustri Nobili.
La Redazione di STOP-OKA che vi augura a tutte una buona Pasqua e vi ricorda che
nell'uovo c'è Sinatra. Preparatevi!
Brescia, 10 aprile 2004
Paolo Driussi in una fotografia scattata a Brescia da Ottavio |
ULTIMISSIME DA ROMA : LE "VOJAGE" NON FINISCE LI', IL MISTERO DI INFITTISCE !
Il satellite li ha raggiunti
mentre erano sul taxi diretti a Piazza Navona. Loro, i nostri Principi, Don
Paolo e Don Ottavio, si godono il sole e la folla di turisti di Roma.
Tiratissimi e concentrati sulle bellezze artistiche. Ogni tanto si accende un
tiepido rossore sulle guance del Pargolo alla vista di qualche statua
opportunamente coperta con foglie di fico. Il Papy, in mano la guida, spiega nei
dettagli la storia.
Raggiunti appunto da noi, abbiamo iniziato con le solite interviste. Il Papy
sembrava un fiume in piena mentre trascinava a valle dettagli storico-artistici.
Così ci ha raccontato della visita al Verano per rendere omaggio alla tomba di
Alberto Sordi. Fatica per trovarla. Grazie ad alcune indicazioni date da un
frate, sono arrivati nel luogo che ormai è divenuto di culto per tutti gli
appassionati dell'Albertone nazionale. Tomba modesta come tutte quelle dei
Grandi. Il Principino si è commosso, ma non ha pianto. Albertone non l'avrebbe
voluto.
Non è mancata la visita al Colosseo circondato da orde di turisti. Spiegazioni
dettagliate sull'Arco di Costantino. Foto ricordo con i Centurioni. Pranzo
presso una trattoria tipica romana. Tra le cose mangiate, dei salti in bocca e
le puntarelle (di cicoria). Buon vino de' Castelli e la solita tazza di caffè.
Il Papy voleva ancora distrarci con altre notizie storico-culturali e culinarie,
ma noi facevamo pressione per metterci in contatto con il principino. Finalmente
ce l'ha passato. Non è mancato al Papy di rammentargli di non rilasciarci
troppe dichiarazioni. Bocca cucita il più possibile. Il Pargolo, però, ci ha
confidato di uno speciale collegamento con il Barone Jean de Matarazzo. Sembra
che il Nobiluomo casertano faccia una rentrée nei salotti della minosità a
partire dal suo. Uno scapolone d'oro, il Barone è un fine minologo che
rincotreremmo volentieri in un prossimo ricevimento minoso.
Altro collegamento è stato effettuato con Sir Luisin che ha fatto lo „Scapriciatello“
a raccontare le sue avventure erotiche con la Principessa Donna Piera.
Anche il Principino, sotto pressione del Papy, non voleva sganciarci nessuna
indiscrezione compromettente. Ci ha solo riferito queste testuali parole: „Ci
sarà una svolta. Di questa svolta, né politica, né sessuale, né tanto meno
letteraria, già sono a conoscenza Don Ciro, Donna Isabelle, Donna Elena di
Vicenza e la mia coscienza“. Dopo di che si è chiuso in un ermetico silenzio.
Dopo pressioni e lusinghe, siamo riuscite ad estorcergli che il "voyage“
non finirà a Roma. Il Principino non farà ritorno a Palazzo Pamabù. Mercoledì,
infatti, salirà su un treno in direzione Nord. Non è stato possibile sapere
l'esatta meta: Nord-Ovest o più verosimilmente Nord-Est? Il cuore batte a
Venezia.
Ne sapremo qualcosa di più nei prossimi collegamenti. Noi intanto ci concediamo
e diamo inizio al rito del trucco prima che ci raggiungano i Coniugi Majaro.
Madame de l'Oie e lo staff dell'Okaia.
Brescia, 11 aprile 2004
Il Capitolium (Brescia) |
Mentre sul piccolo
schermo scorrono le immagini del primo mitico Ricevimento dato dalla Nobiltà
fiorentina (Stiamo infatti ristrutturando la nostra videoteca), Julia legge il
rapporto fattoci pervenire dai paperazzi impegnati a spiare tutti i movimenti
del Principe Don Paolo di Udine e del Principino Don Ottavio. A momenti saranno
a Venezia Santa Lucia.
Sappiamo che ieri c'è stato l'incontro con la Nobiltà Minosa accreditata dalla
nostra testata. Nel pomeriggio, i due Principi si sono incontrati con il
Marchese Don Giulio di Monterotondo, uomo di straordinaria cultura e fervente
devoto di Divinità come la Garbo, Magnani e la nostra Mina solo per citarne
alcune. Don Giulio ha lasciato a bocca aperta il Principe di Udine che
continuava a ripetere al figlio: „Vedi! Vedi come è preparato! Aprendi!
Apprendi!“. Ovviamente la compagnia di Don Giulio era gradita per la sua
cultura, ma anche per il suo carisma e la sua giovialità Il tempo infatti è
volato via in quel bar vicino la Fontana di Trevi. I paperazzi hanno notato che
il Marchese non era accompagnato da Sir Romolo. Vorremmo sapere il perché.
Ancora nel rapporto si legge che i Due Principi hanno pranzato al Ristorante
della Sora Lella (Noi invece avevamo alloggiato, proprio a Roma e durante il
ricevimento del Baronetto Osvy, alla Pensione Lella) che sembra sia una nipote
del celebre attore Aldo Fabrizi.
Il fatto stesso che fossero in quel ristorante, i piatti sono sembrati più
prelibati al Principino.
In serata, intorno alle 22.30, finalmente è avvenuto l'incontro con il
Baronetto Osvy. Sempre tramite i nostri paperazzi, sappiamo che il Baronetto era
stato impegnato in un esame universitario e poi le solite prove con il gruppo
musicale con il quale è ritornato alla ribalta. Il Principino sembra sia
rimasto entusiasta della bontà del Baronetto. Parole lusinghiere sia per Don
Giulio che per Don Osvy.
Durante la notte, invece, è successa una scena da Rock Horror Picture: una
vecchia cameriera, molto simile a Orietta, colta da improvvisa libido, prima ha
molestato il Principino, il quale ha declinato le advance, e poi si è messa a
rincorrerlo per i corridoi e i piani. Il Principino terrorizzato gridava:
„Aiutatemi!“. Tra un acuto e l'altro, ha raggiunto la suite del Papy che
l'ha confortato con un vassoietto di „Bignè“ che aveva portato su in
camera. Come mai il Principe di Udine si era portato un vassoio di „Bigné“
nella sua camera dove fra l'altro non c'era neppure il frigo? Il Principe, da
quel che noi sappiamo, non è un ingordo. Conclusione: i „Bigné“ erano
tutti per lui o il Principe aspettava qualche dama di compagnia? Sicuramente la
presenza del pargolo, gli avrà fatto declinare quel "Non gioco più“.
Questa mattina, sempre stando ai nostri paperazzi, il Principe Don Paolo ha
passato la pomatina su tutto il corpicino del Pargolo e poi lo ha insaponato e
gli ha fatto pure la barba. Il Principino, infatti, non si era ancora ripreso
per lo shock subito. Scioccato non era rimasto ieri a Piazza di Spagna quando
un'audace fanciulla gli ha fatto l'occhiolino interrotto dalla prontezza del
papy che lo ha trascinato via per un braccio e con „Le allettanti promesse“
di un gelato.
Cosa accadrà tra le calle o in gondola non ci è dato sapere, ma vi garantiamo
che eventuali scoop non ci sfuggiranno sicuramente.
I nostri paperazzi sono già a Venezia.
Madame de l'Oie e lo staff di STOP-OKA.
Brescia, 14 aprile 2004
Caro Amico, sei
molto giovane e capisco che te l' hanno detto già miliardi di volte, ma ti
prego di non disperare.
Le delusioni amorose le abbiamo avute tutti. Pensa che io le vivo on forma
permanente. Ormai non ci faccio più caso. Domenica a pranzo ho versato qualche
lacrima, ma poi mi sono convinto che forse è meglio che ciascuno di noi faccia
la strada che crede meglio. A differenza di altre volte, questa non provo nessun
dolore. Non vivevo un periodo così tranquillo e sereno da molti anni.
Io, a differenza tua, ho 47 anni. Non dispero. Potrei incontrare finalmente la
persona giusta. Non basta a volte la bellezza o chissà cosa. Occorre avere un
minimo di bagaglio culturale comune. Vedere alcune cose nella stessa direzione.
Essere non simili in tutto. Non essere due gocce d'acqua, ma essere in sintonia
pur nella diversità.
Non ne farei un dramma se fossi in te. Forse ci sono persone disponibili a darci
tutto il loro affetto e il loro amore. Noi dobbiamo mirare di più a queste
persone e non ad inseguire le chimere.
Sono certo che presto troverai le ragioni della tua vita in te stesso, nella tua
cultura, nella tua genialità e creatività. Troverai conforto in noi che ti
siamo amici davvero senza pretendere nulla in cambio.
E poi sono certo che se non sarà domani, sarà sabato che qualcuno ti regalerà
grandi sorrisi.
Ciao piccolo grande amico e non scoraggiarti!
Ci siamo noi.
François
Antonio & Davide |
Ci è stato appena comunicato che prestissimo (noi speriamo già domani
pomeriggio)l'okaia sarà onorata della presenza di due eminenti ed illustri
Nobili.
Per ragioni di sicurezza (le invidie di questi tempi sono più letali delle
ciprie che usa Emilio Fede) non possiamo dirvi di chi si tratta.
E trattative ci sono in corso affinché la Nobiltà arrivi domani pomeriggio e
non sabato mattina come ci è stato promesso.
Programma come da copione:
visita all'okaia ed onore alle sacre icone;
pranzo preparato dalla Julia;
pellegrinaggio al Santuario;
tour per il quartiere mazziniano e il centro storico della Città Sacra.
Varie ed eventuali.
Graditi i collegamenti ed eventuali altri invitati per rendere piacevole la
rencontre con questi due Nobili di sangue minoso e sul cui albero genealogico
nessun ha niente da ridire!
Staiamo olenando di già la Singer!
La Redazione lieta di avervi insinuato il "mistero" del chi saranno.
Nobile stirpe!
Paolo Driussi in Piazza della Loggia |
Dovrò staccare la
piuma più resistente del mio fragile corpo per stilare il cosiddetto reportage
di questo mio ricevimento N° 2 (sarebbe in effetti il terzo) del corrente anno
ed anche mese. Un ricevimento all'okaia, per noi, è sempre un evento. Un
momento di solennità in cui veniamo legittimate con la sola presenza di certa
Nobiltà. La nostra è, appunto, un' Okaia. Non disponiamo di saloni ed
appartamenti per gli ospiti così come i titolari dei Palazzi in cui spieghiamo
le nostri ali.
Solo giovedì abbiamo appreso per voce diretta di Don Paolo Principe di Udine
che avrebbe voluto far concludere la lunga tournée del Principino Don Ottavio
(erede e successore al Principato di Udine) nella Città Sacra.
Appresa la notizia, ci siamo spiumate per la gioia. Avremmo voluto i due
Nobiluomini qui da noi giovedì stesso. Il loro protocollo aveva già incluso le
visite nelle isole minori della Laguna. Il Principino infatti avrebbe voluto
cambiare il lampadario nel salone centrale di Palazzo Pamabù e, quindi,
approfittando dell'occasione, non ha rinunciato ad una visita nei tradizionali
laboratori del vetro di Murano. Noi, che siamo esperti in uncinetti e tomboli
(La Principessa Piera, invece, in tombole), abbiamo promesso che i centrini
glieli avremmo forniti noi. Non era il caso di recarsi a Burano. Nonostante
Venezia sia stata immortalata dall'arte e dalla sua storia, nonostante abbia
dato i natali alla Divina Strambelli, nonstante le scene boccaccesche di Tinto
Brass, la mostra del Cinema e le grandi opere alla Fenice, nel cuore del
Principino si era determinata una certa "tristeza“ che avrebbe potuto
evocare il finale di "Morte a Venezia" del grande Luchino Visconti o
"Anonimo veneziano" di Enrico Maria Salerno ed in più (anche per l'80°
compleanno) quella "Come è triste Venezia" del noto cantante
armeno-francese Charles Aznavour. Il Principino sentiva l'esigenza di fuggire.
Dimenticare. Così come si vuol "Dimenticare Palermo" nel film di
Francesco Rosi, alla stessa stregua si vuol dimenticare Venezia. Un processo di
rimozione. Dimenticare. Forget. Oblier. Relegare appunto à l'oublie. L'oblie è
quella parte più nascosta del nostro emisfero della memoria in cui bisogna
lasciare al macero, alla disintegrazione, all'annientamento i ricordi più
tristi. Gli eventi che ci hanno travolto nostro malgrado.
Una volta che il Principe Don Paolo ci ha comunicato questa decisione, noi ci
siamo date da fare per darne occulta notizia alla più accreditata Nobiltà
Lombarda. Immediatamente abbiamo spiegato tutte le nostre forze per rendere
memorabile l'avvenimento. C'eravamo persino dileguate da Palazzo Pamabù pur di
non lasciarci sfuggire un piccolo dettaglio che avrebbe potuto compromettere la
nostra reputazione (legata ovviamente al pettegolezzo).
Abbiamo incaricato i nostri paperazzi di sistemare telecamere lungo tutto il
tragitto che la Nobiltà avrebbe percorso.
Tappetino rosso, mezze dozzine di rose (nessuno ci dica che erano simili a
quelle che Donna Piera aveva fatto confezionare alle sue Donne), fiori di lillà,
campanelli di allarme, sonagli, espozione di altre icone (vedi Carla Boni e Gino
Latilla, Orietta Berti, Nilla Pizza e Joan Baez, oltre che quelle stabili come
la Milva e la Patty) lustrini e paillette, prove d'orchestra e soprattutto tanto
rumore per confondere le nostre apparenze pseudo nobiliari.Predisposta la
tavola, preparati gli antipasti e data l'ultima spolverata alle Icone maggiori
di Notre-Dame de Cremona, siamo andati con "La banda" di Amurri e De
Hollanda a prendere il Principe Don Paolo e il Principino Don Ottavio alla
stazione. Scesi dalla carrozza alle 10.05 si sono diretti verso l'uscita
scendendo, come due grandi divi, le scale. Noi abbiamo sventolato ancora „La
Stampa“ con l'Editoriale (chissà perché l'uscita coincide quando abbiamo
ospiti. Capita infatti che esce di domenica o di sabato. Sembra fatto
appositamente per noi) e il sigillo della sagoma di Notre-Dame come distintivo
per farci riconoscere.
Inchini fino a sbattere il becco sul pavimento. Usciti dalla Stazione ci siamo
diretti alla Pasticceria Sicilia in Bocca (di tradizione sicula con personale di
„Napoli“). Lì abbiamo preso un caffè e il Principino ha potuto ammirare un
fac simile di una vecchia banconota di diecimila lire con l'effigie di Totò e
Peppino De Filippo. I due Nobili hanno potuto constatare che lungo il loro
tragitto avevamo fatto sistemare molte telecamere cosa che li imbarazzava un
po'. Noi, abili "mistificattriciui", abbiamo giustificato che erano
state predisposte per garantire la loro sicurezza.
Prima tappa è stato il Santuario per rendere grazie a Nostra Signora. A quel
punto, ho estratto il „Dalla terra“ ed ho suggerito ai due Nobiluomini di
recitare con il fervore dei veri devoti l'“Ave Maria“. Bastava sbagliare una
sola nota che il miracolo dell'apparizione non sarebbe avvenuto. Come, infatti,
avrebbero potuto eguagliare le stesse ottave di Notre-Dame? Il Principino stava
entrando al Conservatorio per prendere lezioni, poi si è inginocchiato e quindi
ha baciato il portone sacro del Santuario. Ed è qui che è avvenuto un piccolo
incidente. Il Papy ha avuto l'idea di immortalare il Pargolo mentre metteva la
chiave nella serratura (così per richiamare quel verso ... la chiave gira nella
serratura...“). All'atto di introdurre la chiave, si è aperto il portone.
Avremmo voluto gridare al miracolo, ma era il postino che usciva e che ci ha
lanciato uno sguardo del tipo: "Ma siete dei ladri"? Capirete
l'imbarazzo e la fuga in do minore di un grande musicista di cui omettiamo il
nome (non sappiamo a dire il vero chi citare).
Dal Santuario, ci siamo diretti verso il Piazzale intitolato al nostro Arnaldo.
Quindi il Capitolium, il Castello, la Via San Faustino, Brescia 2 (quella che
noi chiamiamo la „City“ per i grattacieli dell'alta finanza) e finalmente in
Via Cremona, Via Repubblica Argentina (così chiamata in onore di Cristían
Lucano), "I giardini di marzo", il „Viale d'autunno“ e l'arrivo
all'okaia. "La Banda" ovviamente ci ha accompagnato per tutto il
tragitto.
Entrati nella piccola nicchia eretta per il ristoro dei Pellegrini, i due
Nobiluomini hanno reso omaggio alle sacre icone soffermandosi davanti a quella
dell'altare maggiore in cui è issata quella di „Napoli primo, secondo e terzo
estratto“.
Poi hanno sostato davanti al capezzale dove si staglia sulla parete grande
l'azzurro di Nostra Signora "Italiana", ma la sorpresa, non solo per i
due Titolati, ma anche per gli altri, è stata al momento di entrare in
lavanderia: abbiamo imminosito persino la lavatrice con un cartonato (donatoci
da Sir Mauri del Sebino) di „Pappa di latte“.
Da noi è tutto imminosito, persino il telefono e l'occhiello magico della
porta. Il Principino poteva ammirare la videoteca con gli eventi storici che
vanno da „Studio Uno“ del 1961 a „Milleluci“ del 1974 fino all'evento
del 31 marzo 2001. E poi ancora i vinili, le audio cassette e i DVD e i C.D..
Alle 12.21 siamo andati a prendere Sir Arnaldo di Milano che già avevamo avuto
ospite questo mese in altro ricevimento.
Accompagnato all'okaia è stato accolto con occhi illuminati di gioia dai due
Principi che in cuor loro speravano di rivederlo. Noi, del resto, sappiamo
leggere sempre nel cuore della vera Nobiltà. Quando possiamo, coroniamo i loro
desideri. E quindi siamo usciti ancora per andare a prendere Monsieur Laurent
dove nessuno ha capito se è un "ex" o se è ancora il mio attuale
consorte. Trinceriamoci con un "Boh"! Raggiunta l'Okaia, troviamo
davanti la porta la carrozza della Nobiltà del Benaco: i coniugi Majaro. Altra
salita di scale, altri inchini, altre strette di mano e sul piccolo schermo
partono le immagini della Divina Strambelli nel servizio del ineccepibile Paolo
Piccioli. Contemporaneamente il Cerimoniere ha fatto servire gli antipasti. Mènu
con notevoli modifiche rispetto ad altri pranzi in cui Orietta faceva disastri.
Non sono mancati anche ora. Da evidenziare il cambiamento di abitino del
Principino. Stile Belle epoque con richiami ad attrici di allora. Sir Arnaldo ne
ha citata una che ora sfugge alla nostra debole memoria.Da un'analisi testuale
della gestualità, qualcuno faceva notare al Principino la mimica della Divina
Nicoletta. Abbigliata con un grande camice bianco e piume d'oca tra le chiome,
sembrava una vestale, una „divinità greca“ come ha chiosato Sir Arnaldo. Il
Principino osservava silente e filmava. I promemoria sono importanti. Prima o
poi vedremo nel salone di Palazzo Pamabù una sua perfomance in omaggio alla
Divina Strambelli. E solo così ci liberemo dal Malgioglio.
Essendo la cucina sotto la mia direzione, ho fatto apparecchiare "Penne
alla puttanesca" (Spero che il termine non finisca sotto le "forbici"
di Altervista!). La Nobiltà si è guardata negli occhi con non poco imbarazzo e
Sir Davide ha persino abbassato gli occhi. Bandita la pasta a forno carbonizzata
di Orietta. Banditi persino le patatine al carboncino sempre della Orietta.
Niente contorno. Solo carne e salsiccia al finocchio come di tradizione sicula.
Vini delle Cantine di Sir Arnaldo ed ora Milva dal live a Berlino Est e quindi
la Giuni Russo in „Napoli che canta“ con l'immancabile paragone al momento
di „'O sole mio“ e „Tu ca nun chiagne!“. Il Principino divorava con gli
occhi la collezione completa di Vanity Fair, mentre Don Paolo osservava la
nostra antologia di „Editoriali“. Tra una pausa e l'altra, i primi „Se
telefonando“. La Principessa Donna Piera si negava in quanto era sotto il
casco della parrucchiera per una pettinatura alla „Milleluci“. Sir Luisin
che, salendo „La scala buia“ della Casa del Nord, non poteva rispondere per
tema di essere sentito dal Controllore. Don Lillo che che continuava a
risponderci con „occupato“ (stava infatti decidendo in quale nota l'Amalia
Grè poteva essere paragonata con Mina). Siamo riuscite a metterci in contatto
con il Principe Don Mario B.. Più tardi anche con Donna Piera e Sir Luisin. Il
collegamento è andato oltre con altri Nobili... e noi preferiamo parlarvi del
momento della solennità. Il Principe Don Paolo ci ha fatto richiesta (di solito
noi chiediamo agli ospiti cosa preferiscano rivedere di Notre-Dame) delle
apparizioni a „Studio Uno“ del 1961. Mentre sul piccolo schermo scorrevano
le immagini della Mina inizi carriera, il cerimoniere faceva servire i cannoli
che come ben noto sono il mometo più atteso di tutto il pranzo all'okaia. Altro
momento solenne, quando il Cerimoniere ha fatto cenno di intonare il
„Magnificat“ per l'apertura del tabernacolo e mostrare agli Ospiti, su un
vassoio d'argento, la sacra reliquia che può essere toccata solo dai miei
palmari e solo dopo essere stati lavati ed asciugati bene. Su questa reliquia è
apposto il sigillo de „La voce del silenzio“ ed è in visione solo ai
Pellegrini. Preso anche il caffè, lo spumante, l'amaro e il limoncello, abbiamo
chiuso le danze per riprendere il Pellegrinaggio ufficiale al Santuario.Le due
carrozze, la nostra e quella dei Coniugi Majaro, si sono soffermate nei pressi
del Quartiere Mazziniano. Successivamente è iniziata la processione. Ancora
suppliche, ancora promesse di voti di castità e quant'altro e il miracolo
dell'apparizione non si è materializzato neppure questa volta. Ecco quindi che
ci si è diretti alla volta degli altri quartieri della Città Sacra. Proprio ad
angolo con il Quartiere mazziniano abbiamo intravisto la figlia di Monsieur François.
Solo una piccola presentazione in cui la fanciulla ha dichiarato, senza alcuna
sollecitazione, d'aver visto Mina.
Il Corteo Nobiliare ha proseguito lungo Corso Zanardelli, Via X Giornate, Piazza
Vittoria, Piazza Duomo, Via Musei, e infine Piazza Loggia. I due Principi non
facevano altro che scattare foto e filmare. Sembra che in questa tournée
abbiano già collezionato oltre 200 foto alcune delle quali saranno esposte
nella Galleria di Palazzo Pamabù.
Invano abbiamo tentato di estorcere pettegolezzi o indiscrezioni. Né Sir
Arnaldo né Sir Davide ci avrebbero permesso di aprire la nostra antologia.
Non ci è sfuggito però che Don Paolo stava continuamente appeso al suo
satellite. Abbiamo scoperto, grazie ad una interferenza, che era in contatto con
quella servetta delle Madonie che continuava a torturarlo con i suoi consigli
per tenere sott'occhio il Pargolo nipote. La Ziaccia, infatti, non vuole che il
nipote partecipi al Ricevimento di Don Raffaele, Donna Piera e Don Arnaldo „'Na
sera 'e maggio“ a Milano. „Il Pargolo deve studiare e non può distrarsi con
questi viaggetti!“ - Continuava a ripetere con la sua voce stridula alla
Rosetta Rossa Cavolino.
Ottima guida ai monumenti della Città Sacra è stato Sir Antoine che, come ben
noto, è un fine intenditore di arte e di storia. Lui conosce bene, calla per
calla, Venezia. Sa tutto su la Basilica di Sant'Antonio di Padova. Conosce bene
Milano ed in particolar modo i Navigli. Ci ha precisato persino che il negozio
di Ottica di un noto fidanzato non era in Via Etnea a Catania, ma in altra via.
Noi eravamo convinte del contrario.
Qualche pettegolezzo ci sarà pur stato, ma non di così rilievo da
ricordarcene. Ovviamente la Casa del Nord è la più discussa ultimamente. Lì
si passa dai triangoli ai trapezi e sempre con l' "Allegria" di Donna
Piera e le riserve della piccola "Margherita".
Credete mie care Lettriciui che se l'okaia non sprofondasse, non organizzeremmo
ricevimenti come quelli di Donna Piera anche noi? Bisogna contentarsi di quello
che si ha ed è sempre meglio di chi, per questa okaia, apporrebbe pure una
firma.
Lasciateci dalla Nobiltà del Benaco che in serata sarebbe stata di scena a
Teatro (non ne perdono neppure una!), siamo andate ad accompagnare Sir Arnaldo e
i due Nobiluomini: il Principe Don Paolo e il Principino Don Ottavio.
Per dovere di cronaca, dobbiamo dire che lo scambio di „minosità“ (ma
potremmo chiamarle anche „pattosità“ o "pasolinità" o "ozpeteksità"
o altro ancora) c'è stato anche questa volta. Sono piccoli e grandi gesti che
restano come ricordo. Perché ogni qualvolta cadono sotto i nostri occhi non si
può non pensare a chi ce ne ha fatto dono. Sappiamo che ci si è
momentaneamente lasciati. Sappiamo anche che ora siamo ancora qui insieme ed è
solo un „Arrivederci“.
Madame de l'Oie con un sentito ringraziamento di cuore ai suoi Ospiti e a tutti
gli altri.
A Madame, si unisce Monsieur Laurent (chissà poi perché oggi sia ancora qui!)
e tutto lo staff dell'okaia.