Mancano meno di 80 ore al debutto!

 

Mancano meno di 80 ore al debutto di "Non avevamo capito il resto di niente". Stavolta però, la stanchezza delle prove si fa sentire. Oggi però quasi tutto riposo, domani si fa una prova generali, giovedì riposo, e poi venerdì il debutto.
Anche se un'altra prova ci sarà, stesso in teatro. Ci sarà sicuramente un'altra prova! Intanto io sto mettendo alla prova me stesso. Mi sono accorto di quante energie mi servono per realizzare quello che mi sono messo in testa. Forse, potevo anche chiamare questo spettacolo "Non avete capito niente di quello che mi sono messo in testa". Però, poi, qualcuno poteva pensare che io facessi il riferimento a "Che ti sei messo in testa", un capolavoro teatrale del principe Antonio De Curtis in arte Totò.
Ieri, oltre cinque ore di prove, e comunque, non è stato provato tutto. Provando, poi, sono uscite fuori delle trovate che faranno parte dello spettacolo. In realtà, sono piccoli gesti o piccoli anelli che si aggiungono. Il grande è stato già fatto. Il grande per intendere una buona parte di lavoro. Il grande a livello di spettacolo, non sta a me deciderlo, ma al pubblico che verrà venerdì sera. So che sto realizzando qualcosa di originale, so che con la mia squadra sto lavorando affinché si possa creare un buon prodotto.
Il mio amico Paolo dice sempre che prima di ogni spettacolo dimostro una calma strabiliante, che quasi incuriosisce. L'avrei anche stavolta, ma non nascondo un pò di tensione. Poi molte cose cominciano a darmi fastidio. Le tante domande inutili cominciano a farmi innervosire. Non voglio rispondere a niente che non sia qualcosa di importante. Sto nella fase del "come andrà", con tanti dubbi, tanti pensieri, riflessioni su come dire questa o quella battuta, nella mia testa, stamattina appena sveglio, c'erano le note di "Ma le gambe", una delle canzone che fa parte della prima fantasia dello spettacolo. Poi, mentre prendevo il caffè, mi ripetevo le battute del mio primo monologo. Poi pensavo a quando in scena incontrerò i Cantori Del Cuore. Penso al sipario che si alzerà. Penso al pubblico. Riderà a questa battuta? Riderà quando interpreterò Pasqualino che deve partecipare al notissimo "Lascia o raddoppia"? Riderà vedendomi incastrato in una chitarra? Tanti pensieri che si affollano. Lo devo dire! Mi sto misurando con qualcosa di pesante. Qualcosa che io stesso però ho voluto, ho cercato. E adesso amo ogni battuta di quello che potrebbe o sarà lo spettacolo più bello della mia carriera. C'è di tutto!
Ieri, mentre provavo l'ultimo episodio, "Tutti al mare", ero così stanco, che ho pronunciato battute su battute, e senza accorgermene, sono arrivato a quella conclusiva, che fa partire l'ultima fantasia musicale, dedicata alle canzoni con tema "Il mare".
Intanto, lavorando a questo spettacolo, ho capito veramente moltissime cose. Mi sono trovato in faccia a persone che di me se ne sono altamente fregate e asseriscono di "volermi bene". Una falsità. Sono persone che conosco da più di dieci anni, e si sono mostrate nei miei confronti con una indifferenza disarmante. Mi hanno allontanato solamente perchè ho chiesto loro di partecipare a questa mia grande festa, che ho il piacere di condividere con chi ha condiviso con me molti momenti della vita. Sembra strano ma è così. A volte, una persona, si scoccia anche di ricevere un invito per andare in teatro. E tante volte, quella persona, non ha mai visto uno spettacolo teatrale, e non sa minimamente cosa sia. Basta fare un giro di canali in televisione per stare bene. E se sulle reti nazionali non c'è posto per molti professionisti, e non voglio dar colpe, perchè poi inzozzerei questa mia riflessione, con tanti personaggi di serie C che affollano, purtroppo, la società, la mente e qualche volta anche i programmi televisivi. E la cosa non mi va. Meglio guardare le cose belle che sto creando. Meglio ricevere una telefonata da parte di Maria Aprile che mi dice "Lo scenografo ti cerca". Meglio ricevere un complimento da una persona che ha girato tutti i teatri del mondo in cerca di novità, della sorpresa, del bello. Meglio ricevere un applauso sincero da un pubblico che mi segue sempre con affetto. Meglio passare per quello che fa le cose serie. Meglio essere uno che per ottenere qualcosa s'è fatto un culo tanto. Meglio passare per quel bravo artista che in teatro da il massimo di se perchè vive nella sua dimensione, perchè sta tra le mura della sua seconda (o prima) casa. Meglio passare per quello che quando si mette in testa una cosa è difficile fargli cambiare idea. Meglio passare per quello che manda il messaggio al suo caro amico Paolo dicendogli che le prove procedono bene. Meglio passare per quello che passa ore ed ore su un copione, per regalare una risata.
Anzi, sapete che vi dico... meglio passare anche per un arrivista, tanto oggi più che una offesa... è un titolo di studio!
L'importante è non passare per brava persona, visto che oggi "tutti" sono tali... mi sentirei veramente offeso!
Andando a sfogliare un pò i giornali, ho letto della scomparsa di Italo Terzoli. Un grande. Uno di quegli autori che tanto ha scritto per personaggi come Gino Bramieri ed Enrico Montesano. Uno di quegli artisti che con Enrico Vaime ha dato vita a straordinari copioni. Pietro Garinei e Sandro Giovannini si sono affidati spesso loro. Se n'è parlato pochissimo. Così anche della scomparsa di Ernesto Bonino, uno dei padri della canzone italiana. Con Natalino Otto, uno dei massimi esponenti dello swing. Del primo swing. Però si parla di casi di genitori che uccidono i figli per pagine e pagine di giornali, non mancando mai tutti i particolari del reato. Molti giornalisti bene pensano di indicare quando, dove ma soprattutto "come" è avvenuto il fatto. Tanto è la gente che vuole saperlo. E' la gente che si informa, è la gente che vuole scoprire tutto, è la gente che non si accontenta di sapere solo la notizia, è la gente che non si impressiona più.
La gente, la gente... parliamo sempre di "gente", quando poi tutti siamo "la gente". Tutti facciamo parte dello stesso girone. Siamo tutti condannati nell'infernale cerchio della superficialità, della perdita di tutti i valori. Domani cambierà forse. Molti pensano invece che andiamo tra le braccia della fine. Ma come parla bene "la gente" quando non ha niente da dire...

Intanto, si continua a provare... ed io questo spettacolo lo dedico a tutti coloro che non riescono a farsi apprezzare per quello che sono e non riescono ad essere considerati per quello che valgono. Lo dedico a Garinei e Giovannini, all'indimenticabile Gino Bramieri, alle eredità che ci hanno lasciato i SIGNORI dello spettacolo italiano. Lo dedico a Walter Chiari. Lo dedico al nostro Albertone. Lo dedico al mio dolce Totò. Lo dedico a quelle persone che mi sono state vicino nei momenti bui della mia vita. Lo dedico ad Enrico Montesano. Lo dedico a Charlie Chaplin che mi ha insegnato a camminare. Lo dedico anche a chi mi parla male... perchè sicuramente, con questo spettacolo, me ne diranno ancora di più!
Scommettiamo?

 

Ottavio

 

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