RIFLESSIONE EPISTOLARE

"Lettera di un amico"

 

Caro amico,

sei diventato ricco? Sei riuscito a parlare ai leoni?

Hai seppellito il tuo volto?

Sei stato, come tuo solito, sensista?

Sei riuscito a inghiottire le lacrime dei poveri?

Pensa.

Dimmi se sono ancora le bugie che ti caratterizzano,

se è ancora la notte il momento in cui tu scrivi un mare di parole,

dimmi se la notte è ancora quella tua “valigia di ricordi”.

Sono anni ormai che vai da solo,

che non hai bisogno di nessuno.

Le campane mi tengono compagnia,

la montagna è alta, e da qui scorgo gli esseri,

e li sento vicini, non è vero che la gente è brutta,

che è violenta, spietata.

Spietato sei tu che lo pensi,

tu che non ti schieri,

che non parli e scrivi a tè stesso.

Sarai capace un giorno di amarmi …

Con dubbio e rancore il tuo amico.

 

 

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