INCONTRI MINOSI

- 27 dicembre 2003 -

 

 

Ottavio placidamente sul divano della casa di Piera, guarda la sua Mina in "Dalla Bussola 72"

 

Un momento, che prima di partire c’è da obliterare il biglietto. Almeno per il tratto Udine - Mestre. Poi c'è l'Euro Star.
Il problema sarà trovare il mio posto. Il numero stampato sul biglietto è incomprensibile. E poi non troverò il numero sul sedile, perché i progettisti pubblici lo hanno nascosto nel posto più improbabile.
Tra le cose che mi accolgono perfettamente funzionanti c’è, purtroppo, l'altoparlante. La lingua parlata dal personale di bordo è un Ital-manageriale “Benvenuti a bordo spettabili utenti, lo staff di Euro Star è a Vostra completa disposizione per rispondere a ogni Vostra esigenza...”. Perfino le V maiuscole si possono sentire!
Con l'Euro Star si viaggia solo per lavoro. Dev’essere per questo che i pochi disperati con bagaglio passano le pene dell’inferno. Nello strettissimo corridoio centrale passa al massimo una 24 ore. Passerò metà del viaggio guardando gentili signore sovrappeso che disincagliano valigie tra i sedili e l’altra metà disincagliando le signore stesse, a loro volta incastrate.
Chi ha progettato il sedile dell'Euro Star lavorava certamente alle Poste, perciò odia il mondo intero e si è voluto vendicare. Passi per lo schienale, diritto e rigido come una sedia da osteria. Ma perché l’appoggiatesta sporge in avanti? Visti di profilo sembriamo dei punti interrogativi. Anzi, Totò quando fa la marionetta. Se proviamo ad assopirci la testa ci cade in avanti. Segue un istantaneo risveglio. Dunque, riassumendo: dormire non si può, guardare dal finestrino neanche. Non resta che dar sfogo alla più grande passione italiana: telefonare!
Non ho mai visto tanti portatili in azione. Giuro: sono sopravvissuto a brain storming di manager del nord est, a tradotte traboccanti di congedanti, a pullman di quindicenni in gita. Ma un simile concerto di squilli, trilli e dialoghi citrulli è troppo anche per me. L’italiota di fronte apre le danze un nanosecondo dopo la partenza: “Pronto? Sono io. Sì, siamo appena partiti. Tutto bene, sì. Ti richiamo. Ciao”. Tre minuti dopo: “Pronto? Sì, sono io. Tutto bene, sì. Siamo in viaggio da tre minuti. Ti richiamo. Ciao”.
Quello a destra cerca tale ingegner Bertoldin per una questione di vita o di morte: “Miotto, buongiorno. C'è l’ingegner Bertoldin? A sciare in Austria? Dovevo assolutamente parlare con lui! Vabbè, mi il perito Francesconi. Perito Francesconi? Come va? Morto? Ma quando? Che diamine! Lei è l'usciere? Ma certo, posso chiedere a lei: com'è il tempo lì? Sole? Che meraviglia!”
A sinistra due ragazzi con apparecchi ultramoderni chiamano amici, scrivono mail, inviano smiley, leggono sms, scambiano giochi, giudicano suonerie. E si sfidano a tacche: “Tre tacche per me!” “Rabbia, io ne ho solo due!”. “Buttalo via, quel cesso!” “In effetti ha già sei mesi...” Nell’aria risuonano elise, valchirie, quinte, sambe, rumbe, grandi classici e piccoli hit.
Confesso. Lo faccio anch'io: "Ottavio, dove sei? Sei già arrivato a Roma? Io fra poco arrivo a Mestre e cambio".
Il momento topico nella zona delle gallerie: le linee cadono (com’è normale) e tutti si agitano come bestie, lavorando di pollice e indice per rifare numeri e riallacciare conversazioni: “Ah, finalmente, sono io, era caduta la linea. Stavo dicendo che sono io. tutto bene, sì. Sono in viaggio da quattro ore e dieci minuti. Ti rich...(altra galleria) ... Pronto! Pronto? Pronto!!!” Di nuovo panico.
Poi finalmente anche Ottavio arriverà a Bologna.

Quando lo speaker annuncia in ital-manageriale che manca un quarto d’ora a Milano, il treno ha un sussulto. Sebbene dall’inizio del viaggio lo stesso speaker ripete l'invito ad “abbassare il volume dei telefonini” gli squilli si moltiplicano e le conversazioni raggiungono l’apice. Come un sol uomo, tutti si alzano e si accalcano davanti alle porte. Naso contro naso, le conversazioni si mischiano. “Ciao sono io, sono in viaggio da quattro ore e venti minuti. Ora sono quattro ore e ventuno minuti. Ventidue. Ti richiamo. Ciao.”
Saranno i poggiatesta, sarò la fretta dell’italiano che lavora, ma l’ultimo quarto d’ora di viaggio lo passano tutti così, in piedi davanti alla porta, alitando sui telefonini altrui. Io resterò fermo e tranquillo al mio posto, convinto di aver fatto la scelta migliore. Poi capisco. Ci sono sette pesantissime valigie da tirare cavallerescamente giù.

Milano STAZIONE CENTRALE.

SMS a Ottavio. "Ottavio, io sono arrivato in perfetto orario. Ti aspetto...."

 

Paolo Driussi

 

 

 

 

Le canzoni di Mina che ci hanno tenuto compagnia in questi tre giorni : Stile libero (musica dei titoli di coda del filmato) - Certe cose si fanno (scena del video interpretato da Ottavio nella camera d'albergo) - La voce del silenzio (Interpretata da Mina a "Teatro 10") - Amor mio (interpretata da Mina a "Teatro 10" con ritornello cantato da Piera) - Fiume azzurro (cantata da Mina nel DVD "Dalla Bussola 72") - Io vivrò senza te (cantata da Mina nel DVD "Dalla bussola") - Una donna una storia - Un anno d'amore - La canzone di Marinella - L'ultima occasione - Se telefonando - Un bacio è troppo poco - Sacumdì sacumdà - Addio - I problemi del cuore - Attimo per attimo - Se tu non fossi qui - Ancora ancora ancora (brano tratto dallo speciale televisivo "Schegge") - L'importante è finire (brano tratto dallo speciale televisivo "Schegge") - Un uomo col cappello sugli occhi (cantata da Mina nelle parodie del Quartetto Cetra in "Biblioteca Studio Uno") - Si (versione francese di "Vorrei che fosse amore", ascoltata in automobile con una Milano piovosa) - Ne la crois pas (versione francese di "Non credere", ascoltata in automobile al semaforo con un simpatico gioco di luci a cui si può assistere solo guardando la videocassetta) - Canzone appassiunata (musica dei titolo di coda del filmato) - E se domani (versione strumentale su breve filmato realizzato utilizzando la copertina dell'album "Pappa di latte") - Mi mandi rose (canzone che chiude la videocassetta, con una ripresa a un ritratto di Ottavio, che mostra uno sguardo severo, una faccia spensierata ma profondamente triste ...) .

 

 

Milano, sembra ieri ... aspetta ma era ieri !

 

Questa mattina la tristezza è scesa in cuore, i motivi sono vari, il primo è quello di essere ritornato a casa, anche se non è un dolore, infatti ho gradito molto questo week-end milanese di tre splendide giornate in compagnia di Paolo, Arnaldo, Franco, Piera ed altri amici minosi.
E' un periodo in cui sono molto confuso, sembra che pensi sempre al futuro teatrale, ma non solo, al futuro in generale, tra 6 mesi ho gli esami di maturità, la cosa non mi terrorizza ... in questo periodo mi sento un pò giù fisicamente, non ci vuole tanto a farmi stancare, e a tratti pare che sono addirittura irrascibile e precipitoso, sembra che sto scappando da qualcosa che non conosco, sembra che cerco qualcuno o qualcuna ma che non riesco a trovare nonostante i miei sforzi, e in questi periodi ho una strana e straziante "paura della solitudine", rispetto a prima "voglio stare in mezzo", voglio esprimere i miei sentimenti e le mie angoscie (solo che quasi nessuno riesce a comprenderle), in questo periodo spesso sento in me come uno strano senso di vuoto, forse sarà che non ho ancora trovato una ragazza che si è realmente innamorata di me, forse non ho trovato l'affetto che cerco da una ragazza, forse non ho trovato ancora il punto d'assesto dei miei pensieri, ma forse non so ... sarà pigrizia !
Devo dire che queste giornate milanesi per me sono state fondamentali, rivedere questa grande città a distanza di 28 giorni ha fatto nascere in me tanta gioia, tanto senso critico e tanto amore per le persone che ho conosciuto lì o grazie al mio primo viaggio a Milano, ed ho provato, scoprendo ancora più a fondo i bellissimi luoghi che ci ha mostrato Arnaldo Dabbene, sensazioni magiche ... al cenacolo di Leonardo sono stato colto da "visione mistica" se così si può definire, infatti ho immaginato Cristo e gli apostoli animati dalla mente geniale di Pier Paolo Pasolini, dal dipinto al cinema ... dalla figura piatta alla profondità ! Ma torniamo a quando io, partito venerdì 26 dicembre alle ore 6.40 da Acerra, sono giunto a Napoli alle ore 7.00, partito dalla stazione centrale alle ore 7.30 e giunto a Milano alle ore 14.00 !
Il viaggio è stato abbastanza monotono, ho incontrato una simpatica ragazza quasi alla fine del viaggio e abbiamo scambiato due chiacchiere, ricordo che il suo nome è Irene, ma il resto del viaggio sono stato in compagnia di persone che di scambiare due parole non ne volevano proprio sapere, io d'altra parte non è che ci tenevo tanto, ascoltavo Mina in "Finalmente ho conosciuto il conte Dracula" e una vecchia raccolta che masterizzai con canzoni del tipo "E poi", "Breve amore", "Uappa", "L'ultima occasione", "Stile libero" ... (piegò i vestiti sulla strada e nel Naviglio si tuffò, stile libero ecco cos'è, con quelle gambe e quelle braccia ci puoi provare pure te, guarda un pò che bel sole che c'è, guarda la gente che è annegata e sembra viva più di me).
Però avevo notato un signore, di aspetto giovanile, che stava ascoltando il "teatro canzone di Giorgio Gaber", mentre leggeva un libro che pareva scolastico, ma non ho sbirciato più di tanto, l'argomento non mi interessava, certo se avessimo parlato di Giorgio Gaber poteva anche nascere una bella discussione, ma nelle vacanze di Natale interessarmi alla scuola è come se un carcerato in libertà pensa di dover tornare in prigione ... e che nessuno me ne voglia, ho la mia età, ed è naturale che vedo la scuola come un piccola prigione, del resto se fosse come la intendo io, non sarei certo così schivo ad andarci !

 

 

Arrivo quindi alla stazione di Milano, e lì c'è Paolo ad aspettarmi, io sono imbottito di vestiti : scarpe nere, pantalone nero largo, maglia nera e dorata lunga, colletto di lana nero con filature dorate, occhaili scuri modello Mina, basco grigio a righe e in mano due valigie molto pesanti, c'era di tutto in quelle valigie !
Paolo mi riconosce subito, e io trattengo un piccolo sorriso, poi saluti e abbracci e ci incamminiamo verso il bar-ristorante della stazione, ma era strapieno, quindi tagliando la testa al toro ho esclamato a Paolo "Pà andiamocene dal qui, prendiamo un taxi e andiamo in albergo, posiamo i bagagli e magari mangiamo qualche cosa per strada".
Paolo ha seguito il mio consiglio, preso il taxi, siamo andati all' Hotel Demidoff in Via Plinio 2 (località Lima). La mia camera era la 104 e quella di Paolo era la 102 ! Abbiamo notato che sulle pareti c'erano fotografie di vips e autografi vari (da Samuele Bersani a Daniele Silvestri, quasi "Mezzo Veleno", come ha esclamato Paolo riferendosi all'album di Mina editato nell'autunno 2002).

 

 

 Posati i bagagli, ci siamo organizzati per raggiungere Arnaldo in Piazza Duomo, ma prima in località San Babila dovevamo ritirare tre biglietti già prenotati per lo spettacolo "Fame, saranno famosi - il musical", e mentre stavamo camminando per via Giacomo Matteotti ho riconosciuto l'attore italiano Jimmy il fanomeno (vero nome Luigi Origene Soffrano), caratterista di molte commedia all'italiana, dai film con Totò, Paolo Villaggio e Adriano Celentano alle commedie pecoraccie degli anni settanta e ottanta che avevano come protagonisti quasi sempre Alvaro Vitali, Lino Banfi, Edwige Fenech, Gloria Guida, Leo Colonna, Renzo Montagnani, Mario Carotenuto, Gigi Ballista e così via ... tutti uniti insieme con tanti altri caratteristi come Jimmy !
Lui ci ha chiesti chi erevamo, io ho detto spigliatamente "Io sono un attore di teatro di Napoli" e lui "E che ci fai qui ?", io "Sono qui per un fine settimana" e lui ha fatto cenno di capire, poi ci ha detto erratamente che al Teatro Nuovo c'erano Tullio Solenghi e Massimo Lopez.
Dopo pochi ci siamo diretti al Teatro Nuovo e abbiamo preso i biglietti già prenotati precedentemente da Paolo, lo spettacolo era alle ore 20.45 !
Abbiamo telefonato Arnaldo e subito dopo l'abbiamo raggiunto alle spalle del Duomo, che è stata la nostra prima tappa, siamo infatti saliti con l'ascensore sulla vetta del Duomo, e da qui ho cominciato s svegliarmi un pò, infatti ero ancora un pò smorto dal viaggio, ero ancora un pò stressato dalle rotaie del treno e dal forte calore del condizionatore che mi aveva fatto venire un mal di testa che solo a pomeriggio inoltrato è sparito definitivamente. Qui sulla vetta ho cominciato a sbizzarrirmi un pò con qualche battuta e ho rotto un pò il ghiaccio.
Avevo notato una ragazza che stava fotografando il panorama milanese, e avevo chiesto a Paolo "Secondo te di dov'è quella ragazza ?" (sono troppo provinciale, appena vedo un visino simpatico cerco di radiografarla ?! Ma no ... curiosità da turista), e Paolo "Secondo me è spagnola" e io "Secondo me è napoletana", poi è sopraggiunto Arnaldo alla discussione che non sapeva cosa dicevamo ma ha capito che ho detto "Paolo, un metodo c'è per capire se la ragazza è spagnola o napoletana", Arnaldo e Paolo incuriosendosi mi hanno chiesto quale fosse questo metodo e io guardandomi intorno ho urlato "Jammucenne jà" e dopo quattro o cinque secondi ho detto a Paolo "Paolo è spagnola" . Il trucco sta nel parlare ad alta voce in napoletano, magari facendo un richiamo di lontananza, se una persona ha sangue partenopeo si gira di scatto anche se non conosce chi ha parlato, siccome la ragazza non si era girata, ho capito subito che era spagnola !
Insomma, poi ho fatto simpatiche battute che sinceramente non ricordo, si vedeva che erano spontanee e quindi difficilmente posso ricordare quanto detto, ma ricordo però le risate di Paolo e Arnaldo.

 

 


Dopo siamo scesi dal Duomo e siamo andati in giro per Milano. Abbiamo visitato la chiesa di Sant'Eustorgio e Porta Ticinese. La basilica di S.Eustorgio, uno dei più insigni monumenti romanici di Milano, venne ricostruita nell' XI secolo sulla basilica paleocristiana in cui era sepolto il Vescovo Eustorgio. Dietro l'abside si trova la rinascimentale Cappella Portinari (seconda metà del XV secolo) con gli affreschi di V.Foppa ed al centro la trecentesca Arca marmorea di S.Pietro martire. Secondo la tradizione il vescovo Eustorgio (IV sec.) aveva portato nella basilica da lui fondata le presunte reliquie dei re Magi. Durante il dominio di Federico Barbarossa le preziose reliquie, riposte in un grande sarcofago di pietra che si conserva tuttora, vengono trafugate e portate a Colonia: soltanto nel 1903 ne torna indietro qualche frammento. L'ingresso ufficiale in città dei nuovi vescovi ambrosiani avveniva proprio dalla Basilica di S. Eustorgio, affacciata su corso di Porta Ticinese, la "via sacra" che doveva essere percorsa per giungere in Duomo. La cappella Portinari è fatta costruire dal fiorentino Pigello Portinari, procuratore a Milano del Banco Mediceo (la filiale della banca dei de' Medici). Appena oltre la Porta si offre uno degli scorci più suggestivi e noti della città: il filare delle Colonne Romane di fronte alla Basilica di San Lorenzo. Siamo ormai nel cuore di quella borgata che i milanesi chiamavano "La Vetra dei Cittadini". Proprio alle spalle della basilica laurenziana si trova la piazza Vetra, così chiamata perché nel Medioevo bagnata da un omonimo corso d'acqua. Ci troviamo in quello che per secoli fu il campo "scellerato" dove avvenivano le pubbliche esecuzioni. Inaugurato da Ariberto D'Intimiano che bruciò un'effige dell'Imperatore nel 1043, questo scorcio fu testimone di innumerevoli roghi, specie durante il periodo dell'Inquisizione, il cui tribunale aveva sede poco lontano, in Corso di Porta Ticinese. I condannati arrivavano sul luogo del supplizio attraversando un ponticello di legno, subito battezzato "Ponte dei sospiri", che attraversava la Vetra all'altezza dell'attuale via delle Pioppette. Qui mosse i suoi ultimi passi anche quel Gian Giacomo Mora di cui parla Alessandro Manzoni nella "Storia della Colonna infame". Piazza Vetra erano le canzoni dialettali, l'odore sincero di bettole maleodoranti, di umanità dissolute e romantiche. Piazza Vetra era poesia e sangue, marciume e nobiltà. 

 

 

Il tredici di agosto
In una notte scura
Commisero un delitto
Gli agenti di questura.

Hanno ammazzato un angelo
Di nome la Rosetta
Era di piazza Vedra
Battea la Colonnetta.

Chi ha ucciso la Rosetta
Non è della Libera
Forse viene da Napoli
È della mano nera.

Rosetta mia Rosetta
Dal mondo sei sparita
Lasciando in gran dolore
Tutta la malavita.

Tutta la malavita
Era vestita in nero
Per ‘compagnar Rosetta
Rosetta al cimitero

Le sue compagne tutte
Eran vestite in bianco
Per ‘compagnar Rosetta
Rosetta al camposanto

Si sente pianger forte
In questa brutta sera
Piange la piazza Vetra
E piange la Libera

Oh guardi calabrese
Per te sarà finita
Perché te l’ha giurata
Tutta la malavita

Dormi Rosetta dormi
Giù nella fredda terra
A chi t’ha pugnalato
Noi gli farem la guerra,

a chi t’ha pugnalato
noi gli farem la guerra.

L'area dei Navigli di Porta Ticinese, nel sud di Milano, è nota a tutti i milanesi, che sono abituati a considerarla un pezzo importante della memoria collettiva di questa città e della sua iconografia. Le immagini dei vecchi canali immersi nella nebbia con le chiatte che risalgono la corrente sembrano racchiudere la storia di questa città cresciuta a dismisura nel cuore della pianura. L’angolo delle Lavandaie: l'immagine di una Milano a scala umana, dai ritmi lenti dei cortili, dagli odori antichi delle travi


Poi ho rivisto, illuminato da addobbi natalizi e da scritte d'auguri, il Naviglio Grande (Nato nel 1177 scopo difensivo, il Naviglio che convoglia le acque dell'Adda e del Ticino, ebbe in seguito uno scopo pratico per l'irrigazione ed il funzionamento dei mulini. In esso possiamo distinguere tre grandi bracci : Il Naviglio Grande, il Naviglio di Pavia e il pittoresco Naviglio della Martesana, che ha dato origine alla Darsena di Porta Ticinese).
Una cosa che mi ha colpito è stato anche l'angolo delle lavandaie, che mi ha ricordato anche una scena di un film della quale non ricordo il titolo e ad essere sincero neanche gli interpreti.

 

 

Infine al Centro abbiamo cenato al ristorante "Flash, pomodo e basilico", forse il nome accompagnava lo stile dei lampadadri del locale, infatti c'erano pomodori vistosamente posticci e foglie di basilico di vetro soffiato, bellissimi lampadari che non esitato a filmare, stringendo il campo sulle strane e originali rifiniture un pò liberty, artisticamente parlando !
Dopo la cena, abbiamo raggiunto il "Teatro Nuovo" per assistere allo spettacolo "Fame" portato se non erro per la prima volta in Italia, un cast molto affiatato, e ogni interprete aveva grandi qualità canore, sensibilità da palcoscenico, e riuscivano a trasmettere quasi sempre emozioni che smuovevano persino il punto più nascosto del cuore, io mi sono anche commosso con una dolcissima canzone americana.
Lo spettacolo è stato una sorpresa, alla fine tutti, anche il pubblico, hanno cantato il brano originale del musical, il tema principale dell'opera che ha ispirato film e serie televisive che hanno spopolato specialmente negli adolescenti degli anni ottanta, forse ognuno di noi vuol sentirsi protagonista o amico di un protagonista, ognuno forse nella vita desidera di essere non solo spettatore.
Finito lo spettacolo abbiamo salutato Arnaldo dandoci appuntamento per il giorno successivo alle ore 8.00 al Cenacolo di Leonardo Da Vinci, e io e Paolo in metropolitana abbiamo raggiunto il nostro albergo in Via Plinio, intanto io e Paolo parlavamo del più e del meno, già erano cominciato dal pomeriggio i discorsi minosi, e continuavano per il breve viaggio in metropolitana, la prime delle due volte in cui abbiamo trovato posto a sedere.
Ci siamo ritirati in albergo verso l'una e qui è accaduta una cosa molto strana, ma veramente molto strana. Io mi stavo ritirando nella mia camera, quando d'improvviso una ragazza mi ferma, e senza dire una parola mi guarda e subito mi bacia appassionatamente, alla fine di questo "strano" bacio, ha detto "Da tanto desideravo questo momento, grazie ..." e mi ha fatto ricordare un pò la scena di un film con Adriano Celentano e Claudia Mori, il titolo al momento mi sfugge, dopo questo bacio è scappata senza dire altro oltre a quello sopra scritto, infatti io pensavo tra me e me "Ma per chi cacchio m'avrà preso questa ?", qualcun'altro al posto mio, o forse anche io, avrebbe pensato o detto apertamente "Con questa ragazza non finisce qui", e io sono rimasto invece pietrificato vicino al muro, a dire il vero non sapevo cosa pensare e cosa dire, appena mi sono ripreso ho spedito un SMS a Paolo scrivendo l'accaduto, e la sera al raduno dei fans di Mina è diventato argomento di pubblico dominio, anche perchè non nascondo che la cosa mia ha divertito, non nascondo che pensandoci provo un senso di tenerezza per quel ragazzo pietrificato vicino al muro con occhialoni scuri e basco, un pò strambato dall'accaduto.
Una notte insonne, ho dormito pochissimo, e ho preferito fare una doccia, guardare un pò di televisione, l'ultimo telegiornale della notte prima della "rassegna stampa", poi con la mia telecamera ho realizzato un minivideo che mi ha impegnato un'ora della notte, infatti con il sottofondo di "Certe cose si fanno" cantata da Mina, sono stato protagonista di un video, io che da solo mi affaccio alla finestra, guardo l'ultimo tram che va via, la chiudo silenziosamente e mi siedo sul davanzale delicatamente pensando, molto triste, pensieroso, la faccia è quella di uno che si nasconde dietro i grandio occhiali scuri per nascondere o qualche lacrima o per ingannare sè stesso allo specchio, la faccia di uno che nasconde dietro gli occhiali la mancanza di compagnia, la solitudine ... lo si nota, e l'ho notato quando stavo girando il video, che guardandomi allo specchio controllo il "filo di barba", accarezzandomi delicatamente il collo con l'indice e il medio della mano ! Una scena che ora rivedendola mi rattrista, forse mi manca ancora qualcuno o qualcuna o ancora qualcosa, e credo che mi mancherà ancora nei prossimi giorni, nelle prossime settimane e nel tempo che verrà, e magari anche in futuro, ma spero in un futuro non troppo lontano !
Sono le 6 del mattino, invio un SMS a Paolo "Quando sei sveglio chiamami così scendiamo a fare colazione".
Siamo scesi alle 7.20 a far colazione con caffè, latte, ciambelline al riso con scaglie di cioccolato, crostata di cioccolato fondente, tartine con scaglie di cioccolato e nutella ... poi sono tornato nella mia stanza per prendere la macchina fotografica e la telecamera e dopo scese le scale, io e Paolo abbiamo depositato la chiave in portineria e abbiamo aspettavo il taxi, nel frattempo imitavo la Sora Augusta maritata Cecioni al telefono ... Paolo rideva, io ogni tanto anche ridevo, ma di rado rido a ciò che dico io ... non sono uno che ride sempre, anche se molti mi conoscono con il sorriso stampato !

 

Alle ore 8.00 raggiungiamo il Cenacolo di Leonardo dove troviamo Arnaldo che sta prenotando la visita.
"La sala del Refettorio del convento già dei Domenicani alla chiesa delle Grazie, è resa celebre dal magnifico dipinto di Leonardo Da Vinci rappresentante la Cena degli Apostoli. In esso le figure e soprattutto quella di Cristo che sembra parlare, sono di una magnificenza senza eguale. Disgraziatamente sembra destinata a scomparire, nonostante i restauri che vennero eseguiti".
L'ultimo restauro di cui ha parlato Arnaldo e che già Paolo mi accennava precedentemente, risale a tutti gli anni Ottanta sino alla fine degli Anni Novanta. Infatti Paolo ricorda che nel 1988, in una puntata di "Portobello", il famoso Enzo Tortora sale in taxi a Milano per andare a visitare in diretta televisiva "L'ultima Cena" di Leonardo in continua restaurazione. Nella stessa stanza, che come già anticipata, era il refettorio dei frati, c'è anche la crocifissione, che ricordo utilizzai in una delle prime stesure di "Pamabù", prendendo dei particolari specifici dall'opera, ma che poi rimossi, inserendo la "crocifissione" di Bellini.
Dopo la visita al Cenacolo di Leonardo, dove abbiamo assistito a uno spettacolo visivo e mentale bellissimo, ci siamo recati al Castello Sforzesco che sorge nei pressi di Via Dante se non erro.

 

 


Con il Castello Sforzesco c'è anche la Torre del Filarete di Luca Beltrami dedicata alla memoria di Re Umberto.
Dopo il Castello Sforzesco, ci siamo salutati con Arnaldo dandoci appuntamento a casa sua per pranzare, io e Paolo eravamo ospiti in casa Dabbene, ma prima dovevamo passare per l'albergo dove dovevamo cambiarci per stare poi verso le 16 a casa di Piera.
In albergo ho avuto modo di prendere il mio papillon nero (Del mio meglio n.3) e mettermi una camicia bianca e una giacca nera, poi un blue jeans scuro.
Alle ore 13.30 siamo giunti a casa di Arnaldo in taxi, ad aprirci la porta c'era Arnaldo, ma subito ho potuto fare la conoscenza con i suoi formidabili e simpaticissimi genitori, il pranzo era già pronto, aspettavano tutti noi per mangiare, il menù era buonissimo, una polenta che non ho mai mangiato prima, una specialità trentina con patate e sedano, poi lo spezzatino, i cavolfiori, i funghi che avevano un sapore molto forte, come da sempre desideravo. Ricordo però soprattutto la polenta, calda e buonissima ! Veramente mi sono sentito tra amici, a mio agio, i genitori di Arnaldo sono fortissimi, e ho anche avuto occasione di visitare la "collezione minosa" con rarità di ogni tipo, vedevo anche album doppi in confezione speciale che non avevo mai visto prima, la videocassetta del video di "Che t'aggia dì" con i disegni realizzati da Mauro Balletti, il famoso cartone animato dove Mina e Adriano Celentano diventano Paperino e Paperina ... un video che da quando l'ho aggiunto alla mia collezione guardo spesso, ho visto anche la sfilza di cd ordinati cronologicamente, e la discografia minosa riportata accuratamente da Arnaldo in un libro da lui realizzato, una operazione certosina.
Finito il pranzo e scattate due fotografie, siamo scesi dalla casa di Arnaldo e ci siamo diretti a casa di Piera, una grande emozione che ripeterei ogni giorno.
Piera è al quarto piano. Saliamo in ascensore e appena giunti troviamo un gruppo di amici minosi che ci stavano aspettando : Piera e suo marito Enzo, Hajiba, Massimiliano Del Prete, ma soprattutto l'istrionico e simpaticissimo Franco Lo Vecchio, se l'altra volta mi colpì tanto la personalità, lo stile, il carisma e il modo di fare di Platinette, questa volta mi ha colpito molto Franco, una persona che voglio veramente tanto bene, una persona che oserei definire "... di cuore" !
A casa di Piera ci siamo ritrovati tutti, io ho portato da Napoli la pastiera e gli struffoli che ha preparato mia madre con la mia collaborazione ! Sono molto contento che sia piaciuta a tutti ! Insomma, una atmosfera famigliare, mi sono sentito subito a casa e bambinescamente mi divertivo a ruzzolare sul divano guardando la Mina !


Sul megaschermo intanto c'erano pezzi tratti da "Teatro 10" e la Mina cantava anche "Amor mio", una canzone che amo tantissimo. Intanto alla serata c'erano anche Emilio, Marcello, e successivamente Luigi Proto e il simpaticissimo Lukasss. Telefonicamente ci siamo collegati anche con Mario Basile, Isabelle Iezzi, Franco Ghetti e Marina Donato.
Regnava una atmosfera felice, abbiamo anche guardato il filmato del 29 novembre 2003 diretto da me, abbiamo poi guardato "Mina nei caroselli Barilla" e "Mina live dalla Bussola '72" ! Poi abbiamo visto anche molte rarità come la Mina che canta "Il conformista" e "Chi siete", abbiamo visto anche alcuni servizi di Vincenzo Mollica e anche altre rarità di Mina, brani televisivi con Pippo Baudo, il Quartetto Cetra, Rita Pavone e il maestro Gianni Ferrio che dirigeva l'orchestra della Rai.

 

 

"Ti prego non andare via, per un paio di occhi chiari ... via dalle mie mani c'è un deserto senza fine, volami nel cuore che si straccia il mondo intorno a me ... e volami nel cuore non puoi andartene via, via, via". Ero al computer di Piera e nella mia testa si ripetevano 2 o 3 canzoni, una tra queste è "Volami nel cuore" ... "Non andare via, ma se proprio devi andare, sai come si dice, va e sii felice, non dovrei ma ti ringrazio per il bene che mi hai dato, volami nel cuore, che si straccia il mondo intorno a me ..." !
Intanto scrivevo sul mio forum, sul forum della Tigre, e alle mie spalle c'erano Piera che io ho baciato spesse volte, ho accarezzato come si fa solo a una persona che si vuole veramente bene, guardavo la bellissima Hajiba che si dava da fare, Arnaldo e Paolo che alle mie spalle discutevano, forse prevedevano la visita del giorno seguente alla Pinacoteca di Brera, e Dario Gay che ogni tanto si allontanava fuori al balcone per fumare una sigaretta.
E intanto con noi c'era Mina, lei più bella che mai !
Franco Lo Vecchio ed Emilio lasciano il gruppo, e poco prima era arrivato Danielino di Firenze con due suoi amici, e intanto alcuni guardavano la fotografia di Piera con Massimiliano Pani, gli autografi lasciati da Mina, le tantissime fotografia di una Mina bella, giovane, grassa, magra, spettinata, da sola e in compagnia, in concerto o per strada, sonnacchiosa o vivace ... insomma l'atmosfera era molto intima !
Una bella serata, io restavo strabiliato da tutte le premure di Enzo e Hajiba, ed è quest'ultima che ha scritto i nomi di noi presenti in arabo. Il mio è un nome simpaticissimo.
Mina & Company forever !
E tutti uniti abbiamo dato inizio alla panettonata, e io giggioneggiavo tra un panettone, un bicchiere di spumante e uno di succo di pompelmo, avevamo chiamato Raffaele, avevamo quindi poi deciso di non andare tutti in pizzeria al Moulin Rouge ma di continuare a divertirci a casa di Piera con la nostra Mina !

 



La serata volgeva ormai quasi al termine, e tutti quanti ci siamo salutati, della serata abbiamo conservato canzoni, fotografie, filmati e le preziosissime interviste di Oka (madame dell'Oie), abbiamo assaporato la simpatia di Orietta che era stata scaricata da un camionista in zona, e la stessa ha ammesso ancora una volta pubblicamente di amare il suo muflone, il Bobo Vieri che tanto la fa stramazzare, la fa straripare sessualmente, la affievolisce i pensieri ... almeno credo. La Orietta è stata con noi stasera con i suoi occhiali scuri e spessi, con il suo cappello e con il suo ombrello dell'Inter, del resto con Orietta era impossibile trovare l'ombrello o un gadget della Sampdoria, del Milan, del Napoli, della Juventus, della Roma, dell'Atalanta o del Lazio ... per forza l'Inter ! ... e questo anche perchè, credo, in casa Mazzini si tifa Inter ... bandiera nera e blu !
Tutti quanti ci salutiamo, in televisione stavano trasmettendo "Torno sabato e tre", lo spettacolo del sabato sera condotto da Giorgio Panariello, come ospite c'era Rita Pavone, al suo ritorno dopo il rischio della perdita di vita di qualche mese fa, giorni che hanno tenuto con il fiato sospeso molti fans della cantante, ma anche tutti gli italiani che amano ancora l'arte vera !
"Ciao Piera ci sentiamo telefonicamente" - "Ciao Massimiliano, ci sentiamo prossimamente" - "Dario che piacere mi ha fatto incontrarti" - "Va bene Lugione, alla prossima allora, ti invierò un' e-mail" - "Ciao Hajiba, ci vediamo quanto prima" ... intanto Paolo, Arnaldo e io siamo usciti dalla casa di Piera salutando tutti, io salutavo napoletanamente il marito di Piera ...
In macchina abbiamo parlato del più e del meno e abbiamo ascoltato una Mina in francese, la prima canzone della scaletta era "Si" (Vorrei che fosse amore, 1968) .... pioveva, e io non ho esitato a filmare questo magnifico scenario, la pioggia bagnava Milano, le canzoni di Mina in francese, i semafori in pieno funzionamento che picchiavano contro il lunotto dell'automobile di Arnaldo facendo entrare nella macchina un piccolo e piacevole raggio di luce rossa che si posava sulla sul mio basco grigio (grigio grigio ... vai col grigio ... grigiare oh oh ...) !

Rientriamo in albergo, prima di andare nelle nostre stanze prendiamo qualcosa al bar come la sera precedente, io prendo un caffè ristretto e Paolo un succo d'arancia. Dopo io vado nella mia camera, e Paolo si fa una fragorosa risata quando vede me che apro l'armadio per vedere se c'è qualcuno, poi sotto il letto, poi addirittura nel frigobar e nel bagno ... guardo Paolo e quasi sorridendo dico "Eh, non si può mai sapere, sai com'è di notte in questo albergo ...", Paolo aveva capito che io alludevo alla strana e brevissima esperienza della sera precedente, una scena surreale, cinematografica, una scena anche comica volendo, a me pare che tutto c'era tranne che la passione, convulsamente a volte riprendo l'accaduto e rido ... !

 

 

La notte trascorre tranquilla, mi sveglio anche un pò in ritardo, ho dormito le regolamentari 8 ore di sonno, e appena alzato, mi lavo, mi vesto e metto un pò in ordine le valigie visto che è giorno di partenza, è il giorno dell'atteso ma non desiderato ritorno a Napoli. Intanto frettolosamente vado a bussare alla porta di Paolo e scendiamo giù a far colazione, lui mi guarda e io "Nessun incontro strano, andiamo giù" ... dopo la colazione (cibi uguali al giorno precedente, solo che in più io prendo una rosetta di pane).
Prendiamo un taxi e ci dirigiamo a Brera dove ci aspetta Arnaldo. La visita si apre con la statua di Napoleone e successivamente con la Pinacoteca di Brera.
Nella pinacoteca ci sono dipinti famosissimi, prima li avevo visti solo su testi di storia dell'arte, c'è lo "Sposalizio di Maria Vergine" di Raffaello, la "Pietà" del Bellini, il "Cristo Morto" di Mantegna, il ritratto di Alessandro Manzoni, famosissimo, spesso fa da sfondo alle copertine dei testi di antologie della letteratura italiana, vi è anche la "Madonna del Roseto" di Luini.
Mi ha colpito anche la prevalenza di immagini di San Sebastiano, e la vistosa esposizione che riguardano la crocifissione, dato che in testa a me pansavo "Ma guarda 'sto Cristo quante volte l'hanno fatto morì", c'erano anche altre opere raffiguranti santi, la natività, ritratti e scene di vita popolari.
Un quadro amo tantissimo, ed è "Il bacio", quanti ricordi, quanti amori, quante emozioni ... (baciami, mi voglio dissetare nel tuo amore, bruciante è il desiderio dei tuo baci, sulle mie labbra ancora c'è il sapore, baciami rapita dal profumo del tuo amore, voglio morire con le tue carezze, fammi sentire i palpiti del cuore, mentre le nostre bocche in una sola, si fondono con languida dolcezza, al nostro amore l'anima s'immola, la storia eterna dell'umanità, stringimi, stringimi forte forte amore mio, sussurrami pian piano tante cose, dimmi che m'ami come t'amo io, dimmi che tutto tutto sei per me) ... Alla fine delle visita prendiamo dei gadget, io prendo una penna che sul tappo raffigura appunto "Il bacio", poi un quaderno rosso con una piccola immagine in copertina de la "Fiumana", rifacimento o opera originale (questo non ricordo, nonostante la spiegazione di Arnaldo) de "Il quarto stato".


Intanto usciamo dalla Pinacoteca, quando riaccendo il cellulare trovo tantissimi squilli e sms, poi salutiamo affettuosamente Arnaldo, espandendo il saluto anche ai suoi grandi genitori, e quindi Paolo e io prendiamo il taxi per raggiungere l'Hotel Demidoff e prendere i nostri bagagli e salutare definitivamente il personale dell'albergo. Mi è rimasta impressa una ragazza del personale che è della Basilicata ma lavorava in quell'albergo e quindi si era trasferita a Milano, infatti quella mattina io rientrando in camera canticchiavo, e lei carina mi ha chiesto simpaticamente "Allegro eh stamattina ?! Per la partenza ?!" e io di rimango "No, anzi, il contrario, se fosse per la partenza piangerei. Sono contento perchè mi sono trovato benissimo questi tre giorni a Milano e in questo albergo" e lei "Di dov'è lei ?" e io "Io sono di Napoli", lei "Io della Basilicata, veniamo entrambi dal sud" e abbiamo scambiato due chiacchiere mentre lei premurosa mi aiutava a non dimenticare niente ... le stavo simpatico !
Mi ricordo che canticchiavo una canzone che non conosco, nata così, con ritmo e parole inventate, nato mentre giravo la chiave nella serratura della porta della mia stanza ... una canzone che esprimeva la mia tristezza per la partenza forzata da questa bellissima città !

Prese le valigie io e Paolo ci siamo recati con il taxi alla stazione, prima eravamo stati in galleria fare due passi e a pestare "le palle al toro" che si trovava sotto i piedi del maestoso albero natalizio al centro della galleria, quasi di fronte alla BMG RICORDI ... bellissima Milano ... bellissima la galleria ... bellissimi gli artisti di strada ... carinissime le ragazze ... belle le vetrine !

In stazione spediamo le cartoline, io prima di partire mangio un panino con cotoletta alla milanese, Paolo prende un tost e una aranciata, io invece preferisco bere acqua, poi c'è il viaggio di ritorno, salgo sul treno, Paolo mi accompagna fino al Vagone, è la carrozza numero 7, mio numero portafortuna, almeno fino a qualche tempo fa era così, ora ho smesso di credere nei numerini portafortuna, per superstizione preferisco il classico cornetto rosso !

Dunque, siamo in partenza per Napoli, il viaggio è monotono, non ascolto neanche Mina perchè il lettore cd è chiuso nelle valigie, e avevo anche il desiderio di ascoltare il cd che Piera ha regalato agli intervenuti alla serata, un cd con canzoni come "Cry", "Sabati e domeniche", "Se c'è una cosa che mi fa impazzire", "La coppia più bella del mondo", "Questo Settecento", "A chi" e molte, quasi tutte, erano versione live !

 

Arnaldo : Prendi Ottavio, è buono, assaggia, è la N'Duya, viagra calabrese ...

Ottavio : Grazie Arnaldo, ma ancora non c' ho bisogno ...

Arnaldo : Ma è buono !

Ottavio : Si lo so ... ma per ora ce la faccio ancora !

Arnaldo : Eh ... ?!

Ottavio : Si ... magari tra qualche anno !

 

A Roma salgono dei greci, non capisco nulla di ciò che dicono, ma riesco appena a comprendere che stanno parlando bene dell'Italia che stanno visitando ... almeno credo !
Intanto il viaggio giunge al termine, arrivo a casa e guardo il filmato delle "Tre giornate di Milano" (ma non erano 5 ?!? Ma non siamo mica in guerra ?!? ... stesso la nostra vita è una guerra continua !) !
Un filmato di 87 minuti, alla quale vengono aggiunti anche filmati extra, come 3 minuti inediti dal raduno del 29 novembre del Mina Fans Club, dove come grande cerimoniera c'era Platinette, poi viene mostrato in anteprima un mio ritratto (con uno sguardo severo e una faccia molto seria), e un piccolissimo filmato di "Pappa di latte" con sottofondo di "E se domani" (strumentale) e i fulmini sulla fotografia ... uno stranissimo montaggio !!!
La VHS ha un pò il sapore malinconico, aspro, si vede che è stata girata con nostalgia, ma con tanto amore, specialmente non vi dico che emozione vedermi al computer di Piera o ai piedi di Mina, o che impressione mi ha fatto vedermi di notte, guardare la finestra e sospirare ...

... certe cose si fanno quando non puoi dormire !

 

 

 

Penso che un sogno così non ritorni mai più ...

ero partito felice da Napoli in su,

poi d'improvviso venivo da Mina rapito

e cominciavo a cantare al cielo infinito !

Cantare oh oh, con Mina oh oh oh,

lassù nella casa del nord,

felice di stare tra i lord,

e cantavo cantavo cantavo

intonando canzoni 

e strofette d'amor,

mentre Piera pian piano appariva

con gli occhi suoi blu,

la mia Mina felice cantava

un sogno d'amor !

Cantare oh oh, sognare oh oh oh,

con tutti stasera io qui,

con tutti io canto di più ...

cantare ... con te !

 

(Ottavio dedica questo rifacimento di "Nel blu dipinto di blu" a Mina e a tutti i presenti all'incontro del 27/12)

 

Paolo Driussi & Franco Lo Vecchio

 

Che cosa vuoi sapere, è meglio non sapere,
che cosa vuoi sapere, è meglio non sapere,
l'amore che mi chiedi
non può finire bene !

 

Piera   Ottavio

 

 

Su un trenino blù merè
che vien sull'arcobalen,
il nuovo anno eccolo eccolo eccolo che arriva !
Buon anno e tante cose belle,
un cielo tutto stelle
spenda ognor lassù !
Buon anno il cuore mio vi dice,
un tempo più felice
risplenda ognor quaggiù !

 

(Pezzi tratti da "Amore disperato" e "Auguri di buon anno")

 

Caro Ottavio, il tuo treno era uscito dalla stazione ed aumentava di velocità. Ho sentito un vuoto allo stomaco e un nodo alla gola. Come un mese fa. Le parole sono rimaste nella mia mente, in silenzio.
Sono tornato al bar dove avevamo mangiato tu un panino con la cotoletta, io un toast. Come il mese scorso. Come fosse un rituale. Tu un'acqua minerale, io un'aranciata in lattina.
Solo, in mezzo a tutta quella gente, ho affrancato le cartoline: le tue e le mie. Poi le ho impostate nell'atrio della stazione.
Di tanto in tanto alzavo lo sguardo al tabellone. L'Euro Star delle 14.55 per Venezia Santa Lucia sarebbe partito dal binario 7. La pioggia continuava a scendere.
Preso posto nella mia carrozza, in attesa che anche il mio treno partisse, nella mia mente passavano tutti i ricordi di quelle nostre quarantotto ore a Milano. E già provavo un sentimento di nostalgia e di rimpianto per quelle nostre briciole di vacanza.
Ormai il treno sfrecciava in aperta campagna. Dal finestrino si intravedevano in lontananza gelsi avvolti in una nebbia leggera, casolari apparentemente disabitati.
La stazione di Brescia. Il mio pensiero è andato a Franco Lo Vecchio. Non è retorica quando dico che Franco è una delle persone più intelligenti che io abbia mai conosciuto.
Il treno è ripartito da Brescia ed io ho pensato che è triste ritrovarsi soli. Il mondo è pieno di persone sole: vivono di giorno, lavorano, stanno in mezzo alla gente e poi tornano in una casa vuota, dove non le aspetta una luce accesa.
Ho ripensato a quella bellissima serata da Piera. A tutti i luoghi dove ci ha accompagnati Arnaldo.
A tutte le cose belle che ci fatto scoprire ed che ci ha illustrato, al tempo che ci ha dedicato.
Penso che mi piacerebbe rivivere quella sera. Penso che mi piacerebbe avere quei cari amici così vicini e così felici di stare con noi. Arnaldo, Lukasss, Marcello, Luigi, Emilio, Danielino, Giuseppe, Max...
Poi penso al pranzo a casa di Arnaldo. A quella bellissima atmosfera. Al calore di una vera famiglia. Penso ai genitori di Arnaldo e ricordo i miei.
Soprattutto a mio padre che mi manca così tanto.
Credo che a volte io mi eviti di pensare a lui, a qualsiasi cosa, a quando ridevamo insieme, a quando parlavamo, a quando andavamo in villeggiatura, nella medesima località balneare, da quasi vent'anni....
Perché fa ancora troppo male.
E mi manca tanto.
E spero che lui lo sappia; non che veda il mio dolore, ma che sappia che è sempre qui, nel mio cuore, anche quando fa male.
Si dice che la fine dell’anno è tempo di consuntivi e previsioni. Ma anche senza voler a tutti i costi aderire al luogo comune, da un po’ avevo voglia di ripensare ad alta voce a certe cose del mio passato, per chiarirmi le idee su quello che mi aspetta, su quello che viene. E scriverle qui, in un certo senso, è proprio come dirle ad alta voce.
Ottavio, non so che altro aggiungere. Hai raccontato tutto tu, anche i più piccoli particolari.
Ascolto Mina e molte cose si mettono in movimento.
Perché riesce a risvegliarmi dentro delle sensazioni collegate a te. Lo stupore che mi da, scoprire che mi hai inciso dentro nuove parole e nuove storie, con la naturalezza di chi non sa quello che può donare. La voglia di sorridere ancora e di sentirti ridere. L’arrivo di questi giorni che chissà perché aspettavo così tanto, in una fase della mia esistenza in cui i miei "vorrei" sono cosi pochi.

Grazie per la tua presenza nelle mie giornate!

 

Carissimo Paolo,

il tuo messaggio è arrivato come sempre diretto al cuore, molto sentito, molto esplicito, molto emozionante, e di solito queste emozioni veritiere fanno piangere il cuore, ma non di gioia, di dolore, e forse ogni tanto è anche bene dare al memento un senso di amarezza, dare a noi stessi la capacità di piangere, così ci accorgiamo cosa veramente abbiamo desiderato nella nostra vita, come ad esempio i genitori e allo stesso momento contrasta questo pensiero il dolore della perdita, pensiamo alle persone che ci fanno sorridere, le persone che si fanno stare bene e le vorremmo, artisticamente parlando, tutti come nel "Cenacolo" di Leonardo Da Vinci che abbiamo visto a Milano, tutti uniti vicino alla tavola, tra un buon bicchiere di vino rosso come quello che abbiamo bevuto a casa di Arnaldo, dinanzi a un piatto di penne con speck e zucchini al profumo di zafferano come quelle che abbiamo preso come cena la prima sera del nostro arrivo, la sera che anticipava l'incontro con tutti i fans di Mina, uno più disperato, folle, innamorato e minoso dell'altro, ognuno con i suoi pensieri, i suoi ricordi, le sue emozioni e i suoi dolori nascosti, ognuno con qualcosa da dire ...
Sono stati 3 giorni bellissime, giusto 48 ore, ce ne sono capitate di varie, ci prendevamo in giro dicendo "Siamo sempre dei provinciali", abbiamo riso per il furtivo bacio della ragazza dato a me, quel bacio che ho ricevuto da una ragazza che non ho mai visto prima e continuo tuttora a non sapere nè il nome nè chi sia, sono stati giorni che ci hanno unito ancora di più, pranzare a casa di Arnaldo è stata una delle piccole grandi soddisfazioni, mi ha fatto rimpiangere un pò di non aver conosciuto mai i nonni, e mi ha fatto dispiacere pensare che il giorno successivo sarei partito per ritornare chissà quando ...
Ma l'intesa è una malattia ! Ci siamo visti ! Ci siamo scelti a vicenda come padre e figlio ! Il bene che spesso si vuole a un genitore è istintivo ... e per me è stata la stessa cosa ! Ti ringrazio perchè continui a sopportarmi di continuo, io così preso da questo viaggio avevo alti e bassi d'umore, ma metti anche la stanchezza ... ma devo dire che sono state giornate bellissime e ne porto un bel ricordo !
Certo tra i 2 viaggi milanesi non ci può essere mai confronto, non so trovarlo, non so dire quale sia stato migliore, uno per certi versi e uno per altri, uno per questo e uno per quello, e quindi non posso dirlo, ma mi ha fatto piacere rivedere la Milano che mi ha fatto sognare, anche se stavolta l'ho trovata un pò malinconica, ma forse ero io un pò troppo malinconico e nostalgico, e il tutto si vede nel filmato ... il tutto è stato riportato nei 90 minuti di filmato che in questi giorni vedrete tu, Franco, Piera, Arnaldo e qualcun'altro che me ne farà richiesta sui vostri schermi ....

 

 

 

 

Uappa ... com'è brutta la lontananza !

 

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