INCONTRI MINOSI
- 27 dicembre 2003 -
Ottavio placidamente sul divano della casa di Piera, guarda la sua Mina in "Dalla Bussola 72"
Un momento, che
prima di partire c’è da obliterare il biglietto. Almeno per il tratto Udine -
Mestre. Poi c'è l'Euro Star.
Il problema sarà trovare il mio posto. Il numero stampato sul biglietto è
incomprensibile. E poi non troverò il numero sul sedile, perché i progettisti
pubblici lo hanno nascosto nel posto più improbabile.
Tra le cose che mi accolgono perfettamente funzionanti c’è, purtroppo,
l'altoparlante. La lingua parlata dal personale di bordo è un Ital-manageriale
“Benvenuti a bordo spettabili utenti, lo staff di Euro Star è a Vostra
completa disposizione per rispondere a ogni Vostra esigenza...”. Perfino le V
maiuscole si possono sentire!
Con l'Euro Star si viaggia solo per lavoro. Dev’essere per questo che i pochi
disperati con bagaglio passano le pene dell’inferno. Nello strettissimo
corridoio centrale passa al massimo una 24 ore. Passerò metà del viaggio
guardando gentili signore sovrappeso che disincagliano valigie tra i sedili e
l’altra metà disincagliando le signore stesse, a loro volta incastrate.
Chi ha progettato il sedile dell'Euro Star lavorava certamente alle Poste, perciò
odia il mondo intero e si è voluto vendicare. Passi per lo schienale, diritto e
rigido come una sedia da osteria. Ma perché l’appoggiatesta sporge in avanti?
Visti di profilo sembriamo dei punti interrogativi. Anzi, Totò quando fa la
marionetta. Se proviamo ad assopirci la testa ci cade in avanti. Segue un
istantaneo risveglio. Dunque, riassumendo: dormire non si può, guardare dal
finestrino neanche. Non resta che dar sfogo alla più grande passione italiana:
telefonare!
Non ho mai visto tanti portatili in azione. Giuro: sono sopravvissuto a brain
storming di manager del nord est, a tradotte traboccanti di congedanti, a
pullman di quindicenni in gita. Ma un simile concerto di squilli, trilli e
dialoghi citrulli è troppo anche per me. L’italiota di fronte apre le danze
un nanosecondo dopo la partenza: “Pronto? Sono io. Sì, siamo appena partiti.
Tutto bene, sì. Ti richiamo. Ciao”. Tre minuti dopo: “Pronto? Sì, sono io.
Tutto bene, sì. Siamo in viaggio da tre minuti. Ti richiamo. Ciao”.
Quello a destra cerca tale ingegner Bertoldin per una questione di vita o di
morte: “Miotto, buongiorno. C'è l’ingegner Bertoldin? A sciare in Austria?
Dovevo assolutamente parlare con lui! Vabbè, mi il perito Francesconi. Perito
Francesconi? Come va? Morto? Ma quando? Che diamine! Lei è l'usciere? Ma certo,
posso chiedere a lei: com'è il tempo lì? Sole? Che meraviglia!”
A sinistra due ragazzi con apparecchi ultramoderni chiamano amici, scrivono
mail, inviano smiley, leggono sms, scambiano giochi, giudicano suonerie. E si
sfidano a tacche: “Tre tacche per me!” “Rabbia, io ne ho solo due!”.
“Buttalo via, quel cesso!” “In effetti ha già sei mesi...” Nell’aria
risuonano elise, valchirie, quinte, sambe, rumbe, grandi classici e piccoli hit.
Confesso. Lo faccio anch'io: "Ottavio, dove sei? Sei già arrivato a Roma?
Io fra poco arrivo a Mestre e cambio".
Il momento topico nella zona delle gallerie: le linee cadono (com’è normale)
e tutti si agitano come bestie, lavorando di pollice e indice per rifare numeri
e riallacciare conversazioni: “Ah, finalmente, sono io, era caduta la linea.
Stavo dicendo che sono io. tutto bene, sì. Sono in viaggio da quattro ore e
dieci minuti. Ti rich...(altra galleria) ... Pronto! Pronto? Pronto!!!” Di
nuovo panico.
Poi finalmente anche Ottavio arriverà a Bologna.
Quando lo speaker annuncia in ital-manageriale che manca un quarto d’ora a
Milano, il treno ha un sussulto. Sebbene dall’inizio del viaggio lo stesso
speaker ripete l'invito ad “abbassare il volume dei telefonini” gli squilli
si moltiplicano e le conversazioni raggiungono l’apice. Come un sol uomo,
tutti si alzano e si accalcano davanti alle porte. Naso contro naso, le
conversazioni si mischiano. “Ciao sono io, sono in viaggio da quattro ore e
venti minuti. Ora sono quattro ore e ventuno minuti. Ventidue. Ti richiamo.
Ciao.”
Saranno i poggiatesta, sarò la fretta dell’italiano che lavora, ma l’ultimo
quarto d’ora di viaggio lo passano tutti così, in piedi davanti alla porta,
alitando sui telefonini altrui. Io resterò fermo e tranquillo al mio posto,
convinto di aver fatto la scelta migliore. Poi capisco. Ci sono sette
pesantissime valigie da tirare cavallerescamente giù.
Milano STAZIONE CENTRALE.
SMS a Ottavio. "Ottavio, io sono arrivato in perfetto orario. Ti
aspetto...."
Paolo Driussi
Le canzoni di Mina che ci hanno tenuto compagnia in questi tre giorni : Stile libero (musica dei titoli di coda del filmato) - Certe cose si fanno (scena del video interpretato da Ottavio nella camera d'albergo) - La voce del silenzio (Interpretata da Mina a "Teatro 10") - Amor mio (interpretata da Mina a "Teatro 10" con ritornello cantato da Piera) - Fiume azzurro (cantata da Mina nel DVD "Dalla Bussola 72") - Io vivrò senza te (cantata da Mina nel DVD "Dalla bussola") - Una donna una storia - Un anno d'amore - La canzone di Marinella - L'ultima occasione - Se telefonando - Un bacio è troppo poco - Sacumdì sacumdà - Addio - I problemi del cuore - Attimo per attimo - Se tu non fossi qui - Ancora ancora ancora (brano tratto dallo speciale televisivo "Schegge") - L'importante è finire (brano tratto dallo speciale televisivo "Schegge") - Un uomo col cappello sugli occhi (cantata da Mina nelle parodie del Quartetto Cetra in "Biblioteca Studio Uno") - Si (versione francese di "Vorrei che fosse amore", ascoltata in automobile con una Milano piovosa) - Ne la crois pas (versione francese di "Non credere", ascoltata in automobile al semaforo con un simpatico gioco di luci a cui si può assistere solo guardando la videocassetta) - Canzone appassiunata (musica dei titolo di coda del filmato) - E se domani (versione strumentale su breve filmato realizzato utilizzando la copertina dell'album "Pappa di latte") - Mi mandi rose (canzone che chiude la videocassetta, con una ripresa a un ritratto di Ottavio, che mostra uno sguardo severo, una faccia spensierata ma profondamente triste ...) .
Milano, sembra ieri ... aspetta ma era ieri !
Questa mattina la
tristezza è scesa in cuore, i motivi sono vari, il primo è quello di essere
ritornato a casa, anche se non è un dolore, infatti ho gradito molto questo
week-end milanese di tre splendide giornate in compagnia di Paolo, Arnaldo,
Franco, Piera ed altri amici minosi.
E' un periodo in cui sono molto confuso, sembra che pensi sempre al futuro
teatrale, ma non solo, al futuro in generale, tra 6 mesi ho gli esami di maturità,
la cosa non mi terrorizza ... in questo periodo mi sento un pò giù
fisicamente, non ci vuole tanto a farmi stancare, e a tratti pare che sono
addirittura irrascibile e precipitoso, sembra che sto scappando da qualcosa che
non conosco, sembra che cerco qualcuno o qualcuna ma che non riesco a trovare
nonostante i miei sforzi, e in questi periodi ho una strana e straziante
"paura della solitudine", rispetto a prima "voglio stare in
mezzo", voglio esprimere i miei sentimenti e le mie angoscie (solo che
quasi nessuno riesce a comprenderle), in questo periodo spesso sento in me come
uno strano senso di vuoto, forse sarà che non ho ancora trovato una ragazza che
si è realmente innamorata di me, forse non ho trovato l'affetto che cerco da
una ragazza, forse non ho trovato ancora il punto d'assesto dei miei pensieri,
ma forse non so ... sarà pigrizia !
Devo dire che queste giornate milanesi per me sono state fondamentali, rivedere
questa grande città a distanza di 28 giorni ha fatto nascere in me tanta gioia,
tanto senso critico e tanto amore per le persone che ho conosciuto lì o grazie
al mio primo viaggio a Milano, ed ho provato, scoprendo ancora più a fondo i
bellissimi luoghi che ci ha mostrato Arnaldo Dabbene, sensazioni magiche ... al
cenacolo di Leonardo sono stato colto da "visione mistica" se così si
può definire, infatti ho immaginato Cristo e gli apostoli animati dalla mente
geniale di Pier Paolo Pasolini, dal dipinto al cinema ... dalla figura piatta
alla profondità ! Ma torniamo a quando io, partito venerdì 26 dicembre alle
ore 6.40 da Acerra, sono giunto a Napoli alle ore 7.00, partito dalla stazione
centrale alle ore 7.30 e giunto a Milano alle ore 14.00 !
Il viaggio è stato abbastanza monotono, ho incontrato una simpatica ragazza
quasi alla fine del viaggio e abbiamo scambiato due chiacchiere, ricordo che il
suo nome è Irene, ma il resto del viaggio sono stato in compagnia di persone
che di scambiare due parole non ne volevano proprio sapere, io d'altra parte non
è che ci tenevo tanto, ascoltavo Mina in "Finalmente ho conosciuto il
conte Dracula" e una vecchia raccolta che masterizzai con canzoni del tipo
"E poi", "Breve amore", "Uappa", "L'ultima
occasione", "Stile libero" ... (piegò i vestiti sulla strada e
nel Naviglio si tuffò, stile libero ecco cos'è, con quelle gambe e quelle
braccia ci puoi provare pure te, guarda un pò che bel sole che c'è, guarda la
gente che è annegata e sembra viva più di me).
Però avevo notato un signore, di aspetto giovanile, che stava ascoltando il
"teatro canzone di Giorgio Gaber", mentre leggeva un libro che pareva
scolastico, ma non ho sbirciato più di tanto, l'argomento non mi interessava,
certo se avessimo parlato di Giorgio Gaber poteva anche nascere una bella
discussione, ma nelle vacanze di Natale interessarmi alla scuola è come se un
carcerato in libertà pensa di dover tornare in prigione ... e che nessuno me ne
voglia, ho la mia età, ed è naturale che vedo la scuola come un piccola
prigione, del resto se fosse come la intendo io, non sarei certo così schivo ad
andarci !
Arrivo quindi alla
stazione di Milano, e lì c'è Paolo ad aspettarmi, io sono imbottito di vestiti
: scarpe nere, pantalone nero largo, maglia nera e dorata lunga, colletto di
lana nero con filature dorate, occhaili scuri modello Mina, basco grigio a righe
e in mano due valigie molto pesanti, c'era di tutto in quelle valigie !
Paolo mi riconosce subito, e io trattengo un piccolo sorriso, poi saluti e
abbracci e ci incamminiamo verso il bar-ristorante della stazione, ma era
strapieno, quindi tagliando la testa al toro ho esclamato a Paolo "Pà
andiamocene dal qui, prendiamo un taxi e andiamo in albergo, posiamo i bagagli e
magari mangiamo qualche cosa per strada".
Paolo ha seguito il mio consiglio, preso il taxi, siamo andati all' Hotel
Demidoff in Via Plinio 2 (località Lima). La mia camera era la 104 e quella di
Paolo era la 102 ! Abbiamo notato che sulle pareti c'erano fotografie di vips e
autografi vari (da Samuele Bersani a Daniele Silvestri, quasi "Mezzo
Veleno", come ha esclamato Paolo riferendosi all'album di Mina editato
nell'autunno 2002).
Posati i bagagli, ci siamo organizzati per raggiungere
Arnaldo in Piazza Duomo, ma prima in località San Babila dovevamo ritirare tre
biglietti già prenotati per lo spettacolo "Fame, saranno famosi - il
musical", e mentre stavamo camminando per via Giacomo Matteotti ho
riconosciuto l'attore italiano Jimmy il fanomeno (vero nome Luigi Origene
Soffrano), caratterista di molte commedia all'italiana, dai film con Totò,
Paolo Villaggio e Adriano Celentano alle commedie pecoraccie degli anni settanta
e ottanta che avevano come protagonisti quasi sempre Alvaro Vitali, Lino Banfi,
Edwige Fenech, Gloria Guida, Leo Colonna, Renzo Montagnani, Mario Carotenuto,
Gigi Ballista e così via ... tutti uniti insieme con tanti altri caratteristi
come Jimmy !
Lui ci ha chiesti chi erevamo, io ho detto spigliatamente "Io sono un
attore di teatro di Napoli" e lui "E che ci fai qui ?", io
"Sono qui per un fine settimana" e lui ha fatto cenno di capire, poi
ci ha detto erratamente che al Teatro Nuovo c'erano Tullio Solenghi e Massimo
Lopez.
Dopo pochi ci siamo diretti al Teatro Nuovo e abbiamo preso i biglietti già
prenotati precedentemente da Paolo, lo spettacolo era alle ore 20.45 !
Abbiamo telefonato Arnaldo e subito dopo l'abbiamo raggiunto alle spalle del
Duomo, che è stata la nostra prima tappa, siamo infatti saliti con l'ascensore
sulla vetta del Duomo, e da qui ho cominciato s svegliarmi un pò, infatti ero
ancora un pò smorto dal viaggio, ero ancora un pò stressato dalle rotaie del
treno e dal forte calore del condizionatore che mi aveva fatto venire un mal di
testa che solo a pomeriggio inoltrato è sparito definitivamente. Qui sulla
vetta ho cominciato a sbizzarrirmi un pò con qualche battuta e ho rotto un pò
il ghiaccio.
Avevo notato una ragazza che stava fotografando il panorama milanese, e avevo
chiesto a Paolo "Secondo te di dov'è quella ragazza ?" (sono troppo
provinciale, appena vedo un visino simpatico cerco di radiografarla ?! Ma no ...
curiosità da turista), e Paolo "Secondo me è spagnola" e io
"Secondo me è napoletana", poi è sopraggiunto Arnaldo alla
discussione che non sapeva cosa dicevamo ma ha capito che ho detto "Paolo,
un metodo c'è per capire se la ragazza è spagnola o napoletana", Arnaldo
e Paolo incuriosendosi mi hanno chiesto quale fosse questo metodo e io
guardandomi intorno ho urlato "Jammucenne jà" e dopo quattro o cinque
secondi ho detto a Paolo "Paolo è spagnola" . Il trucco sta nel
parlare ad alta voce in napoletano, magari facendo un richiamo di lontananza, se
una persona ha sangue partenopeo si gira di scatto anche se non conosce chi ha
parlato, siccome la ragazza non si era girata, ho capito subito che era spagnola
!
Insomma, poi ho fatto simpatiche battute che sinceramente non ricordo, si vedeva
che erano spontanee e quindi difficilmente posso ricordare quanto detto, ma
ricordo però le risate di Paolo e Arnaldo.
L'area dei Navigli di Porta Ticinese, nel sud di Milano, è nota a tutti i milanesi, che sono abituati a considerarla un pezzo importante della memoria collettiva di questa città e della sua iconografia. Le immagini dei vecchi canali immersi nella nebbia con le chiatte che risalgono la corrente sembrano racchiudere la storia di questa città cresciuta a dismisura nel cuore della pianura. L’angolo delle Lavandaie: l'immagine di una Milano a scala umana, dai ritmi lenti dei cortili, dagli odori antichi delle travi
Poi ho rivisto, illuminato da addobbi natalizi e da scritte d'auguri, il
Naviglio Grande (Nato nel 1177 scopo difensivo, il Naviglio che convoglia le
acque dell'Adda e del Ticino, ebbe in seguito uno scopo pratico per
l'irrigazione ed il funzionamento dei mulini. In esso possiamo distinguere tre
grandi bracci : Il Naviglio Grande, il Naviglio di Pavia e il pittoresco
Naviglio della Martesana, che ha dato origine alla Darsena di Porta Ticinese).
Una cosa che mi ha colpito è stato anche l'angolo delle lavandaie, che mi ha
ricordato anche una scena di un film della quale non ricordo il titolo e ad
essere sincero neanche gli interpreti.
Infine al Centro
abbiamo cenato al ristorante "Flash, pomodo e basilico", forse il nome
accompagnava lo stile dei lampadadri del locale, infatti c'erano pomodori
vistosamente posticci e foglie di basilico di vetro soffiato, bellissimi
lampadari che non esitato a filmare, stringendo il campo sulle strane e
originali rifiniture un pò liberty, artisticamente parlando !
Dopo la cena, abbiamo raggiunto il "Teatro Nuovo" per assistere allo
spettacolo "Fame" portato se non erro per la prima volta in Italia, un
cast molto affiatato, e ogni interprete aveva grandi qualità canore, sensibilità
da palcoscenico, e riuscivano a trasmettere quasi sempre emozioni che smuovevano
persino il punto più nascosto del cuore, io mi sono anche commosso con una
dolcissima canzone americana.
Lo spettacolo è stato una sorpresa, alla fine tutti, anche il pubblico, hanno
cantato il brano originale del musical, il tema principale dell'opera che ha
ispirato film e serie televisive che hanno spopolato specialmente negli
adolescenti degli anni ottanta, forse ognuno di noi vuol sentirsi protagonista o
amico di un protagonista, ognuno forse nella vita desidera di essere non solo
spettatore.
Finito lo spettacolo abbiamo salutato Arnaldo dandoci appuntamento per il giorno
successivo alle ore 8.00 al Cenacolo di Leonardo Da Vinci, e io e Paolo in
metropolitana abbiamo raggiunto il nostro albergo in Via Plinio, intanto io e
Paolo parlavamo del più e del meno, già erano cominciato dal pomeriggio i
discorsi minosi, e continuavano per il breve viaggio in metropolitana, la prime
delle due volte in cui abbiamo trovato posto a sedere.
Ci siamo ritirati in albergo verso l'una e qui è accaduta una cosa molto
strana, ma veramente molto strana. Io mi stavo ritirando nella mia camera,
quando d'improvviso una ragazza mi ferma, e senza dire una parola mi guarda e
subito mi bacia appassionatamente, alla fine di questo "strano" bacio,
ha detto "Da tanto desideravo questo momento, grazie ..." e mi ha
fatto ricordare un pò la scena di un film con Adriano Celentano e Claudia Mori,
il titolo al momento mi sfugge, dopo questo bacio è scappata senza dire altro
oltre a quello sopra scritto, infatti io pensavo tra me e me "Ma per chi
cacchio m'avrà preso questa ?", qualcun'altro al posto mio, o forse anche
io, avrebbe pensato o detto apertamente "Con questa ragazza non finisce
qui", e io sono rimasto invece pietrificato vicino al muro, a dire il vero
non sapevo cosa pensare e cosa dire, appena mi sono ripreso ho spedito un SMS a
Paolo scrivendo l'accaduto, e la sera al raduno dei fans di Mina è diventato
argomento di pubblico dominio, anche perchè non nascondo che la cosa mia ha
divertito, non nascondo che pensandoci provo un senso di tenerezza per quel
ragazzo pietrificato vicino al muro con occhialoni scuri e basco, un pò
strambato dall'accaduto.
Una notte insonne, ho dormito pochissimo, e ho preferito fare una doccia,
guardare un pò di televisione, l'ultimo telegiornale della notte prima della
"rassegna stampa", poi con la mia telecamera ho realizzato un
minivideo che mi ha impegnato un'ora della notte, infatti con il sottofondo di
"Certe cose si fanno" cantata da Mina, sono stato protagonista di un
video, io che da solo mi affaccio alla finestra, guardo l'ultimo tram che va
via, la chiudo silenziosamente e mi siedo sul davanzale delicatamente pensando,
molto triste, pensieroso, la faccia è quella di uno che si nasconde dietro i
grandio occhiali scuri per nascondere o qualche lacrima o per ingannare sè
stesso allo specchio, la faccia di uno che nasconde dietro gli occhiali la
mancanza di compagnia, la solitudine ... lo si nota, e l'ho notato quando stavo
girando il video, che guardandomi allo specchio controllo il "filo di
barba", accarezzandomi delicatamente il collo con l'indice e il medio della
mano ! Una scena che ora rivedendola mi rattrista, forse mi manca ancora
qualcuno o qualcuna o ancora qualcosa, e credo che mi mancherà ancora nei
prossimi giorni, nelle prossime settimane e nel tempo che verrà, e magari anche
in futuro, ma spero in un futuro non troppo lontano !
Sono le 6 del mattino, invio un SMS a Paolo "Quando sei sveglio chiamami
così scendiamo a fare colazione".
Siamo scesi alle 7.20 a far colazione con caffè, latte, ciambelline al riso con
scaglie di cioccolato, crostata di cioccolato fondente, tartine con scaglie di
cioccolato e nutella ... poi sono tornato nella mia stanza per prendere la
macchina fotografica e la telecamera e dopo scese le scale, io e Paolo abbiamo
depositato la chiave in portineria e abbiamo aspettavo il taxi, nel frattempo
imitavo la Sora Augusta maritata Cecioni al telefono ... Paolo rideva, io ogni
tanto anche ridevo, ma di rado rido a ciò che dico io ... non sono uno che ride
sempre, anche se molti mi conoscono con il sorriso stampato !
Alle ore 8.00
raggiungiamo il Cenacolo di Leonardo dove troviamo Arnaldo che sta prenotando la
visita.
"La sala del Refettorio del convento già dei Domenicani alla chiesa delle
Grazie, è resa celebre dal magnifico dipinto di Leonardo Da Vinci
rappresentante la Cena degli Apostoli. In esso le figure e soprattutto quella di
Cristo che sembra parlare, sono di una magnificenza senza eguale. Disgraziatamente
sembra destinata a scomparire, nonostante i restauri che vennero eseguiti".
L'ultimo restauro di cui ha parlato Arnaldo e che già Paolo mi accennava
precedentemente, risale a tutti gli anni Ottanta sino alla fine degli Anni
Novanta. Infatti Paolo ricorda che nel 1988, in una puntata di "Portobello",
il famoso Enzo Tortora sale in taxi a Milano per andare a visitare in diretta
televisiva "L'ultima Cena" di Leonardo in continua restaurazione.
Nella stessa stanza, che come già anticipata, era il refettorio dei frati, c'è
anche la crocifissione, che ricordo utilizzai in una delle prime stesure di
"Pamabù", prendendo dei particolari specifici dall'opera, ma che poi
rimossi, inserendo la "crocifissione" di Bellini.
Dopo la visita al Cenacolo di Leonardo, dove abbiamo assistito a uno spettacolo
visivo e mentale bellissimo, ci siamo recati al Castello Sforzesco che sorge nei
pressi di Via Dante se non erro.
Con il Castello Sforzesco c'è anche la Torre del Filarete di Luca Beltrami
dedicata alla memoria di Re Umberto.
Dopo il Castello Sforzesco, ci siamo salutati con Arnaldo dandoci appuntamento a
casa sua per pranzare, io e Paolo eravamo ospiti in casa Dabbene, ma prima
dovevamo passare per l'albergo dove dovevamo cambiarci per stare poi verso le 16
a casa di Piera.
In albergo ho avuto modo di prendere il mio papillon nero (Del mio meglio n.3) e
mettermi una camicia bianca e una giacca nera, poi un blue jeans scuro.
Alle ore 13.30 siamo giunti a casa di Arnaldo in taxi, ad aprirci la porta c'era
Arnaldo, ma subito ho potuto fare la conoscenza con i suoi formidabili e
simpaticissimi genitori, il pranzo era già pronto, aspettavano tutti noi per
mangiare, il menù era buonissimo, una polenta che non ho mai mangiato prima,
una specialità trentina con patate e sedano, poi lo spezzatino, i cavolfiori, i
funghi che avevano un sapore molto forte, come da sempre desideravo. Ricordo però
soprattutto la polenta, calda e buonissima ! Veramente mi sono sentito tra
amici, a mio agio, i genitori di Arnaldo sono fortissimi, e ho anche avuto
occasione di visitare la "collezione minosa" con rarità di ogni tipo,
vedevo anche album doppi in confezione speciale che non avevo mai visto prima,
la videocassetta del video di "Che t'aggia dì" con i disegni
realizzati da Mauro Balletti, il famoso cartone animato dove Mina e Adriano
Celentano diventano Paperino e Paperina ... un video che da quando l'ho aggiunto
alla mia collezione guardo spesso, ho visto anche la sfilza di cd ordinati
cronologicamente, e la discografia minosa riportata accuratamente da Arnaldo in
un libro da lui realizzato, una operazione certosina.
Finito il pranzo e scattate due fotografie, siamo scesi dalla casa di Arnaldo e
ci siamo diretti a casa di Piera, una grande emozione che ripeterei ogni giorno.
Piera è al quarto piano. Saliamo in ascensore e appena giunti troviamo un
gruppo di amici minosi che ci stavano aspettando : Piera e suo marito Enzo,
Hajiba, Massimiliano Del Prete, ma soprattutto l'istrionico e simpaticissimo
Franco Lo Vecchio, se l'altra volta mi colpì tanto la personalità, lo stile,
il carisma e il modo di fare di Platinette, questa volta mi ha colpito molto
Franco, una persona che voglio veramente tanto bene, una persona che oserei
definire "... di cuore" !
A casa di Piera ci siamo ritrovati tutti, io ho portato da Napoli la pastiera e
gli struffoli che ha preparato mia madre con la mia collaborazione ! Sono molto
contento che sia piaciuta a tutti ! Insomma, una atmosfera famigliare, mi sono
sentito subito a casa e bambinescamente mi divertivo a ruzzolare sul divano
guardando la Mina !
Sul megaschermo intanto c'erano pezzi tratti da "Teatro 10" e la Mina
cantava anche "Amor mio", una canzone che amo tantissimo. Intanto alla
serata c'erano anche Emilio, Marcello, e successivamente Luigi Proto e il
simpaticissimo Lukasss. Telefonicamente ci siamo collegati anche con Mario
Basile, Isabelle Iezzi, Franco Ghetti e Marina Donato.
Regnava una atmosfera felice, abbiamo anche guardato il filmato del 29 novembre
2003 diretto da me, abbiamo poi guardato "Mina nei caroselli Barilla"
e "Mina live dalla Bussola '72" ! Poi abbiamo visto anche molte rarità
come la Mina che canta "Il conformista" e "Chi siete",
abbiamo visto anche alcuni servizi di Vincenzo Mollica e anche altre rarità di
Mina, brani televisivi con Pippo Baudo, il Quartetto Cetra, Rita Pavone e il
maestro Gianni Ferrio che dirigeva l'orchestra della Rai.
"Ti prego non
andare via, per un paio di occhi chiari ... via dalle mie mani c'è un deserto
senza fine, volami nel cuore che si straccia il mondo intorno a me ... e volami
nel cuore non puoi andartene via, via, via". Ero al computer di Piera e
nella mia testa si ripetevano 2 o 3 canzoni, una tra queste è "Volami nel
cuore" ... "Non andare via, ma se proprio devi andare, sai come si
dice, va e sii felice, non dovrei ma ti ringrazio per il bene che mi hai dato,
volami nel cuore, che si straccia il mondo intorno a me ..." !
Intanto scrivevo sul mio forum, sul forum della Tigre, e alle mie spalle c'erano
Piera che io ho baciato spesse volte, ho accarezzato come si fa solo a una
persona che si vuole veramente bene, guardavo la bellissima Hajiba che si dava
da fare, Arnaldo e Paolo che alle mie spalle discutevano, forse prevedevano la
visita del giorno seguente alla Pinacoteca di Brera, e Dario Gay che ogni tanto
si allontanava fuori al balcone per fumare una sigaretta.
E intanto con noi c'era Mina, lei più bella che mai !
Franco Lo Vecchio ed Emilio lasciano il gruppo, e poco prima era arrivato
Danielino di Firenze con due suoi amici, e intanto alcuni guardavano la
fotografia di Piera con Massimiliano Pani, gli autografi lasciati da Mina, le
tantissime fotografia di una Mina bella, giovane, grassa, magra, spettinata, da
sola e in compagnia, in concerto o per strada, sonnacchiosa o vivace ... insomma
l'atmosfera era molto intima !
Una bella serata, io restavo strabiliato da tutte le premure di Enzo e Hajiba,
ed è quest'ultima che ha scritto i nomi di noi presenti in arabo. Il mio è un
nome simpaticissimo.
Mina & Company forever !
E tutti uniti abbiamo dato inizio alla panettonata, e io giggioneggiavo tra un
panettone, un bicchiere di spumante e uno di succo di pompelmo, avevamo chiamato
Raffaele, avevamo quindi poi deciso di non andare tutti in pizzeria al Moulin
Rouge ma di continuare a divertirci a casa di Piera con la nostra Mina !
La serata volgeva ormai quasi al termine, e tutti quanti ci siamo salutati,
della serata abbiamo conservato canzoni, fotografie, filmati e le preziosissime
interviste di Oka (madame dell'Oie), abbiamo assaporato la simpatia di Orietta
che era stata scaricata da un camionista in zona, e la stessa ha ammesso ancora
una volta pubblicamente di amare il suo muflone, il Bobo Vieri che tanto la fa
stramazzare, la fa straripare sessualmente, la affievolisce i pensieri ...
almeno credo. La Orietta è stata con noi stasera con i suoi occhiali scuri e
spessi, con il suo cappello e con il suo ombrello dell'Inter, del resto con
Orietta era impossibile trovare l'ombrello o un gadget della Sampdoria, del
Milan, del Napoli, della Juventus, della Roma, dell'Atalanta o del Lazio ... per
forza l'Inter ! ... e questo anche perchè, credo, in casa Mazzini si tifa Inter
... bandiera nera e blu !
Tutti quanti ci salutiamo, in televisione stavano trasmettendo "Torno
sabato e tre", lo spettacolo del sabato sera condotto da Giorgio Panariello,
come ospite c'era Rita Pavone, al suo ritorno dopo il rischio della perdita di
vita di qualche mese fa, giorni che hanno tenuto con il fiato sospeso molti fans
della cantante, ma anche tutti gli italiani che amano ancora l'arte vera !
"Ciao Piera ci sentiamo telefonicamente" - "Ciao Massimiliano, ci
sentiamo prossimamente" - "Dario che piacere mi ha fatto
incontrarti" - "Va bene Lugione, alla prossima allora, ti invierò un'
e-mail" - "Ciao Hajiba, ci vediamo quanto prima" ... intanto
Paolo, Arnaldo e io siamo usciti dalla casa di Piera salutando tutti, io
salutavo napoletanamente il marito di Piera ...
In macchina abbiamo parlato del più e del meno e abbiamo ascoltato una Mina in
francese, la prima canzone della scaletta era "Si" (Vorrei che fosse
amore, 1968) .... pioveva, e io non ho esitato a filmare questo magnifico
scenario, la pioggia bagnava Milano, le canzoni di Mina in francese, i semafori
in pieno funzionamento che picchiavano contro il lunotto dell'automobile di
Arnaldo facendo entrare nella macchina un piccolo e piacevole raggio di luce
rossa che si posava sulla sul mio basco grigio (grigio grigio ... vai col grigio
... grigiare oh oh ...) !
Rientriamo in albergo, prima di andare nelle nostre stanze prendiamo qualcosa al
bar come la sera precedente, io prendo un caffè ristretto e Paolo un succo
d'arancia. Dopo io vado nella mia camera, e Paolo si fa una fragorosa risata
quando vede me che apro l'armadio per vedere se c'è qualcuno, poi sotto il
letto, poi addirittura nel frigobar e nel bagno ... guardo Paolo e quasi
sorridendo dico "Eh, non si può mai sapere, sai com'è di notte in questo
albergo ...", Paolo aveva capito che io alludevo alla strana e brevissima
esperienza della sera precedente, una scena surreale, cinematografica, una scena
anche comica volendo, a me pare che tutto c'era tranne che la passione,
convulsamente a volte riprendo l'accaduto e rido ... !
La notte trascorre
tranquilla, mi sveglio anche un pò in ritardo, ho dormito le regolamentari 8
ore di sonno, e appena alzato, mi lavo, mi vesto e metto un pò in ordine le
valigie visto che è giorno di partenza, è il giorno dell'atteso ma non
desiderato ritorno a Napoli. Intanto frettolosamente vado a bussare alla porta
di Paolo e scendiamo giù a far colazione, lui mi guarda e io "Nessun
incontro strano, andiamo giù" ... dopo la colazione (cibi uguali al giorno
precedente, solo che in più io prendo una rosetta di pane).
Prendiamo un taxi e ci dirigiamo a Brera dove ci aspetta Arnaldo. La visita si
apre con la statua di Napoleone e successivamente con la Pinacoteca di Brera.
Nella pinacoteca ci sono dipinti famosissimi, prima li avevo visti solo su testi
di storia dell'arte, c'è lo "Sposalizio di Maria Vergine" di
Raffaello, la "Pietà" del Bellini, il "Cristo Morto" di
Mantegna, il ritratto di Alessandro Manzoni, famosissimo, spesso fa da sfondo
alle copertine dei testi di antologie della letteratura italiana, vi è anche la
"Madonna del Roseto" di Luini.
Mi ha colpito anche la prevalenza di immagini di San Sebastiano, e la vistosa
esposizione che riguardano la crocifissione, dato che in testa a me pansavo
"Ma guarda 'sto Cristo quante volte l'hanno fatto morì", c'erano
anche altre opere raffiguranti santi, la natività, ritratti e scene di vita
popolari.
Un quadro amo tantissimo, ed è "Il bacio", quanti ricordi, quanti
amori, quante emozioni ... (baciami, mi voglio dissetare nel tuo amore,
bruciante è il desiderio dei tuo baci, sulle mie labbra ancora c'è il sapore,
baciami rapita dal profumo del tuo amore, voglio morire con le tue carezze,
fammi sentire i palpiti del cuore, mentre le nostre bocche in una sola, si
fondono con languida dolcezza, al nostro amore l'anima s'immola, la storia
eterna dell'umanità, stringimi, stringimi forte forte amore mio, sussurrami
pian piano tante cose, dimmi che m'ami come t'amo io, dimmi che tutto tutto sei
per me) ... Alla fine delle visita prendiamo dei gadget, io prendo una penna che
sul tappo raffigura appunto "Il bacio", poi un quaderno rosso con una
piccola immagine in copertina de la "Fiumana", rifacimento o opera
originale (questo non ricordo, nonostante la spiegazione di Arnaldo) de "Il
quarto stato".
Intanto usciamo dalla Pinacoteca, quando riaccendo il cellulare trovo tantissimi
squilli e sms, poi salutiamo affettuosamente Arnaldo, espandendo il saluto anche
ai suoi grandi genitori, e quindi Paolo e io prendiamo il taxi per raggiungere
l'Hotel Demidoff e prendere i nostri bagagli e salutare definitivamente il
personale dell'albergo. Mi è rimasta impressa una ragazza del personale che è
della Basilicata ma lavorava in quell'albergo e quindi si era trasferita a
Milano, infatti quella mattina io rientrando in camera canticchiavo, e lei
carina mi ha chiesto simpaticamente "Allegro eh stamattina ?! Per la
partenza ?!" e io di rimango "No, anzi, il contrario, se fosse per la
partenza piangerei. Sono contento perchè mi sono trovato benissimo questi tre
giorni a Milano e in questo albergo" e lei "Di dov'è lei ?" e io
"Io sono di Napoli", lei "Io della Basilicata, veniamo entrambi
dal sud" e abbiamo scambiato due chiacchiere mentre lei premurosa mi
aiutava a non dimenticare niente ... le stavo simpatico !
Mi ricordo che canticchiavo una canzone che non conosco, nata così, con ritmo e
parole inventate, nato mentre giravo la chiave nella serratura della porta della
mia stanza ... una canzone che esprimeva la mia tristezza per la partenza
forzata da questa bellissima città !
Prese le valigie io e Paolo ci siamo recati con il taxi alla stazione, prima
eravamo stati in galleria fare due passi e a pestare "le palle al
toro" che si trovava sotto i piedi del maestoso albero natalizio al centro
della galleria, quasi di fronte alla BMG RICORDI ... bellissima Milano ...
bellissima la galleria ... bellissimi gli artisti di strada ... carinissime le
ragazze ... belle le vetrine !
In stazione spediamo le cartoline, io prima di partire mangio un panino con
cotoletta alla milanese, Paolo prende un tost e una aranciata, io invece
preferisco bere acqua, poi c'è il viaggio di ritorno, salgo sul treno, Paolo mi
accompagna fino al Vagone, è la carrozza numero 7, mio numero portafortuna,
almeno fino a qualche tempo fa era così, ora ho smesso di credere nei numerini
portafortuna, per superstizione preferisco il classico cornetto rosso !
Dunque, siamo in partenza per Napoli, il viaggio è monotono, non ascolto
neanche Mina perchè il lettore cd è chiuso nelle valigie, e avevo anche il
desiderio di ascoltare il cd che Piera ha regalato agli intervenuti alla serata,
un cd con canzoni come "Cry", "Sabati e domeniche", "Se
c'è una cosa che mi fa impazzire", "La coppia più bella del
mondo", "Questo Settecento", "A chi" e molte, quasi
tutte, erano versione live !
Arnaldo : Prendi Ottavio, è buono, assaggia, è la N'Duya, viagra calabrese ...
Ottavio : Grazie Arnaldo, ma ancora non c' ho bisogno ...
Arnaldo : Ma è buono !
Ottavio : Si lo so ... ma per ora ce la faccio ancora !
Arnaldo : Eh ... ?!
Ottavio : Si ... magari tra qualche anno !
A Roma salgono dei
greci, non capisco nulla di ciò che dicono, ma riesco appena a comprendere che
stanno parlando bene dell'Italia che stanno visitando ... almeno credo !
Intanto il viaggio giunge al termine, arrivo a casa e guardo il filmato delle
"Tre giornate di Milano" (ma non erano 5 ?!? Ma non siamo mica in
guerra ?!? ... stesso la nostra vita è una guerra continua !) !
Un filmato di 87 minuti, alla quale vengono aggiunti anche filmati extra, come 3
minuti inediti dal raduno del 29 novembre del Mina Fans Club, dove come grande
cerimoniera c'era Platinette, poi viene mostrato in anteprima un mio ritratto
(con uno sguardo severo e una faccia molto seria), e un piccolissimo filmato di
"Pappa di latte" con sottofondo di "E se domani"
(strumentale) e i fulmini sulla fotografia ... uno stranissimo montaggio !!!
La VHS ha un pò il sapore malinconico, aspro, si vede che è stata girata con
nostalgia, ma con tanto amore, specialmente non vi dico che emozione vedermi al
computer di Piera o ai piedi di Mina, o che impressione mi ha fatto vedermi di
notte, guardare la finestra e sospirare ...
... certe cose si fanno quando non puoi dormire !
Penso che un sogno così non ritorni mai più ...
ero partito felice da Napoli in su,
poi d'improvviso venivo da Mina rapito
e cominciavo a cantare al cielo infinito !
Cantare oh oh, con Mina oh oh oh,
lassù nella casa del nord,
felice di stare tra i lord,
e cantavo cantavo cantavo
intonando canzoni
e strofette d'amor,
mentre Piera pian piano appariva
con gli occhi suoi blu,
la mia Mina felice cantava
un sogno d'amor !
Cantare oh oh, sognare oh oh oh,
con tutti stasera io qui,
con tutti io canto di più ...
cantare ... con te !
(Ottavio dedica questo rifacimento di "Nel blu dipinto di blu" a Mina e a tutti i presenti all'incontro del 27/12)
Paolo Driussi & Franco Lo Vecchio
Che cosa vuoi sapere, è meglio non sapere,
che cosa vuoi sapere, è meglio non sapere,
l'amore che mi chiedi
non può finire bene !
Piera Ottavio
Su un trenino blù merè
che vien sull'arcobalen,
il nuovo anno eccolo eccolo eccolo che arriva !
Buon anno e tante cose belle,
un cielo tutto stelle
spenda ognor lassù !
Buon anno il cuore mio vi dice,
un tempo più felice
risplenda ognor quaggiù !
(Pezzi tratti da "Amore disperato" e "Auguri di buon anno")
Caro Ottavio, il
tuo treno era uscito dalla stazione ed aumentava di velocità. Ho sentito un
vuoto allo stomaco e un nodo alla gola. Come un mese fa. Le parole sono rimaste
nella mia mente, in silenzio.
Sono tornato al bar dove avevamo mangiato tu un panino con la cotoletta, io un
toast. Come il mese scorso. Come fosse un rituale. Tu un'acqua minerale, io
un'aranciata in lattina.
Solo, in mezzo a tutta quella gente, ho affrancato le cartoline: le tue e le
mie. Poi le ho impostate nell'atrio della stazione.
Di tanto in tanto alzavo lo sguardo al tabellone. L'Euro Star delle 14.55 per
Venezia Santa Lucia sarebbe partito dal binario 7. La pioggia continuava a
scendere.
Preso posto nella mia carrozza, in attesa che anche il mio treno partisse, nella
mia mente passavano tutti i ricordi di quelle nostre quarantotto ore a Milano. E
già provavo un sentimento di nostalgia e di rimpianto per quelle nostre
briciole di vacanza.
Ormai il treno sfrecciava in aperta campagna. Dal finestrino si intravedevano in
lontananza gelsi avvolti in una nebbia leggera, casolari apparentemente
disabitati.
La stazione di Brescia. Il mio pensiero è andato a Franco Lo Vecchio. Non è
retorica quando dico che Franco è una delle persone più intelligenti che io
abbia mai conosciuto.
Il treno è ripartito da Brescia ed io ho pensato che è triste ritrovarsi soli.
Il mondo è pieno di persone sole: vivono di giorno, lavorano, stanno in mezzo
alla gente e poi tornano in una casa vuota, dove non le aspetta una luce accesa.
Ho ripensato a quella bellissima serata da Piera. A tutti i luoghi dove ci ha
accompagnati Arnaldo.
A tutte le cose belle che ci fatto scoprire ed che ci ha illustrato, al tempo
che ci ha dedicato.
Penso che mi piacerebbe rivivere quella sera. Penso che mi piacerebbe avere quei
cari amici così vicini e così felici di stare con noi. Arnaldo, Lukasss,
Marcello, Luigi, Emilio, Danielino, Giuseppe, Max...
Poi penso al pranzo a casa di Arnaldo. A quella bellissima atmosfera. Al calore
di una vera famiglia. Penso ai genitori di Arnaldo e ricordo i miei.
Soprattutto a mio padre che mi manca così tanto.
Credo che a volte io mi eviti di pensare a lui, a qualsiasi cosa, a quando
ridevamo insieme, a quando parlavamo, a quando andavamo in villeggiatura, nella
medesima località balneare, da quasi vent'anni....
Perché fa ancora troppo male.
E mi manca tanto.
E spero che lui lo sappia; non che veda il mio dolore, ma che sappia che è
sempre qui, nel mio cuore, anche quando fa male.
Si dice che la fine dell’anno è tempo di consuntivi e previsioni. Ma anche
senza voler a tutti i costi aderire al luogo comune, da un po’ avevo voglia di
ripensare ad alta voce a certe cose del mio passato, per chiarirmi le idee su
quello che mi aspetta, su quello che viene. E scriverle qui, in un certo senso,
è proprio come dirle ad alta voce.
Ottavio, non so che altro aggiungere. Hai raccontato tutto tu, anche i più
piccoli particolari.
Ascolto Mina e molte cose si mettono in movimento.
Perché riesce a risvegliarmi dentro delle sensazioni collegate a te. Lo stupore
che mi da, scoprire che mi hai inciso dentro nuove parole e nuove storie, con la
naturalezza di chi non sa quello che può donare. La voglia di sorridere ancora
e di sentirti ridere. L’arrivo di questi giorni che chissà perché aspettavo
così tanto, in una fase della mia esistenza in cui i miei "vorrei"
sono cosi pochi.
Grazie per la tua presenza nelle mie giornate!
Carissimo Paolo,
il tuo messaggio è arrivato come sempre diretto al cuore, molto sentito, molto
esplicito, molto emozionante, e di solito queste emozioni veritiere fanno
piangere il cuore, ma non di gioia, di dolore, e forse ogni tanto è anche bene
dare al memento un senso di amarezza, dare a noi stessi la capacità di
piangere, così ci accorgiamo cosa veramente abbiamo desiderato nella nostra
vita, come ad esempio i genitori e allo stesso momento contrasta questo pensiero
il dolore della perdita, pensiamo alle persone che ci fanno sorridere, le
persone che si fanno stare bene e le vorremmo, artisticamente parlando, tutti
come nel "Cenacolo" di Leonardo Da Vinci che abbiamo visto a Milano,
tutti uniti vicino alla tavola, tra un buon bicchiere di vino rosso come quello
che abbiamo bevuto a casa di Arnaldo, dinanzi a un piatto di penne con speck e
zucchini al profumo di zafferano come quelle che abbiamo preso come cena la
prima sera del nostro arrivo, la sera che anticipava l'incontro con tutti i fans
di Mina, uno più disperato, folle, innamorato e minoso dell'altro, ognuno con i
suoi pensieri, i suoi ricordi, le sue emozioni e i suoi dolori nascosti, ognuno
con qualcosa da dire ...
Sono stati 3 giorni bellissime, giusto 48 ore, ce ne sono capitate di varie, ci
prendevamo in giro dicendo "Siamo sempre dei provinciali", abbiamo
riso per il furtivo bacio della ragazza dato a me, quel bacio che ho ricevuto da
una ragazza che non ho mai visto prima e continuo tuttora a non sapere nè il
nome nè chi sia, sono stati giorni che ci hanno unito ancora di più, pranzare
a casa di Arnaldo è stata una delle piccole grandi soddisfazioni, mi ha fatto
rimpiangere un pò di non aver conosciuto mai i nonni, e mi ha fatto dispiacere
pensare che il giorno successivo sarei partito per ritornare chissà quando ...
Ma l'intesa è una malattia ! Ci siamo visti ! Ci siamo scelti a vicenda come
padre e figlio ! Il bene che spesso si vuole a un genitore è istintivo ... e
per me è stata la stessa cosa ! Ti ringrazio perchè continui a sopportarmi di
continuo, io così preso da questo viaggio avevo alti e bassi d'umore, ma metti
anche la stanchezza ... ma devo dire che sono state giornate bellissime e ne
porto un bel ricordo !
Certo tra i 2 viaggi milanesi non ci può essere mai confronto, non so trovarlo,
non so dire quale sia stato migliore, uno per certi versi e uno per altri, uno
per questo e uno per quello, e quindi non posso dirlo, ma mi ha fatto piacere
rivedere la Milano che mi ha fatto sognare, anche se stavolta l'ho trovata un pò
malinconica, ma forse ero io un pò troppo malinconico e nostalgico, e il tutto
si vede nel filmato ... il tutto è stato riportato nei 90 minuti di filmato che
in questi giorni vedrete tu, Franco, Piera, Arnaldo e qualcun'altro che me ne
farà richiesta sui vostri schermi ....
Uappa ... com'è brutta la lontananza !