Questa pagina è dedicata a informazioni varie che non hanno trovato giusta collocazione in altre sezioni del primo sito internet nel mondo dedicato a quello che era, a quello che è, e a quello che sempre sarà il mito o meglio il "fenomeno Claudio Villa", la voce all'italiana che tutto il mondo ci invidia. A cominciare dalla fotografia in basso, che è la figurina "N. 112", della serie "Cantanti e personaggi dello spettacolo" editata da Panini nel 1968, uno degli anni d'oro della carriera di Claudio Villa. Di seguito vi riportiamo cosa appariva sull'album "25 anni di canzoni" editato dalla Cetra, in occasione dei 25 anni di carriera del reuccio :

 

Claudio Villa in una rarissima figurina Panini editata nel 1968 per un album dedicato ai personaggi dello spettacolo italiano.

 

Sono 25 anni che Claudio Villa canta, e in tutto questo tempo, continuando a parlar male di lui, sono diventato suo ammiratore e suo amico. Che sia una grande voce, e un artista autentico, nessuno lo mette in dubbio. Ma si era in polemica per i suoi atteggiamenti, per l'uso che della sua voce faceva. Parlava come un re ai sudditi, nei primi anni dorati del successo, i fanatici prostrati al suo passaggio irritavano. E perchè si ostinava a cantare - repertorio, gorgheggi - come se fossimo ancora ai tempi in cui una canzone era un cocktail di lacrime e miele? Sono passati gli anni. Claudio ha avuto momenti oscuri e poi è tornato in auge; lo hanno messo ancora da parte, ed è tornato su; può essere sempre il cavallo vincente. Un uomo così, qualunque cosa faccia, è un'eccezione. E da questa esperienza, ha tratto una saggezza assai più concreta di quanto possa far pensare il suo personaggio carico di vitalità. Quando si è giovani e si ha successo, un successo enorme come il suo, si è portati a vedere la folla, le facce, come innumerevoli puntini e basta, cifre per gli Uffici Stampa. Ma se si scende di quota e non ci si arrende, e si risale, allora si capisce che cosa vuol dire quella folla: tanto esseri autentici, vivi, ognuno col suo sangue, con i suoi sentimenti. Villa lo ha capito e la lezione gli è servita per arricchire la sua umanità. Può essere battagliero quanto volete, se ha da affrontare ciò che considera (a torto o a ragione) una ingiustizia, una cattiveria, su questo piano non si arrende mai. Ma non sarà mai stupidamente aggressivo per presunzione, per interesse. Si scopre un uomo generoso, testardo, leale, pronto a pagare i suoi sbagli, se ne fa, impulsivo. E sempre quella voce che può splendere in tutti gli squilli, piegarsi a tutte le dolcezze di una melodia. Ma qui incomincia l'altro discorso. Se i nostri tempi hanno altre vibrazioni, altre risonanze e dissonanze, anche nella canzone, Villa non finisce con esprimere qualcosa che è perfetto ma staccato dalla vita che viviamo? Le canzoni che esegue ci sarebbero ugualmente se non dovessero servire per il suo repertorio? Potrebbe Villa stesso cercare nuove strade nel suo modo di cantare, nei suoi pezzi? E' un discorso che ci porterebbe troppo lontano. Ma Villa ha ragione quando dice ai contestatori :"Potete ignorarmi, fischiarmi, ma quale diritto avete di insultarmi, di tirarmi le uova ?". Ha ragione quando dice : "Il vostro stesso atteggiamento, la vostra violenza, confermano che sono sempre alla ribalta; e dò qualcosa a tutti gli altri, alla folla che continua ad ascoltarmi, che mostra di amarmi. Altrove i grandi cantanti continuano a dare ciò che possono, secondo la loro personalità: coesistono con i nuovi, li vedono arrivare, tramontare, sparire; loro restano. Anche a me è successo così, ho diritto di essere rispettato anche da chi non mi ama". Certo, ha ragione Villa quando dice queste cose. Nell'Italia degli anni '40, '50, '60 solo lui ha "tenuto" per tanto tempo nel mondo della canzone; ed è ancora un re. Un fenomeno così non sarebbe successo se, in un modo o nell'altro, Villa non fosse un uomo vivo, un artista vivo, oggi come 25 anni fa.

Vincenzo Buonassisi

 

A queste parole di Vincenzo Buonassisi seguivano fotografie, e l'esatta traduzione in inglese. Inoltre anche una piccola ma buona biografia arricchisce il disco che contiene tra l'altro brani come "Mexico", "Quando il giorno muor", "Il tuo mondo", "Binario", "'O sole mio" e "Non pensare a me". Di seguito è riportata la già citata minibiografia :

Claudio Villa (il suo vero nome è Claudio Pica) nacque a Roma il 1° gennaio 1926 in una famosa via di Trastevere : via della Lungara. A quel tempo il piccone non aveva ancora incominciato a ferire il quartiere più popolare dell'Urbe e forse per questo Claudio ricorda con particolare affetto la canzone "Casetta 'de Trastevere" che così bene riassume il sentimento dei "romani de Roma" davanti alla necessità dell'urbanistica moderna. A Trastevere, appunto, nacque in Claudio la voglia di cantare. Il padre lo voleva avvocato, ma dovette adattarsi a quella che credeva una mania giovanile del ragazzo. Claudio aveva già avuto una passione per la boxe, ma i suoi clamorosi successi di cantante, lo convinsero, nel 1944, a dedicarsi all'arte canora. Dopo una scrittura con una modesta compagnia di varietà, Claudio passò via viaa locali notturni alla moda e a compagnie sempre più importanti. Iniziò contemporaneamente a incidere dischi e nel '47 esordì alla Radio, con l'orchestra di Tito Petralia. Il resto della carriera del "reuccio della canzone" - festivals, tournèes, premi, films, records discografici - è storia troppo nota in Italia e all'estero perchè occorra soffermarcisi. Pochi lo sanno, ma Claudio Villa, tra i suoi primi ammiratori, può vantare un nome veramente illustre, Trilussa, il vecchio poeta romano, il quale - qualche anno prima della sua scomparsa - volle concedere al giovane cantante un riconoscimento molto significativo, il "diploma di romanità", "un diploma" - disse Trilussa - "che tende a sottolineare i pregi e i difetti di questo simpatico ragazzo, nato e cresciuto nel quartiere più popolare di Roma: la cordialità, l'invadenza, la sicurezza, l'aggressività, e, soprattutto, la generosità..." -. La sua intramontabile fortuna dimostra nel modo più convincente che Claudio Villa è un cantante "professionista" ricco di doti intrinseche, di serietà, di costanza e del tutto meritevole di un successo che non è dovuto al caso o a mode passeggere. Claudio Villa ha oggi al suo attivo un vastissimo repertorio di dischi, alcuni dei quali - incisi per la Cetra - sono stati venduti in centinaia di migliaia di copie. Sue interpretazioni particolarmente felici sono : Ave Maria, Addio sogni di gloria, Arrivederci Roma, Campane di Piazza San Pietro, Cancello tra le rose, Carrozzella romana, Chitarra romana, Era di maggio, Firenze sogna, Granada, Luna rossa, Mamma, Mexico, Piazza Navona, Signora fortuna, Stornelli a pungolo, 'O sole mio, Non ti scordar di me, La Novia. Notevoli sono le sue recenti raccolte in microsolco di "Canzoni celebri" (in cinque dischi), di "Stornelli romani" e di pezzi di successo romani e partenopei, "Villa canta la sua Roma" e "Villa canta Napoli". Claudio Villa si è inoltre proposto al pubblico anche nella veste di cantautore ed ha portato ad un brillante successo le sue canzoni "Binario" e "Vico 'e notte". Ma l'incisione di cui Villa è più orgoglioso - e con ragione - è il suo ultimo microsolco "Villa canta l'operetta", dove finalmente la sua bella voce può piegarsi su un tessuto musicale ricco ed armonioso e passa con garbata maestria dalle arie più delicate e romantiche alle più vivaci e festose si Strauss e Lehar. L'intramontabile cantante ha raccolto forse i suoi più bei successi personali nei vari "Festivals di Sanremo", dove si è sempre piazzato con onore ed è stato vincitore per ben quattro volte (ultima delle quali nel gennaio '67, con "Non pensare a me"), nonchè nell'importante gara televisiva abbinata ogni anno alla Lotteria di Capodanno e nota col nome di "Canzonissima". In tale gara Villa si è sempre distinto: nel '65 l'ha vinta con "'O sole mio", nel '67 ha riportato un vero trionfo con "Granada" e nel '69, entrato fra i sei finalisti sull'onda di milioni di voti popolari, si è piazzato al secondo posto con la canzone "Povero cuore". Nell'estate del '69 il campione ha dato l'ennesima prova del suo vigore artistico con una clamorosa vittoria al Festival Internazionale di Spalato, ove si è assicurato il primo e il secondo posto con le canzoni "Il tuo mondo" (Nono, moj dobri nono) e "Un anno di più". Di eccezionale interesse sono inoltre le lunghe tournèes all'estero che Villa compie ogni anno e che costituiscono altrettanti giri attorno al mondo. I suoi concerti applauditissimi si ripetono quasi annualmente in Canada, negli Stati Uniti, in Germania, in Svizzera e, nel '68, persino in Corea. Ciò che sostiene Claudio Villa in questa enorme attività è una volontà ferrea, un sano ottimismo e, naturalmente, il pieno successo che riscuote ovunque. "Sono il Bartali della canzone", dice sorridendo questo magnifico cantante. Il suo morale è altissimo. La sua grande tenerezza è il figlio Mauro, un bel pezzo di sedicenne che lo segue ovunque ed è fierissimo del suo papà sempre - giovane.

 

Claudio Villa festeggia a "Buona domenica 1986" il suo sessantesimo compleanno d'età con il giornalista Maurizio Costanzo, da anni amico ed estimatore del reuccio.

 


 

Non è poco noto che Claudio Villa fosse una buona forchetta, infatti era un amante della buona cucina (italiana in particolare, anche se in tournèe non disdegnava di assaggiare piatti di altre terre che comunque dimostrava apprezzare). Da bambino Claudio è stato abituato alla vera cucina romana di Mamma Ulpia, donna che aveva le "mani d'oro" e che per sempre farà ricordare a Claudio una ricetta che secondo il reuccio "nessuno mai faceva come lei", cioè i "carciofi alla romana". In una intervista, la moglie Patrizia afferma che Claudio le ripeteva spesso "Ah, i carciofi come li faceva mi madre ...", anche perchè la cucina di Patrizia era tipicamente napoletana, e con quella romana era nelle "corde" di Claudio. Di seguito la ricetta dei "carciofi stufati" secondo una vecchia tradizione tramandata da Elena Fabrizi (ovvero la Sora Lella) a tutti i romani :

 

CARCIOFI STUFATI

Ingredienti per 4 persone : 8 carciofi - 100 g. di pancetta - una manciata di prezzemolo tritato - una manciata di parmigiano grattugiato - 1 spicchio d'aglio - 1/2 limone / 4 cucchiai d'olio d'oliva - sale.

Pulite i carciofi eliminando le foglie più dure e metteteli a bagno in acqua acidulata con il succo di mezzo limone. Nel frattempo tagliate la pancetta magra molto finemente, mettetela in una terrina col parmigiano grattugiato, il prezzemolo e l'aglio tritati e mescolate bene il composto. Scolate i carciofi, asciugateli e allargate le foglie; quindi riempiteli col ripieno preparato e disponeteli in piedi in un tegame. Bagnateli con l'olio di oliva, regolate di sale e stufateli a fuoco basso e recipiente coperto per tre quarti d'ora. Servite ben caldo.

A Claudio nostro, l'abbraccio di tutti i trasteverini ...

 

Claudio marito ideale, che ogni donna vorrebbe avere accanto.

 


ERA IL 14 SETTEMBRE 1964 QUANDO ...

In occasione della festività di "San Cuono" il 14 settembre 1964, Claudio Villa tenne ad Acerra un concerto che chi ebbe la fortuna di ascoltare, lo ricorda ancora oggi come evento memorabile. Ecco una testimonianza che ho personalmente raccolta da una persona presente a quella serata : "Una volta ad Acerra venivano i grandi nomi della canzone italiana e napoletana, da Sergio Bruni ad Achille Togliani, da Renato Carosone a Giacomo Rondinella, da Aurelio Fierro a Rita Pavone, da Claudio Villa a Nunzio Gallo, da Giulietta Sacco a Nino Taranto, da Mario Trevi a Peppino Di Capri. (...) Claudio Villa venne ad Acerra il 14 settembre del '64. Raggiunse la piazza principale dove si teneva il concerto con un auto, dalla quale scese, la folla non si accorse subito di lui, ma dopo il concerto, quando tutti seppero dove si trovava Villa fu inondato da un bagno di folla. Claudio aveva due giacche, una che indossò per lo spettacolo e una che già indossava quando andò via. Poi una cravatta nera. Era molto elegante, i bambini intorno gli facevano festa e cantavano "'O sole mio" in coro. Questa piccola scena da "teatrino dell'Ottocento" che sembra uscita da un film di Vittorio De Sica spiega anche l'amore di Villa per Napoli, dell'accoglienza che da sempre gli ha riservato il popolo partenopeo che lo porta nel cuore e lo ricorda con affetto. Claudio Villa nel '64 cantò moltissime canzoni napoletane, una bellissima "'Na sera 'e maggio" con quanto fiato aveva in gola che se ne stava cadendo il bar del "rosso", il Castello e la statua del milite Ignoto, per poco non suonavano anche le campane del Duomo ...". Sotto vi proponiamo un particolare di una fotografia scattata quella serata, che troverete in formato completo nella "Galleria fotografica virtuale Claudio Villa", presente in questo sito. Nella fotografia l'attuale impiegato comunale Raffaele Scialò, uno dei fortunati presenti a quel grandioso concerto.

 

 

INDIETRO