CLAUDIO VILLA
di Ciro
Discepolo, dal libro "Da Costanzo a Nilde Jotti", edizioni Ricerca
'90, 1992
La notizia ha lasciato
tutti increduli: Claudio Villa, presentando la sua seconda bambina, Aurora, ai
giornalisti, ha dichiarato che entro un anno si ritirerà dal mondo della
canzone. Non c'è stato bisogno né della divisione Folgore, né della camicia
di forza: dice di voler abdicare "sponte voluntate". Naturalmente,
come astrologi, non ci crediamo affatto. E come potremmo?
Intanto perché
sull'impero di un Capricorno "arrivato" non tramonta mai il sole e
poi perché il Capricorno in oggetto è uno che ha sempre detto cose del tipo
"Sono er più", "Io e Sinatra siamo alla pari", "I
giovani cantanti sono senza c.", e via celebrandosi. Ogni sua apparizione
è uno show, una cantilena di attacchi a "quelli che gli vogliono
male", un'esibizione che rischia di diventare, da un momento all'altro,
un saggio di culturismo, con Villa compresso a mostrare i muscoli in una posa
da gladiatore. Credeteci, un uomo così non si ritira. Forse darà un colpo di
timone alla propria attività professionale, forse cambierà stile o si lancerà
in nuove iniziative, ma in quanto a gettare la spugna, ci sembra più
probabile che venga trovato il petrolio sotto il Campidoglio, anziché vedere
Claudio Villa cantare soltanto per le sue bambine e per la moglie Patrizia,
anche lei quasi una bambina.
Questo eccezionale
personaggio, così simile per certi aspetti a Kassius Klay, è così
strettamente imparentato a Narciso che difficilmente potrà sottrarsi al
godimento di tenere conferenze stampa per parlare di sé, delle sue doti
eccezionali, delle congiure con cui lo si vorrebbe eclissare. Egli vive nel
mito del proprio do naturale che effettivamente è al livello di una magnum
44. Il suo sogno ricorrente lo vede impegnato in una mutazione biologica che,
facendogli lievitare ancora di qualche decibel la voce, gli permetta di
mandare in frantumi i vetri di tutto un quartiere con un acuto, secondo il
leit motiv "chi ce l'ha più grosso è il numero uno". L'ombra di
Freud sorride in disparte.
No, Claudio Villa
continuerà a modulare le onde medie, corte e cortissime con le note di
Granada, canterà ancora la sua Marina, Marina, Marina, come se fosse la cosa
più normale del mondo, ci riproporrà Binario come a una prima. La sua
sicurezza (?) è disarmante, la sua ostentazione di certezze assolute
disorienta, la sua presunzione è tanto grande da sottrarre ogni forza
polemica a chi gli sta davanti. I suoi sono paradossi troppo a dismisura per
essere affrontati.
Alle spalle di tutto ciò
si staglia, chiaramente, doveva capirsi subito, un gigante di argilla, un
campione di sensi di inferiorità ipercompensati. Claudio Villa è nato a
Roma, a Trastevere per la precisione, il 1 gennaio 1926, alle 20.30. È dunque
un Capricorno con Ascendente in Leone e con la Luna in Leone. Questo segno è
fortissimo nel suo oroscopo anche perché il Sole, al momento della sua
nascita, era nel quinto settore del cielo, corrispondente proprio ad esso. Ciò
spiega il narcisismo, la presunzione, la boria del suo carattere. Lo stesso,
unito a Mercurio in Sagittario, aiuta a comprendere come egli sembri mancare
totalmente di autocritica, come riesca a prendersi sul serio quando fa i
comizi. Pare non lo sfiori neanche il dubbio che la sua retorica confini con
la sceneggiata. Ai valori Leone deve anche l'atteggiamento recitativo, quello
per esempio che lo fa piangere in televisione quando parla della madre,
scagliando via dagli occhi, con il dorso della mano, lacrime che, a giudicare
dalla forza impiegata nel gesto, dovrebbero essere grandi come ciliege.
Claudio Pica,
ribattezzato Villa, ebbe un'infanzia difficile e sofferta, in cui dovette
lavorare ben presto, prima vendendo abusivamente acqua minerale e poi facendo
l'apprendista in una cartiera. Questo primo impatto combattivo con la vita,
alla conquista di un posto al sole, ha lasciato un segno dentro di lui,
finendo per dargli una visione conflittuale dell'esistenza, una sorta di
piccola paranoia (la Luna in dodicesima Casa e Nettuno dominante
all'Ascendente): i giornalisti lo perseguitano, alla Rai lo odiano, i padroni
della musica vorrebbero vederlo in ginocchio. Di qui il suo spirito da
combattente, l'impegno quotidiano, la guardia sempre alta, l'atteggiamento da
bullo, l'aria fiera e polemica. Da bambino si ammalò gravemente di logorrea e
da allora non ha più smesso di parlare: sembra un fiume in piena,
inarrestabile.
Il Capricorno è
certamente la chiave di lettura di tutto ciò, il Capricorno e la statura
bassa: si tratta di un'accoppiata che ha sempre prodotto grossi complessati
alla conquista del mondo. A ciò si deve aggiungere Nettuno all'Ascendente,
quadrato a Saturno e sesquiquadrato (1° 36') al Sole, che indica chiaramente
problemi psicologici di fondo, mancanza di sicurezza, ossessioni, stati
depressivi. Con gli anni anziché rientrare, questi problemi sono cresciuti,
vuoi per il naturale declino energetico fisico, vuoi per l'inattualità
artistica dello stile da lui rappresentato. Non si può dire che le sue
canzoni non piacciano più, essendo comunque dei classici, tuttavia la
pressione esercitata dalla musica dei nuovi astri nascenti nel firmamento
canoro internazionale fa sentire il problema, a lui quanto all'osservatore
critico, di un rinnovamento. Che egli possieda una voce stupenda non lo ha mai
messo in dubbio nessuno [e sia detto per inciso: noi siamo suoi grandi
ammiratori, dal punto di vista canoro], che alcune sue interpretazioni canore
siano dei capolavori sempre tali non si discute, ma ciò che rende criticabile
Villa è il trasbordare del suo problema privato, di uomo, a problema
pubblico: la gente lo vorrebbe soltanto cantante, non alfiere della sua
crociata personale in contraddittorio con tutti.
Con Saturno e Marte in
quarta Casa doveva prevedersi una seconda parte della vita difficile, un
declino tormentato, non fisiologico. E questo sarà il problema che lo vedrà
più seriamente impegnato in futuro, la vera grande prova della sua vita, il
nodo della sua maturità. Saper invecchiare è difficilissimo, così come
lasciare il potere: qui si distinguono i grandi uomini dagli altri. E per il
cantante romano purosangue è ancora più difficile con un Marte così
splendidamente messo, in Sagittario, emblema di grande esuberanza e forza
fisica. Delle sue cronache romanzate e colorate di rosa dai rotocalchi che ce
lo mostrano nelle situazioni più celebrative, forse le sole completamente
autentiche sono quelle relative al suo mito di atleta, di sportivo, di
centauro. Marte in Sagittario, ben messo, giustifica tranquillamente gli
ottocentomila chilometri fatti in moto ("cinquanta volte il giro del
mondo").
A proposito di moto è
d'obbligo consigliargli di metterla da parte per un paio di anni, fino a che
Urano non avrà esaurito il transito di congiunzione su Marte natale. Lo
stesso potrà significare, secondo un'interpretazione classica del passaggio,
anche un dispiacere affettivo o un problema di natura immobiliare, tuttavia il
primo rischio pensato sussiste, maggiormente, in un periodo di cambiamenti,
quali quelli annunciati dal soggetto. Cambiare vuol dire rompere l'equilibrio
precedente, scatenare le forze interne della resistenza, sollecitare quelle
manifestazioni dell'inconscio indirizzate a richiamare autoritariamente
l'attenzione cosciente sul problema più importante in corso. Infatti il suo
distacco dal potere, non essere più il "reuccio", il giorno che
dovesse accadere potrà essere traumatico. Alle spalle ci sono tremila motivi
incisi e oltre ventidue milioni di dischi venduti.
L'operazione in cui
dovrebbe riuscire consiste nel far vivere, il più serenamente possibile, le
due altre dominanti dell'oroscopo: Saturno al Fondo del Cielo e Venere al
Discendente, in Aquario. La prima dovrebbe rappresentare proprio una sorta di
esilio forzato, di fuga dal pubblico per un lungo tuffo nel privato più
stretto. Ma qui abbiamo molti dubbi, come detto, sulle chance di successo.
L'altra dominante, che fino a oggi ha avuto un ruolo di primo piano nella sua
riuscita artistica, potrebbe invece più facilmente virare per fargli
valorizzare la componente affettiva che è dentro di lui e che ha avuto ben
poco tempo per manifestarsi. Tutto sommato vorremmo augurargli di continuare a
essere così antipaticamente genuino e tenacemente convinto del proprio ruolo.
Vorremmo continuare a vederlo come nella prima puntata [ ma forse si trattava
della seconda] di Bontà loro, quando Costanzo gli chiese: "Ma è vero
che in quel tale posto, durante quella esibizione, il pubblico ti fischiò
abbondantemente invitandoti a tornartene a casa?". E Claudio Villa, dopo
un attimo di sgomento in cui gli si leggeva in faccia che avrebbe voluto
sprofondare sotto terra: "Sì, è vero, ma vedi è stata tutta una
manovra, era tutto preparato", e tentando di convincere gli altri
comincia a convincere anche sé stesso. "I ragazzi erano stati pagati per
fischiarmi, ma dopo sono venuti nel mio camerino a spiegarmi tutto, a
scusarsi, a dirmi che loro erano miei ammiratori, che io sono il migliore, che
io ... ".
INDIETRO