Vie privèè
Perché torno a
scrivere di Ottavio, ancora una volta, due volte, tre volte? Semplice, perché
voglio molto bene a Ottavio, l’arte ci ha fatti conoscere, se non fossi entrato
quel giorno in un minimarket non l’avrei certo conosciuto quel bambino che
piccolissimo dalle doti straordinario. Mi ricordo che da Carosone imparò canzoni
che cominciò a cantare ovunque, anche a scuola, il suo pubblico erano i
professori e i compagni di classe che lo adoravano:
Solo per le materne e le elementari, alle medie non è stato quasi mai
sopportato, neanche dagli insegnanti, specialmente dalla sua professoressa di
italiano che lo ha sempre considerato artisticamente “comparsa”, anche se
lei non l’aveva mai visto recitare e quindi non poteva giudicarlo, era un
mistero anche la riservatezza, la pesantezza di alcune parole che nemmeno lei
capiva, i suoi capelli perennemente spettinati, in quel periodo Ottavio si diede
a una alimentazione più che scorretta, ingrassando di molti chili,
fortunatamente molti li ha persi, e per una piccolissima malattia alle tonsille,
dovette assumere medicine in grande quantità, e alcune con grande presenza di
cortisone aumentavano il peso corporeo di Ottavio, questo spesso gli provocava
mancamenti di respiro, e momenti di apnea, mi ricordo quei brutti momenti, o in
altri quando cadeva nella depressione, quando si chiudeva per giorni nella sua
camera riflettendo, scrivendo, o magari suonando la chitarra o divorando
Pasolini, Pirandello e i miti greci. Mi compiaccio di essergli stato vicino in
quei momenti, aveva tanto bisogno di qualcuno che gli parlasse, che lo
ascoltasse, che dava un senso al suo pianto liberatorio, al suo stare contro…!
Il periodo della scuola media, fu bruttissimo, non riusciva a legare quasi con
nessuno, anche le serate erano diminuite, non si concedeva né tra gli amici, né
tra il pubblico, né tra i famigliari, una pausa durata quasi tre anni, dove
Ottavio non faceva altro che guardare la televisione, scrivere poesie, cantare a
più non posso (realizzammo quasi 80 musicassette in soli 3 anni in casa mia,
avevo gli strumenti per la registrazione, vennero su capolavori, Ottavio seppe
usare e studiare in quel periodo la sua voce. Nacquero in questo periodo
musicassette circolate tra amici e amanti della musica, oggi quasi totalmente
distrutte, molte andate perse, e mi ricordo che per ognuna realizzavamo una
bellissima copertina e ci preparavamo di notte per la track list definitiva per
ogni opera, tra i titoli che tutt’ora conservo nella “Discografia di
Ottavio”, che Ottavio ogni tanto rilegge con nostalgia, pensando a quei
periodi, dove cantava nascosto in casa sua o in casa mia, o quando camminava
senza farsi riconoscere, ingrassato, con occhialini scuri, cappello di lana sino
alle sopracciglia e con accollatissimi maglioni, che lasciavano poco spazio al
viso, dicevo che tra i titoli troviamo: Ottavius, l’impero è tutto mio –
Credetemi, le ho scritte proprio io – Doppio senso – Le canzoni di Totò –
Buon Natale – La canzone classica napoletana – Ho perso la carta d’identità
– Impreciso – Nei miei occhi – Concerto classico – Internazionalmente
cantando – L’evento – Ottavio dalla UNITED – Mio caro Alberto – Come
un torrente – Maiale nevrotico – Cantautore – Il macchiettista –
Carovane vaganti – Sognando – Discantandos – Povero illuso – Ottavio
live – Trasgressione – Odio e amore – Concerto di Natale – Stasera si
canta – Butter cookies – Se io non fossi qui – Il servo della tigre –
L’avaro artista – Sangue come vino – Facce di cera – L’eterno bambino
– Recital – Non abbiamo più niente da dare ai poveri…
In tutte queste opere mi firmavo con lo pseudonimo di Max Bauli quando curavo
qualche arrangiamento, o quando sceglievo la track list)... insomma, si
"pazzeggiava" un pò!