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Giovedì 28 dicembre 2006:

Il 3 gennaio 2007, alle ore 19.00, al Teatro Italia di Acerra ci sarà l'Ottava Edizione de "La Befana vien di notte", spettacolo organizzato dall'Associazione Voci del Cuore, che sarà presentato da Ottavio Buonomo con la partecipazione di Valeria Arina. Ottavio presenterà anche lo sketch inedito "Nonno Guido innamorato", dove vestirà i panni di un anziano signore che, vedovo da tanti anni, vuole risposarsi con una sua coetanea, Giuseppina, interpretata da una divertentissima Giusy Paolella (dei Cantori del Cuore). Fanno inoltre parte al cast dello sketch, in ordine alfabetico: Antonio Albachiara (Tonino, figlio di Guido), Aldo Calabrase (Peppino, vicino di casa), Valentina Ciarla (prima dottoressa), Carla Cirillo (Gelsomina, nipote di Giuseppina), Chiara Di Nardo (seconda dottoressa), Cristina Di Nardo (terza dottoressa), Angela Esposito (Claudia, figlia di Tonino), Carla Puzone (Carolina, figlia di Tonino), Ermelinda Russo (Maddalena, moglie di Tonino), Luigi Russo (Ninetto, figlio di Tonino), Katia Soriano (Caterina, moglie di Peppino, vicina di casa), Costanza Tagliamonte (quarta dottoressa). Ottavio, vestirà anche i panni di alcuni suoi personaggi e canterà uno scatenato rock and roll. Grandi protagonisti della serata i bambini del "Piccolo Coro Voci del Cuore" diretto da Maria Aprile, che interpreteranno diverse canzoni (tra cui la dolce "Una stella a Betlemme"), e ovviamente la "Befana", che sarà interpretata, da Maria Concetta Scialò... mamma di Ottavio!


Mercoledì 27 dicembre 2006:

Pubblichiamo un testo inedito di Ottavio Buonomo dal titolo "Forse...". Questo testo non sarà destinato a nessuna raccolta di opere in versi.

FORSE...

Ti guardo mentre parli
ed anche se le tue parole
le ho sentite già,
le voglio sentire ancora,
sono le stesse che mi hai detto
ieri e che mi dirai domani,
le ho sentite già
ma le voglio sentire, ancora,
come ieri, come domani.
Forse le tue parole non le ascolto,
forse sono distratto a pensarti,
forse ancora non ti ho saputo dire
quanto io ti amo, specialmente
in quei momenti in cui ti senti
senza radici e senza luce;
forse le tue parole non le ascolto,
non per questo devi pentirti di parlare,
magari tacere...
perchè sarà che di parole, io ne uso
così poche, e non so come dirti
che quando non sei qui, vicino a me,
non so pronunciare
la parola "amore"...

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Lunedì 25 dicembre 2006:

AUGURI A TUTTI DI BUON NATALE

Voglio augurare a tutti un buon Natale, sereno per davvero. Spero che ognuno potrà trascorrere queste feste con chi vuole bene, ed anche se a volte le distanze non lo permettono, l'importante è il pensiero. E non quel pensiero ipocrita del "vorrei stare vicino a te per festeggiare insieme il Natale", ma un pensiero vero, un pensiero pieno d'affetto.
Il Natale è una festa di gioia, di solidarietà, di affetto, d'amore!
Avanti... io mi siedo alla tastiera, se qualcuno volesse cantare con me, venga... si prenoti, bussi, io sto qua!
Tanti auguri di Buon Natale!

Ottavio Buonomo


Giovedì 21 dicembre 2006:

OTTAVIO TRA RUGANTINO E LA BEFANA!

Il 12 gennaio 2007 al Teatro Gloria di Pomigliano D'Arco di Napoli, per la stagione teatrale "AmaTeatro 2006/2007", l'Associazione Voci del Cuore Onlus, presenterà lo spettacolo "Aggiungi un posto a tavola, e...", per la regia di Ottavio Buonomo e Maria Aprile. Lo spettacolo sarà diviso in due parti: nella prima il pubblico potrà assistere ad un adattamento della commedia musicale "Aggiungi un posto a tavola" di Garinei & Giovannini, nella seconda parte invece ci sarà una particolare carrellata attraverso la storia di un genere teatrale nato in America più di cento anni fa... dunque, il musical! E si andrà quindi a proporre brani da "Rugantino", "Rinaldo in campo", "Tutti insieme appassionatamente", "Grease", "Scaramouche", "Pinocchio" ed altri ancora! Lo spettacolo sarà interpretato dai Cantori del Cuore (in ordine alfabetico Antonio Albachiara, Aldo Calabrese, Valentina Ciarla, Carla Cirillo, Chiara Di Nardo, Cristina Di Nardo, Angela Esposito, Giusi Paolella, Carla Puzone, Ermelinda Russo, Luigi Russo, Katia Soriano e Costanza Tagliamonte), con Andrea Di Nardo (cantore del cuore per diversi anni, ed attualmente impegnato nella realizzazione dei musical prodotti dall'Associazione Voci del Cuore, indosserà nuovamente i panni di Don Silvestro), con Tonia Paolella (attualmente impegnata artisticamente nel Piccolo Coro Voci del Cuore diretto dalla maestra Maria Aprile) e con la partecipazione straordinaria di Ottavio Buonomo che oltre a vestire nuovamente i panni del sindaco Crispino di "Aggiungi un posto a tavola", sarà anche il pescatore Tommaso d'Amalfi, il brigante Rinaldo Dragonera, il simpatico scansafatiche Rugantino, l'avventuroso Scaramouche ed il petroliniano Gastone! Le coreografie dello spettacolo sono curate da Enzo Lenzi e la direzione artistica e musicale di Maria Aprile. E da regista, Ottavio Buonomo, insieme con Maria Aprile, prepara anche una commedia musicale inedita, una prima assoluta che debutterà il prossimo anno. Da ricordare che il 3 gennaio 2007, al Teatro Italia di Acerra, andrà in scena l'Ottava Edizione dello spettacolo "La Befana vien di notte" (festa di solidarietà per l'infanzia), che sarà condotto da Ottavio Buonomo e Valeria Arina, e avrà per protagonisti, i componenti del "Piccolo Coro Voci del Cuore" diretto da Maria Aprile. L'ingresso è libero, e l'invito di partecipazione è rivolto a tutti!


Venerdì 15 dicembre 2006:

OTTAVIO RIPROPONE "'O VICO 'DE SCUGNIZZE" PER TELETHON,  PRESENTERA' L'OTTAVA EDIZIONE DELLA MANIFESTAZIONE DI BENEFICENZA "LA BEFANA VIEN DI NOTTE" PORTANDO IN SCENA SUA MADRE, RIPRENDE "AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA", INTERVISTA DARIO GAY E PENSA AD UNA NUOVA COMMEDIA MUSICALE!

Sembra non fermarsi più Ottavio. Domani porterà in scena a Napoli "'O vico 'dè scugnizze" con l'Associazione "Voci del cuore", per la celebre maratona Telethon (già l'anno scorso, aveva presentato per Telethon un concerto organizzato dalle "Voci del Cuore") diretto dallo stesso Ottavio, con le coreografie di Enzo Lenzi e la direzione artistica e musicale di Maria Aprile. Con lui ci saranno I Cantori del Cuore, e parteciperà alla serata anche il Piccolo Coro Voci del Core diretto dalla maestra Maria Aprile. Ma le novità sono ben altre, e ne sono tantissime, a partire da uno spettacolo di cui se ne sa ancora pochissimo, me di cui vi parleremo nei prossimi giorni, per proseguire poi con la ripresa di "Aggiungi un posto a tavola", che andrà in scena il 12 gennaio 2007 al Teatro Gloria di Pomigliano D'Arco, all'interno della Stagione Teatrale "Amateatro 2006 - 2007". Inoltre è confermato che Ottavio presenterà l'Ottava edizione de "La befana vien di notte", lo spettacolo di beneficenza che viene organizzato ogni anno dall'Associazione "Voci del Cuore" di Acerra, adesso divenuta una Onlus. Ottavio porterà in scena anche sua madre, Maria Concetta Scialò, nel ruolo della befana, e promette un nuovo sketch dal titolo "Nonno Guido innamorato", più altre sorprese.

Siamo lieti di poter comunicare che oggi, una nuova intervista è stata aggiunta alla sezione "Permette una domanda" nello spazio "pianetaottavio.ok": Intervista a... Dario Gay!


Giovedì 14 dicembre 2006:

Pubblichiamo una poesia di Rossopasquino (Guido Gallozzi) dedicata ad Ottavio dal titolo "Si pproprio t'hai da 'mpiccà", pubblicata nel forum di Pamabù all'autore il 13 dicembre 2006.

SI PPROPIO T’HAI DA ‘MPICCÀ (1)

Le donne, Ottavio mio!, so’ ccerti attrezzi,
ma ccerti attrezzi che nu’m pòi capille
doppo mill’anni: quanno l’accarezzi
loro so’ sempre pronte a ffà scintille
e preparàte a ffatte ‘r còre a ppezzi!

Qualche vvorta te pare de sentille
che tte vònno’m po’ bbene: tutta guazza!...
(2)
Le donne, Ottavio caro!, so’ na razza
che cciriòleno
(3) peggio de ll’anguille…

Quarch’eccezione c’è, caro Ottaviuccio,
e ffra queste, spero, quela regazza
che tt’ha bbeccato a ll’amo come ‘n luccio:
spero che ssii carina, dorce e ppazza
e mmai te facci métte lo scoruccio!
(4)


NOTE:
1) Se proprio ti devi impiccare! Se devi proprio inguaiarti…
2) Tutto fumo negli occhi. Tutte finzioni.
3) Sgusciano, scivolano, sono impossibili tra trattenere.
4) Non ti faccia mai indossare gli abiti dell’uomo triste, deluso, sofferente.

Rossopasquino per il suo amico Ottavio B.
(nel giorno di Santa Lucia)


Mercoledì 13 dicembre 2006:

E la voce di SLIM racconta la storia di UN INVITO SPECIALE di Ottavio fatto PER QUESTO NATALE, ed il quadro si completa con l'arte di ARLECCHINO!

Pubblichiamo un testo inedito di Ottavio Buonomo dal titolo "Un invito speciale per questo Natale", che con la musica e gli arrangiamenti di Slim è divenuto una bellissima canzone, che potete ascoltare (e vedere) e scaricare l'mp3 visitando il forum di Pamabù, e i siti minamazzinicremona.bravehost.com e minaforever.bravehost.com! Un ringraziamento va anche ad Arlecchino che ha curato la copertina del "singolo" che ha partecipato, come già accennato nei giorni scorsi nel forum di Pamabù, al progetto "Canzoni sotto l'albero", con nove canzoni interpretate da Slim e scritte da nove autori diversi (Arlecchino, Franco Lo Vecchio, Giusy, Guga, Osvaldo, Ottavio Buonomo, Paolo Driussi, Sam e Slim), più una sorpresa (forse un decimo brano che sarà presentato pochi giorni prima della Vigilia di Natale, e di cui non si sa ancora il titolo). Le canzoni degli altri otto autori sono: "Natale di Jamin-A" (Guga), "Canino's song" (Osvaldo), "Lettera a Babbo Natale" (Paolo Driussi) "Rap... per una notte" (Arlecchino), "Natale anno zero" (Sam), "L'organino continuava a suonare" (Giusy), "Odissea fra le onde" (Franco Lo Vecchio) e "Ho cancellato il Natale" (Slim). Questo simpaticissimo "gioco" ha sfornato dei pezzi bellissimi, ricchi di significato, sentiti. L'impegno più grande è stato quello di Slim, che oltre a musicare ed arrangiare tutti i pezzi, ha montato anche gli splendidi video, che in questi giorni vengono pubblicati nei siti citati. "Bravo" è troppo poco per Slim, che come un camaleonte, ha saputo spaziare in diversi generi.

Ecco il testo di Ottavio, e sotto ancora un articolo dal titolo "Vi spiego com'è nato UN INVITO SPECIALE PER QUESTO NATALE".

UN INVITO SPECIALE PER QUESTO NATALE
(Testo di Ottavio Buonomo - Musica di Slim)

Per la vigilia di questo Natale
ho fatto un invito davvero speciale,
uno è un principe napoletano
e un altro viene da molto lontano.

Uno si chiama Antonio De Curtis,
l'altro invece si chiama Totò,
uno è venuto con la cadillac
l'atro è venuto, sì, ma senza 'a giacc!

Il principe pensa e parla ogni tanto
mentre Totò passa dal riso al pianto,
una tavola bella così
lui non vedeva da mille dì!

Il principe assaggia un bucatino
Totò invece si fa uno spuntino,
tre pezzi di pane e lo stoccafisso
pecchè in guerra nisciuno è fesso!

E dopo il primo arriva il secondo
mentre la gente parla del mondo,
il principe vuole tornare a casa
mentre Totò vuol fare tabula rasa!

Che bello il Natale, viva la festa,
l'aria del pricipe però è un po’ più mesta
Totò lo guarda e gli va vicino
e chiede "Principe, nu poc’e vino?".

Il principe guarda il povero uomo,
che sembra avere il viso cone un uovo,
ma non gli esce mezza parola
Totò afferra una bagnarola!

E al principe piega un poco giocondo
"Mio caro nobile, così va il mondo,
vedi, è una grande conca di legno
dove ognuno sconta il suo pegno".

Allora il principe dice una cosa
a quel brav'uomo sempre senza casa:
"Caro Totò, dai, nun ce penzà
io la livella l'ho scritta anni fa".

Totò allora un poco scontento
dice a De Curtis "Siete voi, lo sento,
voi siete quello che tanti anni fa
'dà festa 'e Natale m'è fatto scurdà"

Non ho avuto nè una crisi mistica, nè mi sono messo con carta e panna in mano, aspettando che mi arrivasse l'ispirazione. Vi spiego. Slim, a novembre, quando sono cominciati i preparativi di "Canzoni sotto l'albero", mi ha scritto che non sarebbe stato male raccontare una storia basata sul Totò attore e sul Totò privato, riservato, cioè il principe. Gli scrissi subito, che per me era oltre che un onore scrivere del mio mito, anche un invito che non potevo rifiutare. Sapete, la mia vita è stata caratterizzata molto dalla figura di Totò (e di Antonio De Curtis), come se fosse uno di famiglia, magari un nonno, ed io i nonni non li ho mai potuti conoscere. Mio nonno paterno è uno dei caduti della seconda guerra mondiale, l'altro invece se n'è andato tanti anni prima che io nascessi. Quindi, Totò, è stato un pò quel nonno, sempre pronto a coccolare il suo nipotino. E da bambino mi facevo cullare spesso dalla sua voce, ricordo che a cinque anni, non sapendo nemmeno scrivere e leggere, recitavo "'A livella", e cantavo "Malafemmena". Ed in più non mi staccavo mai dalle videocassette che avevo in casa, poi man mano, sono diventato un collezionista, e non mi son fatto mancare niente!
Quindi, quello di Slim era un invito, ed io l'ho accettato. Dovevo collegare tre mondi in uno: il Natale, la miseria e la nobiltà. La miseria è Totò, la nobiltà e il Principe Antonio De Curtis discendente dei Bisanzio, ed entrambi sono Napoli. E' vero, perchè Napoli è una città bella per questo. Faccio un esempio, voi camminate per un corso lunghissimo, dove vi sono negozi che mostrano prodotti con tanti zero, alberghi e ristoranti, politici ed artisti che camminano parlando tra di loro, bambini che vanno in bicicletta mentre i genitori li tengono sotto d'occhio a distanza, signore con abiti firmati e cagnolino, turisti che filmano e fanno fotografie. Questa è la nobiltà, la "Napoli bene", la "Napoli bella". Girate subito dopo il corso e vi trovate in un vicolo, uno di quei tanti vicoli con i bassi abitati da otto o nove persone, dove magari non lavora nemmeno il capofamiglia, e si campa con la pensione del più anziano di casa. Questa è la miseria, ed è forse la Napoli che più ha bisogno, e che spesso viene dimenticata.
Comunque, il quadro è fatto. Da una parte abbiamo la miseria, e dall'altra la nobiltà. Devo creare l'ambiente natalizio: una tavola lunghissima, con una bella tovaglia bianca e rossa con agrifogli disegnati, e stelline dorate, posacenere d'argento, piatti con il filo d'oro, tovaglioli pregiati e non di carta, bicchieri di cristallo, addobbi, festoni.
C'è una festa. C'è una porta dove possono entrare gli invitati.
Nella prima strofa, mi esprimo in prima persona. Sono io che ho fatto questo invito, sono io che sono riuscito ad unire due mondi completamente diversi: la povertà e la ricchezza, la miseria e la nobiltà.
Sono io che ho fatto un invito speciale per questo Natale, qualcosa che non si potrà mai più ripetere. Uno è un principe napoletano chiamato Antonio De Curtis, l'altro si chiama Totò. Il primo è venuto con la cadillac, l'altro invece è venuto a piedi, e non ha nemmeno la giacca. Uno, signorile, dai modi gentili, raffinati, nemmeno un capello fuori posto, tutti uniti da una profumata brillantina, mani curate, cravatta, un grosso anello all'anulare destro, una bellissima giacca e delle scarpe lucidissime. L'altro indossa una bombetta (e forse sotto avrà i capelli tutti spettinati... insinueranno tante persone che noteranno che questo povero uomo non toglierà mai il cappello... o forse non ha capelli, forse non sa che quando si entra in casa d'altri il cappello si toglie... sempre ad inciuciare), una camicetta bianca, un paio di lacci al posto della cravatta o se vogliamo del papillon, un pantalone largo e nemmeno tanto lungo, con "effetto zompafosso"...
Il principe è seduto a questa grande tavolata. Tace, pensa, parla ogni tanto, mentre Totò non sa se ridere o piangere guardando una tavola apparecchiata con ogni ben di Dio. Sono ricordi annebbiati quelli di Totò, infatti, sono anni che non vedeva tanto "mangiare messo assieme". E sotto i suoi occhi una faraona imbottita, un capretto con patate, uno stoccafisso con i broccoletti, il baccalà fritto, peperoni sott'olio, melanzane con mozzarella e prosciutto, spaghetti con le vongole, risotto ai profumi di mare e poi ancora uva, panettoni, roccocò, montagne di cioccolato, pandori, ananas, struffoli! Di tutto! Tutto di tutto! Totò vuol prendere di tutto. In guerra, la gente prima di tornare nei ricoveri, prende tutto quello che può; e come se stesse in guerra, Totò prende tutto quello che può, prima di tornare poi nel suo mondo: il mondo della povertà.
Poi De Curtis comincia ad annoiarsi. Quindi, Totò, che sembra essere lui il padrone di casa, accogliente e napoletano in tutto, gli va vicino, quasi come se volesse consolarlo da chissà quale male e chiede "Principe, 'nu poco 'e vino?". Ma il principe lo guarda, quasi con sdegno, infastidito da tutto questo parlare, questo festeggiare, queste urla afone di quest'uomo impazzito, che sembra avere il viso come un uovo. Il Principe non accenna a parlare, si limita a guardare quindi quest'uomo che fa di tutto per farlo sorridere... ed allora Totò prende una bagnarola di legno, tentando di spiegare al principe:
"Guarda mio caro, che il mondo si divide in tante categorie. Due sono le nostre, la mia è quella della miseria, la tua è quella della nobiltà. Tu adesso mi fai la faccia schifata perchè ti sono vicino, ma non è colpa mia se io sono povero, forse è colpa tua se sei ricco, e forse anche un poco antipatico. Ognuno sconta il suo pegno in questo mondo, il mio è quello di fare la fame, e il tuo è quello di essere qui stasera. Ognuno si annoia in modo diverso!"
Allora il Principe, sempre con aria di superiorità, dice al povero Totò:
"Totò, non ci pensare, io la livella l'ho scritta tanti anni fa. Tu adesso me ne stai facendo la versione in prosa. Della differenza tra varie classi, ne ho già parlato io. Io parlai di un marchese e di uno spazzino. Uno era ricco e l'altro era povero. Io di queste cose ne ho già parlato! Non venire ad insegnare proprio a me la morale". Ed allora, Totò, sconfortato e sentitosi trattato male, riconosce nel principe il suo "principale" (che bel gioco di parole) ed arrabbiandosi lo ammonisce (nel testo ho usato il Voi, ma nella mente di Totò c'è il Tu):
Siete voi, lo sento. Voi siete quel tiranno che mi ha fatto dimenticare della festa di Natale. Siete quel principale tanto cattivo che mi ha costretto a lavorare tutti i giorni perchè doveva mangiare. Anche il giorno di Natale mi hai fatto scordare, non mi hai dato nemmeno il tempo di farmi una famiglia, non mi hai mai lasciato un centesimo bucato in tasca. Mi hai saputo solo sfruttare. Ecco, sei tu quello che mi ha fatto dimenticare il ben di Dio, sei tu quello che fa tanto il moralista, e poi mi hai fatto lavorare senza sosta, anche di notte se era il caso, e mi tenevi sotto chiave, mi facevi mangiare in cucina e non nella sala da pranzo, e qualche volta, dovevo anche cucinare io! Ma quello che cucinavo lo dovevo mangiare da solo, o al massimo, in compagnia di un pappagallo! Ed allora, se hai scritto la livella, tienimi vicino, cosa t'importa? Le pagliacciate non le fanno certo, i morti di fame come me! Ricordatelo!
Ecco sei, tu, adesso proprio t'ho riconosciuto. Sei quello che tanti anni fa mi ha fatto dimenticare l'esistenza del Natale...

Inoltre comunichiamo che sabato 16 dicembre alle ore 17.30 andrà in scena a Napoli "'O vico 'dè scugnizze" (scritto da Ottavio Buonomo, ed ispirato ad una storia narrata da Raffaele Viviani nella nota opera "L'ultimo scugnizzo") all'interno di una manifestazione organizzata per Telethon, la celebre maratona di beneficenza. L'atto unico sarà interpretato da I Cantori del Cuore (Antonio Albachiara, Aldo Calabrese, Valentina Ciarla, Carla Cirillo, Chiara Di Nardo, Cristina Di Nardo, Angela Esposito, Giusy Paolella, Carla Puzone, Ermelinda Russo, Luigi Russo, Katia Soriano, Costanza Tagliamonte) e da Ottavio Buonomo, che cura anche la regia. Parteciperà allo spettacolo anche il piccolo coro "Voci del Cuore" diretto da Maria Aprile. Le coreografie sono curate da Enzo Lenzi. Nelle feste natalizie Ottavio sarà in scena anche con altri spettacoli, di cui vi daremo notizia nei prossimi giorni, anche se è già confermata la sua presenza all'VIII Edizione de "La befana vien di notte", lo spettacolo di beneficenza organizzato dall'Associazione "Voci del Cuore Onlus" di Acerra.


Domenica 10 dicembre 2006:

Articolo dal forum del sito ufficiale: COS'E' LA SUPERFICIALITA'?

La superficialità! E cos'è, com'è, quanto costa, dove si trova? Beato chi ce l'ha? Intelligente chi ne ha preso le distanze in "tempi antichi"? Mah!
Viene un mio parente a casa, che non mi vede da un pò di tempo e dice: "Come stai? Tuttapposto? (volutamente scritto così, quasi come se fosse solo una parola, evidentemente, già due ne erano troppe, una terza però va bene comunque, magari ne risparmierà altre ancora dopo). Non sa niente di me, non sa se sto bene, se sto male, se devo morire, oppure se scoppio di salute, se lavoro o sono disoccupato, se ho soldi in tasca oppure sono disperato, se sono nervoso o sereno! Che ne sa? Non sa niente di me, e mi chiede se è "tuttapposto"! E che vuoi rispondere a questa domanda? Si, va tutto bene! Tanto, qualsiasi cosa dico, la sua attenzione è così poca, che sembra essere assente del tutto, quindi, tanto vale, dire la prima cosa che mi viene in testa, la più banale, la più superficiale. Quindi, superficialità da parte mia o superficialità da parte sua? Chi dei due è stato più superficiale? E la superficialità di uno può generare altre superficialità, magari involontarie? Ed ancora, la superficialità è il contrario dell'interesse?
Mettiamo che io voglia fare una lista, dove da una parte elenco ciò che appartiene al superficiale, dall'altra quello che appartiene all'interesse.
La cultura non è superficiale di solito, però mi viene un dubbio. Alcune persone vanno al teatro per sfoggiare un nuovo capo d'abbigliamento, altre persone vanno nei musei solo per compagnia, o per dire di esserci stati, poi magari non ricordano niente di quello che hanno visto, piuttosto, ricordano quello che hanno mangiato dopo al ristorante! Se la cultura è arte, chi si propone di seguirla dovrebbe appartenere all'interesse, ma non sempre è così. Capita che la cultura può annoiare anche l'interessato, chi invece è superficiale non si lascia annoiare da niente, perchè la sua attenzione è minima. Una bella matassa! Andiamo per ordine allora: nell'interesse io posso mettere la cultura, il cultore, il discepolo di una determinata cultura. Ma tra quei tanti discepoli, e figli della stessa materia, quanti sono davvero interessati e quanti sono in realtà superficiali? Quanti di loro apprezzano, e quanti di loro non apprezzano, ma nemmeno disprezzano! Chi non apprezza e non disprezza è superficiale, chi disprezza è interessato, chi apprezza invece può essere sia interessato che superficiale. E' vero, perchè il superficiale potrebbe anche apprezzare qualcosa per la fretta di conoscere nuove cose che non per forza appartengono all'interesse, ma già il fatto che ha il desiderio di inoltrarsi in nuovi campi, lo rende un individuo interessato, lasciando poi, i discepoli che prima erano qualificati come interessati, in mezzo ad un mare di superficialità, di cose dette e non dette, di cose viste e forse, viste solo per curiosità. Con la curiosità del superficiale! Anche se la curiosità, può essere dell'interessato, solo se unita ad altre cose.
Continuiamo ancora a distinguere il superficiale dall'interesse.
In genere, i reality show televisivi fanno parte della superficialità. E se in questi reality show ci sono ospiti come professori universitari, docenti di filosofia, uno stimato medico ed un avvocato con due lauree? Questi potrebbero appartenere all'interesse, perchè sono stati bravi ad allontanarsi dal superficiale per diventare poi quello che sono stati e sono ancora. Ed allora i reality show, sono poi così tanto superficiali? Le risposte sono due: o i "professori" hanno capito che ogni tanto devono "superficializzare" quello che sanno fare e quello che sanno dire, oppure la televisione ha capito, che in mezzo a tanta erbaccia, qualche fiore ci vuole. E i fiori dove li mettiamo, nella superficialità o nella cultura? Io direi, di metterli in un vaso... che è un derivato della cultura (perchè è stato creato da un professionista, da un maestro, da qualcuno che ha imparato una di tante arti), ma allo stesso momento, può diventare superficiale, se è stato comprato solo per il gusto di comprare, e solo per lo sfizio di mettere qualcosa di più in casa. E c'è chi muore di fame!
E la fame appartiene all'interesse oppure al superficiale? Secondo me all'interesse...


Venerdì 8 dicembre 2006:

Articolo dal forum del sito ufficiale: IL GIORNO DELL'IMMACOLATA ... PENSANDO SCRIVENDO...

Giorno dell'Immacolata, le strade affollate. Alle vetrine dei negozi il "Buone feste" in bella mostra, neve artificiale che cade su telefonini, televisori in offerta, dischi, libri, prosciutti venduti a prezzo speciale, canestri con ogni ben di Dio.
Nelle case di molti, quegli "scatoloni" vengono aperti, come fossero i primi veri regali per il Natale alle porte. I bambini camminano nelle loro stanze, pensando a cosa porterà loro quest'anno Babbo Natale, qualcuno di loro scrive ancora la letterina.
E i canti natalizi! A chi non piacciono i canti natalizi? Il brano religioso più famoso nel mondo è senz'altro "Tu scendi dalle stelle", quelli pagani sono invece sicuramente "Jingle bells" e "White Christmas". A seguire poi "Happy Christmas" del grande John Lennon, "Stille nacht" (o anche "Astro del cielo", "Santa notte", "Silent night"), "Adeste fideles", "Deck the hall", "Winter wonderland", "I'll be home for Christmas", "Let it snow!", "The Christmas song", "Santa Claus in comin' to town", "Jingle bells rock", "We wish you a merry Christmas", "O tennenbaum", "Quanno nascette ninno", "Auld lang syne", "Last Christmas" (forse la più moderna), e di canzoni ce ne sono ancora tantissime altre. Le ho citate proprio perchè già con i titoli, sembra di ascoltarle.
Gli zampognari già da qualche giorno camminano per Napoli con i loro strumenti in mano. Una canzone dice "Vorrei la pace nel mondo, se no che Natale è". Ed è bello scrivere pensieri senza seguire uno schema, scrivere un articolo senza per forza farlo essere un articolo, parlare senza parlare di qualcosa, ma semplicemente descrivendo le immagini che mi vengono in mente ascoltando delle musiche dolcissime, e guardando un festone perso nell'aria calda di una stanza. E fuori dovrebbe fare freddo, non piove.
Roccocò, castagne del prete, cassatine... già i prodotti alimentari tipici del periodo vengono comprati in grandi quantità, perchè in questi giorni cominciano le "mangiate" in compagnia. E tante volte, si può essere vicini con il pensiero, con l'amore, con la gioia di volersi bene... eh si, perchè bisogna gioire quando vogliamo bene ad una persona, e quando questa ne vuole a noi. Io ad esempio, ogni volta che parlo con un mio carissimo amico, che ha qualche anno in più rispetto a me, vorrei fare dei salti di gioia, abbracciarlo, cantargli una canzone. Purtroppo io e questo mio amico non ci possiamo vedere ogni giorno, e nemmeno ogni settimana, e nemmeno ogni mese, ma è come se ogni giorno lui mi facesse compagnia quando esco. Quando faccio uno spettacolo, sembra che a sipario chiuso lui mi stia aspettando in camerino. Quando ho ancora sonno, e di mattina non ho voglia di alzarmi, sembra che lui entri nella stanza per prendere una cosa ma non fa rumore, perchè non vuole svegliarmi. Lui sa che non sono pigro, e che non mi piace tanto dormire. Sa anche questo... e sa anche che anche in inverno, sono capace di stare a mezze maniche in casa. E se mi viene un raffreddore è il primo ad ammonirmi con un bel "Te l'avevo detto che ti sarebbe venuto qualcosa", ma poi, mi viene vicino ogni dieci minuti chiedendomi come mi sento.
Ora sento una canzone che dice "Non abbiate paura, è la voce di un angelo". Mi viene quasi da piangere. La voce dei bambini è così tenera che sembra davvero un coro di angeli. Io ho un angelo speciale accanto a me!
Un angelo, che come dico sempre, mi ha insegnato ad amare... ed anche a commuovermi ascoltando una canzone.
Mi è venuto bene il presepe, ho messo più amore che pastori. Ed è meglio così. E' venuto benissimo. Mentre lo facevo pensavo alla vita di ogni pastore, pensavo che quando li ho comprati ero bambino, un pacioccone chiuso nel suo cappottino, con un cappuccio che non volevo mai mettere, e con dei bottoni che non sapevo abbottonare.
Forse non si deve aver paura di crescere. Chissà se l'ho capito...
"Buon Natale in allegria, buon Natale in compagnia, tanta gioia, tanta pace, scenda dentro i vostri cuor. Buon Natale con il torrone, buon Natale col panettone, su brindiamo, festeggiamo, questo è il giorno di Gesù". Sono proprio belle le canzoni di Natale, io mi unisco a questo coro... chi mi fa compagnia?
E jamme, venite 'cu "mme...


Domenica 3 dicembre 2006:

Articolo dal forum del sito ufficiale: LA PRIMA DOMENICA D'AVVENTO IN COMPAGNIA DEGLI ESPOSITO

"E io lo sapevo! E quando mai! Ogni anno qualche cosa deve andare storto! Mannaggia Alì Babà"... nervosamente, Gennarino parla con festoni, pastori, palline e lucette. Carmela gli va vicino, comprensiva "Gennarino bello di Carmela tua, ma che è successo? Non sei contento? Oggi è la prima domenica di avvento!" e Gennarino "E che c'azzecca? Tu mò scendi e non vuoi sapere niente più. Ma ogni anno è mai possibile che qualcosa deve andare storto, mannaggia Alì Babà" e Carmela "E dalle! Ma ce l'hai 'cu stu Alì Babà? Ma si può sapere che hai?", e Gennarino "La vedi questa? La vedi? Questa è una serie di luci che io ho comprato l'anno scorso! E già se sò fulminate! Ma comm'è? Ma che teneno 'a scadenza? Durano sulamente n'anno? E ogni anno è sempre la stessa cosa! Aggia accattà sempre le lampadine nuove!", e la moglie dolce quanto serena "E va bene, Gennarino caro, jamme. Pensa che tra un paio di settimane è Natale! Ci dobbiamo preparare alla nascita del Signore"... "Ih comm'è angelica mia moglie!", sentenzia ironicamente Gennarino "Ih comm'è cara mia moglie! Intanto, l'impiccio ce l'ho io. E poi tutti 'sti fili dell'albero io non li ho mai sopportati! E' meglio il presepe! Il presepe è una cosa religiosa, il presepe è bello, il presepe è la vera tradizione del Natale", e la moglie "E' arrivato Lucariello!" (allude al personaggio di Eduardo De Filippo creato per la commedia "Natale in casa Cupiello"), e Gennarino "Eh, tu divertiti a sfottere! Vai a messa, và! Fammi stare da solo con i miei problemi addobbistici", e Carmela "Madonna mia Gennarì, ma hai messo la lingua nel pulito? E comme parli difficile! Ma tu quand'è che ti fai vedere un poco in chiesa? E' 'a 'na vita 'ca nun te fai 'a cummunione", e Gennarino "Carmè, io già ho i problemi qua, non ti mettere pure tu! E poi, ieri sera ho fatto il presepe, che è una cosa altamente religiosa. Tu lo sai che il presepe è stato creato tanti secoli prima che tu nascessi, si? Lo sai? Io seguo la tradizione vera, e tu segui la tradizione dell'albero! Quindi tra me e te chi è più religioso?" e Carmela "E va bene, ammettiamo pure che tu fai il presepe e io voglio fare l'albero, questo non ti giustifica delle tue assenza alla mensa del Signore!", e Gennarino "Madonna mia! Tenevo 'na monaca int'a casa e nun 'o ssapevo... và, và, vai a messa, che io mi finisco di intossicare", e Carmela quasi adulante "E maritino mio dai! Vieni con me, lascia stare! Magari dopo la messa ce ne andiamo al bar, ci sediamo al tavolino, e prendiamo un bel caffè con un roccocò, così inauguriamo la mangiata di dolci del Natale. Che te ne pare dell'idea? Gennarì ma mi stai seguendo o sto parlando a vanvera?", e Gennarino "Carmè, famme respirà 'nu poco, si cchiù pesante tu 'ca n'albero 'e Natale. Vai dove vuoi tu, pigliate 'o ccafè, magnate 'o bbabbà, zucate 'a caramella, bivete 'a ciucculata, ma famme sta quieto! Io oggi non mi devo muovere da qua. Oggi io devo lavorare, entro stasera la casa deve essere addobbata, dobbiamo prepararci alla settimana dell'Immacolata" e Carmela sbrigativa "Gennarì, e che fa se finisci domani? Nun è 'a stessa cosa?", e Gennarino "Ma te ne vuoi andare si o no? Ma che vuoi qualcosa di soldi che stai ancora qua?" e Carmela, quasi offesa "E come sei sgarbato! A volte sei simpatico, divertente e piacevole, ma alle volte sì scucciante, sfastriuso e pesante", e Gennarino innervosendosi "Io? Io songo scucciante? Io songo sfastriuso? E soprattutto io fosse 'o pesante? Carmè o te ne vaje o haje 'na paliata!" e Carmela "E va bene, me ne vado, me ne vado! Statte buono, e statte accorto 'ca currente", e Gennarino "Tu sei più pericolosa della corrente quando stai qua vicino! A proposito, oggi che hai cucinato?", e Carmela nervosa "Non lo so! Non mi ricordo! Ciao!", alza e se ne va, chiude la porta sbattendola. Gennarino rimane seduto tra un festone, una candela e una palla dorata, e parla tra sè e sè "Ma tu vide 'nu poco! Ma comm'è? Io fatico e chella se 'ngazza? Ma sono cose da vedere queste? Ma vedi un poco io che devo sopportare". Intanto, si sveglia Turillo, uno dei suoi figli. Le dieci del mattino sono passate già da una ventina di minuti. Turillo prende un tazzone con il facciotto sorridente di Babbo Natale, e poi mette a scaldare del latte, dal mobile prende un pacco di biscotti al burro e uova, accende la televisione, e fa un giro di canali. Poi la spegne. Prende il giornale e legge della protesta della destra a Roma, della grande manifestazione guidata da Silvio Berlusconi, poi legge alcune pillole tratte dall'intervista di Fabio Fazio a Celentano. Poi legge degli avvelenamenti, dell'inquinamento, delle prossime fiction. Accende nuovamente la televisione, non importa che canale è, tanto comunque non sta guardando niente. Il latte è riscaldato, lo versa nel tazzone, e comincia a fare la sua colazione.
Gennarino, nel corridoio della casa, parla ancora da solo, e se la prende con festoni, candele, e serie di lampadine che non si accendono...


Venerdì 17 novembre 2006:

Articolo dal forum del sito ufficiale: ANTEPRIME, PRESENTAZIONI E CACCIA AL TESORO. IN DUE PAROLE: MINA BAU

L'anno scorso, scrissi che aspettare un nuovo album di Mina, per i suoi fans, è come aspettare il Natale. Scrissi questo in occasione dell'uscita de "L'allieva", l'album dove Mina fa sue alcune tra le più belle canzoni di Frank Sinatra, come "My way", "Strangers in the night", "Blue moon" e "All the way". Non registrate, non incluse, non unite all'opera canzoni come "New York New York", "The lady is a tramp", "Misty" (che Mina già incise negli anni Sessanta), "The best is yet to come" e "I get a kick out of you", ma in compenso vi erano alcune canzoni prese da quello che forse è l'album più bello di Frank Sinatra "Only the lonely".
Questo l'anno scorso. Quest'anno, è arrivato il disco di inediti, e ieri alla conferenza con i giornalisti, sono stati presentati diversi brani, il grande collaboratore al progetto (Andrea Mingardi, che firma più di mezzo album) e la copertina. La copertina è un disegno di Gianni Ronco, anche se quella immagine io già l'ho vista. O meglio, non ho visto la stessa immagine, ma qualcosa di molto simile, sempre realizzato da Gianni Ronco. Comunque, non è la copertina a dare valore a un disco, semmai lo completa. E comunque, negli anni, Mina ci ha abituati alle "copertine" come tocco finale dell'opera: ci sono alcune veramente belle, altre che non sono piaciute, altre invece che sono non belle, ma capolavori. L'occhio vuole la sua parte, sugli scaffali dei negozi di dischi certo, la caricatura di Mina farà il suo effetto, se qualcuno cerca l'effetto, e non va già diretto, già deciso nei suoi acquisti.
Quest'anno, il disco fa un percorso strano, esce prima nei negozi di "telefonini", e poi esce nei negozi di dischi. Questo è quello che ho capito io. Quindi, devo pensare, che il prossimo anno, se comprerò un cellulare nuovo, lo devo andare a prendere in un negozio di dischi. Questa azione, potrebbe far innervosire qualche anima buona, che aspetta la nuova uscita di Mina contando i giorni sul calendario, guardando la televisione in cerca di servizi non sempre all'altezza della Signora, e passando da una stazione radio all'altra, sperando di poter ascoltare il singolo di lancio, il promo, la traccia chiave... ognuno poi la chiama come vuole! Una volta esisteva il "lato A", del singolo che veniva trasmesso, e che si ascoltava nei juke-box, ora questo è sorpassato, appartiene al vecchio, appartiene a quello che non c'è più. Ed io aggiungo: purtroppo!
Il disco uscirebbe "ufficialmente" la prossima settimana. Io già in un articolo di qualche settimana fa, spiegavo di come non è ufficiale ciò che è ufficiale. Se volete, potete pescarlo in rete, perchè c'è. Oggi non si butta via niente, anche se scrivessi, in uno spazio libero, una qualsiasi idiozia, rimarrebbe nei secoli dei secoli, a meno che, qualcuno non abbia il potere di cancellarmi.
Torniamo a Nostra Signora della Canzone. Oggi sui giornali (ma già ieri, in internet), si parla del nuovo album di Mina. Alcuni hanno detto che non brilla per originalità, altri hanno detto che una nuova perla si aggiunge alla discografia mazziniana, ci sono interviste a Pani e a Mingardi. C'è il solito giro delle solite notizie che ogni anno arrivano, quando arriva un disco di Mina. I fans quello aspettano. I fans non aspettano solo l'uscita del disco, ma anche i servizi che offrono i vari telegiornali, gli articoli su quotidiani e settimanali, e tutto ciò che appartiene al nuovo lavoro della cantante. Insomma, non solo l'uscita di un disco, ma un evento, un momento che lascia il segno. Magari, se a qualche fans di Mina chiedi "Che ricordi hai di quel determinato anno?", potrebbe rispondere "Niente, non ricordo niente di particolare. E' stato un anno come gli altri, anzi no... aspetta, in quell'anno Mina ha pubblicato quel disco". E indica il nome del disco, le canzoni incluse, e qualcuno più preparato, indica anche gli autori, i collaboratori, gli arrangiatori, e addirittura dove è stato registrato.
E oltre al nuovo album intitolato "Bau" che potrebbe significare secondo un diretto interessato "Bravo Andrea, uniamoci!", arriva anche un album in onore di Lelio Luttazzi, dove Mina interpreta due brani del grande artista (già il suo nome è storia, è cultura, è televisione, quella vera, pura, quella degli artisti), e tra gli altri interpreti troviamo "gente" come Gianni Morandi, Fiorello, Renzo Arbore e Christian De Sica. E poi arriverebbe anche "Del mio meglio vol.10", e qui sta la fregatura, grande secondo me. L'album potrà essere acquistato solo se si prende il cofanetto contenente gli altri nove album "Del mio meglio" e il libro "Disegnata fotografata Mina".
E comunque la frase che ogni anno si dice è "Mina è sempre Mina, e può fare quello che vuole"... non so se alla stessa Mina, fa piacere sentire queste cose. Penso che un artista non dovrebbe mai fare le cose perchè "è stato", ma per quello che già è stato più quello che sarà. Il presente poi, non esiste, è solo l'illusione di un momento tra quello che è stato e quello che sarà.


Giovedì 16 novembre 2006:

Articolo dal forum del sito ufficiale: LE DOMANDE LE FACCIO IO!

Penso di essere giovane, ho ventuno anni. Ed ancora a quando ero più giovane risale la mia prima regia.
Infatti ho diretto il mio primo spettacolo che forse non ero nemmeno maggiorenne, o meglio, ho cominciato a prepararlo che non avevo ancora diciotto anni.
Ottà e mò perchè ci dici questo? Vuoi far capire agli altri quanto sei stato bravo e prematuro? No, non è mia intenzione. Ma vi dico delle cose, che poi arriveranno a farmi dire altre cose ancora. Prima di mangiare il dessert, c'è il pranzo, e ti conviene non saltare niente, perchè poi, va a finire, che dopo due ore che hai finito di mangiare, ti viene un'altra volta fame. Invece meglio finire un pranzo "abbuffati".
Io curai la mia prima regia, non perchè volevo curarla, ma perchè non trovavo nessuno che curasse uno spettacolo che mi vedeva protagonista come io volevo. Ed allora, già cominciando ad avere delle "pretese", alcuni miei collaboratori presero le distanze, e dissero "Mò questo si monta la testa". Non volevo montarmi la testa, volevo nel disordine cercare quella goccia d'ordine che mette a posto le cose, cercavo una collaborazione attiva, e cercavo qualcuno che mi poteva sostenere, anche nei momenti in cui avrei sbattuto un copione a terra (che poi non è mai successo, ho sbattuto altro a terra), nei momenti in cui avrei detto "Non si fa niente più" e nei momenti in cui parlavo solo per parlare, e le mie parole non erano da prendere in considerazione.
Quindi, non trovando nessuno che mi potesse dirigere come io volevo, mi sono messo a dare io gli ordini. Ed ho capito che tante volte, l'uomo è più contento quando riceve gli ordini che quando li dà! Lasciate stare quello che potete pensare, ma le cose, oggi come oggi, stanno così. Avere ordini ed essere retribuiti è molto meglio che dare ordini e cercare di retribuire!
Non è che io pensavo di essere l'ultimo divo, e che a Cinecittà stessero aspettando proprio me, altrimenti Julia Roberts se tuccava 'e nierve. Io non pensavo di essere nessuno, e questo mi aiutava. Se per un momento solo, avessi pensato di essere qualcuno, avrei perso quel poco che avevo costruito negli anni in cui facevo da spalla ai nomi più disperati del teatro italiano, ma napoletano in particolar modo. Disperati nel vero senso della parola, perchè tante volte, non si vedevano lire (all'epoca l'euro non c'era ancora, e io quando vedevo la diecimila lire, facevo i salti di gioia, oggi quando un ragazzo vede dieci euro, ti fa pure la faccia schifata).
Dicevo che non pensavo di essere nessuno, e comunque le mie non erano pretese, ma semplici richieste. Qualcuno addirittura pensava che io pensassi che non c'era nessuno "all'altezza di dirigermi". Ma quando mai? E se io avessi pensato una cosa del genere, mi sarei guardato nello specchio e messo a piangere, perchè mi avrei fatto pena da solo.
Io non cercavo che qualcuno mi lodasse, non cercavo i complimenti di nessuno, tenevo alla mia passione, credevo in quelle cose che sapevo fare, e quindi mi dissi "Visto che nessuno mi vuole seguire, e vuol curare la regia del mio prossimo spettacolo, il regista lo farò io. Almeno, con il protagonista ho un rapporto particolare, e se sbaglia, lo posso anche prendere a calci in culo". Ecco, il regista e il protagonista a confronto: quello che piaceva a uno non piaceva all'altro. Se il regista voleva stare il silenzio, il protagonista voleva parlare, se il regista voleva leggere un testo di filosofia il protagonista voleva leggere la classifica dei dischi più venduti della settimana, se il regista voleva cantare, lo voleva fare anche il protagonista, e nessuno dei due voleva suonare perchè nessuno dei due lo sapeva fare.
Dopo una convivenza fatta di sigarette non fumate, libri letti a metà, cene in pizzeria e urla che arrivavano in cielo, si firmò l'armistizio. Pace fatta, ma quando lo spettacolo era già stato realizzato ed era andato tutto abbastanza bene. Se fosse andato qualcosa storto, sicuramente il regista avrebbe criticato il protagonista, e quest'ultimo, al regista, avrebbe detto di tutto, e non avrebbe sicuramente citato qualcosa che riguardava l'operato effettivo.
Poi, pian piano, il regista e il protagonista si sono messi d'accordo, e si sono ritrovati in una strada da soli ed hanno parlato "E' inutile che continuiamo a litigare, tanto tu hai bisogno di me ed io ho bisogno di te. Tu mi dirigi perchè non c'è nessuno che voleva dirigermi, e io interpreto perchè vuoi che interpreti quello che tu vuoi. Se non mi scrivessi o spiegassi come mi devo muovere, stai sicuro che io non andrei avanti. Se tu qualche volta mi ascoltassi di più, possiamo andare ancora più avanti". E su discorsi di questo genere, i due fecero pace.
Avete capito perchè adesso, con "pianetaottavio.ok" le domande le faccio io? Non perchè mi piace dirigere, ma perchè pochissime volte leggo o ascolto, domande del genere, come le faccio io. A tante domande che professionisti fanno, la gente è per garbo che non risponde "Ma fatti i fatti tuoi, che son fatti che non ti riguardano i fatti miei". Che bel gioco di parole, che scioglilingua, è tutto una poesia!
Mi piace far domande a chiunque mi prometta di rispondere. E le mie domande non si basano tanto sul privato, quanto sull'io interiore. Certo, potrei farvi alcuni esempi di domande, sguazzando benissimo nell'idealismo tedesco, nella filosofia più bella... mi stanno venendo altre idee mentre scrivo.
Il regolamento per partecipare al progetto "Permette una domanda" lo trovate nella sezione apposita, e spero che partecipate numerosi.
Si mettono un pò la curiosità, un pò la mia voglia di conoscenza, un pò alcune ricerche che sto facendo... e sapete com'è no?

 

Siamo lieti di poter comunicare che una nuova intervista è stata aggiunta alla sezione "Permette una domanda" nello spazio "pianetaottavio.ok": Intervista a Sam.


Lunedì 13 novembre 2006:

Articolo dal forum del sito ufficiale: CIAO RE MARIO

Volevo fare il forte ieri sera, e ci sono riuscito. Volevo fare il forte prima, vedendo la scritta al telegiornale "E' morto Mario Merola". Non parlo, non perchè voglio stare zitto, ma se metto in mezzo l'argomento "Re della sceneggiata", mi si chiude la gola. Eppure, è strano. Non avrei mai pensato di arrivare quasi alle lacrime, sapendo della scomparsa di Mario Merola, dell'ultimo Re di Napoli.
Forse perchè ho visto che lo sguardo di Merola era lo sguardo di tanti napoletani, di quella Napoli che si alza di mattina e prepara il caffè, di quella Napoli che alle pareti ha il Volto Santo, l'immagine di quella Napoli che ha paura, ed esorcizza ogni timore con il canto.
Stamattina, camminavo per il Corso Umberto a Napoli, sono entrato in un bar per prendere un caffè. Ho ordinato, e dopo di me è entrata una signora. Il cassiere ha esclamato mentre io giravo il caffè con il cucchiaino "Signora, avete sentito! E' morto Mario Merola!". Ho sentito uno strano brivido. Un ragazzo, seduto vicino ad uno specchio ha urlato "Mario Merola è 'o rre 'e Napule". Sembrava quasi una festa.
E' vero. A Napoli o si nasce o si muore è la stessa cosa. Non si sa quando conviene piangere e quando conviene ridere, l'importante è che si comincia a fare qualcosa.
E così, camminando per Napoli leggevo le testate dei tanti giornali "Addio Re Mario", "Mario Merola è morto", "L'ultima sceneggiata", "Ciao Mario, lui come Totò e Massimo Troisi"... e sentivo, che la gente parlava di questa triste novità per la città. "Eh capito? E' muorto Mario Merola, ajeressera aggia visto 'o telegiornale", e altri ancora "'E lette 'o Matino? E' muorto 'o rre 'da sceneggiata".
In queste occasioni, mi sento un pò più napoletano. So, che la mia voce, poteva unirsi a qualsiasi coro, tanto stonata o meno, era comunque una voce in più, un conforto d'amore, un mezzo sorriso di speranza.
A Napoli stamattina c'era il sole, non faceva caldo, ma i raggi splendevano ovunque, anche nelle vetrine. Nei negozi il libro di Mario Merola in cui ha raccontato la sua vita, i suoi tantissimi dischi, le sue fotografie. Invece degli addobbi di Natale, per le strade, ho trovato addobbi meroliani.
E Merola amava questo? Merola conosceva i Napoletani, e sapeva penso, che quando se ne fosse andato, fosse successo tutto questo.
Io la notizia l'ho appresa ieri sera da mio fratello. Io guardavo in cucina una serie televisiva, e lui invece, nell'altra stanza, faceva un giro di canali. Un rete locale ha bloccato il programma che stava trasmettendo con questo comunicato: Sospendiamo le trasmissioni in segno di lutto per la scomparsa di Mario Merola. Su un'altre rete, invece, un telegiornale speciale con un collegamento in diretta dall'Ospedale di Castellamare di Stabia, dove è deceduto il grande artista napoletano.
Lui è venuto in cucina, portando la notizia a mia madre, mio padre e me. In quel momento non so cosa ho pensato, se ho pensato! Dopo ho visto i vari telegiornali...
Carmelo Bene disse di lui "E' uno dei più grandi attori contemporanei", Massimo Ranieri ha detto ieri "Lui è stato la mia università. E' stato un grande talent scout, ed io sono stato uno dei suoi allievi quando ero ancora un bambino". Una suora, dal viso candido, ha detto che ai giovani d'oggi, bisognerebbe far ascoltare la storia dello Zappatore.
Ma Mario Merola non è solo "Zappatore" o "Lacreme napulitane". Mario Merola era la Napoli vera, quella che persone come Pasolini amavano.
So che a molti ventenni piace il Re della Sceneggiata.
Ho ascoltato le sue canzoni, visti i suoi spettacoli e i suoi film.
A me non so se piaceva o meno, ma mi ci ero davvero affezionato!
Ora potrei dire tante cose, di come la gente in queste ore sta dimostrando l'affetto per il loro mito, potrei dire che Napoli ha perso qualcosa di grande... ma penso che le parole più belle, vengono dalle strade di una città che nonostante le difficoltà, non si arrende mai. La parole che vengono dalle tante stradine e dai corsi di Napoli sono confuse, afone... ma sono tra le parole più delicate e dolci che io abbia mai sentito!
Ciao Re Mario...

Un napoletano come tanti

 

Siamo lieti di poter comunicare che una nuova intervista è stata aggiunta alla sezione "Permette una domanda" nello spazio "pianetaottavio.ok": Intervista a Carla Puzone.


Domenica 12 novembre 2006:

Siamo lieti di poter comunicare che altre due interviste sono state aggiunte alla sezione "Permette una domanda" nello spazio "pianetaottavio.ok": Intervista a Paolo Driussi, Intervista a Slim.


Venerdì 10 novembre 2006:

Per il nuovo spazio "ottaviobuonomo.ok", Ottavio realizzerà una serie di interviste per la sezione "Permette una domanda", più che sezione, è un progetto con le sue idee, che si farà strada grazie a chi vorrà partecipare. I dettagli nella sezione stessa, oltre che nel forum di Pamabù. On line oggi: Intervista a Guido Gallozzi (guga / rossopasquino).


Domenica 5 novembre 2006:

Articolo dal forum del sito ufficiale: LA GITA DEGLI ESPOSITO

Canta Gennarino Esposito felice "Jamme, jamme 'ncoppo jamme jà". La moglie Carmelina "Gennarino? Ma comm'è che stai così energico stamattina?", ed il marito ancor più contento, ancor più felice, ancor più canterino "Mia cara, domenica è sempre domenica", e la moglie "Si, ho capito che domenica è sempre domenica, però quando mai tu la domenica sei stato così? Tu sembri sempre il pesce che puzza quando viene qualcuno a farci visita", e Gennarino "Ed appunto per questo, siccome vengono quelle quattro inciuciere amiche tue a magnarsi nucelline e castagne 'do prevete, io questa domenica ti porto fuori". Il viso di Carmelina maritata Esposito si illumina come se si fosse resa conto di aver avuto un miracolo dal cielo "Ma tu che dici? Gennarino mio, te voglio troppo bene! In tanti anni di matrimonio, mai e poi mai mi hai portato a uscire la domenica! E che bella cosa! Così potrò pure dire vicino alla signora nobile del palazzo di rimpetto che tengo anche io un marito che la domenica mi porta a mangiare al ristorante". E Gennarino "Ma io mica ti porto per farti bella con le Signore amiche tue? Io ti porto perchè mi fa piacere a me, anzi porta pure i figli nostri, porta pure a tua madre, che da quando ha cominciato a fare freddo, si mette tanti di quei panni addosso 'ca pare 'a befana!", e Carmelina languida e tenera "Si si, Gennarino, porto chi vuoi tu! Ma li dobbiamo svegliare adesso ai figli nostri? Quelli si sono ritirati tardi stanotte", e Gennarino, guardandola minaccioso "Ah e tu lo sapevi? E dove sono andati?", e Carmelina "Ma Gennarì, ragiona un poco, quelli sono giovani, sono allegri, hanno tanta voglia di fare!" e Gennarino interrompendola bruscamente "Voglia di fare che? Ah, speriamo che non mettono incinta a nessuna prima del matrimonio", e la Carmelina "Gennarì, ma tu come vai di corsa! Gennarì, ma tu ti fai i film in testa! Quelli i giovani escono, sono propeto così, oggi da te, domani da me..." e viene interrotta nuovamente da Gennarino "...dopodomani in clinica reparto maternità", e la moglie accennando di lasciare la cucina dove stanno discutendo "Ah, Gennarì! E tu come sei assillante! Ma lo vuoi capire che quelli sono giovani! Hanno il sangue che nelle vene non cammina, ma corre! E lasciali andare, si è giovani una sola volta nella vita" e Gennarino "Si ma si può rimanere incinti anche più di una sola volta nella vita, e non è il primo caso. Ma tu li leggi i giornali" e Carmelina scocciata "No, non li leggo, e non li voglio leggere! Gennarì, tu lo sai, io ti voglio bene, ma tu sei redrogato" e Gennarino "Che sò?", e Carmelina "Si, insomma stai indietro! Aggiornataggiati"... Gennarino guardando i muri della casa parla tra sè e sè "Ma questa che lingua parla? Ma m'avessa spusato 'na straniera e nun 'o ssaccio manco?" e poi rivolgendosi a Carmela "Vai vai, vatti a vestire, io sceto quei bacchettoni che dormono. Vatti a fare bella, che oggi ti porto al ristorante, voglio fare un pranzo che ti deve uscire dagli occhi il mangiare tanto che dobbiamo mangiare", e Carmelina "Volo, Gennarì! Oggi sono tutta per te", e Gennarino "No, no, per l'amor di Dio, nun te preoccupà, t'avessa venì qualcosa?".
Così Gennarino, va nella stanza dove dorme Turillo, uno dei figli, e comincia "Turì, scetate a papà. Dobbiamo uscire... Turì, svegliati su, sono le dieci passate, andiamo! Turì, all'anema 'e chi t'è vvive, scetate 'a papà, scetate", Turillo non dà segni di vita, non muove un dito, nella stanza non c'è un filo di vento, i vetri sono chiusi per tener fuori il freddo di novembre, anche le persiane sono tutte abbassate, per terra i vestiti indossati il sabato sera. Il padre continua "Turillo mio, svegliati. Mamma già si è andata a vestire. Turillo se non ti alzi il motorino lo vedi da dentro il binocolo", alla parola magica "motorino", il figlio di Gennaro, comincia a muovere un braccio. Il padre continua "Turillo mio, se non ti alzi, le chiavi della macchina di papà, te le puoi pure scordare", alla seconda parola magica "macchina", il figlio di Gennaro, comincia a muovere l'altro braccio, ed in più alza lentamente la gamba destra. Gennaro allora "Turillo mio, se non ti alzi, ti faccio andare a lavorare nella campagna di Zio Pasquale"... e Turillo, scattando in piedi "Eccomi papà, dove si va di bello oggi? Mammà si è andata a vestire?", ed il padre "Ecco, bravo così... eh, non c'è cosa più bella di avere dei figli obbedienti".
Gennarino fa lo stesso con gli altri figli, mentre Carmela telefona sua madre per dirle di prepararsi, che da lì a poco, Gennarino e lei, sarebbero andati a prenderla per la gita domenicale. I figli degli Esposito, litigano per chi deve andare prima in bagno. Gennarino dà la voce "Io comincio a scendere, faccio riscaldare il motore"... la moglie di Gennarino corre al telefono "Pronto? Pupella? Ma lo sai una cosa? Oggi usciamo, facciamo schiattare un poco in corpo alle signore con la puzza sotto il naso del palazzo di rimpetto".
E Carmela par


Domenica 29 ottobre 2006:

Articolo dal forum del sito ufficiale:  CARO OTTOBRE...

Caro Ottobre,
in un tuo giorno vidi la luce più di venti anni fa (per l'esattezza, in questo momento sono 21 anni, 6 giorni e 20 ore). Non ricordo bene quella giornata, forse ero troppo piccolo, e comunque, io arrivai poco dopo mezzogiorno, praticamente all'ora di pranzo, mancava solo che nascessi con coltello, cucchiaio e forchetta in mano, ed un bavaglino intorno al collo. Io nacqui in clinica. A differenza dei miei tre fratelli che nacquero in casa, io sono nato nel letto di una clinica. Fu uno dei primi parti "moderni" che si videro nel mio paese. Moderni, ma non facili. Infatti, io senza poter parlare, al buio, e senza veder luce, già rompevo un pò le scatole. Mia madre ha sofferto minacce, più di una volta ha rischiato di abortire, ma non per volontà sua. Ma nonostante le difficoltà, io volevo nascere per forza. Ed infatti, come mi raccontano, quando venni al mondo, non pesavo nemmeno tre chili, e non ero prematuro. Dicono che ero grande quanto una bottiglia d'acqua, e più o meno, quanto la stessa pesavo. Forse, con qualche mezzo litro in più... cioè, volevo dire, con qualche chilo in più. Non farci caso, ottobre!
La tue prime tre lettere sono anche le mie. Ottobre e Ottavio. Anche se il mio nome lo devo a mia nonna. Mia madre dopo aver partorito tre maschi, sperava in una femmina, ma sono arrivato io, ed ancora oggi però, dice di non essersi pentita di avermi fatto. Però una figlia ci voleva... ma ormai mia madre è anziana, mio padre di più, e poi con la vita di oggi, chi è che con quattro figli, si metterebbe a farne ancora un altro?
Nello stesso giorno in cui sono nato, tanti anni prima nasceva anche Caterine Denevue, e qualche altro artista... sembra anche l'autore della mitica "Campanella", un pezzo che ascolterei anche cento volte al giorno, e che una volta ho provato a suonare, ma non ci sono riuscito. Eppure nei conservatori la fanno eseguire spesso, anche se io nei conservatori ci sono entrato solo per assistere ai concerti, le poche nozioni musicali che ho, le ho imparate da privati, da autodidatta, e in altri modi ancora. Di recitazione invece, ho seguito dei corsi sai... ora invece, l'insegno io. Si lo so, sono giovane, devo fare ancora diverse esperienze. Me lo dicono tutti. Ma io penso che se uno insegna una materia non vuol dire che la conosca così bene da non aver più bisogno di approfondimenti! Io insegno quello che so, quello che non so, spero di impararlo presto, perchè la cultura è il cuore del mondo.
In questo periodo sto leggendo due libri contemporaneamente, o forse ne sto leggendo uno, e l'altro, sto cercando di capirlo. Va meglio detto così. In più, stasera mi aspetta un'altra replica di "'O vico d'è scugnizze", mi tocca fare nuovamente il "cacaglio" (balbuziente). E devo dire che mi riesce così bene, che a volte, in camerino, mentre mi spoglio dagli abiti di scena, continuo a balbettare. Poi subito torno alla mia parlantina, a volte così veloce, che chi mi ascolta, ha bisogno che io ripeta di nuovo quello che ho detto. Penso sia un difetto, ma tanti non me lo fanno pesare. Ma comunque non è che io parlo sempre veloce, dipende dal tempo che ho. Se ho poco tempo a disposizione e devo dire tante cose parlo veloce, se invece ho una giornata intera per dire due o tre cose, allora parlo lentamente, e dico una frase ogni tanto... così, mentre io sto zitto, qualche altro può parlare, e se dice quello che voglio dire io, mi risparmio anche le cose che avrei detto successivamente. Sono un calcolatore? Ma no!
Mio caro mese, primo dell'autunno pieno, mi affascini. Forse sarà il tuo nome, forse sarà che da dietro i vetri appannati dalla notte appena trascorsa, riesco a vedere i primi fumi grigi che escono dai caminetti delle case del quartiere, e questa immagine mi rimanda a quando ero piccolino... a quando mi mettevo dietro le finestre, e pensavo di far qualcosa di bello, e mentre pensavo, mi addormentavo sognando! Da bambino, avevo sempre i capelli spettinati, urlavo e sapevo urlare.
A volte penso, che i miei primi 21 anni, possano essere raccontati dalle canzoni. Ho tanti filmati, e migliaia di fotografie... ma penso che o metti tutto o metti niente. Per raccontare più di venti anni di vita, o metti tre foto, o ne metti tremila. Se ne metto una trentina non andiamo più d'accordo, perchè ci sono dei momenti che vengono cancellati ingiustamente, se ne metti troppe invece il "fattore noia" è lì, in agguato. Comunque, mi è capitato di fare raccolte di fotografie dalla serie "Da quando sono nato a oggi", ma poi mi sono fermato, perchè l'oggi, domani sarà già passato. E quindi, uno, ogni giorno dovrebbe farsi scattare una fotografia, ed aggiungerla a questo immenso album! Ma a chi serve 'sta cosa? Non certo a noi stessi. Che senso ha rendersi conto ancora una volta di aver perso qualche capello, di aver messo su un pò di pancia o viceversa di aver perso nove o dieci chili...
Ogni anno, per un nuovo compleanno, mi accontento di una decina di foto simpatiche, simboliche, unusual!


Venerdì 27 ottobre 2006:

Articolo dal forum del sito ufficiale: QUALSIASI COSA UFFICIALE, DEVE ESSERE PER FORZA VERA?

Mi fa ridere di come tante persone danno per vero quello che è ufficiale. Non pensate, che tutto ciò che sia ufficiale, è frutto della verità. Le notizie ufficiali sono come la vetrata immensa e colorata di una chiesa. Da fuori, è bellissima, i colori blu e verdi illuminati dal sole, sono spettacolari. Da dentro invece la vetrata è già più scura, e nella chiesa magari, c'è la fame, c'è un povero sacrestano che pulisce l'altare, un prete con l'influenza e segni di bronchite che confessa una povera vecchietta che tra i peccati, dirà anche le imprecazioni che ha lanciato per mettersi in ginocchio.
Alle pareti c'è il Crocifisso. Il volto sofferente del figlio del Signore, che viene illuminato da due candele che vanno per consumarsi. La statua dell'Addolorata, da dietro la lastra di vetro, si vede a stento, perchè con il tempo, i vetri sono diventati così opachi, che nemmeno i panni in pelle o gli stracci multiuso possono riuscire a pulire.
E' una immagine molto tenera, ma che ti prende il cuore e lo piega in due. Da fuori quindi, tutto è spettacolo (anche una chiesa), da dentro, invece, le cose cambiano. Però, il nucleo vero, è l'interno, non l'esterno. Perchè l'esterno confina con la piazza, con un bar, con una banca. L'interno confina solo con se stesso. Lo sguardo dell'Addolorata si incrocia con quello del Sacrestano, che ogni tanto alza gli occhi, e pensa a qualcosa.
E così come la chiesa anche il mondo dello spettacolo, la politica, il mondo della ristorazione... quasi tutto!
Prendiamo ad esempio un programma televisivo. L'ufficiale è quello che viene mandato in onda. Ma quelle sono le immagini che chi organizza e promuove il programma intende mandare in onda, altre cose vengono cancellate, censurate, rimosse. Gli studi televisivi vengono mostrati sempre bellissimi, stupendi, meravigliosi, luci e colori, ma dietro sembra di stare in un sottoborgo di chissà quale sperduta città del mondo: bottiglie di birra a metà troppo vicine ad un impianto luci che potrebbe saltare da un momento all'altro, scenografie usate che sembrano cavalli morti in attesa di essere sfasciati, fogli di scaletta e di copione che per terra fanno da mattonelle costruendo un viale bianco sporco d'inchiostro, persone con la maglietta "staff" che fumano una sigaretta tra l'interno degli studi e la porte dell'uscita di sicurezza! Quello che lo spettatore vede, è tutto bello, quello che c'è dietro, è orrendo. Sembra di stare sul set di un film di Dario Argento.
Ora prendiamo la politica. Tante volte, nei discorsi ufficiali, quelli ai cittadini, vengono dette tante belle parole, che fanno pensare che al Governo vada tutto bene, che nelle prossime buste paga i lavoratori troveranno l'equivalente di una vincita al superenalotto, che i pensionati avranno un domani florido, senza problemi, e che i conti pubblici stanno così, che i rapporti con gli altri Stati stanno colà... e dicono tante di quelle belle cose, ma proprio tante di quelle belle cose, che alla fine, il minimo che il cittadino può fare, è non credere.
Leggo che anche sulle uscite di nuovi album di artisti italiani, si gioca all'ufficialità, a chi ha il diritto di dare per primo la notizia. Ma è ufficiale l'uscita di un disco, quando il disco esce dal negozio di dischi ed è nelle mani dell'acquirente. Perchè, se il Fans Club di un artista italiano, comunica la data della pubblicazione di un disco, non significa che quel giorno realmente possa essere editato quell'album dalla casa discografica. Mettiamo che il presidente di un Fans Club, un giornalista ed un fan bene informato dicono che un disco esce il 28 ottobre. Io sono sicuro che tanti non lo compreranno il 28 ottobre, e che non in tutti i negozi arriverà quel giorno. In alcuni comuni della Sicilia, della Calabria e della Sardegna (se non erro), gli album nei negozi arrivano con qualche giorno di ritardo. Quindi l'uscita di un album è soggettiva, quella che viene data ufficialmente, è indicativa. Indirizza tutti al periodo, ma non al giorno. Come nel caso di Mina, molti fans già due o tre mesi prima, cominciano a fare pronostici, cominciano a fare una sorta di "totouscita", e qualcuno addirittura, crea siti internet o blog, in cui annuncia il giorno di uscita, la scaletta e pubblica anche la copertina. Tutto falso, tutto non ufficiale. Anche l'artista stesso, potrebbe dire, in via ufficiale, che il suo prossimo lavoro, arriva nei negozi specializzati il 28 ottobre. Ma poi, arriverà qualche altro, che reputando le sue notizie più ufficiali ancora, dirà che il disco è stato rimandato... ed allora, non diamo la caccia alle cose ufficiali... non sempre corrispondono alla realtà, non sempre corrispondono a ciò che verrà.
La notizia è ufficiale, quando tante voci ufficiose formano un comitato!


Venerdì 20 ottobre 2006:

Articolo dal forum del sito ufficiale: OTTAVIO 21, IN DIRETTA INTERNET

I discorsi... Penso sempre, che nelle cerimonie, ai compleanni, alle feste, si fanno perchè non si ha niente di tanto importante da dire. Io, avendo molte cose da dire, e preferendo tacere su molte di queste, non farò nessun discorso, ma semplicemente, mi limiterò a parlare un pò del più e del meno. Senza fare alcun bilancio pubblico, senza dire quello che farò nei prossimi mesi, quali sono i miei obiettivi da raggiungere, e quali sono le persone che nel mio cuore, regnano sovrane e fanno si che io possa accorgermi, ogni giorno, di avere sentimenti positivi, un'anima, una mente per pensare, delle mani per aiutare e delle parole da usare nel momento giusto, con la persona giusta.
Più scrivo, e più ci penso: prepararsi un discorso è un chiaro bisogno di aiuto. I discorsi, specialmente se impostati precedentemente, si fanno quando non si ha niente di tanto importante da dire. O forse, si fanno, per non dire mai quello che veramente si vorrebbe dire. Se uno festeggia un compleanno, può mai dire che vorrebbe vivere in condizioni economiche migliori, che vorrebbe svegliarsi di mattina e non fare la lista dei problemi invece che quella della spesa, può mai dire che gli farebbe piacere vedere un vecchio amico, per ricordare di quando in coppia sparivano pacchetti di caramelle rubati ad un amico di famiglia! Che c'entra tutto questo con un compleanno? Che c'entra tutto questo con qualsiasi cerimonia? E' fuori luogo. E le feste, si fanno per divertirsi, si fanno per stare insieme e per dimenticarsi per alcune ore che la vita, ha bisogno di tanto in tanto di essere restaurata. Badate, ho detto restaurata, perchè proprio non sopporto coloro che dicono "Mi rifaccio una vita"! Cosa vuol dire rifarsi una vita? Creare delle nuove situazioni in cui ripetere gli stessi errori di una vita precedente? E cos'è? Una specie di reincarnazione? Non bisogna ripartire sempre da zero. Bisogna aggiustare quello che non va, ma non eliminare tutto, voltare pagina, scrivere un nuovo capitolo, mostrandosi incompetenti in materia, quando poi di capitoli, se ne sono già scritti diversi, e per più libri, che magari, un giorno, formeranno una collana con tanto di copertine e illustrazioni.
Massimo Troisi, nel suo primo film (di cui era attore e regista), dove c'era tutta la sua filosofia, disse "Basta, ricomincio da tre. Non da zero, ma da tre. Tre cose mi sono riuscite nella vita, perchè devo perdere pure quelle?". E quindi, Gaetano (il personaggio di Troisi), si inoltrava verso nuove avventure, conservando però quelle tre cose che gli sono riuscite.
Anche io ho delle cose che mi sono riuscite in vita mia. Chissà però, se sono riuscito io stesso con la vita! Penso di aver creato un impero fantastico, che nessuno vede, ma c'è. E' quell'immensa distesa verde dove corrono bambini con i palloncini in mano, e dove il sole splende in cielo come quando venne al mondo il mondo (che simpatico questo gioco di parole!), è quel posto meraviglioso in cui non esistono armi, non esistono sostanze nocive, non esiste la cattiveria, non esistono i sogni, perchè sarebbero brutti in confronto alla realtà. E' un posto in cui la gente si riesce a volere bene. E chi ama, ama e basta, senza "però", senza "ma", senza "se"!
Qualcuno mi potrebbe accusare di qualunquismo. Qualche altro potrebbe dire che queste parole vanno bene in una canzone di Celentano, oppure in un canto da oratorio. Benissimo, anche se l'accostamento sembra impossibile. In due parole, non penso di essere qualunquista, altrimenti avrei detto "Oggi non si vive più, oggi si sta male, i rifiuti ci rendono rifiuti che camminano, la televisione non è più quella di una volta, non si fa più buona musica", ed invece non lo dico, perchè lo dice il telegiornale, lo dice la stampa, in internet poi, in ogni sito c'è qualcuno che accusa qualcosa, lamenta un male, urla contro i problemi che attanagliano la società in cui ci troviamo a vivere. Poi, se le parole di speranza, di uno che ha veramente la speranza, potranno servire per una canzone di Celentano o per una canzone da oratorio, non mi dispiace. Per molti, collaborare direttamente con Adriano Celentano è una grande aspirazione, ed io certo, non sono da meno. Poi, non mi dispiace nemmeno che le mie parole vengono cantate da quei giovani che, attraverso chitarre e tastiere ringraziano il Signore con quelle canzoncine semplici, ma che si imparano in dieci minuti. Certo, in chiesa è più facile cantare "Scendi tra noi signore, viva il Signore, che forte è il Signore", che eseguire un canto gregoriano. Anche se, questi ultimi, mi piacciono in particolar modo.
Se non mi lamentassi, la gente mi tirerebbe le pietre, perchè sarei troppo fuori dal coro. Se mi lamentassi in continuazione, la gente mi tirerebbe le pietre lo stesso, perchè unendomi al coro con la mia voce, provocherei tanto inquinamento acustico. Ma non perchè stoni, ma perchè, volentieri, mi piace usare tutta la voce che ho... senza mai urlare. O meglio, sapendo urlare!
Detto questo, penso che non ci sia nient'altro da aggiungere, anche perchè, già dall'inizio di questa diretta internet, non avevo niente da aggiungere.


Giovedì 19 ottobre 2006:

29 ottobre 2006 - ore 21.00
TEATRO GLORIA
Pomigliano d'Arco - Napoli

GRANDE LOTTERIA PAIDEIA
per il sostegno delle attività sociali

Il 29 ottobre si terrà, al Teatro Gloria di Pomigliano D'Arco (Na), la "Grande Lotteria Paidèia", manifestazione organizzata dall'Associazione Paidèia. Numerosi gli ospiti. Nel primo tempo andrà in scena "'O vico 'dè scugnizze", il lavoro di Ottavio Buonono che ha recentemente debuttato al Teatro Italia di Acerra, ed ha riscosso numerosi consensi di pubblico e critica, e che è stato riproposto con successo nella rassegna culturale "Settembre al Castello", organizzata dal Comune di Acerra in collaborazione con la Pro Loco. Nel secondo tempo ci sarà spazio per diversi artisti, reduci dalla VI Edizione del "Pomigliano Musica Festival" (quattro serate di grande musica, ospiti d'eccezione, con diretta televisiva satellitare). Per l'estrazione, tre sono i premi in palio: Motorino Aprilia Scarabeo 125/150 cc (primo premio), bicicletta da passeggio (secondo premio), lettore mp3 (terzo premio). I premi non assegnati saranno devoluti alla Chiesa Patronale di San Felice di Pomigliano d'Arco, come contributo per il restauro.

Per maggiori informazioni, visita il sito dell'Associazione Paidèia: www.associazionepaideia.com


Domenica 15 ottobre 2006:

Articolo dal forum del sito ufficiale: I BILANCI NON LI SOPPORTO!

Ci sono molti uomini, che in prossimità, della fine dell'anno, di un compleanno, oppure di un anniversario, cominciano a fare dei bilanci, cominciano a fare degli schemi su cosa hanno fatto di bello e cosa di brutto nella vita. Si passa dalle battaglie vinte alle battaglie perse, comprese quelle alle quali non ha mai partecipato. Si passa dai momenti in cui sembrava che il mondo crollasse sotto i piedi, a quelli in cui, sembrava tutto meraviglioso, che persino una canzone come "La vie en rose", sembrava essere estremamente pessimista.
Non so quanto convenga fare bilanci, tirare le somme, impostarsi un punto d'arrivo ed un altro di partenza. Secondo me, il passato più che insegnare, non potrebbe fare altro. E forse, i bilanci, portano anche male. Lo dico da napoletano che parla in napoletano, e che crede in qualcosa in napoletano.
I bilanci, dovrebbero indurre l'uomo ad una riflessione, ma nella maggior parte dei casi, lasciano sempre un vuoto, un senso di amarezza, una scia di rimpianti e di "però, se allora la pensavo come adesso, forse le cose sarebbero cambiate". Ma che senso ha tutto ciò? Gli errori e gli sbagli fatti, non possono essere sostituiti. Quel che è fatto è fatto. Non si torna indietro.
Il presente non esiste, perchè nel momento in cui l'uomo compie l'azione, già la stessa appartiene al passato. Se scrivo la parola "amore", già l'ho scritta. Posso dire che in passato (certo non remoto) ho scritto la parola "amore" in un mio articolo. E che senso ha pensare se c'entrava nel contesto, se potevo evitarla di scrivere, o potevo scrivere due parole invece di una. L'ho scritta, in quel momento mi andava di scriverla. Magari in futuro, a quella parola potrò aggiungere l'aggettivo "Grande" e formare "Grande amore". Mentre pensavo che l'avrei fatto in futuro, l'ho già fatto, e quindi è un'azione passata.
Il futuro è quello che c'è dopo, il passato quello che c'è stato prima, il presente non è altro che un frammento di pensiero tra quello che c'era e quello che ci sarà.
L'uomo non dovrebbe mai fare bilanci. Non dovrebbe mai passare al setaccio gli anni di vita passati. Il ricordo è una cosa, il bilancio è un altro. Si ricorda un genitore che non c'è più, ma dire "Avrei potuto dire questo a mio padre, ma non ci sono riuscito", non ha senso. Fa stare male. Che senso ha far emergere alcune cose appartenute al passato per comodità, e nascondere (o rinnegare addirittura) cose che abbiamo fatto, perchè in quel momento, eravamo all'altezza di farle, ne sentivamo il bisogno, ci aiutavano a crescere, a maturare, a pensare, a capire prima noi stessi, e poi chi c'era intorno.
Un bilancio lo può fare un'azienda: quest'anno le vendite sono calate, bisogna progettare una grande azione di marketing per poter scalare questo muro di problemi, e tornare di nuovo in vetta. Ma l'uomo? Che può dire l'uomo? Può mai inventarsi azioni di vita, per poter cambiare qualcosa nella sua esistenza, o se ci riesce, nell'esistenza delle persone alle quali è legato? No, non può farlo.
Penso che l'uomo non debba leggere il suo passato e dividerlo in due gruppi, quindi scrivere sul nero di una lavagna "Cose buone e cose cattive, cose belle e cose brutte, cose vive e cose morte". L'uomo deve imparare dal passato, per non fare poi sempre gli stessi errori. L'uomo, commette sbagli, fino a quando il Signore lo tiene in vita... e quindi, cerchiamo di fare altri errori, non facciamo sempre gli stessi, perchè poi, annoierebbero, e non ci sarebbe nemmeno più il gusto di dire un giorno "Com'ero buffo quando ero un burattino!".
Io qualche volta ho fatto bilanci, ma non mi sono mai preso sul serio. Ho pensato alle cose realizzate, ed a quelle che vorrei realizzare con le mie forze, con le mie capacità e con l'aiuto di chi mi sta vicino. Ho pensato ai momenti brutti, che non si potevano evitare. Ho pensato ai momenti brutti, perchè poi, potevo riconoscere quelli belli, e goderne in pieno la libertà di essere, se non felice, almeno senza problemi, abbastanza difficili, da risolvere.
Nella settimana che precede il mio compleanno, ho sempre la sensazione di tornare bambino. Non penso mai che sulla torta c'è una candelina in più, l'immagine che ho in testa è quella di un bambino, che saliva sulla sedia, per spegnere quelle poche candeline azzurre. Eppure, se mi guardo nello specchio, noto che un bambino con la barba fa sorridere, sembra si sia mascherato nel giorno di Carnevale...
Comunque, prima del 23 c'è il 22, e son 21!


Venerdì 13 ottobre 2006:

Articolo dal forum del sito ufficiale: IO, UN GIORNO, VORREI NON ESSERE FRAINTESO...

Ho un grande sogno che vorrei si realizzasse, forse dipende anche da me, forse dipende da chi mi ascolta o da chi mi legge, o può dipendere dalla società in cui viviamo. Il mio grande sogno è quello di non essere più frainteso, di essere capito per ciò che voglio dire, e non per quello che avrei potuto dire, o che non avrei nemmeno minimamente pensato di dire. Sembra impossibile, ma ogni giorno, tra i miei primi pensieri c'è la speranza di essere accettato per come sono, di essere capito per quello che voglio dire, di essere apprezzato per quello che faccio, e di quello che, vorrei riuscire a fare.
La colpa potrebbe essere mia. Forse parlo in "modo strano", forse parlo come oggi non si parla più, forse sono dispersivo in alcuni discorsi, ed in altri invece sono sintetico ma superficiale. Non so perchè, ma per ogni tre parole che dico, ne devo dire altre trecento per spiegarne il significato. E' un problema mio? Spero, di si. Almeno il caso è singolo, mi metto l'anima in pace, studio su me stesso, e cerco di risolvere in qualche modo. Se non dipende da me, ma dalle persone, che amano sentire solo quello che vogliono, che aspettano una virgola errata per poterla poi usare come scudo contro quello che viene detto loro, la cosa cambia.
Recentemente, in alcuni miei articoli, ho parlato tanto dell'arte di comunicare, di come sia facile riuscire ad interpretare un pensiero, se quest'ultimo viene espresso chiaramente, senza aggiunte inutili, senza parole che non fanno altro che intaccare il fulcro originale di una idea (che sia buona, o cattiva, ma comunque è da salvaguardare, specialmente oggi).
Una mia massima è "Non chiedetemi mai di non essere quello che sono". Ma non è una formula magica per scappare da ogni tipo di confronto, e da ogni tipo di rapporto umano. Non è nemmeno la frase di un megalomane. Non è nemmeno la frase di chi, grazie a quel poco di cultura che ha, si sente superiore, maestro, persona in grado di dare lezioni di comportamento, di stile, di carattere, di verbo.
Questa è la frase di chi, ama essere quello che è, perchè è riuscito (forse, a fatica) ad accettarsi per quelli che sono i suoi pregi ed i suoi difetti. E dal momento che è riuscito ad accettare se stesso, può benissimo accettare chi ha una opinione opposta, chi non conosce il significato di amare, chi è di una religione diversa.
Nel mondo d'oggi, c'è chi, cosciente delle limitate possibilità intellettive, riesce a costruirsi un mondo proprio, che vive nell'oblio, in quella ignoranza che negli anni ha generato piccole grandi guerre, che non hanno fatto altro che rovinare un pianeta, già dall'inizio dei tempi, rovinato. Ma sempre per volere dell'uomo, sempre per volere di quell'essere che non si accontenta mai di quello che ha. La maggior parte degli uomini, vuole sempre di più, senza però sapere, che il poco aiuta ad apprezzare il tanto, ed il tanto aiuta solamente a disprezzare il poco.
Io spero che l'ignoranza di chi vuole essere per scelta, ignorante in tutto (e non si parla di sapere dov'è nato Manzoni, cosa ha scritto Foscolo, e qual'è la capitale della Danimarca), non avanzi a passi da gigante, ma regredisca quanto più possibile. Spero che un giorno, tanta gente invece di dire "Tu non mi hai fatto capire quello che hai detto", dica "Io non riesco a capire quello che mi hai detto". E non solo, tanta gente, di buona volontà e in grado di compiere azioni d'amore, dovrebbe aiutare quelle persone della massa, che una volta incanalati nel tunnel di quell'ignoranza cosmica, non riescono a liberarsi del loro modo di essere. Ogni individuo, ha la libertà di essere ciò che vuole, ma quando va ad intaccare la libertà, i pensieri e i rapporti altrui, allora le cose cominciano a cambiare...
Spero di non essere stato frainteso!


Giovedì 12 ottobre 2006:

Articolo dal forum del sito ufficiale: RISPONDO A CHI MI DOMANDA... (L'ARTE DI COMUNICARE, il ritorno)

Pochi giorni fa, ho scritto un articolo sull'arte di comunicare, su come è importante mandare e ricevere messaggi che chiariscono il senso di quello che vogliamo dire. Vorrei, in un certo senso, continuare quell'articolo, rispondendo ad alcune domande che mi sono state fatte in merito a quanto ho già scritto, e procedendo con altre riflessioni, che possono meglio approfondire il mio punto di vista su "la comunicazione".
Partiamo dalle parole pronunciate dal Papa all'Università di Ratisbona (per i tedeschi, Regensburg). Diversi lettori, mi hanno fatto notare che ho parlato della cronaca attuale con semplicità, come se avessi detto "finiamo tutto a tarallucci e vino", mentre un Papa dovrebbe tener conto degli animi che vivono in Islam, e fare attenzione a ciò che dice. Il Papa è un punto di riferimento, che dovrebbe unire, non dividere. Benissimo. Questo mi sta bene.
Vengo alle mie riflessioni: il Papa ha scritto una sua riflessione, ed ha citato una frase scritta da un imperatore bizantino nel 1391. Qui arriva la difficoltà di comunicazione. Eh si, anche il Papa, qualche volta, non riesce a comunicare bene quello che vuole dire (scusatemi, se uso questo tono, ma è parlando con estrema chiarezza e parole semplici, che riuscirò, spero, a rendervi partecipi del mio pensiero). Secondo me, il Papa, doveva dire, prima di pronunciare la frase: "Sentite, cari fratelli e sorelle, io ora vi leggo una frase che non ho scritto io. Non rispecchia il mio pensiero, o meglio, non lo rispecchia in toto. Per me le guerre, non devono esistere, ancora di più non devono esistere, se il motivo di un attacco, di un'offensiva, di una battaglia, è nel nome della religione. La religione deve profondere l'amore, e non l'odio. Quindi, leggo questa frase, che non è stata scritta da nessun esponente della religione a me vicino. La leggo. Se non condividete ciò che ha scritto, parliamone insieme, dialoghiamo, cerchiamo in noi la tolleranza per poter amare anche chi ha un credo religioso diverso dal nostro.
Penso che, se il Papa, avesse detto, più o meno, queste parole, non sarebbe insorto nessuno. Anzi, quelli che hanno difeso Sua Sanità, l'avrebbero difeso ancora di più. Ma comunque, non sta a me, certo, dare lezioni al Papa, oppure scrivere discorsi a figure della religione e della politica.
L'altro punto da chiarire è quello sugli artisti, infatti ho citato Mina, e ho citato Adriano Celentano. Vicini ma diversi. Entrambi riescono a comunicare, ed ognuno lo fa a suo modo.
Partiamo dagli editoriali che Mina scrive per un famoso quotidiano o dalle risposte che Mina, da ai lettori di un settimanale, nato da meno di due anni (se ben ricordo), ma premiato dalle vendite. Alcuni, fanno questa riflessione: Se Mina, si è ritirata dalle scene nel 1978, con la "promessa" di tenere in vita il suo mito attraverso la sua voce (e quindi i suoi dischi), perchè presta la "voce di un mito" per pubblicità? Perchè, da ormai diversi anni, fa anche la giornalista? E' un suo modo di comunicare?
Provo a rispondere alle diverse domande. Non so, cosa abbia spinto Mina, a scrivere per quotidiani e settimanali. Forse, i lettori di "Vanity Fair", la vedono come "il mago di Oz" (esisterà davvero? Oppure quella donna tanto lunga con occhiali scuri, e sempre vestita di nero, è solo frutto della fantasia?). Cioè, chi le scrive, pensa di scrivere ad una vicina di casa, in possibilità di poter dare consigli a destra e a sinistra. Credo, che la gente non scrive a Nostra Signora della Canzone, ma a Nostra Signora della Posta Del Cuore. Certo, alcune domande che le fanno, sono a dir poco imbarazzanti. Tutto questo "scrivere e ricevere" mi fa venire in mente il film "Piccola posta" con una Franca Valeri in splendida forma, affiancata da un immenso e cattivissimo Alberto Sordi. Penso che Mina si diverte a rispondere a persone di qualsiasi età. Invece la Mina che scrive gli editoriali per "La Stampa", è diversa. A volte sobria, a volte animata dall'ironia, dal cinismo, dal sarcasmo, e dai vari "Chissà come andremo a finire, se andiamo avanti così". Cosa che già, Adriano Celentano, si è chiesto nel suo "Ragazzo della Via Gluck" nei lontani anni Sessanta, quando Frank Sinatra cantava "Strangers in the night" ed a Sanremo, nonostante quelli che venivano definiti "urlatori", c'era ancora la melodia che trionfava. A fianco agli urli ed alla melodia, gli scandali, gli inciuci, e le previsioni.
Quanto a Celentano, alcuni criticano le sue "prediche". E chi mi ha criticato le prediche di Celentano, mi ha difeso gli editoriali di Mina su "La Stampa" e le risposte di Mina a "Vanity Fair", dicendomi che un cantante deve solo cantare! ... Scusate, ma sembra una grande contraddizione, oppure una accusa di fans integralisti, che hanno come loro unica ragione di vita, il loro artista preferito.
Penso che, nel terzo millennio, una predica di Celentano, è una di quelle poche cose, che ancora fa notizia... E pensateci un pò!

L'articolo principale, che ha generato questa serie di risposte, è stato scritto domenica 8 ottobre, ed è stato pubblicato sia nel forum del sito ufficiale, che nelle news. E' permanentemente disponibile per la lettura.


Domenica 8 ottobre 2006:

Articolo dal forum del sito ufficiale: L'ARTE DI COMUNICARE

Un artista, sconosciuto o di fama che sia, dovrebbe saper comunicare. Un politico, che sieda in alto o in basso, a destra oppure a sinistra, dovrebbe saper comunicare. Un insegnante, diplomato o laureato, dovrebbe saper comunicare. Certo, non bisogna essere oratori, oppure saper recitare la parte della persona che riesce ad arrivare al cuore con le solite frasi fatte, ma bisogna comunque sempre cercare di far capire a chi ci ascolta chi veramente siamo, quello che vogliamo, e gli scopi di una nostra discussione. Parlare chiaro, aiuta quasi sempre... comunicare in modo semplice, usando frasi brevi, ma non convenzionali, e quanto più personali. Aiutano tanto nell'esposizione.
Chi è megalomane, non deve vergognarsi, se per tale fama è conosciuto. Chi è bugiardo, non deve nascondersi dietro le pseudo-verità, se poi è grazie alle bugie che riesce a comunicare. Il cantante, ad esempio, non deve crearsi altri "mille modi di campà", se per fortuna o purtroppo, l'unica cosa che sa fare è quella di saper cantare.
Penso che gli "ufficiali" della politica, della religione, dello spettacolo, dell'istruzione, dovrebbero parlare con il popolo, per come parla il popolo. Ricordo, che da bambino, sentivo i discorsi degli adulti, che si lamentavano del "politichese", quella lingua incomprensibile usata dai politici per i loro scopi: non far capire una mazza di quello che volevano dire. Un pò, come quando i sindaci di alcuni paesi, invitati alle manifestazioni e a quelle ampollose cerimonie con ospiti e buffet, tentano di improvvisare un discorso, abbozzano qualche parolina imparata nell'ultimo anno di liceo e nei primissimi anni di università, e finiscono poi, col dire sempre le solite frasi: "Sono contento, sono commosso, sono felice, sono lieto". Però dico anche un'altra cosa. Ho conosciuto alcuni sindaci, che con il loro verbo mi hanno affascinato. Quando loro parlavano, sembrava di ascoltare una lezione di filosofia. Parlavano di rifiuti urbani, ed a me sembrava di sentirli parlare di Socrate. Non prendete questa mia uscita come una bestemmia. Non accosterei mai i rifiuti al mito del "So di non sapere".
Per esempio, tutto quel polverone che si è alzato per una frase detta dal papa, mi è sembrato un pò eccessivo. Un papa deve difendere la pace, è giustissimo. Non potrebbe mai dire, che una guerra è valida se l'offensiva è partita per una giusta causa. La guerra non è mai giusta, la guerra non è mai buona. Ma chi è, che con questi chiari di luna, vorrebbe inventarsi un'altra guerra? Ma chi ce l'ha 'sto stomaco?
Mi viene in mente l'uomo "più pazzo del mondo" (come venne definito in una canzone): Adriano Celentano quando parla con gli "italiani", quando comincia con i suoi lunghissimi monologhi. Certo, lunghissimi come durata, perchè tra una parola e l'altra, ci sono una decina di minuti di pausa. Per una frase che dice, cento se ne dicono dopo. Bene, questo è saper comunicare. Parlare con la gente come parla la gente. E quando Adriano tace, è perchè tanta gente, dopo un mucchio di parole messe insieme per un mezzo discorso, preferisce tacere, per vedere se c'è qualcuno che dà credito, ragione, seguito.
L'attuale governo, dovrebbe comunicare bene le intenzioni che ha. Anche se ci sarà un aumento delle tasse, meglio dirlo subito, perchè i media ci fanno impazzire. Da un lato si dice che l'Irpef aumenta, da un altro lato sento che aumenta l'Irpef, ma ciò serve per diminuire su altro. Ed il giorno dopo, sui vari quotidiani leggo di tutto, c'è un giornale che fa passare il nostro attuale presidente del consiglio, come la favolosa creazione di Collodi (Pinocchio), ed un altro quotidiano scrive che bisogna dare fiducia al nuovo governo, perchè per mantenere le promesse bisogna dar tempo. E su di un altro giornale, leggo ancora, che gli alunni nelle scuole costano, e bisogna abolire le bocciature. E un altro giornale ancora, in merito, rimpiange l'attuale sindaco di Milano, nel posto che occupava al governo fino alla prima metà di quest'anno.
Ma l'uomo comune, in mezzo a tanti batocchi, con campane che gli suonano ovunque, cosa deve fare? A chi deve credere? Cosa deve leggere per una verità? Da cosa o come deve estrapolare la verità sulle future azioni di governo?
Perciò, meglio fare un discorso chiaro, dalla serie: Queste sono le mie intenzioni. Che vogliamo fà?
Sicuramente, non sarà diplomatico, ma almeno, non si sfiora la chiarezza, la si centra in pieno.
Un altro modo di comunicare particolare è quello di Mina, il mito vivente, Nostra Signora della Canzone Italiana, la Tigre di Cremona... lei comunica senza parlare. O scrive o canta. O la ritroviamo negli album che sforna dai suoi studi ogni anno oppure, ritroviamo la sua firma tra gli editoriali di un famoso quotidiano! Ha scelto un buon metodo per comunicare... ma come altri pochi, riesce a far comunicare.
E veniamo a me. Io che tanto parlo di comunicazione, so comunicare?... E chi lo sa! Spero, forse...


Giovedì 5 ottobre 2006:

Pubblichiamo una poesia inedita scritta da Ottavio dal titolo "'O volo". Questo testo, non è destinato a nessuna nuova raccolta di opere in versi.

'O VOLO (A Samuele)

Teneva 'e "ppenne gialle
'ca quanno se muveva
pareva 'nu fascio 'e banane
'cu 'e cosce sotto!

Quanno cantava era 'na musica...

Nun stunava maje 'na canzone,
pure si cantava sempe 'a stessa
'pe "mme era sempe comme
'a primma vota 'co sentevo!

Quando se ne scenneva 'o sole,
io 'o vedevo 'ca se metteva
dint'a n'angulillo 'dà cajola
comme 'nu criaturo in punezzione,

e quase 'na pena me faceva;
comme si capenno 'ca 'a "ggente
a chell'ora se ne jeva 'a "ddurmì
nun vulevo dà "cchiù fastidio:

preferiva 'e se stà zitto e se ì addurmì pur'isso...

Comme a quanno se metteva
dint'o scuro 'dà cajola,
stammatina io l'aggia visto
e sò rimasto senza 'na parola.

E ch'è succieso a st'amicone mio?
Nun cante, nun se move,
nun zompa accà e allà,
nun sbatte 'e scelle...

Tene l'uocchie miezze arapute,
ma nun c'ha fà a se trattenè,
me guarda, e senza 'na parola
senza se movere, senza s'aizzà

se ne va, vola 'pe sempe...
manco 'o tiempo 'e salutà!

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Domenica 1 ottobre 2006:

Si è conclusa ieri la rassegna culturale "Settembre al Castello 2006" organizzata dal Comune di Acerra in collaborazione con la Pro Loco. L'ultimo spettacolo della kermesse è stato "'O vico 'dè scugnizze", di cui ne abbiamo già abbondantemente parlato. Lo spettacolo, organizzato dall'Associazione "Voci del Cuore", e fortemente voluto dal Comune ed in particolare dall'Assessore alle politiche giovanili Angela Piscitelli, ha ottenuto un buon successo. Un pubblico partecipe, ha calorosamente accolto questo lavoro diretto da Ottavio Buonomo e realizzato con Enzo Lenzi (coreografie) e Maria Aprile (direzione musicale), interpretato dallo stesso insieme con I Cantori del Cuore. La spettacolo è stato introdotto da Maria Aprile che ha ringraziato la disponibilità degli organizzatori, seguita dal maestro Dario Rustichelli, padrino della serata, che ha deliziato i presenti con memorabili interpretazioni: "'O paese 'dò sole" (una delle canzoni napoletane più celebri), "Si" (suo grande successo) e "Nessun dorma" (dalla "Turandot" di Puccini). Poi è proseguito con l'atto unico, dove Ottavio si è divertito ad improvvisare, ed a scherzare con cast e pubblico. Subito dopo il Piccolo Coro Voci del Cuore diretto da Maria Aprile ha interpretato "'O sarracino" e "Lilì Kangy". Poi di nuovo Ottavio, con una rubrica dal titolo "Macchiettando, un quarto d'ora con Ottavio". L'artista tra un ricordo, un aneddoto e un pò di "storia della canzone", ha interpretato nell'ordine "I due gemelli", "T'è piaciuta" e "Giacomino Casanova - Casanova 70", ed ha recitato "Nuda", una delle poesie più belle di Pablo Neruda. Dopo questo spazio, molto gradito dal pubblico, come del resto, i diversi capitoli della serata, c'è stata la consegna dell'attestato di partecipazione a bambini e ragazzi che hanno frequentato il ministage di canto e/o recitazione organizzato dalle "Voci del Cuore" il giorno precedenti. Oltre agli attestati di partecipazione, i maestri Ottavio Buonomo (recitazione) e Maria Aprile (canto) hanno consegnato sei "attestati di merito" con diverse motivazioni. La canzone "Ma che 'nce posso fà" è stata utilizzata come sigla finale, ed è stata interpretata dal Piccolo Coro Voci del Cuore, da I Cantori del Cuore, da Ottavio Buonomo, dai partecipanti del ministage di canto (tra questi, due soliste che hanno ricevuto l'attestato di merito, Luguori Anna Blandina e Russo Maria Grazia), e per la prima volta, si è esibita anche Maria Aprile unendosi al gruppo. Dopo la sigla finale, un breve discorso del sindaco di Acerra Espedito Marletta, ed un ringraziamento a tutti coloro che hanno collaborato alla buona riuscita della manifestazione, hanno chiuso la serata.

Purtroppo, la presentatrice Valeria Arina (vicepresidente dell'Associazione "Voci del Cuore) non è potuta essere presente per seri motivi. Anche l'ospite Mario Monda, giovane cantante reduce dalla vittoria alla VI Edizione del "Pomigliamo Musica Festival", non è potuto intervenire, per motivi di salute. Sotto, un articolo di Ottavio dal titolo "Dietro le quinte", dedicato proprio a "'O vico 'dè scugnizze".

 

Articolo dal forum del sito ufficiale: DIETRO LE QUINTE

Il palco era deserto, ed un tecnico provava microfoni e luci. Io cercavo chi mi aiutasse a sistemare l'archetto (microfono), in modo tale che il filo non fosse visibile al pubblico, e che comunque, non mi provocava un antipatico solletico che poteva generarmi dei pruriti. La prova microfono s'ha da fare.
Chiamatemi qualcuno, perchè già come sto combinato non posso muovermi, ho l'acqua che mi gocciola dalla fronte, il trucco marcato, non posso muovermi. Fatemi venire un tecnico in camerino. Quale camerino? Quello dietro, dove c'è la luce verde. Bussate però, perchè potrei apparirvi in mutande!
Allora, mettiamo un pò di ordine e cominciamo a dare disposizioni al cast, ai tecnici e agli organizzatori. Ma tanto gli organizzatori già sanno quello che devono fare... lo sanno? Va bene, non fa niente, dopo m'informerò. Intanto, c'è qualcuno che mi manda il tecnico o devo chiamare un altro tecnico per farmi venire quel tecnico? Oddio, ma che ho detto? Calma, e sangue freddo! Un bacino! Grazie! Che bello... mi sento pieno d'affetto, ma il tecnico non arriva! Poi dice che uno si butta a destra! Pshè!
Allora, mettetemi il leggio alla sinistra del palcoscenico, sopra la paglietta, il cappello dello sciupafemmine, il gilet rosso e nero, e il testo della poesia di Neruda. Grazie! Ecco il testo... l'organizzazione è stata ottima, ho chiesto una copia, me ne hanno fatte cinque, quasi posso leggere un rigo per ogni foglio! Allora "Nuda... sei semplice come una delle tue mani, liscia, terrestre, minima, rotonda, trasparente". Si, me la ricordo. Anche se non la ricordassi, ho comunque il testo. Vediamo se non ho dimenticato le canzoni... cavolo, le canto da dieci anni, ed ogni volta ho sempre la paura di dimenticare qualche pezzo, e va bene, se proprio la memoria dovrebbe giocarmi brutti scherzi, faccio la furbata con il recitato. Le basi ancora non le ho sentite, saranno quelle che ho chiesto io? Boh... e dire che io non mi stanco mai di provare, solo ieri, ho provato una decina di volte "I due gemelli", ho aggiunto una strofa in più ad un' altra canzone, ed ancora in un'altra ho inserito una parte recitata tra la prima e la seconda strofa. Chissà se rispettano la mia tonalità... Ma quanti problemi mi faccio!
Ma il tecnico, mi arriva o no? Non dico il tecnico audio, e nemmeno il tecnico che ha portato questi meravigliosi archetti che faranno sentire la mia voce a tutto il paese dato che assorbono ogni minimo respiro, ma qualcuno dovrà pure arrivare! Ho il fondotinta che sembra lava sul mio volto! Però, un trucco eccellente! La mia truccatrice mi ha tolto anche il filo di barba con questo strato di trucco! Ricordo ancora una volta, che mi misero in faccia del fondotinta americano, abbastanza scuro, che sembrava fossi stato tre mesi ai Caraibi, sotto il sole di mezzogiorno! Tutto abbronzato, tutto pettinato, tutto elegante... stasera invece, per la scena, non sono nè elegante, nè abbronzato (anzi, sembra che mi hanno fatto 'na faccia di schiaffi), nè tantomeno pettinato, c'ho sto ciuffo al centro della testa che mi fa somigliare a Pappagone, o forse, ancor di più, ad Alfalfa! Uh... le "simpatiche canaglie", com'erano simpatici quei bambini!
Stasera si recita all'aperto, si recita a soggetto, si recita a dispetto... eh eh! Ci vorrebbe l'adagio di Albinoni adesso!
Oh, ecco il tecnico! Allora, facciamo la prova microfono. Il mio è il numero uno. E' contrassegnato con questo pezzettino di carta gommata con su il numero. Che faccio? Lo metto così? Però aggiustamelo in modo che, anche cambiandomi più volte nel corso della serata, non mi dia problemi, ma comunque per qualsiasi cosa, meglio che mi metti qualcuno qua dietro! Si... bene, grazie! Allora, il mio microfono è a posto! Fai provare il resto del cast, che io vado in camerino a mettere le pantofole, ed a leggere un pò! Non fare entrare nessun estraneo alla scena, si creerebbe confusione, se qualcuno vuole salutare gli attori, prega di farli venire dopo. Va bene? Altrimenti, si genera troppo chiasso, che non fa altro che intaccare la tranquillità che dovrebbe regnare sovrana. Lei è? Ah, piacere! Si, grazie!
Mancano cinque minuti. Bene. Tu, aggiustami un pò il laccio, perchè al posto della cravatta, ho messo il laccio di un mio vecchio paio di scarpe. Già l'ho usato altre volte. No, non è originale come cosa, non l'ho inventata io... ma comunque, mi piace ugualmente! Certo, nel dopoguerra, con la fame, che me vado a comprà 'na cravatta firmata? Mettiamo un laccio, e vai 'co liscio và!
Oh, un messaggio sul telefono. Che gentile il mio grande, grandissimo amico, proprio due minuti prima che la direttrice di scena mi chiami per l'inizio dello spettacolo. Che puntualità!
Ah, ecco, stanno dando la buonasera... io intanto, preparo la mia uscita... abbiamo cominciato in orario eh! Meno male! ... Uno, due, e tre... in scena!


Mercoledì 27 settembre 2006:

Confermati i due ospiti dello spettacolo "'O vico 'dè scugnizze": l'emergente cantante Mario Monda e il grande tenore Dario Rustichelli (che sarà padrino della serata).  Sotto segue una scheda sui partecipanti allo spettacolo, dagli ospiti agli attori:

 

Alcune Note su ... Mario Monda: Artista emergente dalle particolari doti canore. Ha vinto la VI Edizione del "Pomigliano Musica Festival" con il brano inedito "Semplicemente noi".

Alcune Note su ... Dario Rustichelli: E' diplomato in canto al Conservatorio di Musica "Cilea" di Reggio Calabria, ed è docente musicale. Ha partecipato a diversi Festivals della canzone napoletana classica in Italia ed all'estero con il CTS. Il suo stile fortemente passionale, da "tenore napoletano" e, il vocalismo di calore voluttuoso, gli consentono di rappresentare con dizione chiara e corretta la più elevata espressione del bel canto napoletano. Ha riscosso notevoli consensi di critica nei suoi numerosi concerti in Italia ed all'estero. Ha inciso molti brani per la RCA ed altre case discografiche. Tra i suoi successi "Si", "T'aspetto ancora" e brani del repertorio napoletano come "Torna a Surriento", "Funiculì funiculà", "Santa Lucia", "Core 'ngrato" e l'immortale "Nessun dorma" dalla "Turandot" di Puccini.

Alcune note su ... Ottavio Buonomo: Attore, regista, sceneggiatore, maestro di recitazione. Quasi quindici anni di una carriera fatta di sacrifici, esperienze, sperimentazioni, rinunce, particolari operazioni artistiche, affanni e personaggi versatili. Artista poliedrico, sensibile, conservatore ed allo stesso momento innovatore, mai convenzionale. Recitazione voluttuosa, simpatia travolgente, verbo cupo come aperto, la voce che si appoggia sulla gestualità, e sulla mimica del volto, or malinconico or allegro, or da vittima or da vessatore, or feroce or umano, or indisponente or amabile. Maschera mobile, in continua ricerca di assestamento. Protagonista, spalla, sceneggiatore e regista di tanti spettacoli, Ottavio ha cominciato a soli cinque anni. Il suo primo personaggio fu un "piccolo Charlot", una imitazione del celebre personaggio creato da Charlie Chaplin. Con l'Associazione "Voci del Cuore", ha partecipato con diverse iniziative come autore, attore, regista, sceneggiatore, presentatore, corista e maestro di recitazione. Tra gli spettacoli si ricordano "Mariopio, gli altri ed io", "'O sciopero d'è mmugliere", "Il processo", "Serata napoletana", "Una favola moderna" e "Aggiungi un posto a tavola", oltre a numerosissimi recital e concerti a tema.

Alcune note su ... Maria Aprile: Maestra di canto e solfeggio, regista di commedie musicali, musicista, ha studiato pianoforte a Napoli e da quasi otto anni presidente de le  "Voci del Cuore". L'Associazione, nasce ad Acerra nel gennaio del 1999, per ufficializzare un'attività di promozione culturale musicale e allo stesso tempo di solidarietà, già svolta di fatto, nei due anni precedenti, da un coro di bambini denominato, appunto "Voci del Cuore". Conta all'attivo la direzione artista di otto edizioni di "La befana vien di notte" e nove di "Tutti insieme con semplicità", entrambe manifestazioni di beneficenza. Ha curato, insieme con Ottavio Buonomo, la regia della commedia musicale "Aggiungi un posto a tavola" e la direzione musicale dell'atto unico "'O vico 'dè scugnizze". Ha scritto diverse canzoni, tra queste "Sei tu la mia realtà", "Ma che 'nce posso fà", "Le voci del cuore", "Uccelli senza ali" e "Guerra 'e 'na mamma", tutte contenute nell'album "Voci del cuore vol.2", pubblicato nel 2003.

Alcune note su ... I Cantori del Cuore: Nato come un organismo canoro che desse la possibilità ai "bambini cresciuti" del coro "Voci del Cuore" di esibirsi in un repertorio diverso ed in brani più impegnativi, dal 2005 studiano regolarmente (a scelta) canto (con la maestra Maria Aprile), recitazione (corso curato da Ottavio Buonomo) e danza (corso curato dai maestri Enzo Lenzi e Daniela De Luca). Attualmente, I Cantori del Cuore sono: Antonio Albachiara, Aldo Calabrese, Valentina Ciarla, Chiara Di Nardo, Cristina Di Nardo, Morena Moscarella, Giusi Paolella, Carla Puzone, Ermelinda Russo e Costanza Tagliamonte.

 

Gli "scugnizzi" del vicolo pensato da Ottavio Buonomo, vi aspettano il 30 settembre 2006, alle ore 20.30, al Castello Baronale di Acerra. Presenterà la serata Valeria Arina, con la partecipazione di Ottavio, che sarà protagonista di una rubrica della seconda parte dello spettacolo dal titolo "Macchietando, un quarto d'ora con Ottavio", dove reciterà, canterà e racconterà simpatici aneddoti della sua carriera.

Tantissime sono le adesioni per il ministage di canto e/o recitazione organizzato dall'Associazione "Voci del Cuore" all'interno della rassegna "Settembre al Castello 2006". Le prenotazioni dovranno pervenire entro giovedì 28 settembre.


Domenica 24 settembre 2006:

Articolo dal forum del sito ufficiale: GLI SCUGNIZZI STANNO SCOMPARENDO

Chissà se fra cento anni esisteranno ancora gli scugnizzi napoletani, oppure, saranno solo un ricordo dei tempi che furono, dei tempi delle "canzoni anema e core"?... Chi lo sa, alzi la mano!
Se già oggi i ragazzi per conquistare le "figlione" dicono "Sai che mi tiri tanto?" oppure usano termini come "Sei faschion" (perdonatemi, sono italo-napoletano).
Quando qualcuno è innamorato, gli amici dicono "Ci stai dentro di brutto"! E che cos'è? Ma che significato ha dire "Ci stai dentro di brutto"? Se proprio ci deve stare dentro in qualche modo, ditegli che "ci sta dentro di bello". E poi, non ho capito, dove "stanno dentro"? Dentro l'amore?... Qualcuno mi può dare i lumi in merito?
Ah, a volte sembra che io ho quarant'anni in più!
Ad esempio, a me piace scrivere poesie, dedicare canzoni, addirittura fare serenate e regalare fiori! Qualche ragazzo di oggi mi potrà criticare stroncandomi così "Mamma mà, stai ancora a questo?". Beh meglio dedicare una canzone voce e chitarra alla donna amata, che passarle un mp3 di Dj Francesco! Con tutto rispetto per il figlio dei Pooh!
In amore ci vuole poesia, romanticismo. La donna (ma anche l'uomo) ha bisogno di sentirsi amato, ha bisogno di sentirsi importante per il partner, aspetta di ricevere fiori e lettere. Aspetta le attenzioni varie. E pensare che la distruzione di quest'incanto, l'ha cantata proprio uno dei miei artisti preferiti: Mina... già negli anni Settanta bocciava il povero Alberto Lupo che imperterrito cercava di darle fiori, grilli, violini, caramelle, belle parole e lune appese in cielo in cerca di innamorati da scortare! E Mina, con la faccia "schifata" continuava con "Parole, parole, parole, parole, parole, parole", e Lupo che incalzava "Una parola ancora"... e quella che non se ne fregava niente, e continuava... "Quando c'è l'uomo in te, quando c'è"... io se fossi stato Lupo, mi sarei offeso! Ma comunque, torno al senso principale di quest'articolo...
Vi immaginate un ragazzo che tra una settantina di anni, dice ad una sua coetanea:

Tu sì tutto 'o core mio,
tengo 'na passione 'mpietto,
'ca 'a notte nun me fà durmi,
tengo 'na voce fissa dint'a recchia,
chesta voce è 'a toja,
nun me pozzo scurdà 'de "pparole
'ca sulo tu mme saje dicere,
'dè suspire 'ca tu faje
quanno cammenanno "mmiezzo 'a via
guarde 'ncielo e pienze...
Sì "ddoce e si "bbella
comme sulo tu saje esse,
'a vocca toja è fresca
comm'a "ll'acqua 'dà matina
'ca 'dò sciummo se perde
int'a 'nu mare 'e "bbene!

Chi lo sa... se troveremo ancora gli scugnizzi tra tanti anni... quelli che giocano per Santa Lucia, e quelli che guardano il mare di Mergellina come se fosse sempre la prima volta! Immaginando che all'orizzonte, ci sia un altro mondo, un nuovo mondo!
Scugnizzi apparentemente poveri, ma ricchi di buona volontà, di voglia di vivere, d'amore. Intelligenti da mettere in difficoltà i presunti tali. Furbi. Vivi ed attenti. Cantanti senza voce, suonatori senza strumenti. Amanti di un buon piatto di spaghetti (alla faccia dei fast food), di una impepata di cozze consumata sugli scogli bianchi con il sole che colora d'oro la pelle! Chissà se un giorno, ci saranno ancora ragazzi che canteranno "I' te vurria vasà" oppure "'Nu quarto 'e luna"... chissà se vestiranno ancora con vestiti che non costano nemmeno la metà di quelli "firmati"...
Forse l'unica firma che conserveranno per sempre, sarà quella di una straniera, che a Napoli ha trovato... un simpatico scugnizzo "nnammurato!


Mercoledì 20 settembre 2006:

Lo spettacolo "'O vico 'dè scugnizze" torna il 30 settembre 2006, come chiusura della rassegna "Settembre al Castello" (voluta ed organizzata dal Comune di Acerra e dalla Pro Loco). Oltre l'atto unico scritto da Ottavio Buonomo, liberamente ispirato ad una storia che Viviani raccontò nella sua celebre commedia "L'ultimo scugnizzo", ci saranno tante novità... Tra queste, la partecipazione straordinaria dal Piccolo Coro Voci del Cuore diretto da Maria Aprile e una particolare rubrica nella seconda parte dal titolo "Macchiettando, un quarto d'ora con Ottavio", dove il poliedrico artista si esibirà in tre brani umoristici, presi dallo sconfinato repertorio della grande canzone napoletana. La serata sarà allietata da due ospiti (da confermare però la presenza allo spettacolo) e dalla simpatica Valeria Arina, vice-presidente dell'Associazione "Voci del Cuore", che ha organizzato la serata, ed anche un ministage gratuito di canto e recitazione (29 settembre 2006, locali interni del Castello Baronale di Acerra). Sotto, una breve scheda, inerente esclusivamente all'atto unico "'O vico d'è scugnizze", che comprenderà tutta la prima parte dello spettacolo:

 

'O VICO 'DE' SCUGNIZZE
Atto unico di Ottavio Buonomo
Liberamente ispirato ad una storia raccontata da Raffaele Viviani
nella sua celeberrima commedia "L'ultimo scugnizzo"


Personaggi e interpreti in ordine di scena:

DONNA AMALIA ('A pizzaiola): CHIARA DI NARDO
CARMELA (L'artista): CARLA PUZONE
DONNA PEPPINA ('A capera): VALENTINA CIARLA
TURILLO (Il proprietario del caffè): OTTAVIO BUONOMO
DONNA VICENZA (Moglie di Turillo): COSTANZA TAGLIAMONTE
CONCETTA ('A 'mpagliasegge): CRISTINA DI NARDO
FILOMENA (Figlia di Concetta, fidanzata di Gaetano): ERMELINDA RUSSO
MARGARET (Signora inglese, moglie di Don Gennaro): MORENA MOSCARELLA
DON GENNARO ('O prufessore): ANTONIO ALBACHIARA
GAETANO (Lo scugnizzo): ALDO CALABRESE

Coreografie di ENZO LENZI
Direzione musicale di MARIA APRILE
Regia di OTTAVIO BUONOMO

 

E' disponibile inoltre, il doppio dvd della nona edizione di "Tutti insieme con semplicità" (Teatro Italia di Acerra, 9 giugno 2006). Nel primo vi è la rappresentazione d'esordio de "'O vico d'è scugnizze", e due canzoni classiche napoletane eseguite dal Piccolo Coro Voci del Cuore diretto da Maria Aprile, con coreografie curate da Enzo Lenzi, nel secondo "Canzoni evergreen", brani che hanno fatto la storia della canzone italiana, interpretati dai Cantori del Cuore (con coreografie curate da maestri di ballo, ospiti della manifestazione), in più tre sketch interpretati da Ottavio:  "I muratori", "Il provino" e "Ziccuccio, il cameriere". L'evento è condotto da Valeria Arina e da Ottavio Buonomo. Riprese e montaggio video QNT Video Production.


Lunedì 18 settembre 2006:

Il 30 settembre 2006 torna "'O vico 'dè scugnizze", l'atto unico di Ottavio Buonomo, liberamente ispirato ad una storia raccontata da Raffaele Viviani nella celebre commedia "L'ultimo scugnizzo" (rimasta nella storia, anche per la grandiosa interpretazione di Nino Taranto). Lo spettacolo, organizzato dall'Associazione "Voci del Cuore", va a chiudere la rassegna "Settembre al Castello", organizzata dal Comune di Acerra in collaborazione con la Pro Loco. Di questa rassegna già ne hanno dato ampiamente notizia giornali e siti internet, pubblicando anche il programma, che è il seguente:

 

Sabato 2 settembre 2006 (Ore 21.00)
Spettacolo: ALAN DE LUCA SHOW
con ALAN DE LUCA
Sede: Piazzale Antistante Parrocchia S. Giuseppe - Rione Madonnelle

Domenica 3 settembre 2006 (Ore 20.30)
Spettacolo: NAPOLI DAL 1200 AD OGGI, TRA CANZONI, TEATRO E POESIA
con MAURIZIO FALDUTI DE ROSA e LUCA ALLOCCA
Sede: Piazzale Renella

Giovedì 7 settembre 2006 (Ore 20.00)
Spettacolo: ZITELLANDIA (ovvero "Donne sull'orlo di una colite spastica)
di Maria Bolignano e Paolo Caiazza
con MARIA BOLOGNANO di "Zelig"
Sede: Piazzale Renella

Domenica 10 settembre 2006 (Ore 20.30)
CONCERTO DEL PROF. GIOVANNI DE FALCO IN ONORE DELL'ANNO MOZARTIANO
Sede: Chiostro ex seminario

Lunedì 11 settembre 2006 (Ore 21.00)
Spettacolo: ACERRA BLUES 2006 - Esibizione del Complesso Bandistico Città di Acerra
Organizzato dall'Associazione Musicale Neapolis
Sede: Cortile Castello Baronale di Acerra

Mercoledì 13 settembre 2006 (Ore 21.00)
Spettacolo: MARCO ZURZOLO E LA SUA BAND
Organizzato dall'Associazione Neapolis
Sede: Cortile Castello Baronale di Acerra

Giovedì 21 settembre 2006 (Intera giornata)
Iniziativa "Puliamo il mondo" promossa da Legambiente
Organizzata dal Comune di Acerra

Sabato 23 settembre 2006 (Intera giornata)
Initizativa "Puliamo il mondo" promossa da Legambiente
Organizzata dal Comune di Acerra

Sabato 23 settembre 2006 (Ore 21.00)
MusicAcerrArte: Esibizione Capone&BungtBangt (Tour "Lisca di pesce)
(Esibizione di "Junk music" ovvero "musica spazzatura" o meglio "musica ecologica")
Organizzato dalla Pro Loco di Acerra
Sede: Piazzale Renella

Domenica 24 settembre 2006 (Ore 21.00)
MusicAcerrArte: Esibizione Bande Locali
Organizzato dalla Pro Loco di Acera
Sede: Piazzale Renella

Venerdì 29 settembre 2006 (Ore 21.00)
Spettacolo teatrale: FATTI COMICI PER ATTI UNICI
Organizzato dall'Associazione "Recitar(t)e"
Compagnia teatrale "Oi Teatoi"
Sede: Piazzale Renella

Venerdì 29 settembre 2006 (Ore 16.00 - 20.00)
Ministage di recitazione e canto per bambini e ragazzi
Organizzati dall'Associazione "Voci del Cuore"
Sede: Locali interni del Castello Baronale

Sabato 30 settembre 2006 (Ore 18.30)
Inaugurazione mostra collettiva "Loading"
a cura del Gruppo Loading
Sede: Giardino del Castello Baronale

Sabato 30 settembre 2006 (Ore 21.00)
Spettacolo: 'O VICO 'DE SCUGNIZZE
Atto unico di OTTAVIO BUONOMO
Organizzato dall'Associazione "Voci del Cuore"
Sede: Cortile Castello Baronale

 

Ottavio Buonomo, sarà anche maestro di recitazione, nel ministage curato dall'Associazione "Voci del Cuore", nel giorno 29 settembre 2006. Maestra di canto invece, sarà Maria Aprile, che dell'Associazione (che da anni opera per fini di solidarietà) ne è anche presidente. Sotto, vi proponiamo integralmente il volantino informativo che circola da alcuni giorni, riguardante questa "lezione aperta":

 

Comune di Acerra - Pro Loco di Acerra - Associazione Voci del Cuore

SETTEMBRE AL CASTELLO 2006
Associazione “Voci del Cuore”

Venerdì, 29 settembre
Ministage gratuiti di canto e/o recitazione, per bambini (anni 4-12) e ragazzi (13-18):
Venerdì 29 settembre, dalle 16.00 alle 18.00 e dalle 18.30 alle 20.30
nei locali del Castello Baronale di Acerra
Per prenotazione telefonare entro il 28 settembre: 081 5206644 – 081 5201844 (ore pasti)

Ai partecipanti sarà rilasciato un attestato e i più bravi saranno ospiti
nello spettacolo del giorno successivo.

 

Prossimamente daremo altre notizie inerenti "'O vico 'dè scugnizze", già da ora possiamo anticipare che lo spettacolo sarà diviso in due parti: la prima è dedicata interamente all'atto unico di Ottavio Buonomo, la seconda invece vedrà in scena ancora Ottavio, ed inoltre I Cantori del Cuore, il Piccolo Coro Voci del Cuore ed ospiti d'onore.


Domenica 17 settembre 2006:

Articolo dal forum del sito ufficiale: IN GIRO... TUTTO BENISSIMO!

Il telegiornale comunica agli italiani, che in molte scuole, le lezioni sono cominciate regolarmente. Benissimo.
Il telegiornale comunica agli italiani, che nonostante tante difficoltà, e cambiamenti dovuti a vari fattori, dalla politica (ministro della pubblica istruzione) alla crescita di "stranieri" nel nostro paese, le porte della scuola sono aperte dalla seconda settimana di settembre. Benissimo.
Il telegiornale comunica agli italiani, che le mamme dei bambini delle scuole elementari, si lamentano per le cartelle troppo pesanti, che possono provocare dolori, problemi per ossa e muscoli, se non addirittura malformazioni, e danno consigli su come alleggerire il peso. Quei soliti consigli come: dividere i libri con il compagno di banco e portare a scuola solo ciò che veramente occorre, lasciando a casa tutto l'inutile, quello "in più", quello di cui se ne può fare a meno. Benissimo.
Ma dico io, ogni anno sempre le stesse notizie? Nei servizi che ci regala la televisione, vediamo sempre operatori scolastici con il sorriso stampato sulle labbra e sempre pronti a suonare la campanella spaccando il secondo, ragazzi che aspettano fuori dai cancelli e parlano come se non ci fosse nessuna telecamera ad inquadrarli (alla faccia dei reality show), professori che vengono intervistati e dicono che quest'anno ci saranno più difficoltà da affrontare rispetto all'anno scorso. Ma non si può! Per carità cristiana! E' possibile che si debba muovere un programma d'intrattenimento come "Striscia la notizia" per far rendere conto di come sono realmente le scuole in Italia? Istituti che per mancanza di spazi sono divisi in quattro o cinque plessi! Stressanti doppi turni! Professori non tutti all'altezza di occupare la cattedra! Alunni che vengono promossi e non conoscono la differenza tra la congiuntivite e il congiuntivo! Pensano che sia roba medica! Anche io sbaglio i congiuntivi, di solito quando sono nervoso! E c'è sempre qualche antipatico che mi corregge... però, quando frequentavo la scuola media superiore, prima di scrivere un verbo, ci pensavo cinque o sei volte, cercavo di collocarlo nel punto giusto della frase, analizzando il modo e il tempo! E lo faccio ancora adesso, ma solitamente quando scrivo gli articoli, non ci faccio caso se sbaglio o meno, non rileggo neppure ciò che scrivo. Se c'è qualche anima buona che lo fa per me, bene, altrimenti, se rileggessi quanto scritto, finirei col buttare tutto nella spazzatura; oppure, se sto scrivendo con la tastiera al computer, non mi ci vuole tanto per selezionare tutto con il mouse e poi cliccare su "elimina". Una volta l'ho fatto con un copione quasi terminato, con una poesia di tantissime quartine, forse saranno stati un centosessanta versi...
Tornando alla "scuola", penso comunque che non stiamo sfiorando la crisi, ma la viviamo nel pieno. Gli alunni sono demotivati, e forse la colpa, non è da attribuire solo a loro. I professori, continuano comunque, a fare il loro mestiere. Ci sono alcuni, che giustamente, credono tantissimo nel loro lavoro, e difendono oltre che la categoria, anche la materia d'insegnamento e la scuola in generale. Mi sta bene! Se tante categorie di lavoratori in passato avessero difeso la propria professione, oggi ci sarebbero meno disoccupati. Bisognava andare contro il progresso? Forse! Penso sempre, che il progresso altro non ha fatto che accelerare i tempi di un lavoro, anche se, ha fatto perdere la speranza a tanti lavoratori. E non è vero che oggi non si lavora perchè i giovani non hanno voglia di lavorare... E pensare, che prima lo dicevano solo quelli di destra, oggi lo dicono anche quelli di sinistra.
La scuola oggi "manda avanti", però è anche vero, che su cento che ne partono, tre, o al massimo quattro, arrivano! E di questo ne parlavo proprio con alcune persone qualche giorno fa...
Secondo alcuni dati, i disoccupati in Italia sono in diminuzione! O se sò suicidati, o sò emigrati, oppure hanno trovato un lavoro part time, dove con quattro ore al giorno, e con uno stipendio di seicento euro al mese, devono mantenè: mogli, figli e suocera!
E poi aumenta il pane, aumenta la pasta, aumenta il prosciutto. E per non fare accorgere a nessuno di questo, vengono create operazioni commerciali, che sembrano venire a tendere le braccia al povero consumatore.
Il mio, è il grido di una persona in difficoltà economiche? Vi dico, che in casa mia, il piatto a tavola si mette ogni giorno, i vestiti addosso ce l'ho, un lavoro stabile lo cercano tutti coloro che non ce l'hanno, un momento di pace lo cerca chi vive ogni giorno con forza di vivere! Ci sono persone con tre stipendi al mese che si lamentano... nun me posso lamentà pur'io? Tanto oggi, lamentarsi fa chic! Te tolgono pure il gusto di un "vaff", e magari se ti ribelli, passi per comunista, se taci per fascista! Ih ih...
In giro... insomma va tutto... Ma si, benissimo...
Buongiorno Italia, buongiorno Maria, con gli occhi pieni di malinconia...


Giovedì 14 settembre 2006:

Soltanto pochi giorni fa, siamo riusciti a recuperare un articolo comparso sul quotidiano "Cronache di Napoli" del 14 giugno 2006, dal titolo "Acerra, teatro e beneficenza: Le Voci del Cuore in scena". Riportiamo l'articolo integralmente, dal quotidiano al sito, tutti i diritti sono riservati.

 

ACERRA, TEATRO E BENEFICENZA: "LE VOCI DEL CUORE" IN SCENA
dal quotidiano "Cronache di Napoli" (14 giugno 2006)

ACERRA - Si riconferma il buon successo di pubblico per la tradizionale manifestazione teatrale dell'Associazione "Le Voci del Cuore" della presidente Maria Aprile. Quest'anno, infatti, i ragazzi del sodalizio di beneficenza hanno rappresentato il musical 'O vic' de' scugnizzi del maestro Ottavio Buonomo: con quest'opera teatrale i giovani artisti hanno raccolto fondi per alcune case famiglia del posto. Lodevole dunque l'iniziativa che si è svolta ad Acerra per beneficenza. La rappresentazione teatrale è stata seguita da un folto pubblico che si è entusiasmato per la bravura degli attori e soprattutto per il loro spirito.

 

Di rado pubblichiamo articoli tratti da giornali o siti internet che riguardano (o citano solamente) Ottavio Buonomo. Anche se comunque, quando è stato possibile, nel forum del sito (ma anche nelle news), abbiamo indirizzato i visitatori agli articoli pubblicati nei siti ufficiali dei giornali (quotidiani, settimanali, quindicinali, mensili, etc.).


Domenica 10 settembre 2006:

Articolo dal forum del sito ufficiale: LA MACCHIETTA, GENERE UNICO E SEMPRE MODERNO

Voglio tornare alla macchietta, voglio tornare a quel genere che Nino Taranto ha portato in tutto il mondo, e che ne ha fatto di Taranto una maschera indimenticabile del teatro napoletano. Quei testi di Cioffi e Pisano, di Nicola Maldacea, di Gill ed anche Raffaele Viviani (Famosissima "Fifì Rino"), sono immortali, e facevano ridere più di ottant'anni fa. Fanno ridere ancora oggi.
La macchietta è diretta, sincera, divertente. Ha una morale, riesce a mettere tutti d'accordo, ed è sempre apprezzata perchè non passa mai di moda, anche se oggi di "macchiettisti originali" ce ne sono pochi, di solito si trovano alcuni artisti improvvisati che tentano di interpretare quei pezzi immortali della nostra cultura, ma con scarsi risultati. Il buon macchiettista, deve essere prima di tutto un attore, poi abbastanza intonato, se stonerà qualcosa però, forse farà divertire ancora di più. Il buon macchiettista è colui che non ha vergogna di niente, non ha paura di nessuno, e che dice sempre la verità.
Il buon macchiettista ama l'amore, si innamora con il cuore, vive d'amore, parla d'amore, e ride degli innamorati. Il buon macchiettista è cinico, profondo, mai qualunquista o superficiale. In tre minuti, deve raccontare una storia, una vita, un luogo e un rapporto. E' difficile, molto difficile. Forse, è più difficile per un attore interpretare un testo di Luigi Pirandello o di Bertol Brecht, che interpretare una macchietta napoletana.
Le macchiette piacciono anche ai giovani, anche se non conoscono chi ha creato il genere, quando è nato, e soprattutto chi sono stati i massimi esponenti. Però ai giovane piace, ridono, si divertono, apprezzano. Forse perchè vengono attirati da qualcosa che in un certo qual modo li identifica. Alcuni, anche se indirettamente, si riconoscono in alcuni personaggi, in quelle spassose caricature, che sotto la maschera però, nascondono tanta umanità. La macchietta spesso ha un ritornello breve, che viene eseguito anche dal pubblico. Il punto di forza della macchietta sono le strofe, dove viene raccontata la storia. Tanti capitoli che compongono il romanzo. Ci sono anche macchiette di una decina di strofe, anche se non durano mai oltre i quattro minuti. L'artista dev'essere abile a scandire velocemente le pause, a sintonizzare le parole con la mimica. Di solito, nelle macchiette, l'artista non segue la musica, sono i musicisti che devono seguire lui; perchè la macchietta è fatta anche di improvvisazioni, di interruzioni, di pause che lasciano spazio alla mimica del volto, di un coinvolgimento collettivo, di domande e risposte, di piccoli silenzi con sguardi or cattivi ora dolci.
Insomma, nella macchietta ci sono i sentimenti estremi. In un brano possono abbondare i doppi sensi, ma sicuramente, non è difficile capire il senso originale di una frase. La macchietta pura, quella vera, quella dei grandi autori, non è mai volgare. Esistono anche macchiette "spinte", ma sono comunque godibili. Anche "La pansè" è un brano spinto, così come lo è "Fatte fà 'a foto" e "La manicurista". Addirittura in "Fatte pittà" si parla di erotismo allo stato puro raccontato con la poesia delicata e con la spregiuticatezza, tutto in salsa napoletana. La canzone recita così "E te pittasse 'e spalle bella bè, e te pittasse 'a pelle bella bè, quanno arrivasse 'o punto bella bè, sò sicuro che mi diresti: Che pennello! Che pennello! Ma è il pennello di Raffaello o è il pennello che tieni tu? E pittanno, pittano dicisse che bellu penniello 'ca tiene..." e via dicendo! Non è meraviglioso questo intreccio di parole? Si deve riconoscere agli autori napoletani di aver creato dei testi unici al mondo. Anche Raffaele Viviani ha scritto "canzoni per personaggi". Il protagonista dei pezzi di Viviani è lo stesso che canta la canzone... ci sono anche brani amari, che non hanno niente a che vedere col pianeta della macchietta, come "Bammenella 'e coppe 'e quartiere", ed altri come "'A rumba 'dè scugnizze", che anche se interpretata da grandi macchiettisti e attori, io la definirei "canzone libera", a cui si può adattare qualsiasi arrangiamento. Forse, la commedia musicale in Italia, è nata grazie a Viviani. Nella "Rumba degli scugnizzi" c'è chi canta, chi recita e chi balla. In poco più di tre minuti, si intrecciano tre arti diverse: la recitazione, la danza e il canto.
La macchietta invece univa due arti, il canto e la recitazione. Forse la seconda dominava di più sulla prima, ma comunque, i macchiettisti di una volta, potevano anche vantare voci tenorili.
Oggi in televisione, di macchiette se ne ascoltano (e vedono) pochissime. C'è poco spazio per questo genere che con i ritmi televisivi non ha niente a che vedere. Anche se, volendo, tutto si può fare. Se c'è spazio per un battibecco imbastito di parolacce, è una vergogna non trovare spazio per la macchietta e per gli artisti che la propongono.


Venerdì 1 settembre 2006:

SETTEMBRE AL CASTELLO BARONALE CON ARTE E SPETTACOLI
dal sito
www.ansa.it

Musica, arte e cultura faranno da sfondo all'iniziativa organizzata ad Acerra dall'amministrazione comunale, guidata dal sindaco Espedito Marletta, dal titolo ''Settembre al Castello MusicAcerrArte''. La serie di spettacoli e concerti in programma ad Acerra, la citta' di Pulcinella, punta a valorizzare le risorse culturali e storiche del luogo, sede di un sito archeologico di fama mondiale. Ecco il programma degli appuntamenti previsti a settembre: Sabato 2 settembre 2006 Ore (21.00) ''Alan De Luca Show'' Sede: Piazzale Antistante Parrocchia S.Giuseppe.- Rione Madonnelle. Domenica 3 settembre 2006 Ore (20.30) Spettacolo''Napoli dal 1200 ad oggi tra canzoni, teatro e poesia'' con Maurizio Falduti de Rosa e Luca Allocca. Un Viaggio Itinerante nella poesia e nella canzone classica napoletana passando per Di Giacomo, Viviani ed Eduardo. Sede: Piazzale Renella Giovedi' 7 settembre 2006 Ore (20.00) Spettacolo con Maria Bolignano di Zelig ''Zitellandia'' (ovvero donne sull'orlo di una colite spastica) di M. Bolignano e Paolo Caiazza. Sede: Piazzale Renella Domenica 10 settembre 2006 Ore (20.30) ''Concerto del prof. De Falco Giovanni in occasione dell'anno Mozartiano''. Sede: Chiostro Ex Seminario Lunedi' 11 settembre 2006 Ore ( 21.00) ''Acerra Blues 2006''- Esibizione del Complesso Bandistico Citta' di Acerra - Organizzato dall'Associazione Musicale Neapolis. Sede: Cortile Castello Baronale di Acerra Martedi' 12 settembre 2006 Ore ( 21.00) ''Acerra Blues 2006''- Esibizione del Franco Coppola Quintet - Organizzato dall'Associazione Neapolis. Sede: Cortile Castello Baronale di Acerra Mercoledi' 13 settembre 2006 Ore ( 21.00) ''Acerra Blues'' ¿ Esibizione di Marco Zurzolo e della sua band - Organizzato dall'Associazione Neapolis. Sede: Cortile Castello Baronale di Acerra Giovedi' 21 settembre 2006 Intera Giornata Iniziativa ''Puliamo il mondo'' promossa da Legambiente. Organizzata dal Comune di Acerra. Venerdi' 22 settembre 2006 Intera Giornata Iniziativa ''Puliamo il mondo'' promossa da Legambiente. Organizzata dal Comune di Acerra. Sabato 23 settembre 2006 Intera Giornata Iniziativa ''Puliamo il mondo'' promossa da Legambiente. Organizzata dal Comune di Acerra. Ora ( 21.00) ''MusicAcerrArte '' Esibizione Capone&BungtBangt ¿ Tour ''Lisca di pesce'' ¿ (Esizione di ''Junk Music'' ovvero ''musica spazzatura'' o meglio ''musica ecologica'') Organizzato dalla Pro Loco di Acerra. Sede: Piazzale Renella Domenica 24 settembre 2006 Ora ( 21.00) ''MusicAcerrArte '' Esibizione Band locali - Organizzato dalla Pro Loco di Acerra. (Sedie, Palco) Sede: Piazzale Renella Venerdi' 29 settembre 2006 Ore (20.00) ''Spettacolo teatrale Fatti Comici per Atti Unici'' Organizzato dall'Associazione RECITAR(T)E ¿ Compagnia Teatrale OI Teatoi Sede: Piazzale Renella Ora ( 16.00-20.00) Ministage di recitazione e canto per bambini e ragazzi. Organizzati dall'Associazione ''Voci del Cuore'' Sede: Cortile Castello Baronale di Acerra Sabato 30 settembre 2006 Ore 18.30 Inaugurazione Mostra collettiva ''Loading¿'' a cura del Gruppo Loading. Sede: Cortile Castello Baronale Ore 21.00 ''Rappresentazione dell'Atto Unico ''O vico de' scugnizzi'' di Ottavio Buonomo. Organizzato dall'Associazione ''Voci del Cuore''. Sede: Cortile Castello Baronale. (Y2W)
01/09/2006 14:00

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L'articolo è stato riportato integralmente, dal sito "www.ansa.it" (sezione Turismo Campania) nel sito ufficiale di Ottavio Buonomo. Tutti i diritti sono riservati


Mercoledì 30 agosto 2006:

Articolo dal forum del sito ufficiale: LA POESIA AIUTA ANCHE A VIVERE

Ultimamente, sto scrivendo poco. Prima, pigiavo la mia tastiera per articoli, opere in versi, comunicati, messaggi postati in forum di mia frequentazione. Comunque, anche se scrivo poco, leggo tanto. Leggo anche scritti di persone che non conosco nemmeno per sentito nominare. Penso che comunque, nelle parole di ogni individuo di questo mondo, c'è qualcosa da apprendere, da imparare, da conservare. Tutto aiuta a crescere, a maturare.
Tante volte mi soffermo a leggere quello che si scrive su alcuni artisti. Nei forum di mia frequentazione si parla spesso di Mina... di solito, mi viene la tentazione di rispondere, di esprimere una mia opinione ad una neonata discussione, ma poi, un pò per pigrizia, un pò perchè mi stancherei di leggere (e reggere) le mille repliche, lascio perdere, e faccio altro. Aiuta a stare meglio. Internet è importante per comunicare e per avere contatti con il mondo, ma non è l'unica cosa che permette di "uscire dalla propria casa". Oltre ad uscire letteralmente dalla propria abitazione (il che è consigliabile), è bello anche utilizzare quella cosa che ogni tanto ci viene in soccorso quando vogliamo creare qualcosa: la fantasia. Che bello immergersi in un racconto ed immaginare di esserne i protagonisti! Meraviglioso vivere tra le righe e sopra le righe! Che bello... immaginare per pochi secondi di essere il principe azzurro, bello e ricco, con il cavallo bianco che fugge con la sua amata per boschi verdi, strade (senza fossi e senza semafori) e monti baciati dal sole. Che poesia! Sembra quasi che abbia alzato il gomito con "qualche" goccio in più! Ma in fondo, la poesia, non è che l'alterazione dei sensi, di un giorno, di una occasione presa al volo e di un'altra sprecata, di un sorriso nascosto da un colpo di tosse e da una mano che nasconde le labbra usando l'alibi dell'improvviso malanno!
Ma come sarebbe bello vivere tenendo conto che la poesia non è quella cosa or lunga or breve che a scuola i maestri, ci assegnavano come compito a casa: impara a memoria la poesia e domani interrogazione a tutti, chi non la sa, la deve ricopiare dieci volte sul quaderno.
La poesia vive in chi con dolcezza affronta il mondo, caricandosi di pazienza, di forza di volontà, di amore verso chi ha bisogno di una mano. La poesia è quella parola non detta che può evitare l'irritazione di una o più persone. La poesia è quella luce che nel buio dei tanti discorsi inutili, riesce a brillare. Vittoriosa, bellissima, unica ed indescrivibile. Anche la poesia può godere del silenzio.


Venerdì 28 luglio 2006:

Nel forum di "Pamabù" si può vedere un video con una scena tratta dallo spettacolo "'O vico 'dè scugnizzi", atto unico di Ottavio Buonomo, presentato alla IX Edizione della manifestazione di beneficenza "Tutti insieme con semplicità" (9 giugno 2006) organizzata dall'Associazione Voci del Cuore di Acerra al Teatro Italia.


Martedì 25 luglio 2006:

Nel forum di "Pamabù" si può vedere un video dal titolo "'Na guida ciociara - Arch of Constantine, Rome (A Guide from Ciociaria)", con un simpatico duetto di Ottavio Buonomo con Paolo Driussi. Ottavio nei panni di una guida con difficoltà nel parlare in corretto italiano, tenta di spiegare la storia dell'arco di Costantino... un pò in italiano, un pò in latino, un pò in inglese, un pò in ciociaro...


Venerdì 21 luglio 2006:

TANTI AUGURI PAMABU'

Fa uno strano effetto dire, o meglio scrivere "Auguri Pamabù". Sembra che di fronte ad uno specchio, mi stia facendo gli auguri da solo. Però, a pensarci bene, Pamabù non sono io, Pamabù è tutto ciò che ruota intorno a me. Pamabù sono le persone, Pamabù sono i fatti, Pamabù sono le cose, Pamabù sono i discorsi, Pamabù sono le canzoni.
Pamabù, in principio, come parecchi sanno, era un saggio in dieci parti dato alla luce nelle prime settimane dell'estate 2003. Un' opera complessa, folle. Qualcuno l'ha definita originale, qualcuno l'ha definita inutile, altri non l'hanno definita per niente. Ma quest'opera c'è, vive, ed è sempre attuale perchè non è incastrata in nessun periodo, in nessun tempo, e non ha riferimenti a personaggi, se non a quelli che hanno rivoluzionato il mondo.
Poi, nel luglio 2003, il sito. Nasce nella tarda sera del 21 luglio. La prima copertina viene esposta poco prima della mezzanotte. Da quella sera, sono state aggiunte tantissime sezioni.
Nel luglio 2003 fu la professoressa Marina D., ad aiutarmi nella per me difficile impresa di aprire una finestra del mio mondo nel grande, immenso mare della rete. Eppure, ci sono riuscito.
Tra i primi collaboratori ci fu Paolo Drissi. Subito siamo diventati grandi amici. Ma non quella amicizia non reale che si sbandiera solo per comodità, oppure per far vedere che ci vuole poco per volersi bene.
Paolo non mi ha mai abbandonato. Nei momenti in cui la nave stava per affondare, mi è stato vicino, mi ha incoraggiato, mi ha spinto a fare di meglio. Mi ha assistito nella realizzazione delle sezioni, anche se viviamo a più di ottocento chilometri di distanza. Lui è di Udine, io sono della provincia di Napoli.
Dei miei incontri con Paolo in varie città italiane (Milano, Venezia, Modena, Bologna, Roma, Brescia, Udine), ne sono nate bellissime sezioni con immagini e racconti. In alcune di queste sono stati inseriti anche file audio e video (in uno di questi, c'è una divertentissima intervista che io faccio a Paolo, nei panni di uno dei miei personaggi).
E con Paolo, altre poche persone mi sono rimaste accanto dandomi forza e coraggio...! Gli angeli esistono davvero, ti danno una mano quando stai per precipitare in un burrone.
Nel giorno del terzo compleanno di Pamabù voglio ringraziare anche i fedelissimi, coloro che hanno sempre partecipato attivamente alle iniziative, non si sono mai tirati indietro a scrivere un opinione od un commento nel forum, ed mi hanno sempre spinto a creare qualcosa di nuovo.
Mi fa piacere anche, per tanti stranieri che in Pamabù hanno trovato pagine dedicate a miti del nostro panorama artistico. Ricevo spesso complimenti e ringraziamenti per la sezione dedicata a Claudio Villa. Mi fa piacere che io sia l'unico in Italia ad aver creato uno spazio web dedicato al Reuccio con la sua vita, la discografia, le fotografie, gli articoli, i commenti, il ricordo dei fans, le fotografie e i file audio, ma allo stesso momento mi fa arrabbiare di come un grande artista come Villa, non abbia un sito ufficiale. Magari, prima o poi, si muoverà qualcosa in merito.
Ma non voglio stare qui a scrivere tutto quello che è stato fatto in Pamabù, tutto quello che è stato realizzato. Come dico sempre "Quello che c'era c'è", anzi, in quest'ultimo periodo sono state restaurate e riordinate alcune sezioni come il minisito dedicato a Totò, le mie prime poesie (dal 1998 al 2003). Inoltre, sono state inserite nuovamente, due sezioni che erano state eliminate su richiesta, ma senza specifiche motivazioni.
Detto questo, voglio ringraziare tutti coloro che augurano a Pamabù un buon compleanno! Non posso che invitare tutti ad assaggiare una fetta di dolce... Prego, ne abbiamo di diversi gusti: torta caprese, millefoglie, crostata all'amarena, coppe di gelato, tiramisù al caffè, tiramisù alla fragola, torta panna e cioccolato, croissant, bocconcini di cioccolata con ripieno di cocco, bignè alla crema, babà al rhum, delizia al limone, sfogliatella riccia e frolla, cannoli siciliani, cassatine, pastiera napoletana, panettone ai profumi antichi, profitterols, zuppa inglese, torta mimosa, coppette di macedonia con crema alla vaniglia... Accomodatevi!

Ottavio Buonomo


Giovedì 20 luglio 2006:

Nel forum di "Pamabù" si può vedere un video con il trailer dello spettacolo "'O vico 'dè scugnizzi", atto unico di Ottavio Buonomo, presentato alla IX Edizione della manifestazione di beneficenza "Tutti insieme con semplicità" (9 giugno 2006) organizzata dall'Associazione Voci del Cuore di Acerra al Teatro Italia.


Mercoledì 19 luglio 2006:

Nel forum di "Pamabù" si può vedere un video in cui Ottavio Buonomo omaggia Alberto Sordi con una sua famosa canzone.


Lunedì 17 luglio 2006:

Articolo dal forum del sito ufficiale: IL SONETTO... RECITANDO GUIDO GALLOZZI

Una voce dietro le quinte dice “Testo di…Guido Gallozzi”, a bassa voce, quasi come se stesse interrompendo un discorso. Un annuncio naturale, come il protagonista della scena: un anziano signore, che con il nipote, cammina per le vie strette di una città, forse deserta, ed inciampa in un fosso di parole.
Fogli. E sui fogli, parole. E nelle parole, la vita. E nella vita, il cuore dell’autore. E nell’autore le facce, i personaggi, il sacro ed il profano, la vita e la morte, le fate e le streghe, i signori e le signore, i proprietari ed i proletari, i rossi ed i neri, le parole e i fatti, le mani e i piedi, il sesso e la castità, la pace e la guerra, la terra ed il cielo, l’ignoranza acuta che reclama macchie di cultura dettate con semplicità.
Recitare Guido Gallozzi è stato per me un onore. Ho recitato due suoi sonetti in uno spettacolo di qualche mese fa. I due testi erano “Er teatro d’Eduardo” (scritto nel suo dialetto) dedicato al grande Eduardo De Filippo, e “Sonetto in blu”, che fa parte della produzione in italiano. Testi difficili e felici. Inenarrabili immagini che soltanto lui, è riuscito a descrivere nei suoi testi, nei suoi sonetti.
Guido è un poeta. Riesce a cogliere su di un muro il punto più giusto per aggiungerci un nuovo quadro!
Mi ricordo, che gli telefonai la mattina dello spettacolo. Speravo che ricordasse la mia voce, non ci riuscì, e si giustificò nel suo dialetto “E per forza che nun t’ho riconosciuto! Me dici Signor Guido Gallozzi? Io ho pensato “e mo chi è?”. Gli dissi che avevo scelto di recitare alcuni suoi testi nel mio nuovo spettacolo, ma sbadatamente non avevo chiesto se potevo farlo, e se mi avesse concesso la libertà di declamarli. Mi disse di si… ed io mi sentì ancora più caricato, più forte. Ci sentimmo due-tre volte quella mattina, e mi assicurai che se avessi avuto bisogno di un aiuto per la pronuncia corretta in romanesco, potevo tranquillamente contattarlo in qualsiasi ora della giornata. Quindi, si mise a disposizione dei vari orari, che io dovevo comunque seguire!
In scena con me c’erano un gruppo di bambini, uno di loro interpretava mio nipote, ed io ero suo nonno (a vent’anni...). Gli parlo di Eduardo, e gli leggo il testo di Guido Gallozzi in romanesco, e dico “Questo sonetto l’ha scritto un grande poeta”, ed il bambino: Nonno… ma quando “ha” vissuto questo poeta?... Io gli rispondo sorridendo, ma sottosotto incollerito “Eh, a nonno tuo. Tu mi chiedi quando è vissuto questo poeta?... Vedi, questo poeta non è vissuto. Vive, e sta bene. Io l’ho sentito proprio stamattina al telefono! Gli italiani specialmente, hanno un brutto vizio a nonno, quello di ricordare gli artisti sempre dopo che sò morti! Ma ricordiamoli adesso scrittori, attori, registi, cantanti… mò che sò vivi!”…
E che il Signore tenga gli artisti in buonissima salute più di cento anni!
Di questo spettacolo ne ho una registrazione, anche se la qualità non è ottima, ma comunque spero presto di presentarvi in video questo documento!


Venerdì 14 luglio 2006:

Articolo in tre parti dal forum del sito ufficiale: PAMABU'...

PER PAOLO

E' doveroso scrivere due righe in più su Paolo.
Diciamo, che i tre anni di Pamabù sono un pretesto, ma è anche vero, che per questo sito, Paolo ha significato tanto.
Sempre pronto a sostenermi, a sgridarmi, ad aiutarmi, a costruire, inventare. Un pozzo inesauribile di idee. Geniale nel creare lavori di grande livello, che portano anche la mia firma.
Paolo, è un esempio da seguire. Non esagero. Io che lo conosco, so quanto vale!
Per il terzo anniversario di Pamabù ha creato tre splendidi video, che sono pubblicati oltre che in questo sito, anche in altri, con piacere per chi li ha ospitati. In realtà, il piacere è tutto mio. Sono onorato ed allo stesso momento felice per l'affetto dimostratomi. Nei tre video c'è la storia di Pamabù, restituita da immagini di vita (e quindi non solo "click", "scatti", "flash"), dalle copertine che hanno caratterizzato in questo tempo la pagina principale del sito, da piccoli frammenti di un passato, ora felice, ora triste!
Del rapporto sincero che io ho con Paolo non credo sia giusto parlarne in pubblico, perchè oltre al pensare che forse potrebbe non interessare alla maggior parte di chi legge, amo conservare ricordi ed esprimere sentimenti per me e riservarli ai diretti interessati, alle persone care, che con me condividono le gioie ed i dolori!

PER "IL MIO ANGELO"

Per mandare avanti Pamabù, non c'è bisogno solo di nuove immagini e sezioni da creare. Certo, questo è fondamentale, ma credo che si debba dare alla luce qualcosa quando se ne senta il bisogno, e quanto si è giustamente ispirati.
Per Pamabù ho avuto bisogno, e ne ho ancora, di incoraggiamenti, di forze sostenitrici che mi vengono in aiuto quando la nave sta per affondare, di quella fiducia che mi spinge a fare di meglio, a fare di più, a fare per gli altri, ma anche per me stesso e per chi mi sta vicino.
Ringrazio una persona speciale, di cui non farò il nome, perchè il suo nome è scritto a caratteri cubitali nel mio cuore! Questa persona mi incoraggia, mi aiuta, ha fiducia e crede in quello che faccio.
Si contano sulle dita di una sola mano coloro che mi sono sempre vicini, nel bene e nel male.
Debbo al mio angelo un particolare grazie: sia per l'affetto e per la stima che nutre nei miei confronti, sia per l'immenso bene che mi vuole!
Grazie!!!

PER I VISITATORI

A voi, cari visitatori, sconosciuti o no, un pensiero è d'obbligo. E' grazie a voi se Pamabù in questi anni è cresciuto, ed oggi può spegnere la sua terza candelina. E' grazie alle vostre lettere, ai vostri suggerimenti, ai vostri "Bravo" e i "Continua così", se oggi, posso credere che la piccola illusione di aver fatto qualcosa di buono, si sia trasformata in una bella realtà!
Grazie!


Mercoledì 12 luglio 2006:

Articolo dal forum del sito ufficiale: I TRE ANNI DI PAMABU'

Tante volte le persone, convinte di stare sempre dalla parte del giusto (anche se poi scrivono e dicono che loro sanno che possono avere molto probabilmente torto), tentano di esporsi quanto più possibile, di far capire agli altri il loro valore, di esprimere opinioni, giudizi, e di criticare anche scelte altrui. La cosa più bella è che queste persone quando dicono una cosa del genere, prima si costruiscono piccoli alibi (sia con la loro coscienza di brave persone, sia con gli li legge o li ascolta, sia con chi subisce passivamente i loro affanni di farsi credere grandi in tutto), poi esprimono la loro opinione con una fare da fine dicitore, poi fanno assurdi riferimenti a fatti del passato, in alcuni casi veri ed in altri no, e chiudono il loro comizio con un augurio, una massima insensata, o magari con un "Scurdammece 'o ppassato, simm'e Napule paisà, zan zan"... si! Con tanto di "Zan zan" finale!
Io ho conosciuto persone così. Specialmente da quando alcune di queste si sono offerte di collaborare con me per Pamabù, e poi dopo, senza motivo, senza nessuna spiegazione, hanno fatto assurde richieste e poi hanno tolto il "saluto". La cosa che mi fa arrabbiare è che, queste persone, sono state accontentate delle loro assurde richieste. Però, mi ha fatto piacere servire loro quanto chiesto. Se assurda è la richiesta, assurda è la pretesa di aver realizzato qualcosa di unico e di essere indispensabile per gli altri. E quindi, con persone egocentriche, mitomani di prima categoria, meno ci parlo, ci lavoro e ci discuto, meglio è. Non perchè mi fa paura il confronto. Non penso di essere superiore, ma è vero comunque, che non penso nemmeno di essere inferiore a chi, obbliga che altre persone facciano quello che non sono tenuti a fare. Come ad esempio togliere sezioni realizzate per Pamabù.
Mi fa male pensare di aver perso due lavori ai quali mi sono dedicato con passione, con entusiasmo, con la gioia di realizzare qualcosa che facesse piacere a tanti. Non mi fa male certo, aver accontentato la pretesa di persone che, con il loro comportamento, mi hanno fatto capire di essere delle marionette, che credendo di poter camminare senza fili e pensare con la loro testa di legno, hanno abbandonato maschere, teatro e burattinaio!
Ora, Pamabù sta festeggiando il suo terzo compleanno, è un bel risultato. Ma il bel risultato non è dato dal numero di visite e dagli anni di presenza nella rete; è dato dalle persone che negli anni si sono unite in questo progetto, che hanno collaborato con piacere, che hanno fatto si che si potesse realizzare qualcosa di utile e che allo stesso momento, unendo un gruppo in un grande lavoro di squadra, avrebbe unito di più gli uni con gli altri. C'è stato chi ha collaborato di più, chi meno, chi all'improvviso non ha collaborato per sua volontà o perchè costretto (mi piace però pensare, che nessuno sia arrivato a questo). Ma il mio grazie è per tutti: per chi ha fatto richieste assurde, per chi mi è stato vicino nei momenti difficili, per quei tanti visitatori che mi hanno scritto, per quelle persone che hanno trovato in Pamabù informazioni chiare e risposte che da tempo cercavano, anche a chi, mi ha aiutato ad eliminare le cose inutili.
Nel mondo di oggi c'è chi si improvvisa cantante, chi si improvvisa attore, chi si improvvisa ballerino, chi si improvvisa ospite televisivo... io tre anni fa, cercai di improvvisarmi webmaster, ma unendo questa passione di "creare" ad altre passioni che in passato, ed ancora oggi, mi danno la possibilità di creare cose di altro genere, dandomi la soddisfazione che ogni tanto cerco, ma senza tante pretese...
C'è comunque, chi ogni giorno si improvvisa qualcosa, per il semplice gusto di "stare in mezzo"!
Viva Pamabù! Si, lo voglio gridare. Perchè non posso? E' qualcosa che ho creato io, è qualcosa che mi ha dato tanto, ma non è solo merito mio, anzi...!
Avrei da dire tanto, ma proprio tanto per questi tre anni di Pamabù. In tre anni ne ho viste di tutti i colori (e qualche volta anche in bianco e nero)...

 


Martedì 11 luglio 2006:

Il 21 luglio Pamabù 2006 Pamabù festeggerà il suo terzo anniversario. Un compleanno che sarà ricco di soddisfazioni, visti i risultati che il sito produce. Cominciano però oggi i festeggiamenti con le seguenti iniziative:

- Nel forum è possibile vedere un video dal titolo "Il terzo anniversario di Pamabù", curato da Paolo Driussi. Il video è possibile vederlo anche in altri siti come  minamazzinicremona.bravehost.com e minaforever.bravehost.com e www.youtube.com.
- Una serie di post nel forum dal titolo "Lo scatolone di Pamabù", in ognuno si ripercorre un momento importante della storia del sito: I primi messaggi del forum, Le news importanti, A tarda sera (testo di Ottavio Buonomo), Il primo compleanno, Preghiera d'amore (testo di Ottavio Buonomo), Non è questo che conta (testo di Paolo Driussi), Con Ottavio (di Ciro Fontanarosa), 'Stu vico (testo di Ottavio Buonomo).
- Dal 12 luglio sarà disponibile per i visitatori, un secondo video dedicato al terzo anniversario del sito dal titolo "Viva Pamabù".
- Dal 14 luglio sarà disponibile per i visitatori, un terzo video dedicato al terzo anniversario del sito dal titolo "Ottavio e Pamabù".

Di seguito, vi riportiamo un comunicato, comparso oggi anche nel forum:

Pamabù compie tre anni.

Il 21 luglio 2006, il “sito ufficiale di Ottavio Buonomo” compie tre anni. A onor del vero, non è mai stato il “mio” sito. E’ stato un po’ il sito di tutti, non mi sono mai tirato indietro ad accontentare i visitatori in primis, e coloro che si sono appassionati alla crescita di questa originale comunità virtuale, e poi i collaboratori più stretti.
Il mio staff è formato da persone che hanno contribuito amichevolmente e con entusiasmo, hanno cooperato affinché si potesse dare una originale immagine a Pamabù.
Tutto è cominciato più di tre anni fa, con conoscenze virtuali, che poi, sono divenute grandi amicizie, rapporti basati sulla stima, sul rispetto, sulla sincerità e sul bene vero.
Il sito è stato messo on line grazie alla prof.ssa Marina, che io ringrazio ancora per gli incoraggiamenti, gli incitamenti, i buoni consigli. Poi, questo spazio, è cominciato a crescere di giorno in giorno, sezione dopo sezione, grazie al contributo del grande Paolo Driussi di Udine.
Chi è Paolo Driussi? Dunque, il primo “incontro virtuale” con Paolo è avvenuto quasi quattro anni fa. Lui rimase colpito dai miei gusti musicali (non è facile trovare un ragazzo neanche maggiorenne, che si bea ascoltando brani come “Bambola rosa”), e da un messaggio in particolare, che io scrissi sulla bacheca del sito ufficiale di Mina Mazzini. Nel mio post scrivevo di aver comprato la mia copia dell’album “Veleno”, e tanto questo acquisto mi aveva entusiasmato, che a piedi, nel traffico, correvo impazzito e felice, sbandierando la mia copia del disco. Oggi forse, non lo rifarei.
Poi, Paolo ed io, ci incontrammo a Milano, capitammo anche nello stesso albergo in occasione di un raduno organizzato in onore di Mina. In quel periodo Pamabù viveva un periodo d’oro anche perché Paolo, il professor Franco Lo Vecchio ed io, curavamo “E’ l’uomo per me”, una trasmissione virtuale condotta da Mina con ospiti maschili. Una serie di tante puntate con gara canora inclusa, e spettatori (reali) votanti (con e-mail od sms), fu una trovata eccezionale.
Ho citato “E’ l’uomo per me” tra le tanti sezioni presenti nel sito, come esempio di un forte lavoro di squadra. Per l’occasione anche il professor Mario Basile donò i suoi meravigliosi testi, concedendone la pubblicazione. Lo stesso Basile fu una delle persone che non perse mai occasione di votare le canzoni preferite presentate in ogni puntata.
Il primo anno di Pamabù fu festeggiato con record, gallerie fotografiche, omaggi, auguri. Scrissero, per l’occasione, lettere con sinceri auguri Paolo Driussi, Marina D., Piera Pasotto, Ciro Fontanarosa e Luigi Proto.
Poi Pamabù è cresciuto sempre di più, con l’aiuto di tantissime altre persone che hanno partecipato inviando testi, audio e immagini, proponendo sezioni. Ed alcuni incontri sono stati determinanti, sia per il percorso del sito, sia per la mia maturazione.
E’ inutile che io stia ad elencare quanto fatto in tre anni. Tutto quello che c’era c’è. Se qualcosa non c’è più nel sito, è perché mi è stato chiesto di toglierlo, senza specifiche motivazioni. Ma va bene così! Io, mi accontento, e so che quanto ho fatto non è stato solo un cruccio, un pretesto per farmi dire “Bravo”, oppure una “sorta di espressione di egocentrismo acceso”. Tutto è stato fatto con passione, per gli altri ed anche per me stesso. Nella vita bisogna fare anche quello che ci piace ogni tanto…
Grazie a tutti coloro che mi hanno sostenuto e che continuano a farlo! Grazie di cuore!
Ottavio Buonomo


Lunedì 10 luglio 2006:

Data storica per il calcio italiano: Il 9 luglio 2006, l'Italia vince i Mondiali di Calcio "Germania 2006", battendo la Francia ai rigori.

Articolo dal forum del sito ufficiale: I CAMPIONI SIAMO NOI... SIAMO NOI, SIAMO NOI!

Sembra di sentire ancora il canto a piena voce di tantissime persone per strada dopo il rigore di Grosso: "Siamo noi, siamo noi, i campioni siamo noi, siamo noi, siamo noi, i campioni del mondo siamo noi, siamo noi, siamo noi, i più forti del mondo siamo noi! Italia! Italia! Italia! Forza azzurri! Italia! Italia! Italia! Siamo noi..."
Stamattina l'Italia sembra una paese incantato. Sembra una scenografia attiva da film fantastico, un paesaggio fiabesco dove invece delle case di caramello e marzapane, abbiamo alti palazzi con bandiere, volti dei giocatori, striscioni. Anche le vetrine dei negozi sono parate a festa. Sembra Natale, al posto dei panettoni però, manifesti di lutto per la squadra nostra avversaria in questa interminabile e sofferta finale: "Si è spenta, dopo una agonia durata 120 minuti la cara esistenza della Francia". Al posto dei festoni colorati, nastri tricolori ai balconi.
Ieri, la strada dove abito era irriconoscibile. Scesi poco prima della partita, e la via deserta sembrava un palcoscenico di emozioni mute. I muri sembravano parlare. I negozi chiusi sembravano mormorare. Anche la fontana secca di una piazzetta sembrava avere sete di vittoria. Fuori dai balconi nessuno, ma tante bandiere. I suoni delle trombe da stadio, per alcuni, saranno sembrati un coro di voci bianche.
La partita comincia, insieme con tanti amici e persone tanto care. Una piccola macchia scura sul viso quando la Francia segna il rigore. A mente fresca, dopo gli occhi distratti e persi nel verde del prato calpestato dai nostri campioni, penso ancora che il fallo non c'era, ed il rigore poteva non starci. Stamattina i giornali, hanno scritto, che il rigore invece, poteva starci. E va bene, diamogli questo rigore. E poi arriva il nostro pareggio. Sul viso di tanti tifosi scompare quell'ombra, ma non certo ci porta il sorriso. Zidane fa paura. Il loro portiere sembra bravo. Il primo tempo sta per finire.
E' vero, non ci porta il sorriso pieno, ma comunque, accende ancora di più la voglia di vincere, la voglia di far capire quanto noi meritiamo il titolo di campioni del mondo.
E via con il secondo tempo. Poi tutti gli italiani hanno visto cosa è successo, compresi i tempi supplementari. Dal goal annullato all'Italia, all'espulsione di Zidane... e poi i rigori!
Comunque, chi si è lamentato che Buffon non ha parato nemmeno un rigore sbaglia. Forse un tiro, lo poteva parare. Ma non dimentichiamoci le altre partite, quando per Buffon, abbiamo proseguito nel nostro cammino.
L'Italia segna tutti i rigori, e via con i festeggiamenti. Siamo campioni del mondo, tutti esultano, tutti felici, tutti contenti. Per le strade, i clacson impazziti delle automobili si univano alle trombe e ai botti. Il cielo di mezzanotte è diventato azzurro, anzi bianco, rosso e verde. Sia per il tifo, sia per i fuochi d'artificio.
Il presidente Giorgio Napolitano che negli spogliatoi salta di gioia tra "sudore e succo d'arancia" è una immagine che rimarrà nella storia, ed io, sono commosso di poter stampare nella mia memoria questi momenti. Da quando sono nato, è la prima volta che sento urlare "L'Italia è campione del mondo", ed è la prima volta che ho abbracciato persone in un unico grido di gioia.
Qualcuno, che magari vorrà polemizzare tutti questi festeggiamenti, si renderà conto che non solo è fuori dal coro, ma anche di quanto sia impossibile negare il gusto dell'esultanza, il grido della vittoria a quasi tutti gli Italiani, appassionati di calcio e non.
L'importante è vincere o partecipare? L'importante è partecipare per vincere. Ma diciamocelo francamente, chi è quel fesso che non vuole vincere almeno una volta in vita sua?...
E dal momento che gli azzurri di Lippi hanno realizzato il sogno di tanti Italiani, noi battiamo loro le mani, e li salutiamo con un meritato e sincero "Grazie!"...


Mercoledì 5 luglio 2006:

Articolo dal forum del sito ufficiale: L'UMILTA' DEL NON SAPERE

Ridere di altri non è una cosa giusta. Ancora di più, non è cosa giusta ridere di altri non presenti. Non è giusto nemmeno che il deriso non sappia mai che noi, alle sue spalle, ci facciamo un sacco di risate. E grazie a lui, trascorriamo cinque minuti di allegria, magari tra una mezza parola, un'allusione, un verbo errato e una metafora in dialetto!
Ma ci sono alcune persone, che convinte della loro "sapiensa" e della loro "inteligenza", ne dicono di tutti i colori, sbagliando puntualmente in bianco e nero. Ed il quadro della situazione è, quasi sempre, più nero che bianco.
Ci sono persone che parlano di tutto, si esprimono su di un tale, chiariscono opinioni su fatti e personaggi. Urlano le loro ragioni, ma senza convinzione, con il semplice gusto di aprire bocca, di urlare, di far sentire la propria presenza, anche a costo di una brutta figura.
Ma la brutta figura è soggettiva. Tante volte, chi la fa, non se ne accorge. Quando gli viene fatta notare, fa finta di non accorgersene. Quando gli si dice di averla fatta, la commenta con una doppietta (in tempi di mondiali, è doveroso usare termini calcistici).
Ci sono persone che per giustificarsi di eventuali errori, che non riconoscono, ma che potranno essere riscontrati, si "buttano" ai piedi della lingua italiana, cercando di intenerire colui che ascolta o legge!
"Non posso chiedere pietà perchè la pietà si fa a chi ha bisogno, ma comunque quello che scrivo è frutto di un qualcosa che io stesso ho pensato, che io stesso ho elaborato, che io stesso ho scritto, che io stesso ho firmato, che io stesso ho voluto far capire. Errare è umano. Io sono umano. Se voi siete umani, posso benissimo esserlo pure io. Quindi, detto questo, poi dopo non voglio sentire polemiche, perchè io non le sopporto. Qualora mi accorgessi di poterle sopportare, sfido chiunque in una battaglia verbale all'ultimo congiuntivo"... queste, potrebbero essere, eventuali parole di persone che tanto parlano, che tanto discutono, che tanto credono di sapere.
Poi ci sono altri tipi di persone che invece di non sapere che non sanno, sanno di non sapere, ma non se ne fregano!
Chissà se io, almeno, so di sapere quello che da sempre ho la minima convinzione di sapere per metà...!
E l'umiltà, al giorno d'oggi, con tanti "cervelloni" e "genii della lampada", è d'obbligo.
L'umiltà, oggi, non è un optional!


Sabato 1 luglio 2006:

Nel forum di "Pamabù", si può vedere  il video di una famosa canzone napoletana interpretata da Ottavio.

 

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