~~~~~~ Mina & Modena 2004 ~~~~~~

Speciale appunti di viaggio

 

Stazione di Udine, sabato 20 marzo 2004

 

SENSAZIONI VERE ... IL VIAGGIO PER MODENA (di Paolo Driussi)

Entro in stazione e con passo spedito mi dirigo verso l'edicola. Oblitero il biglietto.Proprio qui incontro la vecchietta mendicante dal viso dolce, alla quale posso dare solo pochi spiccioli. E lei, affranta, guardava quelle piccole monetine che teneva nella mano sinistra, e con l'indice della mano destra le spostava per contarle e forse, per moltiplicarle. Non mi disse grazie e nemmeno io lo pretesi. Mi vergognai e spero di incontrarla di nuovo per darle più di qualche spicciolo, e  magari, vedere anche il suo sorriso.
Un ragazzo si avvicina e mi chiede: "Hai una sigaretta?" Scendo le scale pensando che se non mi muovo perderò il treno. Salgo le scale e vedo il treno che mi aspetta. Mi piace e mi rassicura quando vedo il treno fermo sui binari. Nel treno, mi siedo e respiro affannosamente, e penso che fra poche ore vedrò Ottavio che è già partito da Napoli.
Treno Udine -  Venezia Santa Lucia. Gli occhi chiusi, colpiti da umidi raggi di sole. Poco dopo Pordenone c'è nebbia. Una nebbia leggera ed il sole è assente.  Apro gli occhi quel tanto che basta per imprimere nella retina le immagini della campagna dal finestrino e li chiudo immediatamente, per vedere l'immagine catturata rimbalzare davanti a me. Il  treno arriva a Treviso. Rimango seduto. Vedo una donna e due uomini uscire dallo scompartimento. L'uomo più giovane mette la giacca, prende la borsa e uno zaino, scende dal treno cercando di non farsi travolgere da un gruppo di studenti. Mi domando dove siano diretti. Una gita scolastica? 
Davanti a me c'è una ragazza dai capelli neri a porcospino. Poi un ragazzo le si avvicina dicendole che con la riduzione studenti il biglietto costa sette euro. La voce del ragazzo è strascicata, come impastata dall'alcool. Distolgo lo sguardo dai capelli della ragazza e guardo il ragazzo: pizzo, capelli abbastanza lunghi e mossi, barba di tre giorni.
C'è il “momento cellulare". Tutti i ragazzi si mandano messaggini contemporaneamente nel giro di quattro, cinque secondi. Anche Ottavio mi manda degli SMS. E' fermo alla stazione di Roma.
Vicino a me non c’è nessuno ed il posto libero tra me, seduto vicino al finestrino, ed il corridoio ove siede un’anziana signora, funge da appoggia tutto. La nebbia sembra aumentare a mano a mano che il treno si avvicina a Mestre.

 

Paolo Driussi

 

L'Eurostar Venezia - Roma non è molto affollato. Avuto il mio caffè ed i miei biscottini dalla hostess, sfoglio "La Stampa" e "Lo Specchio". Di fronte a me sono sedute due suore, al mio fianco un ragazzo del Sud. Dopo aver parlato a lungo al cellulare, il ragazzo si toglie furtivamente le scarpe e si addormenta con una dispensa di analisi matematica in mano. Sull'Eurostar che vola fra le campagne venete, la gente dormicchia. Alcuni americani parlano sottovoce. La motrice buca la bruma padana.
Ottavio mi manda uno SMS in cui mi dice che un'anziana signora gli si è rivolta chiamandolo "Padre". Deve essere vestito di nero. Gli ha chiesto. "In quale passo del Vangelo si parla di Barabba?".
Alcuni ragazzi salgono a Rovigo chiacchierando allegramente fra loro.
Il treno fila controvento in un mattino di cristallo, fa oscillare gli orecchini d'argento di una ragazza bruna.
Mentre si va in direzione di Ferrara, esce il sole. Mando uno SMS ad Ottavio: "C'è il sole! Vedrai che a Modena troveremo bel tempo!" Il ragazzo del sud si è svegliato e si rimette le scarpe. Le religiose parlano sottovoce fra loro. Alla stazione di Ferrara c'è un venditore africano di chincaglieria, vedo ragazzi che si incontrano. Immagino per i concerti e le feste del sabato.
Chiedo al capotreno quanto manchi a Bologna. Mando uno SMS ad Ottavio. "Io fra mezz'ora sono a Bologna in perfetto orario. Chi arriva prima aspetta".

 

"Insieme" per un grande punto d'incontro : MINA

 

A Bologna c'è un bellissimo sole. Controllo i monitor degli arrivi. Il treno di Ottavio è in ritardo di 25 minuti. Poi i minuti passano a 40! Guardo la gente che passa di corsa o che cazzeggia perché il treno non è ancora arrivato o è in ritardo mostruoso. Arrivano treni lunghissimi, strapieni di gente e bagagli e chiacchiere e libri e telefonate. Una signora polacca mi racconta la sua vita. E' vedova di un italiano e aspetta il treno per Milano. Lo stesso su cui viaggia Ottavio. Mi racconta delle cose sorprendenti. Mi parla delle lezioni di pianoforte che dava in Polonia, in una cittadina vicina a Varsavia, di cui non afferro il nome, di Ravenna dove è andata a vistare i mosaici.  Un ragazzo si è seduto sulla sua valigia. E' contrariato. Prima che partisse un treno il controllore gli ha detto, controllandogli il biglietto, che stava sbagliando treno e  lui è dovuto scendere di corsa. La signora polacca mi fa l'occhiolino e mi dice: "Sicuramente Lei sta aspettando una bella ragazza!". Sorrido e rispondo che sto aspettando uno studente che arriva da Napoli con l'Eurostar. Ma il treno è in ritardo. Le indico i 40 minuti indicati dal video. Credo sia lo stesso treno che aspetta lei per andare a Milano. Frattanto lo speaker annuncia che il treno da Napoli è atteso sul terzo binario e non sul primo. Con la signora polacca di corsa mi dirigo al terzo binario. Lei continua a parlarmi del marito che era in dialisi, di pratiche che aveva dovuto svolgere a Roma. Arriva un treno diretto a Milano. Non è un Eurostar, ma la signora sale ugualmente. Cammino avanti e indietro con la mia valigia che mi sembra sempre più pesante. Ma dovevo portarmi dietro tutta 'sta roba per stare a Modena due giorni? Sono quasi le due. Finalmente arriva un Eurostar. Ma è sul primo binario. SMS ad Ottavio: "Su quale vagone sei. Ti vengo incontro" . Gli telefono: "Ottavio sono sul primo binario, ma non ti vedo..." "Anch'io sono sul primo binario. Il treno ha fatto ritardo perché c'erano  dei manifestanti contro il terrorismo alle stazioni di Roma e di Firenze...". "Ma dove sei? Non ti vedo? Sei sul terzo binario?". "No, sto sul primo". "Senti, io sto fermo qui sul primo binario, vicino al chiosco che vende generi alimentari. Ti aspetto qui". Dopo un po' eccolo arrivare con il suo borsone verde ed una borsa a mano. Era sul terzo!

 

Ottavio a Modena con "le mani sui fianchi"

 

ORA CHE PER POCO PERDEVO ANCHE LA COINCIDENZA ... (di Ottavio Buonomo)

Quando sono partito da Napoli, il tempo era abbastanza nuvoloso, ma il viaggio è cominciato con la voce di Mina, nel lettore ascoltavo "Ti conosco mascherina", e c'era una Mina che con piena voce cantava "In vista della sera", una canzone molto dolce, inserita recentemente in "Mina, the platinum collection". Il viaggio, ritardi a parte, è stato uno dei migliori, mi ha permesso di offrire un caffè a una signora, di avere un simpatico discorso con una signora che mi ha scambiato per sacerdote e che mi ha chiesto in quale versetto del Vangelo si parlava della prigionia di Cristo e Barabba prima della morte di Nostro Signore ... poi arrivato a Bologna ho incontrato Paolo, il mio "papino", e da Bologna ci siamo spostati per Modena, un viaggio passato nel caldo dell'ultimo giorno d'inverno, con i "se" e i "chissà" di queste nostre giornate emiliane, con il pensiero che anche se messo a tacere dalle parole, volava alla sera del 21 marzo, cioè il giorno seguente ! In quella stessa giornata, con mia sorpresa, ho incontrato stupito Arnaldo alla stazione di Modena, non mi aspettavo la sua "improvvisata", e con Paolo e me è venuto alle prove dello spettacolo ... lì ci aspettavano Luigi Senatore (Gino, per gli amici), Simone (nome completo Simone De Maria) e il fortissimo Guido Mandreoli. In più c'erano Moira Graziosi e Luana Bellucci che provavano i microfoni e la voce ... interpretazioni da far accapponare la pelle. La sera, l'allegra brigata, si è rifugiata in una pizzeria !

 

Arnaldo Dabbene, collezionista milanese di materiale riguardante Mina

 

UNA DOMENICA COSI' ... (di Paolo Driussi)

Fin dal primo mattino qui a Modena il sole è uscito, sfavillante nel cielo. E' proprio il primo giorno di primavera. Dopo aver fatto colazione, usciamo dall'Hotel Principe dove siamo alloggiati e ci incamminiamo verso il centro. Il centro di Modena è molto carino, i suoi portici un riparo per gli irriducibili del passeggio. Mi hanno ricordato quelli di Udine, più bassi, ma tante altre città settentrionali hanno i portici, forse una soluzione architettonica obbligata per le città del nord che non vogliono rinunciare a quattro passi.
Il cielo era d'un azzurro da favola.
Seduti ad un tavolino all'aperto del Bar Cagliari in Piazza Grande ammiriamo la Ghirlandina, la bella torre campanaria assurta a simbolo della città, rivestita di marmi bianchi. Presenta sei piani e un coronamento ottagonale cuspidato ornato da due ringhiere marmoree che paiono ghirlande, da cui il nome di Ghirlandina. Al di là delle bellezze artistiche e architettoniche, tutte da esplorare e da vivere in una suggestionante mescolanza tra spazi urbani ancora autenticamente medievali, e successive e armoniose costruzioni rinascimentali e ottocentesche, il vasto centro della città accoglie il turista con calore, creando uno spazio lontano dallo stress metropolitano.

Se Piazza Grande è il centro vitale e propulsore della quotidianità modenese, le vie che da essa si dipartono offrono la possibilità di percorrere sorprendenti itinerari artistico-culturali. La bellezza della città è nell’aria che si respira: lo spazio urbanizzato pare accomodarsi alle esigenze del cittadino, e non già costringerlo entro uno spazio architettonico alienante. Lunghi e stretti porticati caratterizzano le vie intorno a Largo San Giacomo, e alla Chiesa di San Giacomo, nei pressi del Duomo, dove gli antichi archi sporgenti in cotto e le molte case, l’una all’altra accostate, testimoniano l’originario assetto medioevale. Osservare le sculture della facciata, tra cui la grandiosa decorazione del Portale Maggiore, significa gettare uno sguardo di comprensione sulla concezione che l’uomo medievale aveva di sé e del proprio mondo spirituale. La vita umana viene metaforizzata attraverso le immagini di oscuri boschi e misteriosi girali di rampicanti a simbolizzare la costante insidia del peccato. Ecco che allora la lotta si rende inevitabile: ma tra leoni, draghi e centauri appare la rassicurante visione della salvezza divina, evocata dalle immagini della vendemmia. Sulla stessa linea interpretativa si collocano le sculture della Genesi, così come la "Porta della Pescheria" e la "Porta dei Principi", la quale dà proprio sulla piazza, per narrare a tutti i fedeli la storia del patrono della città: San Geminiano. Sabato sera, di ritorno dalla pizzeria, Gino ci raccontava che la la leggenda vuole che, mentre nel V secolo cominciavano le invasioni barbariche, nel 451 S.Geminiano salvò Modena dagli Unni guidati da Attila, nascondendola agli invasori con una fitta coltre di nebbia. E' con Gino e Simone che abbiamo appuntamento per le 12 e trenta davanti all'Accademia Militare. Ho già individuato un ottimo ristorante dove saranno nostri ospiti e pranzeremo a base di pesce.

 

Ottavio Buonomo

 

 

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